Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Markus: Divertente commedia che malgrado l'ambientazione rurale si inserisce nel genere delle "sofisticate" grazie alle situazioni pochadistiche. Divertente Aldo Maccione, nel suo solito ruolo di macho man, ma colgo pure in Cochi Ponzoni una buona occasione per risultare cinematograficamente convincente. Fuori luogo (ma piacevolmente sexy) la Spaak. Di ambientazione lombarda, regione già allora rappresentata in forma anacronistica.
Daniela: Pollack, pur garantendo sempre una regia professionalmente valida, ha bisogno di un buon soggetto per esprimersi al meglio, non possedendo quella cifra autoriale in grado di trasformare anche la cacca in oro. Non è questo il caso, in quanto il film, nonostante la bella ambientazione e la scelta di un momento storico di particolare interesse, è un melodramma amoroso fiacco, noioso ai limiti del pisolo. Sia Redford, che pure con Pollack ha avuto ottime occasioni, che Olin non convincono. Meglio l'irriconoscibile Milian in un ruolo di fianco.
Zender: In una Napoli solare i tira e molla di una coppia meno affiatata di quanto lui vorrebbe credere. Lei (Francesca Neri) è infatti un tantinello paranoica, ed è certa che due inarticolati sussurri durante l'amplesso siano invece il nome di un'amante. Lui non capisce e così Troisi ben descrive ciò che meglio sa: lo spaesamento dell'uomo semplice in rapporto a un mondo di bizzarri caratteri (primo tra tutti un ottimo Angelo Orlando). Più zoppicante del previsto ma ricco di quei guizzi esilaranti che solo Troisi sa inventare. Finale a sorpresa.
MEMORABILE: La travolgente e fatua vitalità di Messeri ("Bello?... Quello lì è bello?")
B. Legnani: Non male, ma decisamente meglio la prima mezzora rispetto al resto, come spesso accade nei film di Franco&Ciccio. Uno spettacolo vedere quest'ultimo che, pur di mangiare, fa la corte ad Ave Ninchi. C'è il grande Carotenuto e tanti altri caratteristi. Non accreditati ci sono Fulvio Mingozzi (guida turistica - a inizio film) e Franca Scagnetti (madre del primo avversario di Franco). La Mancini fa la figlia del droghiere (Sportelli): indossa il già noto golf a righe orizzontali e colorate, che porta pure in Erika e Amore Formula 2...
B. Legnani: Non ha una gran fama e si capisce il perché: *½. Manca Bud Spencer e il meccanismo Hill più tre non funziona quasi per nulla, perché il personaggio del protagonista non è granché e i tre sono caratterizzati non benissimo (spicca, ovviamente, Carey). Per il resto, molta noia, causata anche da un lentisimo procedere, parentesi inutili e inutili ripetizioni. Stavolta l'incontro lacustre con Yanti Somer non è sul Treja, ma ai bacini di Plitvice.
Galbo: Tra i film più belli di Elia Kazan, La valle dell'eden è tratto da un romanzo di John Steinbeck; si tratta di un vigoroso dramma familiare che rimanda (con le ovvie differenze del caso) alla parabola di Caino e Abele. Fulcro del film il rapporto tra il personaggio di Cal e quello del padre, affidati a due grandi attori come James Dean e Raymond Massey. Superbe la fotografia e la regia di Kazan. Film che ha mantenuto intatto fino ad oggi il suo grande impatto emotivo.
Xamini: Quando si diceva Batman si pensava a due cose: il fumetto e la serie anni '60 con Adam West in pancera. Tim Burton ne ha fornito una versione cupa alla sua maniera, con una Gotham City dark che è tutto fascino e al prezzo di una "piccola" mancanza: Robin. Michael Keaton funziona bene nel ruolo, peccato ci siano poche battute da ricordare, tutte sulle labbra di Nicholson ("Danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?"). Avrebbe potuto essere il Batman definitivo, con buona pace di Adam West.
Jandileida: Il film poteva essere interessante e divertente vista l'idea di partenza sulla forza speciale dell'esercito pronta ad impegnare la forza pura della mente invece di quella bruta delle armi. Purtroppo però una sceneggiatura piena di buchi ed una regia troppo convenzionale relegano la pellicola nella categoria dei lavori poco riusciti. Inoltre il cast, a parte un Clooney molto gigione, è sottoutilizzato. Non resta che immaginare cosa avrebbe potuto essere il film con Gilliam dietro la MDP, ma il cinema non si fa con i se e con i ma...
Gestarsh99: Stufo di campare sugli allori del leggendario The hitcher, Harmon rimette nuovamente piedi e pneumatici sull'asfalto con un frullatone assai arrischiato di vendetta-movie, carsploitation e thriller on the road, animato da un curioso ammazzapedoni proto-tarantiniano guercio, mutilato e iper-protesico. Nella ridda di corse omicide, lamiere contorte e testacoda a gettoni ci si infilano antalgicamente un Caviezel hammurabico non ancora convertito al "porgi l'altra guancia" gibsoniano e una Mitra sexy ma poco in luce, ben lungi dalla tosta eroina sensuale di Doomsday. Rivedibile (in senso militare).
MEMORABILE: L'incidente "ladydianesco" nel tunnel; L'auto capovolta trascinata a folle corsa sulla strada.
Homesick: Superstizione, magia e teledipendenza sbertucciati in due farse, distinte e complementari, rette dalla vis comica di Banfi e Dorelli. Quella di Banfi, molto fisica e frenetica, impazza nell’escalation di scalogna e guai cagionata dallo iettatore Scaccia; quella di Dorelli, più sorniona e discontinua, si riversa su alcune gag esilaranti (l’esibizione per la scalcinata Tv locale, il duetto con la sboccatissima marchesa Borboni, l’incontro con la coppia Kanakis-Della Casa, la disastrosa sfida con Silvan) che da sole equilibrano l’episodio del collega. Senza intoppi la regia di Martino.
MEMORABILE: Il bagno di Banfi nelle verdure; i cartelloni pubblicitari per la Tv locale; Dorelli e la Borboni; la Kanakis “elettrica”.
B. Legnani: Incredibile film-frankenstein, in cui convivono parti con attori solo di Francia (la romanità viene, più o meno, da alcuni cavalli in cartapesta vicini al talamo dell'imperatore, un giaciglio messo a terra), altri spezzoni girati anche con noti figuranti italiani non accreditati e sequenze prese da film vecchi (una monta equina viene da Borowczyk!!!), per integrare le quali si fa deviare la trama in modo illogico. Il momento più folle è quando l'arena gladiatoria cambia del tutto aspetto fra prima parte delle lotte e seconda! Giacché c'erano, Messalina potevano sceglierla più bella.
MEMORABILE: Lo spudorato cambio al volo dell'arena in cui combattono i gladiatori. L'incredibile plagio da [f=5297]La bestia[/f], di Borowczyk.
Galbo: Da Alan Parker, una vera e propria celebrazione dell'universo giovanile talentuoso e in cerca di affermazione, in un film che strutturato come un musical, coinvolge e diverte ad alti livelli. Con un'operazione simile a quella che lo stesso regista compirà 10 anni dopo con The Commitments, si partecipa alla ricerca dell'affermazione e del successo di alcuni artisti in erba assai versatili. Molto curato nei numeri di spettacolo, Fame ha dato vita ad un'omonima e ben fatta serie televisiva.
Rufus68: La mamma ha attaccato la depressione post partum al marito o il mocciosetto, fedele al motto "Non l'ho chiesto io d'essere messo al mondo", è davvero diabolico? I bambini (in classe col maestro De Grassi non si vedono mai) sono vittime oppure una massoneria in sonno pronta alla vendetta? I dieci minuti finali risolvono il dilemma e sono dieci minuti davvero inquietanti, buoni a giustificare la visione. L'inattuale bianco e nero aggiunge un gustoso tocco vintage a questa fiaba crudele.
Daidae: Film francese davvero scadente e noioso. Dopo un interessante inizio nel quale si cita il mitico Hironoda, il film scade mischiando protesta sociale e politica, commedia, sentimentalismo e una sorta di denuncia politica davvero risibile. Girato e sopratutto sceneggiato coi piedi, il film sfiora il ridicolo quando ci propone un giudice nazista che ha la stessa età (e lo stesso aspetto) nel 1940 e nel 1970. Finale demenziale e scritto probabilmente in 2 minuti. Il cast è ottimo (a parte l'attore principale), ma il film è davvero povero e squallido.
MEMORABILE: Le esplosioni ogni sette minuti: quella scena rimarrà impressa a molti per la sua assurdità.
Gestarsh99: Sognante e maestoso. Jacopetti, padre dei mondo, dirige il suo personale Via col vento: riprese suggestive, ralenti ammalianti ed onirici, passaggi indimenticabili. Con uno sfoggio di tecnica ineccepibile l'autore ci mostra gli effetti deleteri della caduta degli imperi coloniali nel continente nero. L'Africa che vediamo non è quella che ci ritroviamo attualmente ma quella pre-fame e pre-aids, pre-guerre e pre-caos. Un documento d'epoca imprescindibile, un film ed un genere che hanno influenzato l'intero costume socio/mass-mediatico dei '60 e '70.
Pessoa: Interessante esperimento del nostro cinema B in cui alla Pica una volta tanto protagonista vengono affiancati rodati comprimari e volti famosi della televisione cercando di sfruttarne la celebrità mediatica. La sceneggiatura, piuttosto fiacca, non aiuta il film a decollare e chi può strappa qualche risata con il mestiere maturato sui palchi dell'avanspettacolo. La comicità, di grana piuttosto grossa, si adegua ai gusti del periodo e oggi stimola più sorrisi di tenerezza che vere e proprie risate. Resta comunque una chicca per gli appassionati.
MEMORABILE: "Signorina, prego"; L'inseguimento; Il personaggio di Tognazzi.
Siska80: Sotto certi aspetti sembra la versione peplum de Il ponte di Waterloo: un amore ostacolato, lui che viene creduto morto, lei che si dà alla prostituzione... Per fortuna il finale non è ugualmente tragico, la coppia protagonista è ben scelta e il ritmo, inizialmente lento, comincia ad ingranare quando la situazione per i due giovani amanti precipita. Non male, in fin dei conti: gli interni sono spogli, i costumi di modesta fattura, ma le sequenze di massa fanno comunque la loro figura (complice la bellezza dei paesaggi).