Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Giallo-noir nebbiogeno e complicatissimo, preponderantemente dissestato dalla balcanizzazione del quadro narrativo nella poliedricità dei sentieri illativi. La regia ombrosa e rannuvolata dell'artigiano Guerrieri si avvia per la prima volta a cabotare nel fiumiciattolo non ancora in piena del polizi[ott]esco, sebbene riverso nell'infundibolo magmatico dell'hard-boiled più classicheggiante. Franco Nero fa il detective senza lode e senz'aureola, quello dai pugni usurati e dalle mani "unte", ma non accelera mai oltre i limiti della media competenza di ruolo, livellandosi alla bigia continenza del resto della compagnia.
MEMORABILE: Nero che riempie di sante mazzate il povero Maurizio Bonuglia...
Stefania: Altra luna di fiele, luna nerissima che sembra candida perché velata da una nuvola di cortesie: prima piacevoli, poi soffocanti, poi... Una coppia irretisce ed annienta un'altra coppia, è un thriller con finale horror, meno cerebrale e tagliente del romanzo, più banalmente estetizzante, ma l'adattamento è puntuale: i personaggi mantengono la loro indecifrabilità di temibili sfingi, e la violenza sotterranea che caratterizza il loro rapporto resta misteriosa nelle cause ma ineluttabile nel decorso, come una malattia fatale. Lagunare e decadente.
MEMORABILE: Lo strano appartamento di Robert e Caroline... Helen Mirren in un ruolo quantomeno insolito per lei!
Saintgifts: Forse l'unico western girato dal famoso regista contestatore di Hollywood e noto ai più per le sue Pantere rosa. Prima che il film diventi una caccia all'uomo, come visto in tanti altri western, Edwards tenta un approfondimento sulla vita del cow boy tracciandone un ritratto realistico dove la mitica figura del wild west viene riportata a ciò che era veramente: un lavoratore salariato con nessuna prospettiva per il futuro. È proprio dietro a questa consapevolezza che i due protagonisti, di diversa età, "credono" di decidere il loro destino.
MEMORABILE: La fotografia delle selvagge location; Il finale nella Monument Valley.
Galbo: Tra i film più riusciti realizzati sulla mafia negli ultimi anni, Il giudice ragazzino è la storia di un giovane magistrato assassinato in Sicilia, dopo essere stato isolato per le sue inchieste. Il film ricostruisce molto bene il clima omertoso e il contesto socio politico, grazie ad una buona caratterizzazione ambientale. Buona la prova del cast con un grande Leopoldo Trieste.
Pigro: Un’ottima partitura visiva, verbale, ritmica per raccontare la tesissima schermaglia psicologica tra un commissario e uno scrittore sospettato d’omicidio. Un interrogatorio kafkiano in un tempo-spazio sospeso, dai tanti elementi irreali e allusivi (dall’orologio senza lancette alla pioggia penetrante fin dentro al commissariato che sembra un castello da film horror), come presagi (polanskiani?) di un finale raggiunto dopo un sofferto percorso nella memoria. Gli eccellenti protagonisti aggiungono spessore ai forti simbolismi. Metafisico.
Xamini: Possibile dimostrazione di come a un film d'azione serva più una buona regia e un buon montaggio di un buon plot. Perché in From Paris with love, quest'ultimo non è banale ma palesemente inesistente. La notizia è che non se ne avverte più di tanto la necessità, grazie, per l'appunto, a un buon mestiere nel confezionamento dell'opera. Muoverei forse un appunto all'eccesso di concitazione, in certe scene (tra movimenti di camera e montaggio si fatica, alle volte, a seguire l'azione). Comunque, per il resto, un divertissment che si dimentica appena concluso.
MEMORABILE: Chissà da [f=3205]quale film[/f] arriva la fissazione di Travolta per il Royal with cheese...
Gestarsh99: A 13 anni di distanza da Rapimento e riscatto, Hackford rimette mano a una storia di violenza condita di spunti romantici, sovrapponendo costruttivamente heist-movie ed action vendicativo. L'antieroe bastonatore è Jason Statham, che torna a interpretare il ruolo da indefettibile Lupin già svolto con puntualità ne La rapina perfetta, potendosi però stavolta permettere di gozzovigliare smaliziatamente sul lavoro sporco dei quattro complici fedifraghi. Alla giusta salatura ironico-sentimentale provvede la spalla Jennifer Lopez, simpatica agente immobiliare single e sfortunata. Popcornevolissimo.
MEMORABILE: I lussuosissimi e soleggiati scorci turistici di Palm Springs.
Buiomega71: Wong si riprende la sua "signora in nero" sottrattagli dall'ipertrofico Ellis. Sembra più un remake del primo, con ottovolanti e metropolitane impazzite, un crossover tra il disaster movie e lo slasher teen, con riminiscenze da Rollecoaster. Il plot è piuttosto misero, ma restano segnali non banali come l'articolo sull'11 settembre. Corpi spatasciati a iosa, feste patronali che si trasformano in splatterfeast con fuochi artificiali e cavalli imbizzarriti. Abbastanza divertente, anche se ormai si respira aria di deja vù. Solo per fan della saga.
MEMORABILE: Tutta la sequenza della palestra, con il nero Romero che grida: "Io vinco su tutto baby, fanculo la morte!" e poi... spataciack!; La sparachiodi.
Markus: Opera d'esordio al lungometraggio per i videomaker Younuts. Chi spera nel rifacimento in chiave moderna di Sapore di mare rimarrà deluso perché gli elementi colleganti (mare, amori, la presenza della Ferrari) sono assai labili. Un "giovanilistico" da spiaggia un po' freddo: i personaggi, perlopiù stereotipati (che pure ci sta), raccontano poco e non emanano alcuna empatia. La scrittura di Vanzina è povera d'idee, con pochi guizzi e qualche scarsa citazione. C'è la "crema" degli attori millennials della tv a pagamento. Si rimpiange l'Italia di fine '900, inutile girarci attorno.
Ryo: Gomorra senza Ciro è una delle ragioni della debolezza della quarta stagione della serie. In questo film si apprende che Ciro è vivo e fa di nuovo ciò che sa far meglio. Il film è di gran lunga inferiore alla serie TV ma la musica, la recitazione e la scenografia sono sorprendenti come al solito. Il film piacerà, però, forse solo ai fan della serie, poiché la serie stessa ne fornisce una chiave di lettura, assente nel film. La fine è fantastica ma comprensibile, di nuovo, solo a chi conosce la serie.
Capannelle: Le premesse c'erano, una storia stratificata su diversi livelli ma che richiedeva maggiore cura nel maneggiarla. Con alcune trame che evaporano (la fidanzata, la poliziotta) e molti passaggi chiave, sia erotici che noir, che sfociano nel televisivo. La Gerini, pur con la sua esperienza, risulta prevedibile e il bel tenebroso Kula svalvola quando gli si chiede di alzare i giri. Più simpatico l'amico pizzaiolo interpetato da Rogucki. Girato in una Trento dalle apparenze vagamente romane.
Daniela: Meno perfetto nel complesso di altri classici del musical americano degli anni d'oro, a causa di una trama-canovaccio sentimentale piuttosto modesta ed abusata (matura mecenate adocchia pittore spiantato che però è innamorato di una ragazza già promessa ad un altro), contiene però momenti di assoluta felicità che titillano vista ed udito, dove la musica di Gershwin e la leggerezza acrobatica di Kelly si fondono mirabilmente, esaltati dalla regia di Minnelli, la fotografia brillante, le scenografie gustosamente pittoriche, i costumi sgargianti.
MEMORABILE: Levant uomo/orchestra; il ballo degli studenti con i costumi tutti in bianco e nero; la lunghissima sequenza che precede l'epilogo