Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Se tutto fosse allo stesso livello di ambientazioni, costumi e colori, sarebbe un capolavoro. Invece la storiella è troppo semplice ed è tenuta insieme da Mastoianni, bravissimo, e da un simpatico Toffolo. Mogherini, come sempre, viaggia lentamente e ancora una volta divaga sul volo senza aeroplani. Celentano solo decorativo, quasi inutile. Da sottolineare, invece, i pochi minuti della Miserocchi. Nulla di nuovo: il pranzo con la sposa che non c'è ricorda per analogìa una grande comica e il meccanismo del sosia risale addirittura a Plauto... **
B. Legnani: Grandissimo cast per un film davvero buono, illuminato da uno strepitoso Nino Manfredi e corredato da caratteristi impeccabili fra i quali un torreggiante Adolfo Celi, un viscidissimo Vittorio Caprioli, un perfetto Tano Cimarosa e tantissimi altri. Sincero è il finale, con una soluzione all’italiana che probabilmente lascia stupefatto l’eventuale spettatore straniero, mentre noi tricolori lì ci rispecchiamo alla perfezione. Da vedere e da gustare con diletto.
Galbo: L'epopea storico-sociale tentata da Dino Risi con questo filmi funziona solo a metà; buona l'idea di rendere protagonista un personaggio tutto sommato umile che tenta la scalata verso il successo e discreta la resa ambientale. Purtroppo la caratterizzazione del personaggi principali non va spesso oltre l'ovvio e scontato stereotipo. Attori non tutti adeguati: bravina Agostina Belli, ottimi Gassman e Tognazzi, pessimo Renato Pozzetto.
Rambo90: Idea di partenza anche buona, per questo sequel; soprattutto nell'era di Rambo veder cooperare russi e americani è una novità, ma l'andamento è piuttosto fiacco. L'azione ci mette parecchio ad arrivare e i personaggi sono molto stereotipati, così come la facile ironia che pervade tutta la prima parte. Il cast però ha le facce giuste, Gossett è in parte e tutto sommato è professionale la regia di Furie. Finale discretamente spettacolare.
B. Legnani: Film gradevole, cui manca qualcosa per essere proprio un bel film, perché alterna cose straordinarie ad altre di conio assai meno alto, specialmente quando si cade nell'eccesso (l'assalto ai passeggeri a Termini, le chiappe al vento, la cena con Simoni...). Del grande cast va citata l'eccezionale prestazione di Maccione, mentre in quello secondario è di rilievo la gradevole, come sempre, presenza di Dottesio. Di micidiale perfidia la presa per il culo di un noto (e grandissimo) regista dal nobilissimo cognome milanese, con tanto di amichetto straniero.
MEMORABILE: "A te ti hanno battezzato coll'acqua dei ravioli!"; Maria Tedeschi... "as herself"!
Markus: Peripezie lavorative/sentimentali di due giovani carabinieri. Sotto l'albero di Natale 1984, una romanissima coppia sbanca-botteghino: Verdone come neo-stella della commedia all'italiana Anni '80 e Montesano nel suo periodo artisticamente più florido. Pellicola dalla grossolana comicità, ma con un velo di velleità artistica dato perlopiù dalla regia di Verdone (una punta d'amaro, come suo solito, specie nella seconda parte del film). Dilettevole opera, complessivamente convincente, che alterna felici intuizioni a momenti di stanca.
Giùan: Film di discreta fattura tecnica (con musiche e fotografia aderenti e propedutiche al climax del racconto) in cui spiace però segnalare la mancanza di uno scarto che segnali un progetto cinematografico personale. Cupellini, dopo aver dipanato con calcolata flemma e studiata reticenza la matassa del suo noir, non resiste alla tentazione di sciogliere tutti i nodi del rapporto padre-figlio, passato-presente, Italia-Germania. Servillo, animale braccato dall'inestirpabile istinto vitale, è sempre bravo ma sorprendenti risultano i giovani D'Amore e Di Leva.
MEMORABILE: Il modo in cui Eduardo (Di Leva) appella la bella cameriera Doris (Alice Dwyer).
Gestarsh99: Assieme a Nico, suo film d'esordio del 1988, uno dei migliori prodotti con protagonista il gelatinato esperto di aikido Steven Seagal. Un action/poliziesco violentissimo e sbrigativo, in cui la strenua indomabilità incolume dell'agente Gino Felino dovrà fare i conti con la presenza indesiderata di un villain rozzo e brutale (il Forsythe futuro sceriffo "old-style" ne La casa del diavolo), rinnegato persino da quella "mafia buona" di coppoliana memoria. Ritmo scattante, ambigue connivenze utilitaristiche, rapidi passaggi truculenti e pochissime chiacchiere.
MEMORABILE: Seagal che conficca un cavatappi tra gli occhi del suo acerrimo antagonista.
Daniela: Avvocato di successo con lo stomaco foderato di pelo torna nel paese natio prima per seppellire la madre, poi per difendere il padre, giudice integerrimo accusato di omicidio... Drammone legal-familiare presentato in confezione di lusso e con un cast di prestigio che offre una prestazione di alta professionalità, il cui principale difetto è quello di strafare con i momenti topici, le scene madri, le sottotrame superflue. Un sovraccarico che, invece di arricchire il tema principale - quello del rapporto conflittuale padre/figlio - lo rende meno incisivo, appesantendo inutilmente il minutaggio.
Homesick: Battaglie spaziali contro aracnidi alieni. Verhoeven recupera l'estetica della fantascienza anni Cinquanta e Sessanta e lo spirito del cinema bellico-avventuroso classico - azione muscolare, sparatorie, rivalità, onore, amicizia, eroismo, missioni a prova di morte -, con la gradita variante di un cameratismo promiscuo che vede reclute maschi e femmine dormire e fare la doccia tutti insieme senza problemi. Mano decisa su uno splatter di tipo fumettistico. Grandi Ironside e la Mayer.
MEMORABILE: Il capo degli aracnidi alieni con la bocca a forma di vagina.
Xamini: La nostra società come un bosco di alberi dai rami rinsecchiti dal freddo delle morte stagioni. Una striscia di plastica, unicum, a sventolare sotto un ultimo raggio di sole. Poi tutto si spegne. Zvyagintsev è spietato, nelle immagini precise, come nel canovaccio del suo racconto, che, fosse contrastato e saturo, sarebbe un episodio di Black mirror. Invece procede con la sua narrativa, sferzata dopo sferzata, a raccontarci diversi rami di questo albero, che sembra proprio non avere vita.
MEMORABILE: Il piano sequenza della madre, in bagno, che termina sul figlio.
Galbo: Una visione del futuro "made in Disney" decisamente lontana da quelle (quasi sempre in chiave post-apocalittica) che il cinema ci ha proposto negli ultimi anni. Qui siamo più dalle parti della favola tecnologica, che Brad Bird dirige regalando allo spettatore uno spettacolo visivo di primissimo ordine, frutto di una produzione ad alto budget e sciegliendo il cast (specie quello più giovane) con grande oculatezza. Il limite è quello di una sceneggitaura un po' ingarbugliata abbinata ad una durata eccessiva.
Rocchiola: Landis attenua i toni demenziali delle sue prime opere e omaggia la commedia classica ispirandosi al romanzo “Il ricco e il povero” di Mark Twain, già portato sullo schermo con Il forestiero. Appuntamento fisso dei palinsesti natalizi, viene spesso scambiato per quello che non è, cioè un film per famiglie. In realtà, pur adottando una narrazione più composta, il regista non rinuncia ai consueti toni grevi e dissacranti, analizzando con acume l’avidità umana. Splendida l’ambientazione in una Philadelphia invernale classista e ben poco ospitale.
MEMORABILE: L'esosa scommessa di un dollaro, Il cagnolino che urina sulla gamba di Akroyd; La festa caciarona in casa del neo-ricco Murphy; I due gorilla.
Luchi78: Film di fantascienza da serie B: lampanti le deficienze degli effetti speciali e la povertà di dialoghi e cast. Però la sceneggiatura non è poi così malvagia, anche se è il finale "sottomarino" a salvare in zona cesarini il film da un disastro totale. Per gli appassionati del genere un'occhiata di sfuggita gliela si può comunque dare...
Xamini: Road movie alla Tornatore, fondato essenzialmente su una duplice coppia: Santamaria/Pranno da un lato, Golino/Abatantuono dall'altro. Entrambe mettono in scena bene le diversità e se da un lato l'anarchia del Modugno della Dalmazia è stemperata dalle follie autistiche del figlio, dall'altro alla misurata (e sempre irresistibile) ironia di Abatantuono si contrappone la serietà dagli occhi di ghiaccio della Golino. Tornatore non analizza, racconta, ispirandosi a storia vera. E fa scaturire sorriso e lacrimuccia.
MEMORABILE: Nella doccia; Santamaria che canta Modugno.
Minitina80: Un film drammatico non sempre convincente in ogni sua parte, nonostante possa contare su ottimi attori. De Niro, infatti, interpreta bene il ruolo del marito dispotico e dai grossi limiti personali, al punto da rendersi odioso di rimando. La storia accusa qualche segno di stanchezza nella parte centrale, dovuto in parte a una narrazione lenta e all’indugiare troppo su sé stessa. Raggiunge quasi le due ore e non sempre la qualità del girato giustifica un simile minutaggio. Pare sia ispirato a una storia vera, anche se la cosa non smuove di molto il gradimento.
Galbo: Cinema decisamente militante, quello dell'ultimo film di Gus Van Sant. Abbandonate le tematiche di crisi adolescenziale di Paranoid Park, il regista americano racconta la storia di un gay politicamente impegnato e realizza uno dei migliori film della sua carriera. Molto curato nella ricostruzione ambientale della San Francisco degli anni '70, il film si segnala per l'ottimo lavoro di scrittura dedicato alla caratterizzazione psicologica dei personaggi e per il buon cast impiegato nel quale spicca il bravissimo Penn.
Il Dandi: Cinematograficamente migliore del precedente ACAB. Sollima conferma (adattando l'ennesimo romanzo "criminale" di De Cataldo) di trovarsi a suo agio nella narrazione di vicende corali, senza rinunciare a pomparle in un ambizioso affresco da "grande bruttezza" romana spesso all'altezza delle ambizioni: Germano fuori parte, Favino prevedibile, ma Amendola (che per dare corpo all'ineffabile personaggio ispirato a Carminati lavora per sottrazione e fa il meno possibile) è una sorpresa.
MEMORABILE: Potentissima l'immagine del politico Malgradi che, sazio dell'orgia, si affaccia nudo al balcone sotto la pioggia e piscia sulla città.
Buiomega71: Inizia come una specie di Eva contro Eva tra madre e figlia, poi diventa uno pseudothriller complottistico (le lettere minatorie, la riunione alla Aghata Cristie nella villa di campagna) vecchio come il cucco. La dimensione è quella di una soap opera, lo script è talmente scombiccherato, poveristico e scritto male che bisogna affidarsi alle supposizioni per capirci qualcosa. Nella penuria inconsistente si salvano solo la Pike e le sue décolleté (e i sandaletti neri con tacco che usa per "strofinare" lì) e la figura alla signorina Rottenmeier della Price.
MEMORABILE: La Lawrence in versione lolitesca; L'ambigua devozione quasi lesbo di Edie (la Rottenmeier); Il fan troppo invadente (messo lì non si sa perchè).
Buiomega71: Quando Jackson era davvero Jackson e si baloccava con i generi. Prende Ghostbusters, lo frulla con Poltergeist, ritorna alle sue creature del cielo, evita lo splatter sfrenato che lo ha reso "cool" (anche se il flashback del massacro resta impresso) e si gingilla tra il ludico e lo spaventoso. L'ombra mortifera, il sergente Hartman e il fantasma funky funzionano meno, ma lo spettacolo visivo lascia spesso a bocca aperta. L'ectoplasma cowboy preso da La casa di Helen, Fox McFly acchiappafantasmi e l'atmosfera kiwi tipica del regista trasformano il film in piccolo cult.
MEMORABILE: Dee Wallace, che nel flashback del massacro diventa improvvisamente una creatura del cielo; L'ectoplasma che esce dal muro come nel manifesto di [f=28892]The pact[/f].
Caesars: Non completamente da buttare, anzi qualcosa di più che salvabile c'è. Non male l'idea di partenza (Dracula che s'innamora del nostro paese vedendolo in tv e poi giunto in Italia deve fare i conti con la sua situazione di immigrato irregolare), coniugata alla celebre trama tratta dal romanzo di Stoker (riproposta abbastanza fedelmente); poi purtroppo il film perde parecchio nelle parti rap, veramente troppe e sostanzialmente inutili. Buona l'interpretazione del conte di Bertorelli. In definitiva, non malissimo.
Mco: Come sopravvivere una notte nella sterminata Città degli Angeli con indosso solo uno striminzito vestito giallo canarino e (non sempre) un paio di scarpe non proprio comodissime. Ci pensa una simpaticissima Banks a dettarci le coordinate, a suo agio tra i quartieri come tra le etnie che incontra nella sua gita fuori programma. La comicità è di quelle sane e giammai volgari, preferisce una gag visiva a un contrassegno di parolacce. Ideale, quindi, per trascorrere qualche momento in totale spensieratezza.
MEMORABILE: L'incontro con la band della droga "in the hood".
Markus: Dopo l'indiscusso successo di Sapore di mare è dimostrazione di grande coraggio cambiare registro e tentare la via del giallo patinato! I fratelli Vanzina l'hanno fatto con tanto coraggio e, forse, un po' d'incoscienza. Thriller sofisticato nelle ambientazioni, con escort di lusso e una Roma alla Tenebre che attanaglia lo spettatore con il gusto - forse anche un po' morboso – di assistere a quest’intrigo di sangue e bellezze mozzafiato. Film sfortunato al botteghino, ma anticipatore (anche se lì ci si sposterà a Milano) di Sotto il vestito niente.
Rambo90: Molto più noioso e puerile del precedente. Il plot ruota ancora una volta attorno a un tesoro che vogliono in tanti, il russo è idealmente sostituito da uno scozzese e le risse (mal orchestrate) si sprecano. Si ride poco e il personaggio di Alleluja viene sopraffatto da una serie di macchiette di contorno sguaiate e sopra le righe. Anche la regia manca di ritmo e così alla fine c'è davvero poco che rimane impresso.
B. Legnani: Mostra gli anni. Franco e Ciccio al loro peggio, certo non aiutati dalla Biagini e dalla Cannuli. Le cose migliori: una Koscina fantastica, Giuffrè composto, una Pampanini che fa la mignotta con un'eleganza che le giovani del cast se la sognano, e tre grandi: Riccardo Garrone (sua moglie è la Torosh, splendida c.s.c.), Luciano Salce e Umberto d'Orsi. Nadia Cassini, forse per l'unica volta, non mostra il popò.
Ultima cosa: Sessomatto di Risi ha preso almeno un paio di idee dal film di Laurenti…