Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Incompiuto. Parte in modo non troppo originale (quarantenne italiano, maschio, in crisi...), ma la simpatìa della situazione permette al film di tenere. Poi si perde con l'arrivo nella villa di campagna, alternando brutte cadute (il sogno col Santo) e rialzi interessanti (il cannocchiale). Resta l'impressione che il respiro funzioni meglio nelle brevi parentesi (come quella rugbistica) che nella vicenda centrale. Bravo Albanese, sfruttata solo decorativamente la Ferrari.
Homesick: Tra i tanti spionistici realizzati in Italia sull’onda dei vari James Bond, questo sicuramente non annoia per lo scoppiettante binomio di azione e humour che movimenta i giochi di spie e controspie a caccia del supersegreto “Rapporto Fuller”. Gli interpreti rivestono, spesso con (auto)ironia, i vari ruoli tipici del filone: il migliore è Mirko Ellis con la sua eroica uscita di scena. Naturalmente bondiana anche la colonna sonora di Trovajoli, in cui è compresa la bella canzone dei titoli di testa (“The touch of a kiss”, eseguita da Lara Saint Paul).
MEMORABILE: L’amichevole scambio di battute finale tra l’agente dei servizi segreti USA (Tate) e quello sovietico (Marquand).
124c: Serie televisiva trasmessa nei primi anni '80, "Grizzly Adams" racconta le avventure di un boscaiolo che fa amicizia con un orso grizzly e un vecchio delle montagne. Il telefilm era divertente, ecologista e ben interpretato. L'attore principale, Dan Haggerty, era davvero in parte e, ai tempi, quella sua folta barba lunga e bionda mi faceva una certa (buona) impressione. Da ricordare il bravo Denver Pyle (lo zio Jessie di Hazzard), nel ruolo del vecchio Mad Jack, che faceva anche da narratore.
Rambo90: Un sottomarino va in collisione con una nave e sprofonda ad oltre 400 metri di profondità. Il salvataggio sarà lungo e pericoloso. Avvincente catastrofico pieno di tensione, portato avanti da una regia solida e da un ottimo cast con protagonista il sempre grande Charlton Heston. Anche David Carradine se la cava in coppia con Ned Beatty. Imperdibile per i fan del genere.
B. Legnani: Peccato per la brusca caduta col trasferimento a Cortina, perché fino ad allora il film, nonostante snodi forzati e casualità troppo generose (come accadeva nella saga-prototipo, peraltro), aveva tenuto decentemente. L'ultima parte induce però a non passar sopra ai difetti prima perdonabili, a partire dall'interpretazione di Amendola, che fa di tutto per risultare simpatico, ottenendo l'effetto opposto. Il contorno può non piacere, ma obiettivamente Salvi qualche colpo lo mette a segno. Sotto la sufficienza, ma guardabile.
B. Legnani: Mazzacurati spesso m'è parso più interessante negli episodi che nell'intero film. Qui, con due storie diverse che s'intrecciano solo un po', non solo il rischio viene evitato, ma la duplice vicenda prende bene, mentre la lentezza tipica del regista ben si sposa con l'evolversi della situazione, giustamente non veloce. Non mancano i difetti (impensabile che un giornalista di provincia possa restare anonimo, un po' troppo vistosa l'anomalìa processuale...), ma non mancano neppure tocchi notevoli (la maestra folle, i volti azzeccati, i paesani...). Ben recitato.
Taxius: Rispetto al film precedente si nota un evidente ridimensionamento causa budget inferiore: gli stessi Stallone e Bautista non sono protagonisti in quanto compaiono solo all'inizio e alla fine lasciando la scena ad attori più sconosciuti. La trama è la stessa, cambiano solo i protagonisti, ma nonostante questo il divertimento è assicurato in quanto combattimenti, omicidi ed esplosioni non mancano. Ovviamente non bisogna avere grandi aspettative, ma nel complesso non è affatto male.
Pumpkh75: Spassoso e ricchissimo di goduriose citazioni, finisce purtroppo con l’esagerare in tutto, dall’ironia a tutti i costi al ricorso continuo al metacinema. E se Chucky e Tiffany fanno comunque il loro lavoro, il debole personaggio di Glen(da), protagonista sin dal titolo, non è propriamente centrato né come look né come funzione nella storia. Il quarto capitolo era una ventata di freschezza rispetto alla trilogia precedente, questo si sforza di ricalcarne i pregi ma ne acuisce i difetti. Il capitolo della saga che amo meno.
Galbo: Per il terzo episodio della saga Die Hard viene richiamato il regista del primo e più convincente film. McTiernan dirige questo action metropolitano con grande mestiere e ottima abilità sopratutto nelle scene adrenaliniche quasi sempre ambientate nel centro di New York. Altro elemento fondamentale per la riuscita del film è avere affiancato a Bruce Willis il carismatico SL Jackson. I duetti tra i due protagonisti sono una delle cose migliori dell'opera.
Herrkinski: Remake americano di un film svedese, è un thriller che pesca nel filone captive/survival senza troppa originalità ma che vince per l'impatto con cui viene messo in scena: feroce, sadico, con esplosioni di violenza notevoli e un villain (l'ottimo Menchaca) che è una delle migliori rappresentazioni di come effettivamente agiscono certi insospettabili serial-killer. Ottimi anche l'ambientazione nella foresta - ben fotografata - il sonoro e la ost minimale; un lavoro carico di tensione che risulta uno dei migliori esemplari recenti del genere, decisamente con una marcia in più.
MEMORABILE: Le torture psicologiche; Contro il cacciatore; Il finale.
Caesars: Da una commedia romantica interpretata da Meg Ryan e Tom Hanks ci si può aspettare di più. Qui invece siamo dalle parti del già visto e risaputo; ma non è questo il lato peggiore della pellicola: il problema è il grado di zuccherosità che percorre tutto il film e che rende pesante arrivare all'agognata parola "fine". Si salvano le interpretazioni dei due protagonisti e una New York autunnale fotografata davvero bene.
Galbo: Un giornalista cerca di scrivere un articolo su una ragazza che manda a monte i matrimoni poco prima di arrivare all'altare. Dopo lo straordinario successo di Pretty Woman, si ricostituisce la coppia Gere-Roberts (sempre diretti da Marshall) per una commedia che se non efficace come la precedente risulta tuttavia piuttosto gradevole e dall'assunto abbastanza originale. Il film diretto con un certo ritmo ha il limite di uno svolgimento abbastanza scontato ma il pregio della simpatia e carisma dei suoi interpreti.
Cotola: Inevitabile secondo capitolo (dopo lo straordinario successo del primo) che non aggiunge però nulla di nuovo e che anzi si attesta su risultati inferiori rispetto alla pellicola precedente. Stessi protagonisti, stessa comicità, stessa solfa. Solo se avete amato il primo, altrimenti potete evitarlo.
Piero68: Incredibilmente profetico rispetto a quello che sarebbe successo da lì a tre anni. L'aria che si respira è la stessa che hanno respirato i Newyorchesi all'indomani dell'11 settembre. Peccato che nel complesso il film non eccella. Willis rende poco nel suo ruolo e la sceneggiatura non è particolarmente ricercata. Scene di azione quasi assenti e anche i dialoghi, che dovrebbero essere la ciccia soprattutto nel confronto/scontro tra i due attori principali, lasciano troppe volte a desiderare. Resta comunque a mio avviso un film da vedere per riflettere.
Caesars: Debolissimo gialletto targato Vanzina che, pur essendo stato girato per il gende schermo, ha l'aspetto di una delle tante produzioni televisive nostrane. Di positivo c'è la colonna sonora di Pino Donaggio (che però, ovviamente, richiama molti lavori per De Palma); per il resto una trama inconsistente, una tensione inesistente e una recitazione assai carente rendono la pellicola del tutto insufficiente.
Gestarsh99: Utilizzando la stessa cornice grafico-computerizzata del "chroma-key" che aveva fatto la fortuna di Sin City, Snyder traspone su pellicola un altro fumetto di Miller. Ben lungi da propositi di veridicità storica (tranne che per il reparto costumi), il film si presenta come una gloriosa esaltazione kitsch della cultura bellico-marziale degli Spartani, che contrappongono la loro valorosa dedizione machista al sacrificio alla mostruosità promiscua dei Persiani. Rimandi a Tolkien, Il gladiatore e Conan per un'opera di abbacinante fascismo estetico.
MEMORABILE: Il ritorno del giovane Leonida a Sparta, dopo aver ucciso il "lupo dal freddo inverno", con il tappeto trionfale dei Carmina Burana.
Galbo: La storia di un uomo che lavora per un boss della camorra immigrato in Belgio. Stefano Mordini dirige un noir italiano in cui l'oscuro lavoro del protagonista è parallelo alle plumbee atmosfere belghe e francesi tra le quali il film è ambientato. In questo contesto il personaggio principale, in maniera tortuosa e non priva di contraddizioni, tenta un percorso di redenzione affrancandosi dalla violenta realtà di cui è intrisa la sua vita. Film pregevole per stile di narrazione e ambientazione e segnato dall'efficace prova di Riccardo Scamarcio.
Rambo90: Storiella simpatica, di poche pretese, dal ritmo piuttosto vivace anche se ingenuamente datata in alcune svolte di sceneggiatura (soprattutto quelle a sfondo amoroso). Il presupposto funziona, così come alcune battute, ma se la coppia di protagonisti non è così convincente a esserlo di più sono i comprimari tra cui Tofano, Tieri, Barnabò e un Eduardo che appare poco ma lascia il segno con una caratterizzazione molto divertente. Vedibile.
Pessoa: Montaldo riporta con bravura uno dei tanti orribili e misconosciuti episodi della Seconda guerra mondiale. Forse la necessità di attenersi alle vicende reali toglie all'occhio dello spettatore la sua parte più spettacolare, ma il racconto resta lucidissimo, impietoso, molto ben scritto e diretto. La bravura del notevole cast riesce a coprire qualche lungaggine di troppo, il resto lo fanno le musiche di Morricone che si attesta sui soliti (elevatissimi) standard. Molto buono il montaggio di Fraticelli, che dà un apporto fondamentale al ritmo della pellicola. Molto interessante.
MEMORABILE: La prova di Helmuth Schneider, il migliore del cast; Gli sguardi eloquenti da attore consumato di Johnson. .
Myvincent: Uno scrittore in crisi, la sua macchina da scrivere muta, il bicchiere di whiskey e una casa teatro delle sue frustrate esplosioni di ira contro il mondo, ma, soprattutto, contro se stesso. Un racconto moderno, costruito sulle tensioni umane e il senso di incomunicabilità, così attuale anche oggigiorno. Belle le musiche sferzanti iniziali, interessanti le scenografie "parlanti".
Cotola: Discreta pellicola che all'inizio sa tratteggiare con buone capacità questa comunità di camionisti dove vigono strane regole e codici di comportamento. Ma ben presto i duelli su strada e le beghe personali ed amorose dei personaggi vengono un po' a noia. Manca per lunghi tratti quel guizzo, quella scintilla che accenda il fuoco dell'interesse e del coinvolgimento. La "svolta"
narrativa non arriva mai. Tutto resta nell'ordine della medietà: regia, sceneggiatura, confezione. Buone le prove del cast tra cui c'è Sean Connery in una piccola particina.
Pessoa: Dietro il paravento apocrifo de L'esorcista c'è l'intento nemmeno troppo nascosto di solleticare gli appassionati del softcore (sennò che Bianchi sarebbe?) mantenendo comunque una linea narrativa plausibile, tradita ogni tanto da qualche svarione nella sceneggiatura. Certo, il prodotto è mediocre, ma intriso fino al midollo dell'aurea sacrale del cinema di genere. Piuttosto modesto l'apporto del cast maschile, mentre sull'altro piano brillano la Giordano e la splendida Webley, che in fascino e bellezza dà parecchi punti a moltre altre attrici del filone. Tutto sommato guardabile.
MEMORABILE: L'esuberanza fisica della Webley, che nel film dimostra di saper recitare anche con i vestiti addosso.
Myvincent: Un colonnello del controspionaggio tedesco intercetta messaggi in codice inviati a Londra e inizia una caccia non priva però di aspetti umani ed etici. Così si racconta di una guerra meno spietata del solito, attraverso un racconto fitto e "sporco" che sa riproporre il clima di delazione ed incertezza di quegli anni. Curd Jurgens, bravissimo, si staglia luccicante dentro ad una fotografia eccellente, ritagliandosi un ruolo difficilmente dimenticabile. Tanto poco conosciuto, quanto da annoverare fra gli imperdibili del genere guerra.