Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Volete invece contribuire? Scoprite come si fa
cliccando qui.
Galbo: L'eterna vicenda di Caino e Abele (fratelli coltelli !) ripresa in questo western diretto da Robert Parrish e sceneggiato dall'esperto autore Rod Serling. Benchè la vicenda non sia inedita, il film appassiona lo spettatore grazie alla progressiva trasformazione del personaggio del fratello minore (splendidamente interpretato da John Cassavetes) da simpatico guascone a psicopatico e violento. Buona la regia.
B. Legnani: Più che discreta pellicola con Oliver & Hardy che partono in grande stile: anziché completare la loro degna opera, regalano il ben di Dio ai truffatori. Grande prestazione di Finlayson, che stavolta non è la sfortunata vittima del duo, ma è un tipo losco. Ollio, dopo vari tentativi, riesce ad accendersi il dito...
MEMORABILE: Il meccanismo che fa decollare il mulo.
Caesars: Finora i film con i tre comici milanesi in veste di protagonisti erano stati sempre di una certa qualità (anche se non sempre elevatissima); quest'ultima opera invece fa cadere letteralmente le braccia. È con un certo dispiacere che si stronca il film, ma è innegabile che questa volta non si reisca a raggiungere l'obbiettivo di divertire lo spettatore anche se qua e là qualche (rarissimo) sprazzo della comicità che rese famoso il trio si può trovare. La stuttura ad episodi non aiuta la sceneggiatura e nessuno dei 4 (più raccordo) è riuscito.
Saintgifts: Tre ragazzi, figli di agricoltori, soccorrono un rapinatore di banche (Lee Marvin) ferito e ricercato. Uno dei tre viene punito dal padre, per cui decide di fuggire di casa trascinando con se i due amici. Incontreranno Harry Spikes (Marvin) che li sfamerà e li istruirà alla vita fuori legge. Marvin è perfetto nella figura del bandito, a suo modo raffinato e i tre sono affascinati da lui e sono in parte anche loro. Abbastanza approfonditi i caratteri dei protagonisti e i risvolti psicologici, mentre il plot è piuttosto scontato e prevedibile.
Galbo: Si può realizzare un buon film anche se l'originalità latita e si "pesca" a piene mani dal lavoro altrui in modo più o meno citazionista (De Palma è l'ovvio modello di riferimento). La risposta è si' è il lavoro di Ruben Fleischer lo dimostra. Gangster squad è un film godibile grazie all'eccellente ricostruzione ambientale, ad un apparato tecnico di prim'ordine e alla capacità del regista di utilizzare al meglio gli attori a disposizione, anche se per una volta il grande Sean Penn è un po' sottotono, superato da attori come Brolin e Gosling.
Galbo: Dopo il road movie Sideways, il regista Alexander Payne torna con una storia di ordinario dolore familiare, ambientata in una località esotica (le isole Hawaii) che scopriremo in un'immagine diversa dalla consueta "cartolina" turistica.Una sceneggiatura scarna in cui non manca un'adeguata caratterizzazione dei personaggi le cui interazioni costituiscono il pregio maggiore della pellicola. In un ruolo di sconfitto dalla vita (nonostante le apprenze) George Clooney se la cava benissimo.
Gestarsh99: I periscopi tentacolari de La guerra dei mondi corteggiano a lume di candela i polipoidi aggressori di Independence Day, facendo piedino sotto il tavolo alla creaturaccia di Cloverfield. In lieve anticipo su World Invasion, Los Angeles si trasforma dal giorno alla notte in campo di battaglia cementificato, assurgendo malauguratamente a megalopoli-bersaglio per l'attracco usurpativo delle temutissime astronavi aliene. A sovrintendere al confuso betonaggio transfilmico, due capicantiere incapaci di elargire consistenza e personalità al vano baluginio chiccoso di un indie scilivato e accademico.
MEMORABILE: Un finale che va quasi a sfociare in area supereroi mutageni alla Hulk/Spawn/Raziel, preludendo pericolosamente a un sequel tutt'altro che benaccetto.
Piero68: E' oltremodo apprezzabile il film di Leveaux perché, al di là della banale storia di amore proposta in primo piano, sullo sfondo si interseca una vera descrizione della questione politica della Germania durante la II Guerra Mondiale in cui si dice che non erano tutti nazisti assassini: una buona parte della Wermacht e la vecchia nobiltà prussiana assolutamente non approvavano i metodi del Führer e spingevano per una diversa soluzione. Grande l'interpretazione di Plummer e buona l'ambientazione. Courtney attore in crescita. Da vedere per le circostanze storiche.
MEMORABILE: La cena con Himmler e la descrizione dell'esperimento sui dieci bambini disabili.
Herrkinski: Riesumare il personaggio di Ivan Drago era la mossa più spettacolare da fare a questo punto della serie; purtroppo le alte aspettative vengono disattese. L'intero cast sembra svogliato e opaco; Sly e Lundgren per primi, non tanto meglio gli altri e neanche lo script, dimesso e grigio, che spreca le tante possibilità di dare profondità ai due Drago e al rapporto irrisolto con Balboa e il figlio di Creed. Non male il match finale ma i personaggi escono di scena in punta di piedi e le emozioni svaniscono veloci. Forse è ora di sospendere i match.
Pinhead80: Marco Bocci scrive e dirige questo film ambientato nella periferia romana, che racconta la storia di due fratelli che cercano di riscattarsi in un quartiere che non offre molte risorse. Non si fatica a provare empatia per la famiglia, e le loro vicende si seguono con passione. I personaggi sono ben caratterizzati e nel cast si distinguono per bravura Andrea Sartoretti, Giorgio Colangeli e Massimiliano Rossi. Sono proprio gli attori a far la differenza anche perché di fatto nell'ambientazione non si percepisce il degrado e il dolore che si vuole raccontare.
Gestarsh99: "Truffatore" e Truffaut del cinema sugli zombi, Ueda applica l'effetto Droste a un suo personale Effetto notte... dei morti viventi, dando vita a una zom-com a scatole cinesi inverse che inizia dalla parte interna più piccola per rimontare a quella esterna più ampia. Il suo è quasi un mockumentary ad honorem sull'arte dell'improvvisazione, sul mestiere del camuffare gli inciampi di percorso e risanare situazioni all'apparenza compromesse. Il tutto dimezzando con ingegno i costi di produzione e servendo per due volte il medesimo girato: il film sul film e le riprese del film sul film!
Galbo: Già roccioso eroe di film d’azione, Chan si ricicla brillantemente nei panni di un padre che cerca vendetta in un film sospeso tra thriller politico ed action movie. La regia è di Campbell che memore dei suoi trascorsi “bondiani” dirige in modo ottimale le scene d’azione. Ma il film, complice una buona interpretazione di Brosnan, funziona anche nel rapporto denso di ambiguità tra i personaggi che tentano di fare prevalere la convenienza politica a scapito delle ragioni della giustizia. Un buon film.
Galbo: Buon noir di produzione francesce; impianto narrativo piuttosto classico, con il protagonista che cerca vendetta nei confronti dei suoi ex complici. Nonostante la mancanza di originalità, il film è ben realizzato con una notevole cura nell'ambientazione (una Marsiglia ben fotografata) e una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi. Convincente la prova di Jean Reno, particolarmente a suo agio con questo genere di personaggi, con un cast di contorno decisamente all'altezza.
Gestarsh99: Il king delle flatulenze stavolta l'ha fatta grossa, ma tanto più grossa del solito. Con la pigmalionesca supervisione/complicità del reus-ex-machina Pingitore, il sor Vitali artefà e pierinizza "obtorto colon" il mitico Giornalino di Vamba, arronzandolo a sua immagine e scelleranza. E non sarà una scorreggiata di salute: Alvaro/Stoppani sotterrerà Bertelli portando in collegio zefiri colerosi e pandemoni intestinali a botte di calbonesca "ventilatio putrens". Gli ospressiofili e i goliardi ne trarranno crasso gongolamento; quelli con la puzza sotto il naso ne fiuteranno gli effetti lassativi.
MEMORABILE: Il fuggi fuggi dissenterico in sala mensa condito di esplosioni intestinali; "Stoppaaaaaaaaniiiiiiiiii!!!".
Il Gobbo: Un gruppo di dragoni francesi in rotta dal Messico ripara nel Forte Sharpe, estremo avamposto sudista assediato dagli indiani... Western di stampo classico, lontano da quello all'italiana salvo per qualche tocco crudele, con Broderick Crawford ubriachissimo nei panni (sdruciti) del folle colonnello che combatte la sua guerra personale. Curioso, non brutto ma senza picchi.
Skinner: Uno dei film meno noti di Marlon Brando, è uno dei film più politici mai prodotti nella Hollywood classica, vale a dire fino ai '70. Al di là della struttura molto classica del film, di alcune inutili divagazioni e di prevedibilità evitabili, il discorso politico è ricco di notazioni non ovvie e molto coraggiose per il tempo su temi tabù come colonialismo e imperialismo americano. Film più che dimenticato, rimosso.
Fauno: Baldanello si conferma dissacratore spietato. Facile fermarsi alle forme fantastiche e naturali della Well, ma il significato del film va ben oltre, anche se è una commediola. Se si vogliono bruciare tutte le tappe dello sviluppo sessuale e intellettuale, ponendo alla stregua di rifiuti biologici tutti i passaggi necessari, ecco che è matematico cascare ancor meglio sulla mediocrità che prima si aborriva, nonchè creare il rovescio della medaglia alla frase di un celebre politico: noi del Nord siamo giovani, moderni e cornuti... 8 miglia più in alto!
MEMORABILE: Lo splendido motivo erogeno, specie quando vanno sul tetto col mangiadischi poichè i ragazzi delle altre sorelle vanno in bianco.
Daniela: Dopo aver cercato inutilmente di incantare i suoi scettici ascoltatori vantando imprese mirabolanti, il marinaio Sinbad racconta il suo ottavo viaggio, quello alla ricerca del tesoro di Alessandro Magno... Avventura apocrifa in un coloratissimo technicolor che fa risaltare la ricchezza dei costumi ed il rosso dei capelli della bellissima O'Hara, ma mette anche in evidenza i fondali palesemente dipinti e le scenografie di cartapesta. Fairbanks Jr. non ha la fisicità del padre ma regge comunque bene il ruolo come pure i malvagi Quinn e Slezak. Spettacolo gradevolmente vintage.
Cotola: La storia è quello che è: risaputa e poco originale con una tendenza ad eccedere un
po'. La cattiveria sembra quella dell'Avati dei bei tempi ma, forse, è un filino troppo programmatica. Alla fine però grazie all'abilità narratoria del regista, il film si lascia seguire senza intoppi, ma anche senza guizzi, fino alla fine. De Sica, una sorta di novello "mostro" che sembra uscito fuori dalla commedia italiana del passato, dimostra di saperci fare anche nel genere drammatico. Buono il resto del
cast che fa la sua parte.
Galbo: Ben tre registi e un ricco cast internazionale per un tedioso film dedicato al celeberrimo esploratore veneziano. La figura di Marco Polo è resa in modo meramente illustrativo, con personaggi il cui carattere rimane in superficie. Un pò meglio va dal punto di vista produttivo, con ambientazioni ricche e ben rese dalla luminosa fotografia della pellicola. Nel complesso, mediocre.