Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Catastrofe biblica. Per capire con quale cura sia stato fatto il film basterà dire che nel finale Schubert/Carrisi va in diligenza (in pochi minuti?) da Vienna a Budapest, in mezzo a un delirio di pini marittimi e di palme. Il resto è quasi sempre in linea, nel senso che, quando non lo è, è addirittura peggio. Scenografie di palese cartapesta, recitazioni orride, regìa dannosa (più che assente), personaggi malriusciti (odiosa la De Carolis). Leggo (da Marco Giusti) che fu "grande insuccesso commerciale". Te credo...
MEMORABILE: In un'orgia di brani di pessimo gusto, si impone Romina, nobile ungherese che, vestita da popolana, va in taverna a ballare la czarda. Indescrivibile.
Giùan: Riuscito thriller metropolitano diretto da un regista destinato poi al quasi anonimato. Cupo e secco, deve la sua aura cult allo stile iperrealista, capace di rendere la violenza in un modo palpabile, senza sentirsene tuttavia direttamente partecipi. Epigono degli straordinari poliieschi dei '70 ed ancora ben distante da quelli che saranno i canoni del genere nel nuovo decennio, possiede appunto quel tanto di fascino agè che lo rende magnetico. Lo stesso dicasi dei due antagonisti: Stallone (versione Serpico) e Hauer (al suo primo ruolo schizzato in USA).
B. Legnani: Questo Ercole assomiglia molto ad Ulisse: astuto, fa naufragio nell'Atlantico, ha un amico di nome Diomede! Film davvero misero, che allunga il misero brodo con interminabili danze e con lunghe scene guerresche mal portate sulla scena. Spesso si cerca la scena ieratica, ma si cade nel ridicolo, a partire dai soliloqui del re prigioniero. Recitato maluccio. Qualche volto caro: Franco Fantasia e Antonio Acqua. Insalvabile, comunque.
Galbo: Giunto ad uno dei suoi ultimi film (e ad oltre 70 anni d'età), il grande Howard Hawks non ha perso il suo "tocco", come dimostra la brillante direzione di questa piacevole commedia il cui protagonista è un pescatore teorico (ha scritto un libro sulla pesca ma non l'ha mai praticata) che viene messo alla prova. Il film è anche una caustica satira dell'uomo americano moderno a cui presta il volto un efficace Hudson affiancato dall'altrettanto brava Paula Prentiss. Molto gradevole.
Caesars: Seguito apocrifo del film di Kubrick, nel quale si immagina che il figlio del prode gladiatore segua le orme paterne e guidi gli schiavi verso la libertà. Ovviamente in questo caso le vicende raccontate non c'entrano nulla con la storia ma si tratta di peccato veniale, visto il genere. In talune circostanze sembra quasi uno Zorro trasportato in epoca romana (il protagonista, con elmo che gli nasconde la faccia, si "trasforma" nell'eroe della vicenda). Dignitoso anche se assolutamente ingenuo. Vivace la regia di Corbucci.
Herrkinski: Ambientato nel 1939 nella Germania nazista, vede un gruppo di giovani dividersi tra l'amore per la musica e il ballo swing e gli obblighi del Reich e della Hitler Jugend. Il film affronta le contraddizioni del regime e getta uno sguardo sulla quotidianità della popolazione comune in maniera interessante, risultando originale nella messinscena e in alcuni sviluppi della storia; i personaggi sono ben tratteggiati, l'atmosfera e la ricostruzione d'epoca ottime, gli attori ben scelti. Un film su un tema abusato diverso dal solito e senza esagerazioni ma nemmeno edulcorazioni eccessive.
Rambo90: Un western dalla trama molto semplice (e abusata) ma dal ritmo scorrevole grazie alla solida regia di Sturges (specialista del genere) e a personaggi di buon carisma. Il cast comprendente Eastwood, Duvall e Saxon poi rende la visione ancora più piacevole. Buona la colonna sonora, gradevole il film.
Fedeerra: Lo sbaglio che si può commettere nell’approcciarsi a questo film è l’aspettativa horror (la nuova Carrie?) montata da un battage pubblicitario poco onesto. Thelma non è un horror e ha ben poco a che vedere col capolavoro depalmiamo. È un coming of age con incursioni (nemmeno troppo riuscite) paranormali permetato da un'atmosfera gelida e rarefatta. Non è un brutto film, anzi, esteticamente è splendido e alcune scene vi incanteranno gli occhi (le analisi psichiatriche). Buono il cast e molto bello il finale.
Xamini: Action non deve significare necessariamente sceneggiatura scarna, mancanza di spiegazioni o che. Wanted vive di alterne fortune: da un lato alcune scene action che osano davvero ai limiti e che - perbacco! - ci stanno, eccome; dall'altro un abuso di alcuni effetti (la deformazione dell'ambiente, ad esempio) o la mancanza di giustificazioni per alcune trovate. Più in generale, la sceneggiatura soffre in più di una circostanza, arrivando a rendersi ridicola persino nello sviluppo della pur buona idea centrale (il telaio del Fato; qualcuno di voi ha mai giocato a Loom?).
MEMORABILE: Il modo in cui uccide la vittima sull'auto e i piccoli spunti ironici, come la scritta "FUCK YOU" che salta fuori dalla tastiera rotta...
Capannelle: Il classico sequel che prende i personaggi vincenti del primo Rambo - intendo lui e il capitano istruttore – e li sposta nel contesto vietnamita per il solito recupero prigionieri. Fin qui nulla di male, ma scene e dialoghi sono scontati e non esiste confronto col primo episodio. Si salvano alcune scene di battaglia che presentano un tasso di inventiva e spettacolarità accettabile. E le rimostranze finali di John verso il capo operazione.
Deepred89: Lodevole tentativo di realizzare un thriller dalla scrittura ambiziosa e sfaccettata, non appesantito da alibi politici o sociologici, solo con un'apprezzabilissima voglia di narrare e coinvolgere, leggibile anche come storia, dal sapore quasi avatiano, di vecchie amicizie infrante. Regia sapiente e quasi mai gratuita, belle atmosfere livide, migliorabile solo nella conclusione, tutt'altro che imprevedibile e anticipata da un dettaglio (sempre efficace, va detto) che scatenerà potenziali déjà vu negli appassionati del genere. Scamarcio pare aver trovato la sua dimensione.
Ciavazzaro: Tremendo. Neanche i volti degli amati Bologna (purtroppo doppiato) e Paul Muller (prete) riescono a rendere il film guardabile. Lolitesca la Rey in alcune audaci scene di nudo, Clementi spento come il suo personaggio; anche le musiche di Cipriani sono più sottotono rispetto ai suoi standard; tanto che il mortifero finale arriva allo spettatore quasi come una liberazione.
MEMORABILE: I terribili flashback sessuali del protagonista e il liberatorio finale (per lo spettatore!)
Cotola: Uno dei primi esempi di commistione tra due generi molto lontani fra loro: commedia ed arti marziali. Il risultato è piuttosto godibile e divertente e, a tratti, anche avvincente. I combattimenti sono ben coreografati e non contengono troppi eccessi, la storia, molto semplice, scorre via veloce. Difficile chiedere di più ad un film del genere anche se devo dire che personalmente avrei preferito un film di genere puro privo dei, pur abbastanza riusciti, innesti comici.
Capannelle: Un Clint in forma per una storia classica delle sue ma con toni più da commedia e... una maggiore comprensione per il genere femminile. Il ruolo da cacciatore di taglie gli sta ovviamente bene addosso e la gang di cattivi è una versione addomesticata delle bande paramilitari nascoste nella selva americana. Tra le comparse presenti nel bar un giovane Jim Carrey (con smorfie ancora contenute) e un sosia di James Woods.
B. Legnani: Noiosetto prodotto che presenta però una Gloria Guida per la quale non esistono aggettivi adeguati. Ma oltre a lei c'è pochissimo. La parte più interessante è quella iniziale ed onirica, non finissima, ma almeno in grado di discostarsi dalla banalità che arriva quando il film ha virato verso la commedia scollacciata familiare, nel cui àmbito tocca punti infimi (Rossi-Stuart nazi...). Recitato malissimo e alla "buona la prima" (quel limone che cade...), a esclusione di Pani (nel logoro cliché dell'alternativo). Un pallino e mezzo, con generosità.
B. Legnani: Pessimo. Ibrido mal riuscito, perché non è erotico, non è "colpo perfetto", non è (tanto meno) giallo-rosa. Resta impresso solo per l'incredibile incrocio di attrici dell'erotico italiano: Rizzoli, icona del presente, Mell, icona del passato, Lotar, icona dell'hard italiano dell'immediato, Pozzi, icona dell'hard italiano del futuro, Belle icona arsaniana, Grandi, icona erotica del futuro. Tutte doppiate: quella più espressiva (quindi più brava) è la Lotar! Il più brutto film con Gastone Moschin che io abbia visto. Perfida ironia su Renato Zero.
MEMORABILE: Nell'incipit, il servizio fotografico prima alla Rizzoli, poi alla Pozzi.
Ruber: Discreta realizzazione Rai sulla vita del buon maestro Alberto Manzi, che negli anni '60 con il noto programma della tv pubblica alfabetizzò migliaia di persone con metodi semplici e molto innovativi per l'epoca andando contro anche al rigido sistema scolastico del tempo. Santamaria si cala perfettamente nel personaggio e riesce a dargli quell'aria dolce e soave. Il resto del cast è sempre di contorno in queste biografie ed esegue il compitino senza sbavature. La sceneggiatura alcune volte è da lacrima facile ma ci si accontenta, visto il contesto.
Galbo: Tesa e riuscita “vivisezione” del logoramento di un rapporto matrimoniale. Il regista utilizza con molta efficacia la casa in cui si svolge tutta la vicenda, con spazi angusti che vengono mostrati in parallelo al logoramento del rapporto tra i due personaggi e ai dialoghi colmi di racore e scanditi attraverso un countdown che termina con un imprevisto rasserenamento. Eccellente al prova dei protagonisti. Da vedere.
B. Legnani: Tremenda, insalvabile commediaccia che non fa mai ridere, con trama, prima ancora che poco plausibile (il che spesso conta poco), assai sciatta (in estate nebbia in Val Padana e lezioni all’Università?) e ricca di momenti di fastidiosa assurdità. Come se non bastasse, è lentissima. Ovviamente belle la Guida e la Scott, ma la parte positiva del film è tutta lì.
Caesars: Non perfetto ma comunque interessante ed avvincente. Un sergente istruttore americano viene ucciso durante un'esecitazione a Panama. Da chi, come e perché? Le testimonianze fornite dai soldati sono discordi e sarà dura far luce sull'accaduto. Storia abbstanza interessante molto ben diretta e ben interpretata. La sceneggiatura non è esente da buchi e gioca non proprio pulito con gli spettatori, ma è decisamente un film godibile che merita la visione.
Cotola: Delizioso film di Truffaut che con questa pellicola chiuse, inaspettatamente e prematuramente, la sua carriera, omaggiando alla grande un genere a lui molto caro: il giallo-rosa. La storia diverte ed appassiona grazie ad un riuscito meccanismo narrativo e ad una coppia di attori in gran forma con una Fanny Ardant semplicemente splendida.
Daniela: Uomo mite e remissivo vive con la sorella maggiore vedova e la minore morbosamente attratta da lui, tanto da ricorrere a tutti i mezzi per impedirgli il matrimonio... Nella filmografia del regista, film minore ma non privo di pregi, a partire dalla prova di Fitzgerald, infida e febbrile quanto è schietta Raines. Meno convincente Sanders in un ruolo molto diverso da quelli a cui è legata la sua fama: qui appare mansueto fino alla dabbenaggine, il che rende poco credibile una certa svolta nella trama. Il vero problema è però un epilogo imposto dalla produzione che pare appiccicato con lo sputo.
Il Gobbo: Jim Farrell, gambler e donnaiolo, per sfuggire a mariti cornificati ruba il cavallo di un tizio incaricato di un trasporto d'oro: a Los Alamos lo aspettano in tanti... Terribile paella-western comicarolo che promette male fin dalla canzoncina dei titoli (di Nico Fidenco) e infatti mantiene: qualche buona idea sciupata da una regia sciattona. Inguardabile il protagonista Luis Davila (una specie di Rossano Brazzi andaluso), ci sono per fortuna Fernando Sancho e la mitica Rosalba Neri.
Caesars: Pur inferiore alle due pellicole che l'hanno preceduto, anche questa terza prova registica di Gianni Di Gregorio risulta simpatica e si lascia vedere con piacere. Questa volta il nostro, anche qui protagonista, interpreta un impiegato che alle soglie della pensione si vede posticipare l'agognata meta di altri tre anni, con l'aggiunta dello spostamento di sede lavorativa. La storia è lieve e mostra anche momenti di "stanca", ma la simpatia del protagonista unita alle buone prove dei comprimari fa sì che il lavoro sia sicuramente più che dignitoso.
Buck: Gioiellino del gotico all'italiana. Un film semplice, nulla di eccezionale ma un "cult". Ci sono Ardisson (ma quanti film ha fatto nella sua carriera?), Christopher Lee (sì, proprio lui) ed altri caratteristi del cinema di genere oltre a Piero Vida, attore preparato. Un gotico che non ha nulla a che vedere con i vari Bava, Margheriti & company ma che nella sua semplicità e contesto è un culto.