Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: In un clima da Il…Belpaese, la curiosa trama regge 60'. Cala assai con l’arrivo di Giuffré (evaso di nome Libero Catena) e con la soluzione finale, la visita di Bologna, durante la quale Villaggio è costretto a fantozzare, cioè a fare ciò che prima non aveva fatto quasi mai, il che aveva dato al film una fresca originalità. Forse era difficile trovare modo migliore per sbrogliare la matassa, ma fatto che sta che senza i tòpoi del travet il film stava funzionando. Brava la Spaak, àlgida la Rizzoli; la più conturbante è la Bonaccorti.
Markus: Jerry Calà come unico protagonista inizia a non bastare, ed infatti qui arranca un po'. Sì certo, gli aspetta ancora qualche annetto come "riempisala", ma solo se aggiunto ad altri attori (caso più lampante i due Yuppies). "Il ragazzo del pony express" è piuttosto divertente e godibile, anche se lo stanco Jerry Calà appare lievemente fuori ruolo. Benvenuti non l'ho mai sopportato, dunque non lo reggo neppure qui. La Ferrari non fa neanche finta di recitare... dovrà attendere i primi cenni di anzianità per riscattarsi, ma in tv.
Gabrius79: L'accoppiata Muti-Villaggio ci regala qualche buona gag, ma tutto sommato appare poco collaborativa e non in grado di reggere tutto il film. Di sicuro non mancano alcune scene fantozziane che lasciano spazio ai sorrisi, ma sono tutte risapute. Peccato perché un bravo regista come Steno poteva offrire uno spettacolo migliore; invece ci troviamo di fronte a un copione un po' sbiadito.
Il ferrini: Commedia mediocre, di scarsa originalità e non particolarmente divertente, in cui si salvano Papaleo (come sempre) e un simpatico Guccini prestato al cinema. Panariello vorrebbe essere l'Haber di Willy Signori senza riuscirci, Ceccherini che avrebbe potuto salvare la baracca viene imbrigliato in un ruolo ingrato. In definitiva un film che si guarda e contestualmente si dimentica, il che pensando a futuri obbrobri come Finalmente la felicità o Cenerentolo, è già qualcosa. Sì può vedere ma anche no.
Pigro: Chiude in bellezza la saga dei Corleone, piombando direttamente negli alti intrighi tra Vaticano, mafia e politica italiana, con riferimenti precisi alla storia recente. Ma il vero cuore pulsante del film è l'angoscioso tormento del padrino, che uno straordinario Pacino rivela in ogni sua sfumatura e ambiguità tra aspirazione all'onestà e cupio dissolvi. Ancora una volta, un film grandioso in (quasi) ogni dettaglio, fino a un sontuoso finale in cui si mescolano il melodramma in teatro e quello nella realtà. Comparsata del grande Cuticchio.
Galbo: Film che ha rivelato il talento comico di Jim Carrey, "The mask" è una commedia originale e totalmente permeata sulla mimica e fisicità del suo trascinante protagonista. Si tratta di un'opera dai ritmi e tempi di un cartone animato. Sceneggiatura ricca di colpi di scena e priva di tempi morti, buone interpretazioni (non solo di Carrey ma di tutto il cast) ed ottimi effetti speciali fanno di "The mask" un film godibilissimo a differenza del suo deludente sequel senza Carrey.
Il Gobbo: L'abilissimo cowboy Alvarez Kelly è rapito da un pugno di confederati, che vuole costringerlo a trasbordare un'enorme mandria sottratta ai nordisti... Piacevole western del vecchio Dmytryk, una vera pacchia per i fans dei bovini, di cui è offerto un notevole campionario, e lo stampede forse più spettacolare (certo il più affollato) visto al cinema. Gli ottimi Holden e Widmark (doppiati da Peppino Rinaldi e Nando Gazzolo) si dividono la ribalta con consumato mestiere.
Galbo: In agguato in questo film diretto da Robert Mulligan c’è l’effetto sdolcinato e strappalacrime. Il regista riesce invece ad evitare (quasi sempre) l’ostacolo dirigendo un film che indaga con una certa sensibilità sul mondo adolescenziale, rispettandone i sentimenti ed avvalendosi della buona performance di una insolitamente misurata Whoopi Goldberg.
Puppigallo: Pellicola ordinaria, quasi lagnosa nel suo procedere presentando i protagonisti, tutti travolti dalla recessione tranne il più pratico (Costner), anche nel genere di lavoro (costruttore e ristrutturatore). Le premesse erano buone, con manager e broker abituati a un alto tenore di vita che devono per forza ridimensionarsi, soprattutto il giovane (Affleck). Ma più si procede e più si resta abbastanza delusi, dovendo assistere alla caratterizzazione di personaggi poco interessanti e dalle reazioni prevedibili, che rendono il tutto un po’ troppo costruito e artificioso. Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: Il figlio si rivolge a Tommy Lee Jones, che sta cercando lavoro: "C’è sempre qualcuno disposto a pagare un vecchio bastardo per un pessimo consiglio".
Nicola81: Nel suo ultimo film, Pollack torna al thriller spionistico 30 anni dopo il celebre I tre giorni del condor, ma il paragone è improponibile. Le potenzialità del soggetto vengono smorzate da uno sviluppo farraginoso (talvolta anche improbabile) e da un ritmo non certo irresistibile, che obbliga ad armarsi di pazienza per arrivare al finale, peraltro non memorabile. Non bastano la bravura della coppia protagonista, le riprese al Palazzo di Vetro e qualche sporadico tocco di classe. Un commiato decisamente sottotono, purtroppo.
Pumpkh75: Aggrappiamoci alla bella e brava Kerslake, fiammella di luce di una pellicola che brancola nella tenebra creativa. E siccome al buio si va a tentoni, si incoccia su spigoli già appuntiti in pellicole di livello infinitamente superiore senza che si sia tentato di dare una minima levigatura personale. Si spera in quel cratere nel bosco, poi viene alla memoria come lo stesso è stato sfruttato da quel gioiellino sconosciuto di The pit e siamo da capo a dodici. Una fitta coltre di fumo che nasconde il piatto vuoto. Che cocente delusione.
Pigro: Studente morso da un ragno scopre di avere super-poteri. Dal celebre fumetto un film di successo, ben girato ma soprattutto ben impostato: non solo effetti speciali e scene spettacolari (belle), ma anche una riflessione psicologica (sia pure superficiale) che cerca di umanizzare e modernizzare il supereroe mostrandone la sofferta genesi e i continui ripensamenti. Tobey Maguire è giusto nella parte; Willem Dafoe, pur bravo, vuole strafare e diventa stucchevole.
Galbo: Discende direttamente dal cinema d'azione e "muscolare" degli anni '80 e '90, benché realizzato nel 2018 questo film diretto da Scott Mann. Interpretato dal roccioso ma poco espressivo Bautista, vede tra gli attori un efficace Ray Stevenson mentre Brosnan è presente poco e incide ancora meno. Pochissimo originale, il film si fa apprezzare per la buona fattura delle scene d'azione ma è limitato da una durata eccessiva.
Lou: Remake di un film argentino, basato su un'idea neanche troppo originale. A salvare questa realizzazione italiana dalla deriva comica più dozzinale è la presenza di Geppi Cucciari che, pur non avendo nelle corde la presenza scenica da attrice cinematografica, riesce a elevare il livello grazie al suo eloquio teso, alle sue tipiche risposte pronte, ai suoi arguti monologhi. Apprezzabile anche qualche siparietto familiare col marito Kessisoglu, per il resto niente di rilevante da segnalare. Azzeccata l'ambientazione milanese.
Cotola: Grandissimo film western che affronta alcuni dei temi e delle situazioni tipiche del
genere e del cinema americano: l'individualismo, il self-mademan, il sognoimpossibile, l'amicizia virile, il fiume, il trasferimento della mandria (mai vista una cosa imponente), e tanto altro. L'andamento è come quello del fiume o della mandria: a tratti lento ma comunque avvolgente, a tratti impetuoso e trascinante. Grandioso Wayne ma Clift (appena al suo secondo film) già non gli era da meno. Manca un filino al capolavoro, forse per colpa di quel finale troppo ottimista. In ogni caso imperdibile.
Caesars: Ottimo film carcerario, diretto con robusto mestiere da Alan Parker, che riesce a trasmettere tutta la rabbia e il senso di spaesamento e d'impotenza del suo protagonista (un ottimo Brad Davis). Gli attori sono tutti bravissimi e contribuiscono a rendere imperdibile quest'opera, funzionale anche la bella colonna sonora di Giorgio Morodere. Un film che, molto giustamente, ha fatto epoca e che a distanza di quasi 30 anni riesce ancora ad appassionare.
Piero68: Dall'inesauribile universo Marvel un super-heroes picture dal sapore dissacrante e irriverente. Bella la sceneggiatura che riesce a sommare presa in giro con adrenalina, super eroi e gente comune, super cattivo con annesso figlio a traino sulla scia del padre. Buona la prova del cast e soprattutto della Moretz, piccola stella in ascesa che dopo questa prova non ne sta sbagliando una. Purtroppo invece sempre in caduta libera Cage, che continua a dare prove dismesse ed inconsistenti. Buone la colonna sonora e la fotografia.
Mco: Va fatta una premessa necessaria: siamo si è di fronte a una commedia melanconica e non a uno di quei lungometraggi comici o pseudo pruriginosi che tanto hanno reso onore al genere. Si aggiunga la naturale empatia eterodiegetica che si insinua nello spettatore man mano che le situazioni rappresentate sprofondano nella quotidianità più triste quanto veritiera. Ad un sorprendente Leo si affiancano gli ottimi Memphis, Fantastichini e Fassari mentre la Inaudi conferma l'esplosività del suo corpo perfetto su un viso un po' così...
Lucius: In una villa borghese una coppia di coniugi persegue attraverso un vero e proprio catalogo e una serie di personaggi borderline il proprio sogno: possedere la gioventù. All'avanguardia per i tempi e soprattutto con dei personaggi la cui psicologia risulta efficace, Rondi realizza uno dei suoi film più trasgressivi, dove la trasgressione è stile di vita. La soundtrack raffinata accompagna le immagini mai leziose evitando scivoloni nella volgarità. Se in Inferno di una donna assistiamo ad un pasto erotico, qui è il dessert ad esserlo. Amaro.
B. Legnani: Detto che non ho letto il romanzo, mi pare film assai anomalo, interessante quando snoda la vicenda, eccessivo quando infila l'apologo (quasi insopportabile l'incontro fra la Berti e la Schneider). I più centrati mi paiono i momenti di in cui si è nella narrazione che è anche simbolica: Tognazzi che si reca al feretro di Serato, il pranzo servito da Reder eccetera. Tognazzi grande, Schneider brava ma inadatta alla parte. Girato principalmente a Parma, Terni e Spoleto.
MEMORABILE: Massimo Serato (talmente bello da farlo dire pure a me) sotto la pioggia battente.
Mascherato: Esordio dietro la macchina da presa di Vito Zagarrio, che alterna l'insegnamento universitario alla regia (ultimo lavoro: Tre giorni di anarchia), si tratta di un anomalo (per l'epoca) road movie in terra siciliana, un po' bildungsroman ed un po' samperiano. La sterzata drammatica nel finale fa pensare a Risi.
Pigro: L’infanzia è una terra di dolore e le sue ferite rimangono ben incise col passare degli anni: la bellissima storia, dal romanzo di Giordano, dei due ragazzi che trascinano con sé lo strappo all’innocenza vissuto da bambini e non sanno ricucire i fili delle loro solitudini è raccontata in maniera fredda e calcolata, da compitino del primo della classe, senza emozione e con (dilatata) pedanteria. Meno male che il plot, destrutturato in poco utili salti cronologici, è potente e cattura. Anche grazie all’intensità di Rohrwacher (e dei bambini).
Zender: Vittima ignara di un clima da Non toccate le vecchiette orchestrato di nascosto dal suo infido avvocato (Salerno), autore fallito doc (Dorelli) si strugge nella depressione finché un raggio di sole nero (Araya) filtra ad irradiare la sua magnifica villa nel verde. Un Dorelli garbato, un po' sperduto, finisce col sottomettersi a un travolgente Pozzetto di programmatica volgarità e quasi pure alla solarità di Zeudi. Si sorride con un Paradisi lieve, innamorato dei colori e della radiosa bellezza di Zeudi. Salerno impeccabile, la Milo ci sta (anche con lui, si scopre).
MEMORABILE: Pozzetto in ogni suo intervento, lampante esempio della capacità unica dell'attore d'inventare battute.