Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Siska80: Sulla carta le buone premesse ci sono (il resoconto di un crudele fatto storico durante il secondo conflitto mondiale, l'eroe del popolo, gli scontri tra il socialista che vuol fuggire e il vice-brigadiere che preferisce restare tra la gente), ma la prima parte scorre piuttosto lentamente; la tensione e il coinvolgimento emotivo caratterizzano invece la seconda, fino al tragico epilogo che toglie il fiato. Bella prova attoriale di Salerno, Ivan Rassimov ma soprattutto di Ranieri, sottofondo musicale avvincente.
Markus: Dopo la cartolina da Parigi arriva puntualmente quella da Roma: Allen ci propina una serie di episodi incrociati ma dai soggetti davvero puerili che strappano un sorriso e fanno trascorrere due ore piacevoli, ma da lui ci si aspetta sempre qualcosa di più. Ogni intuizione è consumata in due battute. Roma (l’Italia, insomma) è rappresentata attingendo ai soliti cliché da americano in vacanza (fortunatamente Woody ci ha risparmiato il mafioso con la coppola lasciandoci "solo" la 500 rossa e il secolare pino che si staglia sul cielo cobalto).
Galbo: Uno degli episodi meno felici della filmografia di Verdone, che presenta l'attore e regista romano evidentemente a corto di ispirazione, alle prese con il classico tema del rapporto tra adulti e bambini sviluppato senza troppa fantasia. Il film manca di una sceneggiatura organica e si presenta come una raccolta di gag più o meno riuscite, spesso assai fiacche e (cosa ben più grave) prevedibili. Anche gli attori coprotagonisti (a cominciare proprio dal bambino) mancano di simpatia.
Minitina80: In piena guerra fredda non poteva il supereroe di Krypton non ergersi come paladino della pace sulla Terra, riluttando di fronte a ogni tentativo di corsa agli armamenti nucleari. Si rivedono la Kidder e Hackman mentre l’impostazione si riavvicina ai primi due capitoli, seppur senza brillare. A non funzionare è la sceneggiatura il cui sviluppo è rovinoso, malgrado il buon assunto di partenza. L’uomo nucleare non è proprio il massimo e fa sorridere, come l’idillio tra la Hemingway e Reeve. Mediocre e senza grossi numeri.
Alex1988: Uno dei primissimi western all'italiana prima dello sdoganamento di Leone. Anche se, in realtà, di "spaghetti", in questo caso, non se ne può parlare; è un film che segue ancora gli stilemi del western classico. La storia è semplice: tre fratelli e una vendetta da consumare dopo vent'anni. Niente di che, ma interessante.
Buiomega71: Di questo fulgido e fiammeggiante melodrammone abbagliato da un meraviglioso Technicolor rimane grandiosa tutta la prima parte in quel di Pine Island, tra giardini fatati, lucciole, la Dee che si graffia una gamba con la spina delle rose, il mare in burrasca, la meschinità di una donna frigida e bigotta, il cinismo di un ubriacone e il discorso antirazzista da standing ovation (fatto alla moglie arpia) di Egan. Poi si rallenta un po' con la "rabbia giovane" dei due piccioncini. E se i dialoghi romanticheggianti vengono a noia, ci pensa lo splendido score di Steiner a coprire il tutto.
MEMORABILE: Lo schiaffone che la madre ammolla alla Dee, tanto da farla cadere addosso all'albero di Natale; Le lettere d'amore bruciate; Parlando di "King Kong".
Daniela: Cooproduzione internazionale di peso per paesi e capitali impegnati ma risultato nel complesso modesto e ben poco avvincente anche se non privo di spettacolarità per quanto riguarda paesaggi, ambientazioni e costumi. Se la regia a più mani non offre guizzi risultando impersonale, il principale difetto è da ricercarsi in una sceneggiatura che banalizza le vicende ed i personaggi ridotti a figurine bidimensionali al di là dell'impegno del cast: Buchholz attraente ma di scarso carisma, Quinn nell'ennesimo ruolo esotico, Welles nell'ennesimo ruolo "alimentare", ininfluenti gli altri.
B. Legnani: Decisamente più celebre che riuscito. Funziona spesso l'umorismo ingenuo di Pozzetto, ma molto del resto funziona poco, compresa una Guida poco ispirata (per due volte guarda palesemente in macchina, segno che il film lo hanno pure girato di fretta). Nuoce al film un andamento strano, con alcune rare accelerazioni e troppe stagnazioni o ripetizioni. Largheggiando arriva a **. Come ogni film con Marilda Donà, peraltro, merita di essere visto...
Il Gobbo: Da un romanzo di Elmore Leonard (uscito in Italia nella benemerita collana western di Longanesi). Grande Burt Lancaster nei panni di Valdez, vice-sceriffo apparentemente non sveglissimo, costretto a uccidere un nero ingiustamente accusato di omicidio. Quando va a chiedere al possidente che l'ha spinto a farlo dei soldi per aiutare la vedova viene picchiato e torturato. Errore. Il titolo italico fa perdere il senso di minaccia del messaggio "Arriva Valdez" che scandirà nel film l'inesorabile vendetta. Coinvolgente, grandi locations, da vedere.
Caesars: Il bellissimo romanzo di Richard Matheson trova qui una nuova versione "uffciale" su grande schermo, ma sicuramente non si tratta di quella più riuscita. Devo comunque ammettere che pensavo di vedere un prodotto peggiore di ciò che in effetti è, perché Will Smith si rivela attore capace di reggere quasi interamente sulle sue spalle lo spettacolo e la storia scorre via abbastanza piacevolmente. Quello che proprio riesce difficile da buttar giù è la realizzazione delle "creature" in c.g. che risultano estremamente finte. Si può vedere.
Daniela: Al momento della morte, il demone che albergava dentro il corpo di un serial killer inizia a trasmigrare da un corpo all'altro, in un vortice di scambi il cui scopo è perseguitare il detective responsabile dell'arresto che ha portato alla condanna a morte. Cosa c'entri questo accanimento ad personam con l'apocalisse espressamente citata resta un mistero in questo thriller soprannaturale che alterna momenti suggestivi ad altri involontariamente ridicoli come spesso accade nel sotto-genere. Nel complesso, un film potabile ma deludente considerato il parterre attoriale a disposizione.
MEMORABILE: Epilogo ingegnoso propiziato però dallo scarso scrupolo del protagonista nel documentarsi prima in merito (eppure aveva un'esperta a portata di mano).
Galbo: Realizzato circa un'anno dopo la morte del magistrato siciliano, Giovanni Falcone è un utile riepilogo di dieci anni di misteri italiani legati all'attività criminosa della mafia in Sicili e nel resto d'Italia. Ferrara come già in altre occasioni si dimostra abile nel racconto dei fatti italiani, ed utilizza un gruppo di attori molto carismatici (Giannini in testa). Il limite del film è la concentrazione dei fatti rispetto alla durata del film, che fa si che molti eventi siano appena accennati e i personaggi non sufficientemente approfonditi.
Siska80: Aereo spagnolo vola in soccorso di due soldati americani feriti e finisce esso stesso per avere bisogno di aiuto causa attacco dei talebani. Ben diretto e interpretato, il film ha un ritmo talmente elevato da togliere il fiato, anche perché purtroppo racconta in maniera abbastanza realistica la crudeltà della guerra e la sua girandola di morti, tra chi tiene duro fino all'ultimo respiro e chi medita di tirarsi indietro dinnanzi a tanto orrore. La musica accompagna degnamente le varie sequenze d'azione e l'atmosfera che si respira è così triste che non commuoversi riesce difficile.
MEMORABILE: Il bimbo da salvare; Lo scontro a fuoco in piena notte.
Siska80: Ancora più bella della fiction dell'anno precedente, perché qui ci si sofferma su eventi storici e privati noti a tutti: l'attentato al Papa, la guerra del Golfo, la malattia del futuro Santo. Forza, intelligenza e umanità sono le qualità che hanno reso Wojtyla un personaggio amatissimo e rispettato (parlano chiaro le immagini di repertorio che concludono la miniserie). Buoni cast, scenografie, dialoghi, trucco (il bravo Adamczyk sembra davvero invecchiare da una scena all'altra) e doppiaggio.
MEMORABILE: L'incontro con Madre Teresa di Calcutta.
Pessoa: Western classico che fornisce l'ennesima versione della battaglia di Little Big Horn, probabilmente il più grande successo militare dei Nativi americani contro l'esercito USA. La rivisitazione, piuttosto romanzata, ha però il pregio di assumere una posizione revisionista ante litteram (ripresa poi da Penn) e antirazzista. La pellicola si distingue per le scene di massa e le lunghe sequenze in esterna, molto pregevoli, mentre la recitazione e la sceneggiatura si mantengono su livelli discreti, senza mai però far gridare al capolavoro. Un gran bel film, che piacerà agli appassionati.
MEMORABILE: L'incontro fra Toro Seduto e il presidente Grant.
Markus: Film "liceale" che immagina una classe - di serie Zeta, appunto - di alunni un po' problematici e l'incontro/scontro con il loro giovane insegnante. Attraverso l'uso di caratteri diversificati la pellicola cerca di essere quantomeno varia puntando a strappare un sorriso che, va detto, quasi mai arriva. Il tema è di certo non originale, ma alcuni passaggi talvolta con venature "poetiche" e in linea generale la discreta resa attoriale riescono a rendere la visione complessivamente piacevole. Ah, questi giovani d'oggi!
Pigro: Dal futuro approda nel passato per scoprire l'origine del morbo che ha sterminato l'umanità. Un film di fantascienza? No, piuttosto un film onirico e febbrile, che intreccia temi forti su un registro grottesco e giocato sull'eccesso. La storia è complessa (per le dinamiche dei salti temporali ispirate a La jetée, con lo spiazzante paradosso del bel finale) ma affascinante, grazie a una sceneggiatura che non perde ritmo e a una regia sempre brillante e inventiva, con una splendida sensibilità visiva. Strepitosi e istrionici Willis e Pitt.
Buiomega71: Lo zio Joe alza la mira delle ambizioni ma sbaglia totalmente il bersaglio. Spesso noioso e soporifero, senza un vero script che, grave lacuna, non insiste nemmeno più di tanto sul lato erotico (giusto un po' di pelo, qualche nudo integrale e timide effusioni lesbo) e men che meno morboso (se non la Zanger, con il fratello, a fare manina sulle sedie di vimini con la Gemser). Bellezze femminili mal sfruttate (pessima la Starck) e inutili parentesi da mondo movie sulle violenze agli animali (il serpente scuoiato, il topolino dato in pasto). A questo punto molto meglio Libidine.
MEMORABILE: Le crudeli sequenze finali che si macchiano di horror e dove salta fuori lo spirito truce di Aristide, anche se, ormai, fuori tempo massimo.
Dusso: Un serial killer si introduce nella villa di un riccone che, sotto minaccia, intrattiene il proprio "ospite" con tre storie dal budget modesto ispirate al genere spy tanto di moda all'epoca. Il primo episodio a Vienna è forse il migliore, anche se molto semplice; il secondo a Roma diretto da Cardone risulta quello più "comico" ma dimostra anche forse più limiti degli altri nella regia. Troppa approssimazione. L'ultimo è ambientato in Brasile, (c'è anche anche Kinski) ed è passabile. C'è pure il tempo per trovare un colpo di scena finale che chiude il tutto.
Caesars: Questa volta Morini tenta strade nuove; abbandonato lo stile parodistico delle pellicole precedenti, si cimenta questa volta con un giallo fantascientifico. La sceneggiatura presenta parecchie situazioni che richiedono una forte sospensione dell'incredulità tentando di regalare anche qualche sorpresa nel finale. Il risultato non può dirsi completamente riuscito, ma è sicuramente un passo avanti verso un cinema più maturo. Però questo può anche essere un difetto dell'opera: mancano l'ingenuità e la freschezza che caratterizzavano i suoi lavori. **!
B. Legnani: Curiosa commediaccia, non priva di inventiva, nella quale Carlo Giuffré (bravissimo) si trasforma, da mercante di giacche, in medico specialista per disturbi sessuali. Il film, pur se lento, ripetitivo e di mediocre livello, evita di cadere nella volgarità deteriore grazie alla simpatia del protagonista. Da ricordare che l'addetto alla moviola degli amplessi, trasformando il cognome del celebre Eros Vitaletti della "Domenica Sportiva", si chiama "Pitaletti". Splendida, come sempre, la Aumont. Brava la polselliana Rita Calderoni, moglie napoletana.
Galbo: Western di produzione francese che si aggira dalle parti della commedia. Tutta la struttura narrativa e' impostata sull' incontro/scontro tra le due protagoniste ma alla lunga questo spunto si rivela insufficiente e il film si trascina stancamente fino ad un finale scontato. La regia e' piuttosto anonima, mentre il cast fa il suo dovere. Discreto il doppiaggio italiano.