Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Visto al cinema in tempi di verginità (cinematografica) fu un qualcosa di veramente spettacolare ed esaltante. Mai si erano visti, prima di allora, effetti computerizzati così realistici ed imponenti e la battaglia della Terra contro gli invasori tentacolari riusciva a rendere calorosamente partecipe il pubblico come soltanto i Mondiali di calcio sanno fare. Non ha retto purtroppo ad una seconda visione, rivelando tutte le banalità e gli infantilismi delle opere manichee a lieto fine, una categoria filmica inconcepibile alle soglie del nuovo millennio.
Pigro: Padre disperato non ha i soldi per l'operazione al cuore del figlio e prende in ostaggio mezzo ospedale. Il film intreccia diversi topoi del cinema Usa (l'assedio al sequestratore; l'ospedale e le operazioni; il buono che si fa giustizia; il paterfamilias che lotta per il proprio clan...) con il collante della denuncia. E' quest'ultima la cosa più originale (su un tema molto sentito in America: l'assicurazione sanitaria!), che però non ha il mordente della vera denuncia diluendosi nel filmone ben confezionato e con lieto fine.
Galbo: Una delle figure più controverse della recente storia italiana, l'industriale petrolifero Enrico Mattei, in un film inchiesta di Francesco Rosi che affronta il mistero (mai chiarito) della sua morte per approfondire alcune caratteristiche del personaggio utilizzando differenti chiavi di lettura. Ne deriva un film complesso ma molto godibile anche grazie alla straordinaria interpretazione di Gian Maria Volontè in uno dei migliori ruoli della carriera.
Rambo90: Più che uno spaghetti classico è un western per ragazzi, visti i molti momenti di tenerezza fra Gemma e il ragazzino e la mancanza di particolari troppo violenti. Comunque divertente, soprattutto grazie alla regia di Fulci, che sa dare il giusto ritmo alla vicenda e a qualche sparatoria ben girata. Gemma non doppiato è quello che è; molto meglio il simpatico Geoffrey Lewis. Non male la colonna sonora, forse troppo ricorrente.
Ronax: Delirante melodramma psicoerotico con un'ancor più delirante virata finale horror, firmato da un regista che, pur nei suoi limiti, ha comunque fatto di meglio. Girato con pochi quattrini e attori modesti, fra cui una prosperosa Marina Hedman (qui ancora Frajese), il film snocciola una serie di insensatezze che i dialoghi pseudo-letterari e la musica ridondante rendono ancor più ridicole. La determinante presenza di un gruppo di pazzi evasi da un manicomio rende più che mai pregnante l'assegnazione al film della qualifica di "demenziale".
MEMORABILE: I vari movimenti del gruppo di pazzi, molto più simili in realtà agli zombi di Romero e di Fulci che a degli umani con problemi psichici.
Galbo: Torbido dramma nella torrida New Orleans pre uragano. Melodramma insipido alla base del quale c'è il solito triandolo amoroso tra un pittore, uno scrittore e la moglie di quest'ultimo. Tutto ampiamente già visto con frequenti strizzate d'occhio allo spettatore voyer sotto forma di scene di sesso che cercano di colmare le preoccupanti lacune della sceneggiatura. Interpreti non al massimo.
Herrkinski: Esercizio di stile o divertissement di Tarantino? Il giudizio ai posteri. Resta comunque un film per appassionati del cinema di serie B Anni Settanta, con tutti i pregi e i difetti del caso: fotografia sgranata, errori di montaggio, dialoghi interminabili, sceneggiatura piena di buchi e via dicendo. Grandissimo Kurt Russell e buona prova per l'esplosiva Vanessa Ferlito. Ottime musiche (come sempre nei film di Tarantino) e alcune sequenze eccezionali (il frontale delle due auto). Niente male!
Galbo: Un rapporto “surrogato” vissuto per interposta persona. Un tema antico quanto il cinema e la letteratura, aggiornato ai tempi e alle implicazioni tecnologiche che comportano, in una commedia francese dal soggetto e dalla sceneggiatura meno banale di quanto ci si possa aspettare. I personaggi sono ben caratterizzati e la sceneggiatura evita per quanto possibile i luoghi comuni. Peccato che a parte il veterano Pierre Richard, gli altri interpreti siano alquanto “incolori”.
Aiden Ashley (Barton), una giovane studentessa, è perseguitata da uno stalker che le hackerizza il computer, la spia spaventandola e una sera le entra pure in casa facendole secchi i genitori. Tredici anni dopo non si sa dove siano finiti, né lui né lei. L'unico che ancora cerca Aiden è il detective (Lea) che l'aveva salvata dall'assassino la notte dell'agguato. Grazie all'aiuto di un esperto informatico della polizia (Levy) e a un nuovo programma rivoluzionario da quest'ultimo sviluppato, il poliziotto riesce a individuare in un vecchio quadro di Aiden acquisito al tempo come prova le pennellate...Leggi tutto precise, che digitalmente sono come l'impronta dell'artista. Ancora qualche ricerca e si viene a scoprire il nuovo indirizzo della donna, che nel frattempo ha cambiato il cognome in Cornelis, lo stesso del gallerista che espone i suoi lavori. Il detective Page la raggiunge subito, a Philadelphia dove risiede, e la mette in guardia: lo stalker assassino potrebbe rifarsi vivo (e lo farà)! La donna non sembra in fondo così preoccupata: ha maturato una disillusione nei confronti della vita che ne ha modificato il carattere e ha appena ritrovato l'amore conoscendo a una delle sue mostre un giovane prestante che si dice suo ammiratore (Grazzini). E' evidente che lo stalker, il quale forza le cyberdifese di mezzo mondo ed entra dappertutto con facilità irrisoria, andrà cercato tra i personaggi che gravitano attorno alla protagonista. Mischa Barton, infelicemente costretta a truccarsi da ragazzina per il prologo antecedente di 13 anni - nel quale il volto tradisce l'età non più verdissima - dà con la sua interpretazione meno anonima rispetto alla media del sottogenere (vale a dire il thriller paratelevisivo) qualche punto in più a un film per il resto decisamente banale e tirato via; al punto che una volta scoperta l'identità del killer si aprirà tutta una serie di domande destinate a restare senza risposta e che fan capire quanto il copione manchi di logica e coerenza. Tutto sommato valida anche la performance di Ron Lea nel ruolo del poliziotto amico, piuttosto credibile nella sua bonarietà a testimonianza che il difetto non sta nel cast (pur se quello di secondo piano è invece assai più deficitario). Si procede comunque senza che si riesca mai a generare tensione o gran curiosità sul'identità dello stalker, che piazza telecamere dappertutto in casa di Aiden e se la gode dalla sua stanzetta sulle cui pareti campeggiano ovunque ritagli con articoli di giornale dell'epoca come da tradizione. La regia di Curtis Crawford è ben poco cinematografica e contribuisce a confezionare un thriller modestissimo, privo di impennate che lo scuotano da uno svolgimento piatto di interesse pressoché nullo.Chiudi
Pessoa: Angelopoulos ci porta sul confine greco-turco (sempre molto caldo, allora come oggi e per ragioni molto simili) dove un giornalista ateniese a capo di una troupe televisiva crede di vedere, fra i migranti su cui sta girando un documentario, un noto uomo politico scomparso all'apice della carriera. Un film dai toni epici, con molte pause riflessive e lunghe inquadrature fisse che lo rendono a tratti molto lento e di difficile digestione a stomaci non preparati. Un misurato Mastroianni e una torbida Moreau regalano pensieri intensi. Avvolgente!