Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Homesick: Antologia di canzoni da spiaggia (da Gianni Meccia a Edoardo Vianello) e di balli d’epoca (dal twist all’hully-gully) cui fungono da misero raccordo le vicende di Tino Scotti nel doppio ruolo di due fratelli gemelli pubblicitari in concorrenza fra loro. Si azzarda più di un momento erotico, con la danza in costume da odalisca e lo strip-tease di Maria Grazia Buccella e il numero canoro di una scosciatissima Miranda Martino. Sulle note di “Pinne fucile ed occhiali”, le immagini dei titoli di testa richiamano l’atmosfera piacevolmente sonnacchiosa del pomeriggio balneare. *!/**
MEMORABILE: I titoli di testa; lo strip-tease della Buccella; l’irruzione di Bazzocchi con cappa e lupara da mafioso.
Homesick: Il titolo promette passioni, ma non tira il vento giusto: quelle d'amore sono flebili sino all'impercettibile, quelle d'odio sopra le righe e i personaggi che le vivono - soprattutto quelli maschili - tra i più stolidi e insulsi mai apparsi al cinema. Scampano allo scarto gli scogli e le acque limpide e spumose della Sardegna e le bellezze, inturgidite dall'Eastmancolor, della borghese Williams e della selvaggia Podestà, che ragioni di copione inducono entrambe a sfoggiare di continuo cosce e décolleté. Eduardo, defilato, intasca la paga come vecchio isolano cheto e saggio.
MEMORABILE: La nuotata della Williams; La Podestà che si mostra in mutande a Chandler.
B. Legnani: Manicheo. Commovente nello svolgimento da western per tutte le età, con "tòpoi" che inducono a dozzine di sorrisi: baristi, giocatori di poker, donne in ostaggio, cascate di Monte Gelato e vecchietto con voce acuta (è Capannelle…) che cita la Bibbia ("Esodo, 16, 4"). Credo che nello sceneggiare e nel dirigere si siano divertiti un sacco, nel rinzaffare le inverosimiglianze più classiche. Come se non bastasse, ci sono quel signore di Hintermann, Daniele Vargas (senza barba!), Umberto Raho (ho stentato a riconoscerlo) e (grande!) Nello Pazzafini.
Daniela: Il cinema è tornato più volte ad illustrare le movimentate vicende matrimoniali di Enrico VIII che hanno il pregio di unire storia e fotoromanzo. Questo film non è il più infedele né il meno sfarzoso: la confezione lussuosa, dalle scenografie alla colonna sonora, lo rendono uno spettacolo piacevole, mentre nel prestigioso cast di veterani dello schermo spicca la quasi esordiente Bujold, bellezza minuta e carattere grintoso. Corretto ma meno ispirato Burton che inevitabilmente perde il confronto con Laughton, a tutt'oggi il miglior Enrico VIII dello schermo e forse anche quello più somigliante.
MEMORABILE: "Mi ha dato solo un'inutile femmina e un maschio nato morto!" Stolto: Elisabetta diventerà il più grande sovrano che l'Inghilterra abbia mai avuto
Xamini: Film ingenuo e dolcissimo, patisce forse il trascorrere del tempo e mostra un one man show di Troisi, cui fa da spalla un carismatico Noiret e da contrappunto romantico la Cucinotta. L'opera ritrae spirito e luoghi della bella Procida, dipinta attraverso il rapporto inconsueto tra l'illetterato postino di Troisi e un Pablo Neruda esule dal suo Cile, ma traboccante di vita, poesia e vivacità intellettiva. È forse sulla sfaccettatura politica che il film cede, abbandonando terreni certamente più congeniali all'ambientazione e guadagnandosi un finale per metà forzato per metà da groppo in gola.
Galbo: Di sicuro il film di Nick Murphy non brilla per novità; si tratta infatti di una ghost story dall'impronta abbastanza classica e che si rifà ad alcuni classici anche abbastanza recenti del cinema del genere. A fronte di questa mancanza di originalità, bisogna però riconoscere una "confezione" di prim'ordine, a partire dall'eccellente caratterizzazione ambientale, agli effetti speciali efficaci e mai troppo abusati, fino alla convincente prova del cast. Godibile.
Giùan: A tutt'oggi di film italiani popolari così complessi e sfaccettati sulla bollente patata omosessuale io non ne rammento uno (probabile ruggine della mia memoria): merito di Steno, ma certo anche sintomatico del "coraggio" di certo nostro Cinema e della società che "riflette". Pozzetto perfetto compagno puro in preda ai dubbi; Ranieri mai macchiettistico e sempre in parte; Edwige ricciolona che ci tira sempre matti; tutto il cast "attorno attorno" (da Scarpetta ai clamorosi Colosimo/Sportelli) non canna un colpo. Cede un po' il ritmo nella seconda metà.
Zender: La notte in cui il motore d'un jet precipita esattamente sulla sua stanza, Donnie è in giardino ad ascoltare un coniglio gigante che gli prospetta la prossima fine del mondo. Strano? Sì, o forse Donnie è semplicemente malato e il film meno cervellottico di quanto possa apparire. Disagio giovanile mascherato da fanta new-age con bei richiami alla musica eighties (Tears for fears in primis), gioca a straniare e a lasciarti col gusto d'aver compreso la complessità del mosaico ricomposto alla rovescia. Sarà andata davvero così? Conta meno che averlo fatto credere.
Gestarsh99: Giallo, mistery, gothic e poliziesco gironzolano mano nella mano per le stradine di Baltimora, pedinate dall'ombra senza contorni di un Poe alcolista conciato da Ichabod Crane autoesploratore (un Cusack cascante e insonnolito). La sua indagine si immerge con pigrizia in quell'apparato figurativo tardo-ottocentesco già esibito in opere come La vera storia di Jack lo squartatore e The prestige, così incupito di coloriture brunastre, torbidicce e ferruginee. L'esanimità di maniera però si appennica quasi sempre su un automatismo pallente e vetrofanico, poco affine allo spirito letterario del seminale autore bostoniano.
MEMORABILE: Il panzone "enigmisticamente" falciato a metà dall'affilatissimo pendolo a discesa...
Neapolis: Quando un film riesce a prenderti e proiettarti, nonostante il tempo trascorso, nelle atmosfere dei 60 vuol dire che è ben fatto. Non siamo davanti a una commedia di genere, come si potrebbe supporre, ma a un film tardo realista che rappresenta in maniera aderente gli anni del disincanto e del disimpegno come se, passata la guerra, il peggio fosse tutto alle spalle. La “malincunia” dei personaggi che sembrano scanzonati la avvertiin ognuno di loro e con esso un vago senso di disagio legato alla gioventù che passa. Attori tutti bravi e credibili.
Galbo: Un buon thriller diretto da Simon Moore ed interpretato dall'allora giovane e promettente Liam Neeson, che interpreta in maniera convincente un piccolo truffatore coinvolto in un gioco più grande di lui. Decisamente di buon livello la ricostruzione d'epoca (il film è ambientato nella provincia inglese alla fine degli anni '50), che si avvale di una suggestiva fotografia. Buon ritmo e prova convincente della regia.
Didda23: Un notevole documentario che partendo dall'anno ritenuto il migliore della produzione dello svedese (il 1957, l'anno de Il settimo sigillo e de Il posto delle fragole) ne ripercorre la carriera con dell'ottimo materiale d'archivio. Il tono utilizzato non sfiora l'agiografia, ma fa uscire un Bergman molto umano alle prese con problemi fisici e un rapporto malsano con il cibo. E poi ci sono le opere di un genio che ha sacrificato la propria vita affettiva e sociale per conseguire la perfezione. Vibrante e intenso, fa venire voglia di (ri)vedere ogni frutto della sua ossessione.
MEMORABILE: Gli insulti ai collaboratori che osavano fare rumore sul set; I biscotti; Gli innumerevoli elementi biografici inseriti nelle opere.
Galbo: Una donna vive un'esistenza apparentemente tranquilla in una cittadina di provincia, fino all'incontro con un giovane marocchino. Il secondo film di Giorgia Cecere è un dramma intimista in cui si verifica la presa di consapevolezza progressiva della protagonista, che perde le barriere instaurate con il prossimo in seguito ad una relazione autentica con un soggetto con cui non ha niente in comune. Profondo in passaggi apparentemente banali, è interpretato dalla Ragonese con grande intensità. Un buon film.
Markus: Per l’esordio alla regia cinematografica, Duccio Camerini sceglie una pochade di stampo teatrale (campo artistico a lui consono fino allora) ma, nonostante la presenza del nome di richiamo Stefania Sandrelli (con altri buoni attori e caratteristi) incappa nel difficile barcamenarsi tra diversi personaggi e scene che prevedono ritmi differenti dal palcoscenico, facendo sostanzialmente leva solamente sul talento degli attori. Complessivamente non un brutto film, ma una trama così arzigogolata doveva prevedere a mio avviso una regia più esperta.
Deepred89: Riuscita commedia sulla difficoltà nell'adeguarsi ai cambiamenti una volta entrati nell'età adulta, con una bella carrellata di mode sessantottine e assurdità new age sulla rivoluzione sessuale. Ironia e dialoghi a raffica come nei Woody Allen di pochi anni dopo, bella confezione, cast spassoso con un Gould adorabilmente imbronciato, qualche ingenuità che tutto sommato non disturba, finale coerente e riuscito. Un bel ritratto d'epoca condotto con piglio scattante e moderno, interessante esordio di un regista da riscoprire.
Giùan: Dal ritmo fin troppo assennato, dalla recitazione macchinosamente meditata, è un film d'azione vecchia maniera, assimilabile curiosamente più a certi polizieschi americani anni '50 che ai nostri film di genere del decennio 1970. L'inizio documentario, con la filiera della morfina, è intrigante parecchio, così come dissonante ma di buon mestiere risulta la presentazione dei "Papaveri" palermitani. Poi però Baldi perde il filo e il film diventa narcotico, scosso da rari accessi epilettici. Subitanea e mal contata la svolta "infiltrata" del sulfureo Gazzara.
MEMORABILE: La scenetta "zenzuale" a casa di Don Calogero con le neanche troppo sottaciute profferte di Greci e Longo (bellissima).