Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Gestarsh99: Esauriti i pendolarismi Italia-USA-Italia, le maresciallate di Nico er Pirata piantano per sempre le radici in terra autoctona, segnando anche l'ideale giro di boa del popolare ciclo endecafilmico. Di turno stavolta un giallo alla romanaccia, malamente innescato da spinterogeni letterari antidiluviani ("10 Piccoli indiani"; il blackout "mortifero") e poi costretto verso circuiti tortuosi impercorribili da un tassista della commedia come Corbucci (le ricostruzioni relativistiche in stile Rashomon). A magazzino trivialità maccheroniche, manate sui glutei e l'inevitabile compilation di sberle onomatopeiche.
MEMORABILE: Massimo Vanni e l'ossigenato John P. Dulaney che pomiciano in auto simulando una coppietta infrascata...
Galbo: Remake del film di Tay Garnett (con Lana Turner), realizzato nel 1946, questo film diretto da Bob Rafelson rende evidente quello che nell'opera originale appariva sempre sottinteso: il legame tra sesso e violenza. In questo caso il regista mette al centro della scena l'evoluzione di un rapporto che nato come prettamente fisico subisce una profonda metamorfosi. Nonostante sia ben realizzato, il film appare però meno interessante del predecessore forse proprio perchè troppo esplicito. Buono il cast.
Bella la vita sulla costa californiana per una scrittrice di polizieschi di successo (Brannagh) e la sua figlia diciottenne Lily (Gatlin Kate James); almeno fino a quando la seconda, mentre fa jogging al parco, non viene assalita da un bruto mascherato che tenta di violentarla. Interviene d'improvviso in sua difesa un giovane, Mick Grant (Austin James), il quale blocca l'uomo dicendo alla ragazza di scappare. Qualche tempo dopo i due si incontrano nuovamente e lei decide che forse è il momento di iniziare a frequentarsi, considerato anche l'aspetto piacente di Mick e il fatto...Leggi tutto che il suo ex fidanzato, Scott (Heartman), benché dica ancora di amarla, se n'è andato da poco a letto con un'altra... Tutto bene? Mica tanto... L'amorevole, schivo, gentile e ben piazzato Mick ha qualche ombra nel suo passato: dopo qualche ricerca Scott scopre infatti che poco o nulla è dato sapere del ragazzo, quasi fosse un vero fantasma... Da qui si moltiplicano gli interrogativi, i dubbi che assalgono tutte le persone che a Lily vogliono bene, a cominciare dalla madre naturalmente e dalla sua migliore amica (Bushman), anche se poi chi si attiva di più continua ad essere il suo ex, piuttosto viscido ma ansioso di poterci tornare insieme. Qualcosa a dire il vero fa pure lo spettinatissimo poliziotto (Muldoon) che si occupa delle indagini legate al tentativo di violenza carnale a Lily e di un successivo agguato a sua madre. Se quindi il fulcro della storia è il misterioso passato del ragazzo che ha salvato Lily al parco (tema comunissimo, per un thriller), ciò che il film cerca di fare è di complicare la vicenda con una serie di diramazioni che comunque si riallaccino al tema principale, senza trascurare nemmeno il mestiere della madre: persino i suoi romanzi polizieschi avranno infatti una parte attiva nella soluzione (a dire il vero piuttosto confusa) dell'enigma. Lo svolgimento non è dissimile da quello dei tanti prodotti televisivi di genere, pur se l'assenza di un protagonista in grado di dare una direzione al film con un'interpretazione superiore si avverte: dal momento che al centro della storia stanno i giovani, la resa è non scadente ma un po' anonima, con la Brannagh a fare da madre apprensiva e comprensiva relegata a un ruolo piuttosto insignificante. Ad ogni modo l'intreccio è sufficientemente intrigante e un minimo di curiosità riesce a metterla, ricorrendo ai facili meccanismi del caso. Più alto della media televisiva il numero delle vittime, ma la violenza resta bandita o quasi. Qualche scena di tensione al buio, inserita apparentemente più per dovere che altro, e un Austin James non troppo espressivo per la parte. Ha però saputo conquistarsi l'amore vero della bella Gatlin Green (oggi Gatlin James, per l'appunto), e c'è da pensare che i baci tra loro non fossero solo... finzione (il trasporto è curiosamente evidente).Chiudi
Rambo90: Hyams è un regista di grossa esperienza e abilità, e anche con un budget scarso è riuscito a confezionare un action thriller migliore di molte produzioni analoghe. L'intreccio è semplice ma ben costruito, con un bel ritmo e buoni combattimenti (soprattutto la strage iniziale). Van Damme è un cattivo sopra le righe, che ruba spesso e volentieri la scena ai due eroi improvvisati, adatti alla parte ma forse poco carismatici. Buono.
Xamini: Garrone trova la quadra, partendo da un episodio di cronaca, posizionandosi in un set naturale che rivaleggia con Scampia, ma vive di poesia propria e bilanciando il crudo del proprio racconto con l'umanità schiacciata e dolce di questo toelettatore per cani. Un uomo piccolo innamorato della propria figlia e dei cani, per un'interpretazione enorme, che fa il paio con quella del villain della vicenda, un delinquente locale che usa le mani al posto delle parole. Inquadrature, colori, contrasto, musica, niente sbavature.
MEMORABILE: I momenti felici accompagnati da musica surreale, quasi un altrove di sogno, inesistente.
Pigro: Un film piuttosto classico, sia nella storia (una testimone da proteggere e da scortare fino al processo) che nella narrazione (l'inseguimento dei killer, i sotterfugi, l'ambiente chiuso di un treno in corsa, la scena madre sul tetto dei vagoni). Proprio la normalità e prevedibilità di plot, sceneggiatura e regia, tutto supportato da un buon mestiere, rendono ben digeribile e godibile quest'opera che tuttavia non riesce mai a fare un piccolo saltà di qualità. Un buon film che si accontenta di essere buono senza voler aspirare al meglio.
Paulaster: Ragazzina verrà rapita a un matrimonio. Più che un thriller è un giallo per scoprire il colpevole. Farhadi parte da un ampio preambolo per strutturare una sceneggiatura basata sugli scheletri all'interno di una famiglia. Attenzione eccessiva nei reciproci sospetti, tanto da far dimenticare le sorti della vittima. Conclusione piatta. Cruz in parte come madre disperata, Bardem alternante, Darin non pervenuto.
MEMORABILE: La rivelazione su chi è il padre; La vendita per finta della vigna; Il messaggio delle medicine.
Il Gobbo: Terzo Sartana ufficiale, fondamentale soprattutto per la musica di Nicolai, riutilizzata in dozzine di western successivi a partire da Il mio nome è Shangai Joe. Ricordo carissimo, essendo il primo spaghetti-western visto, da bambino, su una terribile tv privata sarda. Garko inalbera i baffoni, e si pappa senza difficoltà i mediocri cattivi (notare Wang, er cinese de Cinecittà, che fa finalmente... il cinese!), che penalizzano questo rispetto agli altri capitoli. Comunque non da buttare.
Gestarsh99: Action avventurosa e survival-drama sono i piatti principali di questo thriller montano-fluviale, girato a cavallo tra Oregon e Montana. Hanson sguaina anche qui il suo bel cavallo di battaglia, quello dell'infido estraneo che s'intrufola per tornaconti criminosi nella privacy familiare altrui, complici buona fede e crepe relazionali momentanee. La parte del subdolo fetentone se l'aggiudica Kevin Bacon, interprete non nuovo a ruoli dalla doppia anima ingannevole, che già aveva ordito persecuzioni "selvatiche" in "Una gita pericolosa". Abbastanza convincenti gli "attributi" della Streep.
MEMORABILE: I bellissimi scenari silvani e torrenziali in cui si svolge la vicenda.
Gippal: Di quegli abbracci che vengono spezzati senza alcuna spiegazione. Di quegli abbracci sinceri, sudati, vissuti, ma ahimè troppo brevi. Almodovar ci regala nuovamente una storia che vale la pena scoprire fino all'ultimo secondo; per la bellezza visiva, per la bravura degli attori, per le emozioni, per le autocitazioni ("Chicas y maletas" cita Donne sull'orlo di una crisi di nervi) e, soprattutto, per ciò che rende unico il cinema almodovariano: la Spagna, presente in ogni scena, direttamente o indirettamente.
MEMORABILE: I film bisogna finirli, anche se alla cieca.
Siska80: Palesemente sulla falsariga di Billy Elliot (ma anche al di sotto), assistiamo alla lotta di una ragazza per realizzare il sogno di diventare una ballerina affermata. Questo almeno fino a metà del film, poiché dopo si susseguono una serie di sodalizi o competizioni tra giovani promesse e incomprensioni tra allieve e docenti che sembrano scopiazzati addirittura da certi reality televisivi di oggi. Lunghezza eccessiva, cast anonimo, finale ovvio: brutto.
MEMORABILE: L'allieva espulsa che implora pietà in ginocchio; Il pasto riciclato.
Cotola: Ci sono già, seppure allo stato iniziale, i prodromi tematici del Crialese che verrà.
Ma se è normale che il film sia lontano anni luce dai lavori successivi per ciò che riguarda lo stile (e ciò ci può stare, poichè si tratta di un esordio), va giudicata
con più severità una certa pochezza narrativa che spinge il regista a ripiegare su
carinerie assortite e su strade piuttosto banali e risapute. Il finale (solo per metà
lieto e quindi parzialmente beffardo?) non migliora le cose. Quel che si dice un esordio non molto riuscito.
Galbo: Mediocre commedia diretta da Sergio Rubini, che vorrebbe cavalcare l'attualità parlando di mobbing e in particolare di molestie sessuali sul luogo di lavoro (in modo tutto sommato simile a Rivelazioni di Levinson), ma finisce per realizzare una commedia senza capo nè coda (la sceneggiatura è a dir poco lacunosa), sciatta e poco curata, e con interpreti (a partire dallo stesso regista) svogliati.
Giùan: Dopo la grigia e fredda (anche cinematograficamente) parentesi parigina di Racconto d'inverno, Rohmer ritrova l'estate e la freschezza dei suoi film "da spiaggia" (Le genou de Claire su tutti), donandoci l'ennesimo saggio, forse l'ultimo dotato di tanto vitalistico slancio, sulla dinamicità dei sentimenti, legata a doppio filo alla più fluida delle età: la gioventù. Straordinaria adesione degli attori ai personaggi e della mdp ai luoghi. Una naturalezza di sguardo che trova una volta tanto nel personaggio maschile (che bravo Poupaud) un estasiante compendio.
Gestarsh99: Oltre agli abituali elementi erotici, questo quinto capitolo della serie ingloba anche il tema cannibalico, rispolverato qualche mese prima da Deodato. Le sequenze horror soffrono di effetti speciali mediocri ma ciò che disturba maggiormente sono i troppi momenti erotici, poco amalgamati col resto del tessuto filmico: tantissime scene gratuite di accoppiamenti vari e insistiti primissimi piani su organi femminili. D'Amato gira discretamente ma questo è uno dei suoi film meno riusciti: sconclusionato, stancante, prevedibile ed alquanto volgare.
MEMORABILE: La sequenza, assurdamente extra-contestuale, di Nieves Navarro che cornifica il marito (guardone?) con un nerboruto mandingo locale.
Homesick: Più triviale e fetido del peggior decamerotico. Una commedia che non fa ridere e, anzi, fa provare compassione per i nomi coinvolti in cotanto disprezzo del cinema italiano: da Gemma - che si doppia da sé - imbarazzante come villico ingenuo e innamorato, alla Bach, che vede disonorata la propria bellezza. Aberranti i dialoghi tra i due bambini. Della serie "Come buttare via 90 minuti della propria vita"...