Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Homesick: Ultimi bagliori del cinema di genere italiano, che nelle esperti mani di Martino riesce ancora a coinvolgere per la snellezza dello svolgimento e la potenza delle scene d’azione, spesso molto cruente. Il plot è debitore alla serie di Rocky, al w.a.i. e dai noir metropolitani che da questo derivano (vedasi la mano spaccata, erede di una lunga tradizione che va da Corbucci allo stesso Martino). Gli attori si attengono con rigore ai rispettivi ruoli e non c’è da meravigliarsi se il migliore della compagnia sia il vecchio Borgnine, pugnace e melanconico.
MEMORABILE: L’esecuzione del vecchio allenatore; la mano spaccata e la successiva irruzione di Greene a casa di Gemma; il match con il campione.
B. Legnani: Un buon inizio, un'ottima idea, un personaggio giusto e il film è guardabile senza difficoltà. Purtroppo il livello cala quando l'azione si sposta oltre Oceano e il "pendolo", cui Pozzetto è costretto, non è sorretto da sufficienti trovate e diventa un po' noioso. Sorprendente presenza di Harry Reems, noto nel mondo per essere il protagonista maschile di Gola profonda (interessanti le sue dichiarazioni in Inside...). Ma là era lo stallone, qui fa il gay.
Trivex: Pesante ma riuscito, complessivamente. Lontano dal dinamismo e dall'ottimismo, qui si fanno i conti con il tempo delle colt e della lotta alla sopravvivenza. La storia conta poco anche se segue un ottimo stile e finisce in modo inaspettato. Trasgressivo e delirante, violento e senza quella patina artificiale che voleva il western come genere innocuo e per tutti. Qui siamo di fronte a un guerriero "drogato" che lotta contro i suoi fantasmi psicofisici e i suoi nemici materiali, pur supportato dalle sue donne e da un "piccolo Fioravanti".
Galbo: Uno degli episodi meno felici della filmografia di Verdone, che presenta l'attore e regista romano evidentemente a corto di ispirazione, alle prese con il classico tema del rapporto tra adulti e bambini sviluppato senza troppa fantasia. Il film manca di una sceneggiatura organica e si presenta come una raccolta di gag più o meno riuscite, spesso assai fiacche e (cosa ben più grave) prevedibili. Anche gli attori coprotagonisti (a cominciare proprio dal bambino) mancano di simpatia.
Reeves: Ingenuo western in cui gli inglesi sono pessimi, i francesi buoni e il confine tra Canada e Stati Uniti consiste in un ponticello di legno su un fiumicciattolo. Molte ingenuità, ma anche belle scene d'azione guastate da tre presenze femminile stereotipate e antipatiche. George Marin ci crede, Franco Fantasia tira molto bene di spada (è la sua specialità), De Ossorio farà meglio con gli horror.
MEMORABILE: Il trapper ucciso dagli inglesi nella sparatoria: ripreso da quattro angolature divere, ma c'è solo lui....
Galbo: Il regista premio Oscar Jonathan Demme mette mano al remake del celebre Sciarada, attualizzandolo ma mantenendone sostanzialmente invariata trama ed ambientazioni. Il risulato non è all'altezza del predecessore specie per lo scarso carisma degli interpreti, volenterosi ma privi del fascino di Grant e della Hepburn. Inoltre il film, pure dignitosamente confezionato, manca dello spirto leggero e del grande ritmo della commedia di Donen.
Modo: Steno ci regala una buona commedia con un Pozzetto decisamente straripante. Una Milano vorticosa, spinta nella centrifuga degli anni '80, ci mostra un tema adesso più che mai attuale come la perdita del posto di lavoro. Il trapasso da colletto bianco a colf è puro divertimento! Il finale allenta un po' la presa ma nel complesso il tutto è estremamente gradevole. A "puntino" pure la Giorgi, glaciale il giusto. Nota di merito pure per Micheli.
Nancy: Papaleo, nel suo omaggio alla Lucania, ci mostra come si possa realizzare un buon film senza andare a scovare chissà quali idee. Il cast è ben diretto, i personaggi si sviluppano senza sbavature in un (breve) viaggio da Maratea a Scanzano Ionico che ne mostrerà le virtù e i vizi. La sceneggiatura ha qualche buco, perdonabilissimo, qua e là, ma si regge bene e rende il film scorrevole dall'inizio al finale con sorpresa. Migliore del cast la Mezzogiorno, nota per l'esordio di Max Gazzé, di cui si sente l'effetto positivo nella colonna sonora.
MEMORABILE: I briganti; l'aneddoto raccontato dalla Mezzogiorno a Gazzé su Babbo Natale; "Io la Basilicata l'ho vista, era notte: diciamo che l'ho intravista".
Herrkinski: Senza dubbio il migliore della serie. Miller stavolta ha un budget migliore e ne approfitta per creare una messinscena più ricca, dove esplosioni spettacolari, sparatorie, trovate di ogni genere la fanno da padrone. La trama è ancora una volta semplice ma il film funziona nettamente meglio del predecessore, caratterizzando in modo più convincente il solitario Mad Max (un buon Gibson) e creando una vasta gamma di nemici caratteristici, dal truce punk Vernon al mascherato Lord Humongous. Resta un fumettone post-atomico fracassone, ma diverte.
Zardoz35: Film molto complesso, ma allo stesso tempo affascinante per le tematiche trattate. Più lente e rifessive, ma pervase da un senso cupo; splendida l'ambientazione della Città di Mezzo, che sembra uscita da Blade runner ma nella quale tutto è vecchio, marcio, decrepito e tutto è dominato dalla religione. Un misto di universi parelleli e di storie apparentemente banali che arrivano ad incrociarsi e a diventare complementari. Pellicola da rivedere almeno una seconda volta.
MEMORABILE: La Polizia Ecclesiastica nella Città di Mezzo.
Pesten: Ci si potrebbe aspettare un pasticcio terrificante, invece questa produzione rumena si lascia guardare e riesce a offrire momenti di intrattenimento. Trejo, pur monoespressivo, è perfetto nel ruolo di protagonista, così come Rourke è azzeccato nel suo. Il film dimostra che volendo ci può essere ancora un senso a unire horror e western, grazie a una buona dinamica e alla giusta dose di violenza, inserite ad hoc in una storia evidentemente classica. Non manca anche un pizzico di ironia che ben si fonde con il tutto. Piacevole.
Vito: Primo film del grande Bloody Sam, a quanto pare completamente stravolto dalla produzione. Tuttavia rimane una buona storia d'avventura, con ottimi interpreti e temi cari al regista che qua e là affiorano. Antieroi disillusi e nichilisti, ombre mai svanite della guerra di secessione, una certa violenza e toni crepuscolari. Straordinario Brian Keith. Niente male.
Daniela: Le diverse disposizioni degli ospiti attorno al tavolo di un ricevimento di nozze comportano varie combinazioni sentimentali, con esiti più o meno felici... Commedia romantica francese alla Sliding Doors, ma con minor implicazioni esistenziali dato che l'unico esito tragico è un'eventualità che dura lo spazio di un minuto. Attori da noi poco noti (a parte Dubosc, marito infedele) ma funzionali all'intreccio, in cui caso e destino alla fine concorrono ad un finale consolatorio. Film senza lode ma anche senza infamia, da vedere senza troppe pretese.
Gestarsh99: Non ha proprio mordente questo hard-boiled torinese d'ambientazione mafiosa, invano lanciato sulla truce scia iperviolenta dei noir dileiani. Nulla più che un catalogo scarsamente organico di ricatti, ritorsioni, tradimenti e coppoliane esecuzioni a morte, chiazzato di irrilevanti parentesi erotiche e dissonanti malandrinate alla Bonnie & Clyde. Christopher Mitchum, col suo bel fisichino allampanato, dimostra sicuramente buone doti da corridore, saltatore e arrampicatore ma nei corpo a corpo e nella resa espressiva sfoggia la stessa scioltezza di un tubo in ghisa per acquedotti. Fum(ett)oso.
MEMORABILE: Gli imbalsamati combattimenti a colpi di karate del protagonista; La revolverata "sfondacranio" rifilata al padre di Mitchum nell'opening del film...
Panza: Alcuni giovani (fra cui degli italiani) tentano di fuggire oltre il muro di Berlino... Sviluppata bene la trama (una storia vera, tratta dal romanzo scritto da una delle protagoniste della vicenda) il gioco è praticamente fatto. Nonostante il formato TV (c'è qualche rallenti di troppo tanto per fare gli americani) l'attenzione non cala mai grazie a una bella Berlino d'epoca e a una minore attenzione agli aspetti sentimentali. Post-finale con il discorso "Ich bin ein Berliner". Rossi Stuart si conferma anche nelle fiction ottimo attore.
MEMORABILE: La costruzione del muro fatta a insaputa dei berlinesi.
Il Dandi: Questa della RKO è la miglior trasposizione del romanzo di Victor Hugo (benché anch'essa non priva di licenze). Di fatto è un remake migliorato della versione muta della Universal, di cui riprende l'impianto coreografico dell'ambientazione ma senza gli indugi che costringevano ad accelerazioni frettolose. Gioca a favore, nel paragone, anche l'interpretazione di Laughton, meno incline di Chaney all'horror shock: acquistando la parola il suo Quasimodo diventa consapevole e rassegnato, dotato di un più umano patetismo.