Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Markus: Lui, lei e una camera d'albergo. Un rapporto d'amore, odio, un tormentato sentimento elargito allo spettatore attraverso un film dal taglio fortemente teatrale/drammatico. Francesco Maselli è in vena di film d'autore senza qui mostrare le capacità per realizzarlo: il rapporto rappresentato appare artefatto, eccessivamente pregno di paturnie ed eccessi che non riescono mai a entusiasmare. Resta quindi il tentativo, non molto riuscito, per la coppia Kinski/Dapporto, di rendersi credibili in quei panni. L'idea poteva essere buona, ma la resa non convince.
Galbo: Il film d'esordio del regista Fausto Paravidino non brilla per originalità tematica: si tratta del solito gruppo di giovani (quasi di mucciniana memoria) che si muovono negli spazi angusti della provincia italiana. Il regista riesce a rappresentare piuttosto bene l'ambiente ma le storie raccontate sono poco interessanti e la regia sembra francamente di ispirazione televisiva. Non esaltante nemmeno la recitazione degli attori.
B. Legnani: Più curioso che riuscito. Lo spunto alla Salvatores non è male e una certa freschezza (nonostante le fastidiose accelerazioni e i bruschi stacchi di inquadratura, francamente incomprensibili e nonostante alcune assurdità: il "rapito" non lo riconosce nessuno???) attraversa il film ma, con l'arrivo al motel, le cose cominciano a non funzionare più. Abatantuono si ripete, ma funziona. Insinna efficace. Discorso a parte per Orlando. Orlando fa sempre Orlando, per cui o va benissimo o stona orrendamente (vedi Caos calmo). Qui funziona bene. **
Galbo: A metà degli anni ’30 una famigli irlandese emigrata negli USA, lascia il nuovo continente per fare ritorno in Europa. Qui il figlio Frank cresce insieme alla madre Angela con il desiderio di fare ritorno in America. Tratto dal libro autobiografico di Frank McCourt, Le ceneri di Angela è un’ottima trasposizione cinematografica di un’opera letteraria. Il regista Alan Parker affronta il tema con grande passione dirigendo un’opera che si caratterizza per l’intensità con la quale sono ritratti i personaggi principali, efficacemente interpretati dal cast.
Zender: Verdone abbandona Furio e gli altri sbilanciando la commedia in direzione sentimentale. Trova in una Giorgi brillante e per il tempo inedita l'esuberanza che dolcemente lo travolge, da sedurre solo con l'inganno nascondendosi dietro la scorza dell'avventuroso Manuel Fantoni. Per un De Sica poco incisivo in versione partenopea ci sono dall'altra un Brega debordante che si aggiudica i momenti più comici e un Infanti fanfarone da Oscar. Leggero e volatile come il borotalco, tenero e ancora ingenuo ma accorato, sincero.
MEMORABILE: Gran finale: l'amica chiusa in bagno, la Giorgi attonita, le urla di Brega fuori campo che salgono sempre più suggerendo punizioni inenarrabili.
Galbo: Film dalle discrete ed originali premesse narrative: il protagonista muore più volte ed ogni volta rinasce in un diverso contesto. La regia è affidata a Dario Piana (già direttore di spot pubblicitari e del non memorabile Sotto il vestito niente 2) che mostra un discreto talento televisivo. Il vero grosso limite del film è una sceneggiatura che piuttosto presto diventa inconcludente e ripetitiva e non sa sfruttare adeguatamente la buona idea di base.
Gestarsh99: Storiaccia di vendetta ipocritamente retorica e antimilitarista, che tira in ballo guerra e religione solo come semplici cavicchi con cui lardellare a vuoto un infantile rubabandiera moral-predicatorio. Estenuantemente portato per le lunghe fra twist irricevibili e ribaltamenti di scena degni di un filmcon LeslieNielsen, l'insieme assomiglia tanto a una presa per i fondelli colossale ma la comicità della vicenda è ben più involontaria, micidiale e demoralizzante. Thriller da sbirciare rassegnatamente di sottecchi tra un facepalm e l'altro, sempre che si riesca a beccare l'istante propizio.
MEMORABILE: La limonata salata sulle ferite; De Niro appeso a testa in giù ad una cordicella infilata nel polpaccio; la scheggia di guerra estratta e usata come arma...
Gestarsh99: Silvestro Rambone in un altro action/noir manifestamente ironico e autoreferenziale: lui è un sicario vedovo con figlia in dotazione e si allea con un poliziottino coreano per rompere le corna a chi gli ha freddato il cumpariello-killer. Tutto è intenzionalmente stereotipato, nella pia speranza di rivangare le stallonate dei bei tempi che furono, ma nonostante la programmaticità dell'insieme non si va mai oltre l'estemporaneità più alimentare. Senza i suoi Mercenari il vecchio Sly resta al palo, sempre più immobilizzato in quella paretica postura tra "cubismo" facciale e cervicalgia cronica.
MEMORABILE: "Avresti dovuto controllare il peso [della pistola]", dice Sly al rivale prima di sparargli a vuoto senza aver controllato il peso della sua arma scarica.
Herrkinski: Blaxploitation girato da un esperto di cinema action 70s che vede come eroina la modella Dobson, la quale sfoggia un gran numero di outfit variopinti e stilosi; è una protagonista algida ed elegante che certamente ha carisma, affiancata da un cast all'altezza, con un sempre spassoso Fargas e la Winters come fumettosa villain. La vicenda non si discosta troppo dai clichè del genere ma è ben eseguita, ha ritmo e scene d'azione e combattimenti efficaci, il tutto accompagnato dalla ost funky/r&b di rigore. Tra i più dispendiosi blaxploitation di sempre, quindi più curato della media.
MEMORABILE: L'inseguimento con la Corvette; La speciale apertura della portiera per non rovinare l'afro.
Il Gobbo: Film capitale, che rivisto ora in una finalmente bella copia dvd non ha perduto un'oncia della sua carica a momenti addirittura eversiva per l'esplicitezza delle accuse. Ma c'è Buzzanca, ci sono i culi, c'è il pecoreccio, e quindi nessuno capì (tranne i maggiorenti democristiani che ebbero una non del tutto lecita anteprima e fecero sforbiciare). I blandi coprolalici in cerca di patenti di martire avrebbero da imparare sulla satira. Buzzanca enorme e Fulci grandissimo, che inventa incubi felliniani e palpate con atmosfere thrilling.
Galbo: Film che ha consacrato al pubblico americano l'attore comico Adam Sandler (che per la verità darà il meglio di sè in film successivi), Big Daddy vede il protagonista interagire con il solito bambino dal carattere impossibile. Lo schema è abbastanza sfruttato nei film del genere e questo non fa eccezione, sfruttandone tutti i luoghi comuni del genere e rivelando grande prevedibilità. Si ride di tanto in tanto.
Buiomega71: Fulci getta il suo sguardo, nichilista e sadico, sul west. Diventa così una specie di road movie, con reminiscenze al suo horror personale e viscerale (sanguinosi colpi in arrivo, dove la carne si fa a brandelli, scuoiamenti, cannibalismo inconsapevole, il nero che parla coi morti e si aggira nudo in un melmoso cimitero), che però ha momenti che sconfinano nell'inutilità più gratuita (quasi alla Zanna Bianca), come la città innevata di soli uomini e il parto. A volte commovente e poetico, altresì un po' noioso. Stranianti le canzoni, allucinata l'atmosfera.
MEMORABILE: La strage dei predicatori; Il massacro iniziale da parte degli uomini incappucciati; I pp fulciani sul bellissimo volto della Frederick; Il peyote.