Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Galbo: Tra le trasposizioni cinematografiche del celebre romanzo di Dumas, questa diretta da George Sidney nel 1948 è senz'altro la più riuscita, oltre che una delle più sontuose scenograficamente parlando. Se a volte si pecca di eccesso di manierismo (le curate coreografie dei duelli simili a balletti di musical), si deve ammettere che regista ed attori confezionano uno spettacolo gradevolissimo, nella migliore tradizione dei film di cappa e spada, con numerosi colpi di scena e ritmi serrati.
Homesick: All’orizzonte si scorgono già tresche, sotterfugi e mondanità riprese in primo piano sei anni dopo dal pungente Germi di Signore & signori, ma qui si naviga ancora nelle sin troppo placide acque di una pochade corale su mariti, mogli e amanti nell’annoiata Italia del boom, solo sporadicamente mossa dai timidi richiami erotici delle canterine Gray e Alonso e dall’istrionismo di Salerno e Panelli. Il meglio proviene dai titoli di testa: la briosa sigla dell’inarrivabile Quartetto Cetra (“Le signore”) e le allusive silhouettes femminili.
MEMORABILE: Salerno nei panni del coiffeur omosessuale René; la seduta dentistica.
Nicola81: Remake di Manhunter e prequel di Il silenzio degli innocenti, ovviamente perde il confronto con entrambi, ma è almeno superiore a Hannibal, perché la bontà della trama del film di Mann indubbiamente resta (arricchita forse da un pizzico di dinamismo in più) e se Ratner non va oltre il buon mestiere, il cast è di livello assoluto. Insomma, valutato come prodotto a sé stante è un film che ha indubbiamente dei pregi, ma personalmente ritengo che operazioni così spudoratamente commerciali come questa non meritino di essere eccessivamente elogiate.
Galbo: Probabilmente questo film Carpenter lo ha diretto perché aveva problemi economici (o doveva cambiare macchina); non è pensabile altrimenti che il grande regista americano fosse convinto di un film che non mostra in nessun momento alcun tocco personale e che potrebbe tranquillamente passare per un prodotto televisivo, di quelli che mandano durante l'estate per riempire il palinsesto. Il film è noioso, diretto senza convinzione ed interpretato da attori mediocri o svogliati.
Homesick: Squallore e noia, noia e squallore. Una sequela di amplessi kamasutrici e patetici turbamenti interiori vissuti (e confessati) sul solco di Melissa P., da cui proviene la scarnita Chaplin nel ruolo di nonna consigliera con un piede nella fossa. Il pretenzioso finale - che scomoda persino la mitologia classica - vuole inneggiare alla vitalità e all'unicità di ciascuno, rendendo la pellicola ancor più ridicola, insulsa e perniciosamente semplicistica. Inguardabili sia l'erotomane Fabra - sensuale come una pietra levigata - che la Molina, attempata maîtresse con look da Crudelia De Mon.
Gestarsh99: Giocar a guardie e ladri nelle desolatissime praterie del Colorado non è un gioco da ragazzi, specialmente se pistole e macchinine sono a grandezza naturale e appartengono a un narcosceriffo corrotto: uno che in casa e nel naso ha più coca d'un distributore di bibite; uno che al posto del cuore ha un bidone dell'immondizia. Kevin Bacon, farabutto e orditor di nefandigie come in altre occasioni, è il lupaccio cattivo di questa pulp-fiaba on the road, fluidamente diretta senza particolari difficoltà da Jon Watts, in cui lo humour tragico di Clown s'affievolisce sin quasi a dissolversi.
MEMORABILE: L'intimidazione rivolta al bambino: "E così, mentre si contorce agonizzante, lo calpesto sino a spappolarlo... lo stritolo il tuo porcellino!".
Galbo: Anche se leggermente imbolsito, Connery torna nei panni di Bond in un film di pura routine. Avesse interpretato il film precedente al posto di Lazenby avrebbe avuto a disposizione una delle migliori sceneggiature di un Bond movie (Al servizio segreto di sua maestà è un ottimo e sottovalutatissimo film, sprecato dalla scarsa presenza scenica del protagonista); qui invece si limita al solito repertorio che nulla aggiunge al carnet precedente. Riusciti alcuni espedienti (vedi i killer omosessuali) per l'epoca rivoluzionari.
Gestarsh99: Inizia come una secca e lineare parabola di riscatto umano/sociale attraverso lo sport e poi, del tutto inaspettatamente e con inaudita violenza emotiva, si trasforma in una durissima riflessione proprio su uno dei temi etici fondamentali di quest'ultima decade: l'eutanasia. Eastwood dimostra tutto il coraggio dei grandi autori indipendenti, scegliendo una strada difficile, fonte di enormi ed aspri dibattiti, mentre Hilary Swank regala una delle migliori interpretazioni femminili dal 2000 ad oggi. Personalmente il più bel film di quest'ultimo decennio.
MEMORABILE: Il momento improvviso e scioccante in cui la protagonista cade al tappeto, urtando violentemente la nuca contro l'improvvido sgabello funesto.
Il Gobbo: Il losco Morton intende suscitare una rivolta indiana, e assolda degli scagnozzi per provocare degli incidenti... Legnosissimo western di produzione italo-franco-crucca, di quelli girati in Jugoslavia, quindi ancora old-fashioned anche se Leone aveva ormai fatto la sua rumorosa comparsa. Indiani e giacche blu, Brad Harris e la Berova (una love story), un inguardabile Tony Kendall capo comanche prima di diventare l'agente Jo Walker: sia Cardone che il resto della banda han fatto di meglio.
Nicola81: Fondamentale punto di rottura rispetto ai canoni tradizionali del thriller. Colpi di scena veri e propri non ci sono, ma la sfida a distanza tra lo spietato serial killer e il poliziotto tormentato che tenta di fermarlo viene raccontata con un senso del ritmo e una credibilità non comuni. Fotografia e musiche di buon livello, personaggi ben definiti e ottimamente interpretati dall'intero cast e solida regia di Mann, che dimostra come si possa dirigere un thriller dalle tinte forti anche senza dover ricorrere alla bassa macelleria.
Parsifal68: Film apprezzabile solo perché cerca di sperimentare la mescolanza di notissime fiabe europee in un'unica storia ma a mo' di musical (operazione questa, a mio avviso clamorosamente fallita). Lungo, noioso e privo di spunti educativi, ha proprio nelle canzoni, ripetitive e stucchevoli, il suo punto debole. Da segnalare una strepitosa Meryl Streep nel ruolo di un'atipica strega e Johnny Depp in quello di un lupo sardonico. Poco per entusiasmare.
Buiomega71: Dal regista de I falchi delle notte era magari lecito aspettarsi qualcosa di più che il solito action da bancarella (anche se l'irruzione violenta della gang di poliziotti corrotti a casa Seagal è girata come Dio comanda, almeno dieci spanne sopra rispetto alla media del genere). Tra un Seagal fanatico della notte degli Oscar (!), riabilitazioni che manco Bruce Lee, sicari travestiti da dottori e un (notevole) inseguimento notturno per le strade di una fumosa Chinatown, si celebra la sagra della convenzionalità, seppur con buoni momenti. Tutto nella media.
MEMORABILE: Seagal che infilza al collo, con le stecche da biliardo, i poliziotti cattivi; Il raid punitivo a casa Seagal, dove si scatena l'inferno.
Markus: Per l’esordio alla regia cinematografica, Duccio Camerini sceglie una pochade di stampo teatrale (campo artistico a lui consono fino allora) ma, nonostante la presenza del nome di richiamo Stefania Sandrelli (con altri buoni attori e caratteristi) incappa nel difficile barcamenarsi tra diversi personaggi e scene che prevedono ritmi differenti dal palcoscenico, facendo sostanzialmente leva solamente sul talento degli attori. Complessivamente non un brutto film, ma una trama così arzigogolata doveva prevedere a mio avviso una regia più esperta.
Galbo: Una vicenda incredibile, che pare sia invece ispirata alla realtà, per un film che è un inno alla solitudine, alla incomprensione ma anche all'ostinazione dell'affermazione di sé stessi. La protagonista attira nello stesso tempo pena e simpatia verso la propria condizione di cantante negata per il canto. Il film rappresenta bene la società dell'epoca e tratta con benevolenza il personaggio principale, meno il perbenismo e l'ipocrisia dei suoi simili. La Frot è perfetta per il ruolo e la sua prova alza il pallinaggio di mezzo punto.
Pigro: Una ragazza sposa il capitano di una chiatta e va a vivere con lui e i marinai, ma si accorge che questa vita le sta stretta. Vigo colpisce per la sensibilità originale delle inquadrature e le invenzioni, che innestano su una "banale" storia sentimentale un'ispirazione poetica di grande respiro. Non solo: la sofferta storia d'amore s'intreccia con uno sguardo non convenzionale sulla realtà sociale e economica dell'epoca. Notevole la scena "erotica" a distanza, belle alcune sequenze. Michel Simon straordinario.
Pigro: Un uomo e due donne su una barca alla deriva, senza un futuro, con un passato che torna, tanto misterioso quanto il presente, in lunghi flashback. Peixoto fonda il suo film sulle avanguardie degli anni 20, piegando la sensibilità surrealista o espressionista a una narrazione poetico-romanzesca che nel puro stordimento sensoriale ha il suo punto di forza. Suggestivo l’abbandono dei tre nel mare, potenti le lunghe annotazioni documentaristiche che esaltano soprattutto la natura. Ma la lunghezza (2 ore) massacra ogni buona volontà. Estenuante.