Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Finalmente un film italiano che centra l'atmosfera giusta, rendendo palpitante il disagio del vivere nel mondo di oggi (e di sempre). Il convento prigione dove Andrea e i suoi coscritti cercan di disciplinare (meglio sarebbe dir soffocare) la loro libertà, non si scorda: raffinato lavoro su scenografia e fotografia, accuratamente rarefatto lo script. Come nel meno riuscito Private, a Costanzo interessa l'analisi del sè attraverso le relazioni interpersonali. Cast registrato (Timi e Baliani su tutti). Smettesse d'ammiccar a Bresson e fosse un filo men sicuro...
Pigro: Baraccati contro speculatori. Film sociale e politico mascherato da favola surreale: un capolavoro. La coppia Zavattini-De Sica crea una delle opere più visionarie e stupefacenti del cinema italiano, declinando il neorealismo in maniera inattesa: un neorealismo poetico, capace di affondare nella realtà intima (onirica) delle cose e delle persone. Il film è suggestivo e ricco di micro-apologhi (toccante quello degli innamorati di diversi colori) e si conclude con uno dei finali più liberatori e gioiosi mai visti sullo schermo.
B. Legnani: Tratto dalla farsa di Eduardo Scarpetta "O' miedeco d'e pazze", risente dell'origine teatrale e di essere stato "stirato" per arrivare ad un metraggio accettabile. Nonostante tutto, riesce qua e là a divertire (specialmente nella prima parte della permanenza di Totò nella "Pensione Stella", che lui crede essere un manicomio), per calare via via. Arriva a **.
Kanon: Giordano liricizzava che lo fossero per due, Steno ribatte col tre. L'arrivo delle diaule ru(o)sse (cestiste) nella capitale dà il la a diversi siparietti a base di satira, sentimentalismo e gallismo all'amatriciana, quando simpatici e quando goffi ma comunque sprizzanti di verve e con un occhio rivolto agli Stati Uniti degli "happy endings" fiabeschi. L'accoppiata Manfredi & Agus vale per i nomi, mentre al duo Valori & Tedeschi spetta il dubbioso affanno di straziarci con l'intercalare russuoski. Ginesi fa un guardaspalle russo, non accreditato.
B. Legnani: Macchiettistico, perché ripete schemi vecchissimi, quasi annoianti. C'è il professore che manderebbe i ragazzi a zappare la terra, quella che li teme, quello che fa il ducetto e c'è pure il docente Silvio Orlando che fa Silvio Orlando, come da inevitabile tradizione del cinema italiano dell'epoca. Il film qua e là punta al sociale, ma si fa involontaria apologìa delle scuole differenziali.
Matalo!: Tardo spag con uno dei re del genere, Anthony Steffen; il film, girato con la mano sinistra da Bosch è una poveristica variante dell'andazzo picaresco del Buono il brutto il cattivo. Un pistolero e un messicano sono alla caccia di un malloppo nascosto nella statua di san Firmino. Steffen è il solito imbalsamato pistolero nerovestito, Martin è un peone alla Cuchillo, furbastro e umano. La Alvarado è gran bella donna. Qua e là comunque il film risulta simpatico e meno peso di tanti sottoprodotti simili. Sancho fa un veloce passaggio e se ne va (sottoterra).
Disorder: Onesto action-poliziesco, certo non impressionante per complessità ma che in fin dei conti mantiene ciò che promette, ovvero un'oretta e mezza di puro intrattenimento a base di azione e arti marziali (oltre alla consueta spruzzata romantica, che non guasta mai). Lundgren è decisamente in forma e funziona bene assieme a un inedito Lee versione spalla comica: sarebbe stato interessante vederli ancora assieme, se il destino non avesse purtroppo deciso diversamente. Belle anche le location. Non male insomma...
Galbo: Western piuttosto atipico in cui il protagonista (il magnifico James Stewart) è un antimilitarista coinvolto suo malgrado e per motivi famigliari nella guerra di secessione. Oltre all'interpretazione di Stewart, si segnalano la buona caratterizzazione ambientale e la fotografia mentre la regia si lascia scappare qualche pausa di troppo.
Daniela: Nella Napoli di fine 600, oppressa dalle tasse, il mugnaio Luca gode d'un trattamento di favore grazie alla beltà della moglie, di cui s'è invaghito il governatore spagnolo... Camerini si autoremaka in un'altra traspOsizione del fortunato romanzo dello spagnolo de Alarcón, ma il risultato, pur tirato a lucido, non si eleva al di sopra di una pochade in costume. Nel cast, accanto al fiacco Mastroianni e all'esibizionista Loren, le cose migliori le offrono i duetti fra De Sica e Stoppa, con quest'ultimo che suggerisce all'orecchio del primo come ottenere le grazie della bella popolana.
Ryo: Il film è tutto centrato sulle vicende professionali del protagonista, anima e cuore a lavoro, pochissime concessioni alla vita privata. Seppure costruito con maestria, non è un film che cattura per brio e se non interessa l'argomento "mondo degli avvocati" risulta di scarso interesse. Non si può non notare però la performance attoriale straordinaria di Danzel Washington, in formissima, completamente trasformato al punto che è difficile riconoscerlo, mai una sbavatura (arricchito nel doppiaggio italiano dal grande Francesco Pannofino).
Galbo: Nella sua seconda vita (artistica) da eroe del cinema action, Liam Neeson batte il ferro finché è caldo e torna sul personaggio di maggior successo, eroe indistruttibile e protagonista questa volta di una vicenda più dalle parti de Il fuggitivo rispetto alle pellicole precedenti. Praticamente indistruttibile, il protagonista è quasi un cartone animato, scalfito quasi da nulla e appoggiato in toto da un regista dal nome di un transformer (ma il soggetto è del solito Besson). Il tutto può divertire ma con il cinema c'entra poco.
Markus: Dopo Ice spiders Takács ritorna sull'argomento con questo Spiders 3D, film che mescola le carte dell’apocalittico a basso costo, del fantascientifico e dell’horror di serie Z senza però esser convincente e, momenti di stanca a parte, non aiuta una finta e malinconica New York di cartapesta ricostruita nell'est europeo. I grossi ragni posseduti dagli alieni ruggiscono, barriscono, piangono e talvolta belano; insomma, vivono! Peccato che per vederli in azione tocchi attendere metà film. Si poteva fare di meglio, questo è evidente.
Herrkinski: Sottospecie di clone di Rosemary's Baby in salsa pseudo-scientifica, che inspiegabilmente vede la presenza di un De Niro in tono minore, non si sa come capitato sul set di questo B-Movie di impianto quasi televisivo. Per carità, il film è comunque ben realizzato e si lascia guardare, ma resta un prodotto assolutamente superfluo e anche molto scontato, andando a riempire la lunga lista di epigoni del classico polanskiano.
Daniela: partita a quattro fra lui, lei, l'altro e l'aspirante altra. i primi due sono una coppia inglese matura, aristocratica e spiantata, costretta ad aprire ai turisti una parte del castello avito; l'altro è un americano dai modi spicci, strapieno di dollari, che vorrebbe portarsi via il pezzo più prezioso dell'arredo, ossia la moglie dell'ospite; infine l'altra è una donna spregiudicata, in cerca di sistemazione. le due coppie si mescolano e si ricompongono, sul filo di dialoghi imbevuti d'ironia e savoir faire. Bel cast, con Grant insuperabile.
Galbo: Un litigio allontana due sorelle molto differenti tra loro, una giovane avvocatessa totalmente dedita al lavoro, l'altra ragazza instabile che cambia continuamente vita e lavoro. Bella commedia di un regista molto poliedrico come Curtis Hanson. Totalmente dedicata al mondo femminile (gli uomini sono assolutamente marginali) ne indaga desideri ed aspirazioni (confrontandoli anche con quelli passati grazie al personaggio della MacLaine) con molta sensibilità grazie ad una buona sceneggiatura (e ai dialoghi). Buono il cast.
Caesars: Discreta coomedia/action, che parodizza gli agenti segreti alla 007 senza scontentare gli amanti degli effetti speciali (veramente notevoli, soprattutto se rapportati all'epoca in cui furono realizzati). La parte che preferisco è la prima, più virata verso la commedia e verso il sorriso, mentre la seconda, pur riuscitissima nel suo genere, è più caciarosa ed effettistica e alla lunga mi ha annoiato un po'. Comunque il prodotto è riuscito, anche grazie alle interpretazioni di Schwarzenneger e della Curtis, ancora incredibilmente bella.
Nando: Baggianata di quart'ordine che scimmiotta vergognosamente alcuni grandi classici del passato con momenti di puro trash che culminano con la figura di Vieri nel ruolo di Ivan Drago. Ceccherini non genera alcun tipo di sorriso, anzi suscita sostanzialmente indifferenza.
Galbo: Tratto da un romanzo di John Grisham, autore molto "sfruttato" dal cinema, L'ultimo appello è ambientato nel sud profondamente razzista e retrivo molto caro allo scrittore ma non è tra i migliori esempi di adattamento cinematografico. Sceneggiatura poco avvincente e regia piuttosto impersonale, fanno sì che tra i pochi motivi di visione ci sia l'interpretazione del grande Gene Hackman che da solo (o quasi, c'è anche la Dunaway) riesce a portare in porto il film.
Rambo90: Due pistoleri vengono assoldati da una donna per condurla dal marito in una città assediata dagli indiani. Una storia piuttosto semplice che quando va in cerca di colpi di scena diventa forzata con svolte nel carattere dei personaggi piuttosto inspiegabili. La regia è di routine, ma almeno c'è la coppia Murphy/Duryea, già rodata in passato e che fa faville. I loro duetti danno ritmo e sale a una pellicola altrimenti facilmente dimenticabile.
Tarabas: Vicissitudini di due gaglioffi durante una notte parigina al tempo dell'occupazione nazista. La traversata del titolo è quella che i due compiono per consegnare della merce destinata alla borsa nera. Interessante e spesso divertente (per quanto oggi appaia un po' datato), il film abbina un duetto di attori di prim'ordine a un racconto ottimistico e vitale degli anni bui della guerra, con un'ambientazione parigina che offre un set naturale affascinante.
Il Gobbo: Stravaganza di Castellano & Pipolo, che satireggia blandamente sia la voga della fantascienza che qualche tic italico. La grana non è delle più fini, ma ci sono trovate anche scopiazzate (vero Guzzanti?), caratteristi di valore e alcune succulente "terricole" fra cui l'adorata Margaret Lee, il cui strip dinanzia a Franchi e Ingrassia ibernati da solo vale la visione. Musiche di Morricone, Vianello canta "Tremarella" e pronuncia "surf" com'è scritto...