Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Belfagor: La leggenda della fondazione di Roma è narrata da Corbucci secondo gli stilemi del kolossal de noantri, ma senza tralasciare la distinzione psicologica fra i due gemelli: Romolo è generoso e umile, mentre Remo si rivela aggressivo e arrogante. La realizzazione pragmatica, per non dire parsimoniosa, rende le scene d'azione poco coinvolgenti, ma il duello finale non è da buttar via. La rivalità fra i protagonisti (interpretata dai fusti Reeves e Gordon) si rispecchia nel contrasto fra Giulia (Lisi) e Tarpeia (Vanoni).
Herrkinski: Pochade da teatro che si rifà a un romanzo classico diretta da un Salce (anche attore nella prima parte del film) non particolarmente ispirato; girato per buona parte in interni, sfrutta i classici intrighi politico/sessuali del genere, con la sempre bella Melato a far girare la testa a vari personaggi delle alte sfere in una sarabanda di equivoci, scambi di persona, mariti fedifraghi e figuracce come da tradizione di certa commedia d'epoca. Simpatico Dorelli in un doppio ruolo, bello l'inizio con Bologna, Salce, Caprioli e Tedeschi ma alla lunga il film è ripetitivo e annoia un po'.
Xamini: I modi sono quelli della farsa british: si cerca l'iperbole per raccontare il vero. Il tema è quello della dipartita di Stalin e del successivo parapiglia per il passaggio dei poteri. Tra gli interpreti Buscemi in particolare trascina la ciurma (Stalin e i figli rimangono l'uno piatto, gli altri un po' sfalsati) e il canovaccio, pur non strappando grasse risate, fa divertire e funziona.
MEMORABILE: I titoli di coda, a base di foto che scompaiono
Pigro: La sua passione per il piano, un marito raffinato che non la capisce, un uomo rozzo che invece la comprende... In un triangolo di incomprensioni e passioni sotto la cenere, si svolge il tormento di una donna muta dell'800 in una sperduta isola neozelandese (bellissime le location). Jane Campion è magistrale nel raccontare con sensibilità e raffinati simbolismi una figura femminile che unisce in sé debolezza (la menomazione) e forza (di volontà). Attori di grande espressività, musica (di Nyman) di grande suggestione.
Galbo: Ritorna il duo "bodyguard and president", con il secondo che si candida a buon titolo a nuovo Rambo, in trasferta a Londra. Antoine Fuqua, regista del primo titolo, lascia il posto allo sconosciuto Babak Najafi che a sorpresa confeziona un film più godibile di quello del collega. L'autore sfrutta bene l'ambientazione londinese e realizza un film di movimento improntato al puro divertimento benché piuttosto fastidiosamente reazionario. Scene d'azione be fatte, specie quelle in volo e la sequenza finale, e attori ben impiegati. Non male.
Jandileida: Veleggiando come al solito tra il sorriso e il sospiro (con uno stile che è ormai ampiamente riconoscibile), Di Gregorio ci racconta questa volta la storia minima di tre amici, in pensione o quasi, che pensano alla "svolta" che ha qui le forme di un paese lontano in cui vivere meglio. Piace sempre il modo in cui regista disegna se stesso, Roma e i suoi abitanti, forse in maniera un po' ancorata a un passato in via d'estinzione ma non per questo meno vera e sincera. Fantastichini, all'ultima prova, si dimostra ancora attore di razza ben accompagnato dal resto del cast. Conciliante.
Giùan: Incipit desertico a metà tra esotismo Von Sternberghiano e latente minacciosità hitchcockiana, poi una prima parte in cui Zemeckis pone le basi per il vero cuore del racconto prendendosi il rischio di bruciare qualche carta registica e l'attenzione dello spettatore. Alla costante ricerca di una rivisitazione dei canoni del cinema classico, il regista di Forrest Gump incornicia il racconto "episodico" intorno a una alchemica coppia divistica: credibile Pitt ma davvero fremente la Cotillard. Cinema seduttivo, teso a riecheggiare magistralmente cliché.
MEMORABILE: La Cotillard a tavola sbottona pian piano la camicetta.
Galbo: Film francese a metà tra commedia e azione, ripropone il cliché della coppia variegata di sbirri, cara soprattutto ma non solo al cinema americano. I due attori sono molto bravi a riprodurre i caratteri (assai diversi) dei due personaggi (tra i due Lafitte è comunque quello dalla recitazione più ricca di sfumature) ma sono mal serviti da una sceneggiatura che si concede troppe pause e che a momenti godibili alterna parti piuttosto noiose. Discreto il doppiaggio. Nel complesso, mediocre.
Herrkinski: Ultima prova del bravo De Martino, che con un budget evidentemente basso punta troppo in alto; la carne al fuoco è tanta, troppa, a causa di una sceneggiatura delirante che mixa film apocalittico, alieni, cospirazioni, suggestioni antropologiche, spettri e altro ancora in un thriller dal piglio fantascientifico. Al tempo stesso però è come salire su una giostra del più folle cinemabis, tra cadute nel trash e squarci di buon cinema, con l'ineffabile Warbeck che se la cava anche stavolta con totale sprezzo del ridicolo. Non riuscito, ma diverte!
MEMORABILE: L'alieno nella teca; La doccia totalmente gratuita della Trotter; Gli spettri fluttuanti; Warbeck che parla col Warbeck-alieno; Lo scontro finale.
Markus: Il dramma della droga sintetica Anni '60 per eccellenza: l'LSD. Scotese formula una specie di trattato che almeno nella prima parte, la migliore, fa il verso al genere finto documentaristico "mondo movie" per poi lasciar scaturire - perché? - un tedioso film sulla droga e i suoi effetti. Il regista mette i piedi in due scarpe e sceglie poi quella sbagliata buttando via l'unico aspetto (oggi involontariamente ridanciano) che poteva salvare l'opera. Qualche trovata qua e là, ma la pellicola non decolla mai. Peccato.