Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Graf: Un buon film di Lizzani, non proprio un habitué del cinema comico ma, almeno in questa occasione, privo di gravezze ideologiche. Le peripezie del carabiniere a cavallo Manfredi, appena sposato e alla ricerca del suo cavallo rubato, vengono descritte con molto bonomia e amabilità e con una gentilezza di tocco che attutisce, fino al pudore quieto, qualsiasi intento di satira. Si ride, comunque, di cuore e di gusto, in questa tarda commedia rosa ambientata, nella seconda metà, in campagna e popolata di personaggi che sono tutti di estrazione paesana e popolare.
B. Legnani: Tremendo. Quand'è apparsa la Madonna credevo che fosse una visione mistica, segno divino che mi purificava dal peccato di essere giunto lì e di volerlo vedere fino in fondo. Soggetto minimo, trama con risibili coincidenze, Al Bano pazzesco (pescatore che fa gli expertise!), Romina imbambolata, Baudo impacciato... Si dovrebbe ridere con Taranto che dice "faccio un repulisti", e Terzo e Cannavale che capiscono "chiamo la Polizia". Grande successo del tempo, il musicarello funzionò perché dava alla gente 90' coi miti della scarsa TV dell'epoca...
Galbo: Sequel del bel classico L'avventura del Poseidon, il film di Irwin Allen è incentrato sui soccorsi alla nave capovolta del primo film. Come nella migliore tradizione dei film di genere catastrofico prodotti negli Anni Settanta, anche questa pellicola si caratterizza per il cast composto da grandi nomi di Hollywood, ma questo non basta a mascherare la pochezza della sceneggiatura, che scorre sui binari del già visto, e con pochissime idee. Banale.
B. Legnani: Terribile incursione di Lenzi nel mondo western. Sceneggiatura (correità di Marco Leto) che è incerta sulla strada da prendere, finendo con l’essere un micidiale mix fra spaghetti tradizionale e spunti spesso deliranti (che il borgo sperduto ospitasse un manicomio è già folle: che muoiano solo gli infermieri e che i degenti siano messi in carcere va oltre il tollerabile). Ovviamente Lenzi ci mette i doppi giochi, ma non si stupisce nessuno (come non sorprende il pazzo che torna nel prefinale). Lawrence a disagio, Ireland non ci prova neppure. Anonimi gli altri, tranne Piero Lulli.
Galbo: Tentativo (non riuscito dal punto di vista commerciale) di replicare il successo dell'ottimo Un pesce di nome Wanda, "Creature selvagge" riunisce il cast anglo-britannico del primo film per una storia ambientata stavolta in uno zoo. Il risultato è una commedia divertente, non priva di ambizioni narrative (una satira della società dell'immagine e del mondo dello star system) ma lontana dai ritmi e dai tempi perfetti della commedia che contraddistinguevano Wanda. Il film è tuttavia un'occasione piacevole di evasione.
B. Legnani: Non sono certo un bondofilo, ma questo film non mi è per nulla dispiaciuto. Pur nella sua fantasia, è molto più credibile, e di conseguenza cartesianamente accettabile, di altre opere della saga. Il problema fu, lo si sa, l'interprete principale, chiamato ad assolvere un compito probabilmente impossibile per chiunque. Spettacolarmente bella la Rigg e divertentissimo il peregrinare di Bond nelle vesti di esperto di araldica. Debole il finale, non solo perché scontato. Vanto tricolore la presenza di Ferzetti.
Daniela: Nella Francia pre-rivoluzionaria, un aristocratico dalle idee progressiste compie audaci imprese con il volto coperto da una maschera. Quando viene sfregiato, per non essere scoperto chiede aiuto al fratello gemello, timido quanto lui è spavaldo... Dumas babbo fornisce il canovaccio, Christian-Jaque la sua abilità nelle trasposizioni in costume, ma il risultato è meno felice rispetto a Fanfan la Tulipe e non solo per la minore originalità. Delon è bellissimo ma pare più a suo agio in ruoli torbidi e tormentati piuttosto che in chiave brillante. Spettacolo non sgradevole ma un poco deludente.
Gabrius79: Fabio De Luigi passa dietro la macchina da presa, si dirige come attore e ne viene fuori una commediola che parte benino ma che poi perde i pezzi per strada a causa di una sceneggiatura zoppicante. Qualche momento ridanciano non sopperisce alla mancanza di carisma della pellicola. Attori un po' spenti.
Herrkinski: Il film è davvero poca cosa, una commediaccia sexy poco originale e molto ripetitiva in riguardo all'assunto di base; a tenere in piedi la baracca ci pensano ovviamente i numerosi nudi delle procaci attrici, scene sexy abbastanza spinte per l'epoca e soprattutto la notevole prova di Montagnani, che con pesante accento milanese inanella moltissimi giochi di parole e doppi sensi veramente spassosi. Certo, la qualità dei dialoghi è a dir poco volgare, ma talvolta è davvero impossibile non farsi scappare una risata. Mediocre, ma si salva per Renzo.
Il Dandi: Commedia con un divertente John Travolta nei panni di un Arcangelo Michele che beve, rutta e si gratta le piume delle ali (e naturalmente si dimostra anche irresistibile e trascinante sulla pista da ballo, ça va sans dire); non funzionano però tutti gli altri (la fragile MacDowell e il cinico Hurt predestinati a finire insieme), e i risvolti sentimentali della seconda parte stuccano presto. Si fa vedere, e contestualmente dimenticare.
MEMORABILE: Ma lo sai che l'ho inventato io il matrimonio? Davvero! Un bel giorno dissi "facciamo una bella cerimonia".
Herrkinski: La prima parte è assolutamente divertente: Clint nei panni del sergente Gunny Highway se ne esce con battute eccezionali e in generale il suo rapporto con la truppa di lavativi e con gli antipatici superiori è davvero entusiasmante. La seconda parte del film purtroppo è poco più di un normalissimo film di guerra, neanche tanto spettacolare. Rimane una indubbia professionalità di fondo e se si riesce a superare l'americanismo a tutti i costi che la pellicola sprizza da ogni fotogramma, risulterà un film con ottimi momenti e un grande Clint.
MEMORABILE: Troppe battute per essere citate tutte, ma di sicuro l'inizio in galera è grandissimo!
Tarabas: La provincia bianca è sempre un bersaglio comodo; perbenismo, ossessioni, vizi nascosti nei salotti pieni di buone cose di pessimo gusto. Samperi si trovava più a suo agio nella sulfurea Sicilia, la polverosa Vicenza degli anni 50 finisce con l'impolverare anche il regista. Tecnicamente il film non è male, ben fotografato e tutto sommato il rapporto serva-padrona è descritto bene nei suoi ribaltamenti di prospettiva. Certo, ci sarebbero volute attrici migliori.
B. Legnani: Tremenda pellicola di Dallamano, nella quale il puttaniere Stander (già non è granché, ma qui è al suo peggio) fa soldi vendendo i quadri di Caprioli, che sostituisce con riproduzioni (trovata mica nuova: si pensi a Soffio al cuore). Tutto serve a far sì che il peccato, ma a spettatore già estenuato, arrivi, vale a dire che Cenci (mediocrissimo) si faccia la Fenech (qui al massimo splendore). Fa quasi senso vedere Caprioli in una porcheriola del genere. Da evitare con la massima cura.
Giùan: Sergio Martino "ripulisce" tutto ciò che di ultra pecoreccio e platealmente "rozzo" (o ruspante se volete declinarlo positivamente) c'era nella commedia erotica anni '70 per confezionare un prodotto più vicino alla pochade classica piena di sottintesi piuttosto che di vere e proprie "visioni" da buco della serratura. In tal senso son anche da leggere le presenze "eleganti" nel cast della Bouchet e di Solenghi. Lo stesso Montagnani è contenuto rispetto al suo standard mentre spadroneggiano Banfi, la Merlini e Renzo Ozzano gaio Pugacioff. Divertente!
MEMORABILE: Le scene nella camera del violinista russo; il finale "assiderato".
Galbo: Davvero meritevole questo film di Robert Redford, che assolve il duplice compito di informare (su un episodio non conosciutissimo della storia americana) e di intrattenere, allestendo uno spettacolo di alto livello non scevro (anzi fortemente caratterizzato) da critiche al sistema giudiziario dei tempi. Diretto egregiamente, il film si avvale dell'ottima interpretazione del cast, con una bella prova dei due protagonisti.
Deepred89: Amore e rimpianti in tre episodi che, al netto di verbosità e di qualche caduta di stile, riescono mediamente a colpire nel segno con la sola forza della sceneggiatura. Si inizia col segmento migliore, intenso e senza fronzoli, si passa a un secondo sempre spesso sul filo del ridicolo ma coinvolgente e mai scontato (con qualche eco dell'incipit scolastico di Storytelling), si chiude con l'episodio peggiore e più ambizioso, evanescente nei contenuti e forzato nelle reazioni dei suoi due personaggi. Regia sobria, buon cast.
Fauno: Diciamo che il film ha un'ottima estetica e la dote non indifferente di far paventare allo spettatore ogni possibile alternativa, anche la più grottesca o demenziale, per venire a capo dell'enigma, senza mai considerare di basso livello il tutto. Lo stile composito di Ercoli è quasi unico e gran parte del merito va al fatto di avere avuto Nieves Navarro non solo come attrice, ma anche come moglie. Il film, pur se molto buono, non è ancora il suo capolavoro, che però non tarderà a venire, per di più con un cast discretamente sovrapponibile...
MEMORABILE: Il ghiaccio, ma il punto più alto è il tentato omicidio che dà il titolo al film.
Herrkinski: Notevole e sottovalutato lavoro di Puglielli che guarda tanto al giallo argentiano quanto al thriller da "torcia & pistola" alla Seven; la commistione dei due stili è realizzata con cognizione di causa e portata su schermo con stile visivo affascinante grazie a una fotografia di alto livello e una regia fantasiosa ma mai pacchiana. Discreto il cast, comunque sopra la media dei prodotti italiani; non mancano sequenze forti di un certo impatto e un'atmosfera sulfurea e arcana. Lo script verte su cose a tratti già viste, ma riesce a coinvolgere.
Xamini: Un sentimentale splatter, se vogliamo darne un'immagine spiccia senza rendergli giustizia. Il lavoro di Ildikó Enyedi è, in realtà, fatto di onestà e scelte particolari: quella che concerne l'ambientazione principale, un mattatoio, nel quale non viene risparmiato alcunché e quella, fondamentale nella scrittura, dei due protagonisti, di lei in particolare, della scissione che vive anche nel titolo. Il filone del sogno con le sue metafore, inizialmente portante, finisce in maniera quasi inattesa per perdersi, ricordandoci che trattasi di altro cinema rispetto a quello d'occidente.
MEMORABILE: Il sogno; il mattatoio; la scena della vasca