Che film volete vedere stasera in tv? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se vi capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Volete invece contribuire? Scoprite come si fa
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Homesick: “La pastasciutta nel deserto”: ovvero, una tragicommedia sui soldati italiani in Africa nella Seconda guerra mondiale che sognano di tornare nel loro paese. Nella prima parte il tono è scherzoso e si seguono i traffici di Venantini – nel ruolo “sordiano” del romano spaccone e ammanicato – per ottenere l’agognata licenza; nella seconda la guerra rivela tutti i suoi orrori (morti, feriti, prigionieri, macerie) e il divertimento sfuma progressivamente nel dramma e nel pessimismo. Rina Mascetti intona “Camerata Richard”.
MEMORABILE: La camionetta con su scritto "Butta la pasta".
Galbo: Su un personaggio realmente esistito, Steve Mc Queen basa una delle sue ultime e più intense prove cinematografiche. Benché rientri ufficialmente nel genere western, Tom Horn è essenzialmente il ritratto molto realista di un uomo non a suo agio nei tempi in cui vive, stanco e disilluso; la storia procede con una certa lentezza ma è realizzata con grande bravura e cura per l'aspetto tecnico oltre che per la caratterizzazione dei personaggi, il che rende il film decisamente godibile.
Nicola81: Un western del 1968 ma che per certi versi sembra girato nel decennio precedente: gli indiani sono ancora cattivissimi e non esitano a rapire donne bianche. Interessanti (e ottimamente interpretati) però i due protagonisti, costretti a dispetto della rivalità a fare fronte comune, ma mentre Ford intende accantonare il proprio passato di violenza, Kennedy alla violenza diventa sempre più incline. Efficace l'ambientazione desertica, ritmo in crescendo e finale prevedile negli esiti ma insolito per l'espediente che viene utilizzato.
Daniela: Anche se ha il volto onesto e un poco stolido di Fraser, non ci sono incertezze sul reale ruolo del giovane americano che, nel caos della prima guerra d'Indocina, compie le peggiori azioni animato dalle migliori intenzioni e da questo punto di vista il film è più fedele al romanzo di Greene. Tuttavia la mancanza di quell'ambiguità che permeava la prima trasposizione con il suo carico di dubbi e sensi di colpa finisce per renderlo meno intrigante rispetto a quello di Mankiewicz e tra i vari personaggi solo Caine convince in pieno, soprattutto per virtù dell'interprete.
MEMORABILE: Di fronte al massacro, si china per pulirsi i pantaloni macchiati di sangue.
Galbo: L'inventiva e le brillanti innovazioni prodotte sulla cinematografia fiction da Matrix, vengono decisamente dimenticate in questo sequel. Si tratta sicuramente di prodotto di alta classe (belle le scenografie specie la ricostruzione della città di Zion) ma tutto è troppo freddo, senz'anima e l'impressione è quella che i registi abbiano costruito un prodotto patinato e talora pretenzioso privo della necessaria partecipazione emotiva messa nel primo capitolo. Anche gli attori (a parte forse Fishburne) non paiono molto convinti del compito.
Homesick: La chanteuse e il vaccaro. Una storiella a lieto fine in cui si ritrova la spumeggiante leggerezza della commedia americana anni Cinquanta, sposando il felice contrasto tra la consolidata sensualità della Monroe e le spacconerie del simpatico buzzurro Murray, qui al suo esordio. Il ritmo ha una saldissima tenuta, anche in virtù dello humour diffuso da gustose figure di contorno, come il savio e paterno o’Connell e la ruspante locandiera Field.
MEMORABILE: La sbrigativa proposta di matrimonio di Murray alla Monroe; il rodeo; la goffa cavalleria di Murray, una volta “rinsavito”.
Nicola81: Uno dei migliori western degli anni '70. Non tanto revisionista come si usava in quel periodo, ma realistico, crepuscolare, malinconico, e aspro come i paesaggi dell'Arizona, incentrato su una caccia all'uomo che è anche una gara di astuzia a distanza la cui posta in palio è la vita stessa. Aldrich trova il giusto equilibrio tra azione e approfondimento psicologico, e come da sua consuetudine colpisce anche duro in fatto di violenza, e nel finale non concede sconti a nessuno. Lancaster dal carisma indiscutibile, ma anche il personaggio di Davison è reso con molta efficacia.
Gestarsh99: Il king delle flatulenze stavolta l'ha fatta grossa, ma tanto più grossa del solito. Con la pigmalionesca supervisione/complicità del reus-ex-machina Pingitore, il sor Vitali artefà e pierinizza "obtorto colon" il mitico Giornalino di Vamba, arronzandolo a sua immagine e scelleranza. E non sarà una scorreggiata di salute: Alvaro/Stoppani sotterrerà Bertelli portando in collegio zefiri colerosi e pandemoni intestinali a botte di calbonesca "ventilatio putrens". Gli ospressiofili e i goliardi ne trarranno crasso gongolamento; quelli con la puzza sotto il naso ne fiuteranno gli effetti lassativi.
MEMORABILE: Il fuggi fuggi dissenterico in sala mensa condito di esplosioni intestinali; "Stoppaaaaaaaaniiiiiiiiii!!!".
Markus: Solite questioni di corna per tre fiacchi episodi farseschi. Si parte con "Sabato mattina" (*): Maccione ci mette la professionalità, ma la storia è insulsa. La Viviani è solo sexy; si continua con "No, non è per gelosia" (*!): l'ennesimo spreco di Chiari compiuto dal cinema Anni '70 di bassa lega. Consola la prorompente bellezza della Poggi; si finisce con "L'omaggio" (*): bello vedere Aldo (con voce già bassa: di lì a pochi mesi la nota operazione) e Carlo Giuffré (ridotto a macchietta en travesti) insieme, ma la cosa inizia e finisce qui.
Fauno: Molto bravo Bisiach a comprimere in 90 minuti un argomento vastissimo... Tutti i parametri che hanno determinato gli eventi e le reazioni, comprese quelle di mafia, CIA, petrolieri e KuKluxKlan sono ben precisati, concisi ed esaurienti. Commoventi i discorsi di John ma ancor più quelli di Bob. Impossibile pensare che sarebbero sopravissuti con ideali così all'avanguardia e così in contrasto col più bieco conservatorismo che ancor oggi prevale, ma quello che fa imbestialire è c'è ancora qualcuno che crede al pazzo che agisce da solo...
MEMORABILE: Anche i richiami a Hoffa, Sinatra, Giancana... ma che dire del coinvolgimento di Dulles nella commissione Warren. Farsa delle farse!
Undying: Carol (Tushingham) non è una bella ragazza: tramite l'agenzia matrimoniale gestita da Lewis (Ballista) incontra l'emigrato sardo Gavino (Aldo Maccione) in cerca di moglie al solo fine d'ottenere cittadinanza americana. L'uomo non parla una parola d'inglese (e neanche d'italiano, solo dialetto!) e viene sposato da Carol per compassione. Interessante commedia (la tenga presente chi ce l'ha con gli extracomunitari "onesti" in cerca di asilo perpetuo nel nostro Paese) che parte lentamente per poi decollare grazie a caratteristi d'alto calibro quali Ballista e Maccione.