Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Divertentissima trovata giocattolosa (ma seria) di Nichetti, che parte addirittura con l'adorabile Claudio G. Fava nella parte di se stesso. Intelligente contaminazione fra commedia e messaggio, con sentieri che si biforcano e si intrecciano continuamente. Un bel film, insomma: chissà se, visto per televisione, con la pubblicità vera, diventerà ancora più bello...
MEMORABILE: L'intervista di Claudio G. Fava al catatonico regista.
Capannelle: Variopinta presa in giro dei costumi dell'Italia pallonara. Sordi viene inserito in un contesto paesano modello Peppone e Don Camillo, reso molto bene. Il suo personaggio è meno opportunista del solito, anzi dovrà lottare per resistere alle frustrazioni degli accesissimi tifosi che pretendono tutto (e in questo oggi nulla è cambiato...). Ci sono delle pause (ad esempio tutta la fase del ritiro non punge) ma è quasi inevitabile, visto il genere. E rispetto ai più recenti film sul calcio ha il pregio di non puntare sulle comparsate dei vari Totti & C...
Xamini: Cosa succede se Hollywood prende Hollywood e ci ride sopra? Che ride anche lo spettatore. What Just Happened è un meta-film nevrotico, privo di pause, girato, ma soprattutto montato con una certa maestria. Commedia brillante, luccica dei talenti di qualche mostro sacro e dell'autoironia di cui è pervasa, in particolare nelle scene che vedono in azione il regista idealista di Wincott, l'agente di Turturro o Bruce Willis nel ruolo di se stesso. Ne risulta un affresco disincantato e cinico, ma leggero e privo di specifici obiettivi. A parte quello di strappare un sorriso, ovviamente.
MEMORABILE: Wincott, il tavolino e le caramelle. "Ho studiato a Standford". L'uscita di Willis dalla roulotte.
Saintgifts: Se si toglie quel po' di patinatura dei western RKO di questo periodo, "Gli avvoltoi" non è niente male. La trama è ricca e, oltre ai cattivoni della banda, ci sono anche due donne innamorate dello stesso uomo e la redenzione di una delle due. C'è la corsa per la conquista di un pezzo di terra in Oklahoma e città che diventano fantasma. La regia non la chiamerei di maniera, ma sicura nel trattare il genere e il film è piacevole fino alla fine. Buone riprese e anche ricercate, gli attori se la cavano dignitosamente. C'è il solito divertente Gabby.
Galbo: Molto teletrasmessa e celebrata, è una discreta commedia all'insegna dell'improbabilità: lo è anzitutto la vicenda con la poco verosimile storiella del miliardiario e della sua residenza italiana. Ciò nonostante la vicenda diverte ed intrattiene, grazie sopratutto alle buone professionalità impiegate a partire dalla felice scelta del cast con due star (una italiana, l'altra americana) al massimo del loro fulgore.
Digital: Fattosi eleggere presidente di un sindacato di portuali con espedienti poco onesti, Jake per poter mantenere le promesse fatte ruba una cassa di orologi e li rivende. Il furto però non resterà impunito. Briosa commedia contaminata da parti musicali. Il film, pur non essendo chiaramente un capo d’opera, riesce a intrattenere perfettamente anche grazie a una regia spigliata, capace d'imporre un discreto ritmo al girato. James Cagney è il mattatore indiscusso del film, carina Shirley Jones. Bella la fotografia in cinemascope dai colori accesi, quasi baviani. Titolo italiano discutibile.
Giùan: Comunque miliare, testimoniando l'unico incontro "pubblico" tra due generazioni di maschere italiane, quella aggressiva, cinica ed egocentrica di Albertone e quella più umanistica, antica e popolare di Totò. Al di là di questo affatto accessorio elemento storico, il film si incastona perfettamente nel processo di crescita del sodalizio Steno-Monicelli, arricchendo la galleria di travet del nostro cinema (Campanini, Rascel, Fabrizi) di una ironicamente amara dimensione cechoviana. Coerente e solo apparentemente conciliatorio il finale "fantastico".
MEMORABILE: I duetti Totò - Sordi; Il pappagallo che insulta il ministro; Il funerale "autotrasportato"; Totò col fazzoletto attorno alla testa.
Galbo: Ultraconvenzionale film di genere thriller-catastrofico made in USA. I soliti terroristi arabi (veri e propri spauracchi della superpotenza americana), si impadroniscono di un aereo di linea con lo scopo di farlo esplodere sopra una metropoli. Nessun luogo comune del genere ci viene risparmiato e il risultato finale è un film dall'eterno sapore del già visto benchè di impeccabile confezione.
Pessoa: Classica commedia romantica hollywoodiana pensata per le grandi masse, cui il botteghino ha dato ragione. La storia non è sicuramente originale ma è sorretta da una sceneggiatura ben scritta che protagonisti e comprimari (tutti bravissimi) hanno saputo valorizzare alla grande. Il film funziona, diverte; si sorride, ci si trova invischiati nella vicenda quasi senza accorgersene ma, come spesso succede con questo tipo di film, alla fine non rimane niente. Per serate in cui si ha voglia di staccare la spina e sognare un po'. Prendere o lasciare!
Xamini: Ciò che oggi è bamboccione allora era vitellone. Neologismi a confronto per un medesimo tema di fondo: la paura di crescere o, meglio, la voglia di rimanere in una fase intermedia. Che, nel film, è associata a una provincia fatta soprattutto di ore notturne in cui, ironicamente, è un ragazzino a muoversi verso il duro lavoro. Il suo incontro con il melanconico Interlenghi è un po' chiave di volta: farà maturare quell'insoddisfazione che è un po' un treno che si allontana quasi con disprezzo, quando non con delusione dal gruppo di irriducibili vitelloni.
MEMORABILE: La domanda del ragazzino, alla stazione
Galbo: Ci sarà anche Apatow dietro questa commedia sulle gioie del naturismo, ma il risultato non è granché. Non tanto per la qualità della produzione, che appare sufficientemente curata, sia per l’ambientazione che per la prova degli attori (anche se la Aniston non pare adattissima al ruolo). Il problema è che il tempo di ironizzare su usi e costumi inevitabilmente legati a decadi passate è scaduto da un pezzo e tutto il”bagaglio” umoristico che il film si porta dietro è inevitabilmente datato, poco originale e già visto. Mediocre.
Rambo90: Il tema sovrannaturale si sposa con una commedia romantica alla Ghost, però meno drammatica di quest'ultimo e con una certa reminiscenza del cinema classico. Non sempre il ritmo scorre bene e nella parte centrale c'è qualche gag grossolana di troppo, ma la bravura degli interpreti è notevole e la regia molto elegante. Abbastanza per tutti i palati, con una colonna sonora d'altri tempi che si sposa bene con l'atmosfera generale.
Galbo: Biografia del grande Chaplin, realizzata dal regista inglese Attenborough con dovizia di mezzi. Il film presenta una buona ricostruzione storica degli anni d'oro del cinema che videro l'attore tra i suoi protagonisti e non tralascia la vita privata dell'artista ma il tutto si mantiene a livelli piuttosto superficiali senza approfondire molto. Dove il film eccelle è nel cast che mostra una grande prova di Robert Downey jr affiancato da colleghi come Hopkins, Woods e Kline.
Markus: Parodia del ben più celebre film di Billy Wilder, che Mario Amendola gira al femminile facendo in questo caso travestire da maschi - per amore d'un calvo (un attore di successo) - due vispe donzelle. Pellicola dotata di un ritmo spensierato che in parte copre la mancanza d'un vero mattatore della risata in pianta stabile. Un film datato, che in ogni caso mantiene una certa dignità in funzione d'un intrattenimento costruito con i sacri crismi della commedia italica d'antan. La coppia Noël/Sofio appare affiatata e convincente.
Galbo: Il personaggio Carnera e la sua vita avventurosa ben si prestavano ad una trasposizione cinematografica. Purtroppo questa produzione firmata dal regista Martinelli delude le aspettative ed assomiglia ad un compitino ben svolto ma freddo. Buone ricostruzioni ambientali ma poca passione e nessuna decente caratterizzazione dei personaggi. Mediocre.