Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Specialista in kolossal autoriali, Lean rischiò di finir la sua carriera con quest'opera le cui "colpe" son così scoperte da lasciar fin troppo spago al destro critico. In effetti dal film (come da Mitchum) ci si aspetta che esploda potente e furibondo da un minuto all'altro; speranza castrata da reticenze storico-politiche, miscasting (soprattutto Jones) e magniloquenze inevitabili. Eppure spettacolo e tensione sono innegabili, come memorabili restan il Don Camillo irlandese di Howard, il controverso traditore McKern, l'ambigua inquietudine di Sarah Miles
MEMORABILE: La scena della tempesta; Mitchum che scopre i due amanti mentre è in gita sulla spiaggia con gli alunni.
R.f.e.: Da ex-bambino che guardava rapito i documentari disneyani della serie "True-Life Adventures" e, anni dopo, la trilogia cinematografica de "La grande avventura", nonché sincero amante della natura selvaggia (in particolare nord-americana e canadese), non potevo non apprezzare questa deliziosa serie-tv - una delle poche, insieme alla diversissima L'uomo dell'U.N.C.L.E., che seguii sino alla fine - la quale ti faceva venir voglia di dedicare il tuo tempo libero a Riserve e Parchi Naturali. Un ricordo tenerissimo, mi piacerebbe tanto rivederla!
Galbo: Il tema dei reduci e del loro difficile inserimento post-bellico è uno tra i più abusati cinematograficamente parlando. In questo film di Jon Avnet si affronta la questione attraverso un doppio piano di lettura, che considera anche i problemi riguardanti i figli del protagonista. Il film è segnato da una buona caratterizzazione ambientale ma paga proprio la scarsa originalità del tema trattato e un "disegno" dei personaggi troppo stereotipato. Buona la prova degli attori.
Galbo: Tratto da una sceneggiatura originale del maestro del legal thriller, John Grisham, Conflitto di interessi (ma il titolo originale Gingerbread Man è molto più efficace) è ambientato nel sud degli Stati Uniti, territorio caro all'autore che vi ha ambientato i suoi libri più riusciti. Se l'ambientazione è certamente efficace meno rilevante l'apporto di Robert Altman che non riesce in questa vicenda a fare emergere il proprio stile anche per il mancato contributo di un protagonista (Kenneth Branagh) mai in parte. Molto migliore il resto del cast.
Markus: Ultimo film della trilogia di Nando Cicero sulle "soldatesse". La pellicola ha un buon ritmo e beneficia di gag a raffica atte a divertire un pubblico di poche pretese ma desideroso di sano svago. Alcune buone intuizioni (presumo del geniale Cicero) e una messa in scena piacevole e soccorrevole (pur senza scadere nella volgarità assoluta; fatto che in fin dei conti - e considerando il genere - passa in secondo piano).
Gestarsh99: Interrompendo un salutare e apprezzatissimo periodo di latitanza dalle sale, il simulacro epilettico e nerognolo sgusciato via dal vhs di Nakata ritorna - debitamente modificato pro forma - a plagiare, infestare e infettare per la centomillesima volta l'intreccio di una pellicola horror. Il cinema pareva essersene liberato e invece nisba, rieccolo in tutto il suo scomposto emiballismo a segnare il passo fra una babadoocchiata qua e là agli incubi dal mondo delle ombre. Filze di jumpscares gragnolano a dirotto su coltivazioni altrui già da tempo abbandonate. Creepypasticcio vecchio e stracotto.
MEMORABILE: L'orripilante incipit al buio nel deposito coi manichini...
Galbo: Citando apertamente James Bond nei titoli di testa, il film di Paul Feig rivela chiaramente la sua natura di parodia degli spy movie. Una buona scelta delle ambientazioni, il ritmo serrato e un gruppo di protagonisti efficace ed autoironico (stupisce positivamente in questo senso Jason Statham, mentre è una conferma Melissa McCarthy) lo rendono un film discreto anche se alla lunga (complice una durata eccessiva per questo genere) tende a diventare ripetitivo. Una "sforbiciata" sarebbe stata gradita.
Caesars: Commedia rosa che, nonostante l'Oscar alla miglior sceneggiatura (di Trumbo, anche se all'epoca non venne accreditato), vanta una storiellina esile esile, non certo memorabile. A consegnarlo alla storia c'è invece la regia di Wyler e, soprattutto, le caratterizzazioni, assolutamente perfette, dei due personaggi principali interpretati dalla Hepburn e da Peck. I decenni passati dalla sua realizzazione sono molti e si sentono tutti, però mantiene la sua godibilità anche visto dallo spettatore di oggi. Da conoscere.
B. Legnani: Molto brutto. All'inizio c'è qualche promettente duetto Vargas (sempre bravissimo)-Ardisson (presenti pure ne La nipote, come Marano, Cazzola e la De Santis, dell'anno prima), ma più il film procede e più si avvìa al disastro, fino al pessimo pre-finale, in cui tutti, assurdamente, pernottano nello stesso luogo, compreso il terrificante notaio che sembra il pirandelliano Chiàrcaro. Le gag sono vecchissime, molte addirittura risalgono al cinema muto. Ilona è stupenda, ma è straniante sentirla parlare in veneto ("Tàsi, mona!). Orchidea ha battute da denuncia, con orrida cadenza emiliana.
Homesick: Gradevole unione tra noir, commedia e azione, con protagonista un Califano attivo, brillante e donnaiolo che dispensa perle di saggezza borgatara e tira persino frecciate a se stesso quando suona un suo disco, senza peraltro evitare - soprattutto nell'epilogo - di farsi avvolgere nelle ombre della disillusione. Il folto cast annovera volti hollywoodiani (Balsam e Webber: il secondo nei panni di un boss dai caratteri più sfumati del primo), caratteristi nostrani (Diogene, Della Casa, Rispoli, Jovine, Venantini, Cerulli) e numerose starlets (Lentini, Vallone, Baxa, Del Santo, De Selle, Chimenti)
MEMORABILE: Gardenia che parla con il gatto; il corridoio blindato; la bomba sulle tagliatelle.
Herrkinski: Commedia in costume d'ambientazione medievale che ricorda da vicino certi decamerotici del periodo, tenuta in piedi da un Buzzanca che ce la mette tutta ma che deve fare i conti con uno script davvero povero e parco d'idee; il film - forse anche per l'anno d'uscita - sembra non voler esagerare in nessun campo, né con le battutacce (mai davvero volgari) né con i nudi femminili, risultando di fatto abbastanza innocuo, quasi infantile e ingenuo nel suo umorismo vecchio stampo. Può valere una visione solo per i fans del protagonista e per rivedere vari caratteristi e csc dell'epoca.
Ruber: Cinque storie concatenate l'una all'altra come nella rete. La metafora del film è sociale: i danni e le spiacevoli situazioni che internet e ciò che produce causa a chi non ci sta attento ma anche a chi ne sta lontano. Dirige Ferlito (quello del giallo sexy Femmina) su soggetto e sceneggiatura di Farnesi. Storie ricavate dalla cronaca di oggi, in un contesto che però viene poco approfondito: rimangono un po' buttate lì (sembrano cinque corti) ma, se la recitazione latita, l'idea è giusta, per quanto sviluppata solo superficialmente.
MEMORABILE: Ricky Tognazzi, malato del gioco virtuale, collassa sul pc mentre sta per vincere; Girone prete buono, accusato senza motivo di pedofilia.