Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Markus: Istant-movie con l’intento di sfruttare un romanzetto di successo sfornato dalla Cardella a suon di ospitate da Costanzo nell’anno 1989. Il film si rivelò un fiasco e, forse, il primo passo falso di Ponzi. La condanna di una ragazza siciliana che vuole emanciparsi in terra maschilista apparve sin da allora vicenda anacronistica; eppure la pellicola funziona: la Fossà sfrutta il suo momento e dà il meglio di sé, così come la Hovey in un ruolo di altolocata reso convincente. Forse era meglio concepirlo come tv-movie... Ottima la OST di Bigazzi.
Galbo: Diretto ed interpretato dall'attore Billy Crystal il film segue evidentemente le orme del fortunatissimo (ed interpetato dallo stesso protagonista) Harry ti presento Sally. Di quello, Forget Paris presenta lo stesso tono dolceamaro e lo stesso gusto per la cura della sceneggiatura e per la scrittura dei dialoghi. Manca tuttavia l'equilibrio dei toni del film di Rob Reiner. Il film è comunque gradevole anche per merito del cast bene assortito.
Daniela: In una tranquilla zona residenziale dei sobborghi, i comportamenti bizzarri dei nuovi vicini scatena la curiosità degli altri abitanti della strada... Satira di un piccolo microcosmo suburbana in cui tutti si fanno gli affari altrui, anche per la scarsità di affari propri di cui occuparsi, con personaggi caricaturali e venature horror dai buffi risvolti. Operina minore nella filmografia di Dante, ma non per questo da disprezzare: i toni leggeri e le prestazioni autoironiche degli attori garantiscono una visione gradevole e rilassata fino al doppio e contrapposto epilogo.
Galbo: Terzo "live action" dedicato ad Asterix, è anche il meno significativo dopo l'opaco primo episodio e il sufficiente secondo. Effetti speciali a profusione, ma lo spirito del fumetto originale è andato definitivamente perduto. Brutta sceneggiatura e realizzazione noiosa con inutile dispendio di effetti speciali e cast che coinvolge inutilmente veri sportivi (come Michael Schumacher) e grandi attori come Delon senza un minimo di costrutto. Bravo come sempre Depardieu.
Il Gobbo: Lovelock coniugato Fenech tuttavia non riesce a consumare, per la disperazione dello zio Montagnani che le studia tutte. Nonostante l'inverosimiglianza dell'assunto di partenza il film si segnala per l'epica performance di Montagnani (forse solo in Dove vai se il vizietto non ce l'hai riuscirà a superarsi), con pesante accento meneghino e lancia perennemente in resta (vedi scena con la Giorgelli), e per la vacanza della Baker dai gialli lenziani e dintorni. Sfrontato, a suo modo liberatorio (quasi più oggi che ieri) antidoto alle fiction Raiset.
Giùan: Che il cinema di Malick sia in grado di spiazzare e, in tutti i sensi, di farsi attendere non è questione da discutere. Allo stesso modo, il fatto che col passar dei film (e degli anni) il suo discorso sulla Natura madre che avvolge le vicende individuali (la passione a 3 tra Pochaontas e i suoi due amanti) e la Storia si faccia sempre più estremo è da apprezzare; c'è tuttavia qualcosa che stona, in The new world, e che lo rende bozzettistico, come se gli mancasse la spina dorsale. Certo è che non c'è chi sappia riprender meglio lo stormir delle fronde.
Xamini: Il legame padre/figlia è la sineddoche che Nolan incastona nel suo sci-fi per raccontare del senso dell'esistere, laddove il contrasto si evidenzia su due poli: individuo e genere umano. Si tratta di un racconto con una partenza lenta e un ritmo che inizia a ingranare quando il silenzio si fa siderale, interrotto da note musicali minimali (usare la classica sarebbe stato sgraziato). Interrotto, a mio modo di vedere, anche da troppe parole; troppi gli spiegoni, troppe le questioni risolte, troppe le facilonerie, troppo presente la necessità di fare cassa. Dimenticata la perfezione stilistica di 2001, resta ad ogni modo un grande piacere per gli occhi.
Gestarsh99: Ripiombano sulle scene i due baldi e forzuti piedistalli della rimpatriata "mercenaria", protagonisti in questa occasione di un'arguta variante carceraria onusta di topoi, injokes e citazioni da compendio del prison-movie. A vederli non si direbbe ma i due attempati colossi del cinemaccio erculeo ci danno ancora dentro di brutto: abbaruffandosi, strizzandosi l'occhio a vicenda, rimpallandosi ammiccatine allusive e punzecchiature metafilmiche. Hafstrom, provetto modulatore di thriller paranormali, bordeggia con ritmo, concisione e ironia tra scazzottatone e sparatorie senza limiti di pallottole.
MEMORABILE: Sly che scopre di essere imprigionato dentro una piattaforma subacquea in mezzo all'oceano...
Didda23: Strepitosa opera alleniana (probabilmente la migliore del decennio 2010-2019) con una qualità dei dialoghi nettamente sopra la media del genere. Una direzione attoriale impeccabile con una Fanning ammirevole in un personaggio che mischia ingenuità a dolcezza e un Chalamet sorprendente nei panni del giovane-vecchio (imbattibile nei giochi d'azzardo). New York è fotografata egregiamente dal mitico Storaro, che si supera negli interni sublimando - con un gioco di luci egregio - il dialogo fra madre e figlio. Un film di una delicatezza pregevole, con momenti comici riusciti.
MEMORABILE: Il bacio fra Chalamet e la Gomez; L'arrivo della fidanzata di Luna; Il finale romantico in stile "vecchi tempi".
Gestarsh99: Ad una prima visione, le pessime condizioni del Super8 rippato, da me visionato, mi avevano mal predisposto verso questo raro fanta-thriller. Rivedendolo però ne ho potuto apprezzare sia l'innegabile tensione presente sia l'accompagnamento sinuoso ed azzeccato dello score di Saitto. Certo la trama è delirante e le riprese sono, in alcuni punti, assurdamente incongrue e statiche, per non dire dei dialoghi schizzati e degli aulici monologhi floro-vivaistici del medico. L'atroce finale trans-argentiano, però, rende ai miei occhi il film già un cult.
MEMORABILE: Il momento in cui ci viene svelato il motivo del titolo di lavorazione "Il giardino delle lattughe": pura estasi trash a crepapelle!!!
Giùan: L'esordio che rivelò il più "autoriale" dei registi della ondata partenopea anni '90. Martone, approdato al grande schermo dopo una matura istruzione teatrale, costruisce un film sobrio e barocco insieme (in cui si alternano viraggi seppia e posati piani sequenza), perfettamente speculare ad un protagonista la cui carica autodistruttiva, mai banale e urlata, traspare potente proprio perché non assimilabile ad una folle deriva. Carlo Cecchi, impermeabile e canotta, è "segno" e "timbro" capace di farci mantenere distanza di rispetto con Cacciopoli. Impervio.
MEMORABILE: La straordinaria voce di Carlo Cecchi; L'incipit nella sala d'attesa di terza classe.