Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Dalle "Novelle per un anno" di Pirandello, autore da sempre piuttosto complicato da portare sullo schermo. "Transfert" mancato anche in questa occasione, demerito di una produzione piuttosto modesta e della sempre deprimente formula ad episodi. Pastina (La giara) è non più di una meritata occasione per Pandolfini, Soldati (Il ventaglino) purtroppo insussistente, Zampa (La patente) punta la mdp su un Totò che ci crede, aiutato dall'adattamento di Brancati, Fabrizi (La marsina stretta) si dirige col consueto puntiglio e la carica scorbutica del suo personaggio. Cosi è... se vi pare!
Pigro: Gioiellino camp che non a caso ha il suo fulcro in una Franca Valeri in stato di grazia e nella sua prostituta-strozzina sciccosa, che va in Francia sognando inopinatamente un futuro radioso. Battute fulminanti nell'originale parlata cafona-snob, calate in situazioni paradossali, sono il sale di una storia che dai fasti iniziali mostra man mano le crepe della disillusione che affondano un personaggio amaramente perdente. Una decadenza anche cromatica dai vivaci fasti romani al grigiore della periferia parigina. Teneramente implacabile.
Il Gobbo: Solito sequestro del solito scienziato inventore della solita arma da parte del solito pazzo: solita missione per Dick Malloy alias 077. Lo spy all'italiana è for lovers only, ma Hathaway/Grieco è lo specialista del filone, e come al solito il film è divertente e di gran ritmo; quando poi il budget latita ci si può sempre mettere una bonazza o una clamorosa scazzottata stile spaghetti-western in cui brilla Fernando Sancho in vacanza-premio. Il titolo non c'entra un tubo col film, ma ne anticipa clamorosamente un altro fortunato.
Grangaspar: L'attrice Vittoria Oriani (Scilla Gabel), in arte Patricia D'Altamura, torna al suo paese per assistere alle esequie dell'influente zio Tonino. Farà delle scoperte inaspettate... Commedia che sberleffa i caratteri di una certa provincia italiana di quegli anni (e non solo) ponendo l'accento sulle ipocrisie, sul perbenismo e sulle bieche strumentalizzazioni cui una "razza insensibile" è disposta per trarre profitto. La Gabel ci dispensa la sua bellezza con continenza. Particine per Angelo Infanti (il regista) e Lino Banfi (il barbiere).
MEMORABILE: La canzone iniziale e finale "Giostra della vita" cantata da Katyna Ranieri.
Homesick: Se davvero l'ha diretto lui, Pastore verrà sempre ricordato come regista del cult Sette scialli di seta gialla; qui invece aderisce ai tòpoi della commedia alla siciliana - dalla vedova inconsolabile al padrino italo-americano - con una debole svolta avventurosa finale in quel di Marsiglia. La Lenzi ha modo di esibire più volte il prosperoso décolleté, mentre Cerusico e Urzì se la cavano con la consueta professionalità; tra i caratteristi si distingue Sorrentino nel suo breve siparietto di notaro arrapato e affetto da lombaggine.
MEMORABILE: Fangareggi postino che si annuncia a colpi di fucile; il discorso del sindaco mafioso (Ardia) sul cambio del segno zodiacale; dal notaro.
Galbo: Ben tre registi e un ricco cast internazionale per un tedioso film dedicato al celeberrimo esploratore veneziano. La figura di Marco Polo è resa in modo meramente illustrativo, con personaggi il cui carattere rimane in superficie. Un pò meglio va dal punto di vista produttivo, con ambientazioni ricche e ben rese dalla luminosa fotografia della pellicola. Nel complesso, mediocre.
Galbo: Sofia Coppola sembra avere perso la vena ispiratrice delle sue prime opere. Questa sembra essere inutilmente pretestuosa. La storia della star viziata del cinema che vive un vuoto esistenziale sembra avvitarsi su sé stessa (un po' come il protagonista) e non dice nulla di nuovo (una sceneggiatura decisamente povera), anche se il film è tecnicamente ben realizzato e interpretato da un valido cast. Totalmente inutile la parentesi italiana.
Caesars: Parzialmente riuscito questo western all'italiana con grandi attori internazionali diretti da Terence Young. La prima parte è la più azzeccata, con la rapina al treno e il tradimento di Alain Delon; poi il film si siede un po' e nella parte finale, che dovrebbe essere la più spettacolare ed interessante, sopraggiunge un po' di noia. Peccato perché il risultato finale poteva essere decisamente migliore. A questa pellicola si ispirerà pesantemente Sergio Corbucci.
B. Legnani: Imbarazzante e mortificante. Si parte con il sottofondo di "Volare" e con la macchina che, quando si ferma, inquadra Palazzo Venezia col fatale balcone. Poi si continua non con semplici stereotipi, ma con stereotipi portati all'eccesso, per cui non c'è nessuna ironia sul come - esagerando - ci vedono (in questo modo Morandini cerca di salvarlo). C'è esagerazione e basta. Come se non bastasse, recitazione pessima (escluso Baldwin), attori fuori ruolo (incredibile Albanese simbolo sexy), dialoghi spesso micidiali, fotografia fastidiosa. Un incubo. Con manica larghissima, una palla e mezzo.
Herrkinski: Buon prison-movie nel classico stile ottantiano dove Sly offre una bella prova drammatica, dimostrando ancora una volta di essere buon attore a prescindere dai muscoli; niente male nemmeno il resto del cast, dal perfido cattivo tutto tondo di Sutherland alle buone interpretazioni di Amos e Sizemore. In tempi dove le violenze dei secondini nelle carceri sono sempre più sulle pagine dei giornali, un film che può far riflettere, pur nella sua spettacolarizzazione cinematografica; resta comunque buono anche come puro entertainment. Tosto!
Dzekobsc16: Seconda trasposizione cinematografica di uno dei fatti di cronaca più misteriosi e cruenti della nostra storia recente. Il bravo Vincenzo Alfieri sceglie toni diversi rispetto a quelli di Tavarelli proponendo un affresco della vicenda in pieno stile anni '90, con musiche del periodo e pure la rivalità calcistica Juve-Toro, che assume nella storia un ruolo sorprendente. Ottimo in un ruolo a lui inconsueto De Luigi, nevrotico cardiopatico torinista; buone le prove del sempre spassoso Morelli e di un cupo Leo, un po' troppo macchietta Tognazzi. Promosso.
MEMORABILE: La colonna sonora del periodo; La sofferenza di De Luigi nel vedere il suo Torino umiliato 5-0 dalla Juventus.
Hearty76: Una brillante e matura Emma Thompson si cala nei panni di un giudice che affronta cause minorili molto delicate. In particolare quella di un ragazzo malato ma radicato nelle convinzioni estremiste di una congregazione religiosa la colpisce, nella sua intimità di moglie vacillante e soprattutto di madre mancata. Nonostante l'entità delle questioni trattate il film non risulta pesante né eccessivamente retorico. Tuttavia i risvolti dei rapporti personali, più che il percorso verso il verdetto stesso, avrebbe meritato una conclusione più liberatoria.
Markus: "Sul ponte tibetano noi ci darem la mano". Con questo spiritoso calembour offerto nel film, si ha la sostanza della vicenda: una storia d'amicizia - tra opposti - in un avventuroso contesto. L'allora prolifico Maurizio Ponzi realizza una sorta di instant movie, a mo' di commedia all'italiana, sulla voga dei corsi di sopravvivenza e del "rambismo". La coppia Montesano/Pozzetto viaggia sui binari collaudati; compito quindi dell'ambito nel quale la vicenda si snoda, quello di renderla a tratti unica nel suo genere. Si ride e questo basta.
Fauno: Se in una sola opera confluiscono 4 generi, svariatissime componenti ambientali, umane, filosofiche, musicali e il tutto si concatena con la perfezione di un orologio svizzero senza al contrario mescolarsi in una brodaglia variopinta e senza midollo, ecco che ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto. Ciononostante concordo che 27 minuti di tagli possano renderlo a uno spettatore non particolarmente motivato, alla stregua di un normale telefilm.
MEMORABILE: La psichedelia del film ha dell'incredibile. Stavo già male a vedere i manifesti e conoscere la musica senza avere visto il film. E parlo di 10 anni fa.
Kanon: Roeg lancia i dadi della sfida: tenta l'azzardo d'elevare la cronaca a tragedia Shakespeariana, ma il Rubicone è davvero ostico da superare e peccato, perché poteva essere il suo Citizen Kane. Hackman, come De Paperoni, possiede tutto eppure rimpiange il Klondike e s'ingrigisce l'animo nella sua magione alle Bahamas, con figlia scapestrata al seguito. Considerata la semenza del regista, qua e là fa capolino il gran talento visivo, ma l'ultima mezz'ora è una marginale appendice, rischio peritonite, che andava certamente operata.
Pigro: Un gigante con i piedi d’argilla: così può essere definito questo film, di largo respiro (e lunga durata), con immagini suggestive, ma sfilacciato e con una trama incomprensibile. Non si può far altro che assistere a eventi estenuanti e imperscrutabili, con personaggi misteriosi o mostri imperscrutabili, cercando di cogliere qua e là qualcosa. Eppure l’aura che emana da questo film rimane: e forse anche questa cripticità contribuisce a rendere seducente una storia raccontata male. Un film con tanti difetti e uno strano fascino...
Galbo: La cattura ad opera degli israeliani del gerarca tedesco Adolf Eichmann, fuggito dopo la guerra in Argentina. Una produzione molto curata per la ricostruzione ambientale e interpretata da ottimi attori come Oscar Isaac e Ben Kingsley. Il film descrive bene la psicologia dei personaggi e il rapporto tra prigioniero e carcerieri che si stabilì a Buenos Aires prima del trasferimento di Eichmann in Israele. Buono il doppiaggio italiano. Film avvincente e informativo.
Pessoa: La ragione di essere di film come questo è essenzialmente quella di mostrare con regolarità corpi muliebri più o meno nudi e bisogna dire che in questo senso l'opera assolve fin dal titolo il suo compito. Le linee guida della scontata vicenda (la dottoressa bona che sconvolge un paesino di allupati) sono cesellate con il trattore e alcuni elementi del cast (Arena, Biagini, Lassander) tentano col mestiere di salvare il salvabile ma sono costretti a recitare il vuoto spinto. Sul resto è meglio stendere il classico velo pietoso. Dimenticabile.
Caesars: Esordio cinematografico dei Giancattivi, dopo il quale ciascuno seguirà la propria strada. La trama è pressochè inesistente, limitandosi il film a seguire il girovagare dei tre personaggi in città. Quello che conta sono le situazioni in cui i nostri "eroi" si vengono a trovare, situazioni comunque strane ma che non presentano nessun aspetto eccezionale. Insomma, una tipica commedia "giovanile" dove nulla succede e solo la simpatia degli attori fa da collante tra una scena e l'altra. Non brutto ma niente di speciale.
Markus: Micidiale commedia fiorentina con un ritmo fiacchissimo e una vicenda che inizia come una pochade scollacciata anni Settanta per virare poi in una sorta di spionistico di grana molto grossa. Le geniali assurdità di Oscar Brazzi e il suo Giro, girotondo... (1975) sembrano già lontanissime. Nonostante lo sforzo degli attori che "fanno" i brillanti e la presenza "cult" della Fani (un paio di stagioni di celebrità e poi l'oblio), c'è poco da stare allegri. Un prodotto evidentemente pensato per una distribuzione regionale nei cinema di periferia.
MEMORABILE: Momento musicale in macchina, in cui viene fatto ascoltare al povero spettatore un agghiacciante brano dall'inizio alla fine.
Paulaster: Un Tognazzi crepuscolare dirige e recita una sorta di dramma esistenziale dove una trama surreale e provocatoria pone l’accento sulla condizione della vecchiaia. La vicenda si sviluppa inizialmente asettica per divenire dolentissima. Interpretazione buona sebbene si intraveda un filo di stanchezza. La Vanoni è una sorpresa positiva, mentre il contorno non è all’altezza. Scenografie al risparmio in linea con il periodo.
Galbo: Kolossal biblico codiretto da Sergio Leone e Robert Aldrich. Le vicende narrate nei libri sacri vengono alquanto stravolte (nonostante il titolo, Gomorra non si vede mai) e il film è piuttosto pasticciato ed interpretato da attori inadatti al ruolo (uno per tutti Granger). Godibili le parti dedicate alle battaglie, ma nel complesso si tratta di un film mediocre.
Nicola81: Un gruppo di ufficiali tedeschi che progetta di rovesciare Hitler affida a un giornalista dissidente una delicata missione in Italia, ma la Gestapo vigila... Thriller bellico/spionistico che prende spunto da vicende storiche non troppo frequentate dal cinema (anche nella Germania nazista c'erano le voci fuori dal coro) e infatti culmina in un finale agrodolce ma non trionfalistico come si usava spesso all'epoca. Love story immancabile ma non troppo invasiva. Bravi Fabrizi, in un ruolo insolitamente positivo a tutto tondo e un sornione Cervi.
MEMORABILE: "Il Führer ci ha promesso un impero che durerà mille anni, perciò i vostri agenti hanno tutto il tempo per farsi furbi".