Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Comunque miliare, testimoniando l'unico incontro "pubblico" tra due generazioni di maschere italiane, quella aggressiva, cinica ed egocentrica di Albertone e quella più umanistica, antica e popolare di Totò. Al di là di questo affatto accessorio elemento storico, il film si incastona perfettamente nel processo di crescita del sodalizio Steno-Monicelli, arricchendo la galleria di travet del nostro cinema (Campanini, Rascel, Fabrizi) di una ironicamente amara dimensione cechoviana. Coerente e solo apparentemente conciliatorio il finale "fantastico".
MEMORABILE: I duetti Totò - Sordi; Il pappagallo che insulta il ministro; Il funerale "autotrasportato"; Totò col fazzoletto attorno alla testa.
Gestarsh99: A dispetto di una critica ufficiale che lo ha sempre stroncato, a me il Celentano attore è sempre piaciuto. Il suo modo di fare sardonico e megalomane mi ha sempre divertito e soddisfatto. In questo film la sua immedesimazione scimmiesca è pressochè perfetta, anche perché connaturata al suo essere gommosamente disarticolato. Per una volta sceneggiatura e dialoghi passano in secondo piano, sommersi dalle musiche cupe e martellanti e dalla rustica metamorfosi pinocchiesca del molleggiato. Bella e sensuale la Bouquet, bravi Andreasi e Robutti.
MEMORABILE: Per recuperare una lattina rotolata in un tombino, Celentano sposta un'intera piazza con monumento annesso. Il sottofondo musicale è da pelle d'oca!
Galbo: Omaggio del regista Zeffirelli ad un grande mito dell'opera. Probabilmente frutto di una sincera ammirazione per la grande artista, Callas forever non si può però definire un'opera riuscita perchè fatica ad evitare i clichè del filone "riscoperta dell'artista scomparso". Un episodio inventato che poteva funzionare sulla carta ma che diventa una rassegna del già visto e prevedibile con un buon cast purtroppo sprecato.
Geppo: I fratelli Verdone avevano già intuito, nel 1986, che il dimagrimento sarebbe diventato un tema sempre più importante, col tempo, e non si son sbagliati. La coppia Verdone/Pozzetto offre il massimo della miglior comicità italiana, molto leggera ma spassosa. Due protagonisti con un umorismo diverso ma che insieme azzeccano il genere. Molto precisa la regia di Luca Verdone (anche se il fratello Carlo preferisce prendere le distanze da questo film, chissà perché?), orecchiabile la colonna sonora di Pino Donaggio. C'è anche la mitica Sora Lella.
MEMORABILE: "Ai 2 porconi"; Il tormentone di Verdone alla povera nonna: "Sempre 'sta mummia tra le palle!"; Il pugile; Le uova sode del dottore.
Pigro: La cortigiana matura e il ragazzetto: strana storia d’amore dal romanzo di Colette, in una versione perfidamente calligrafica. Più del sentimento, infatti, il tema è quello dell’età: troppo giovane quella di lui, sospesa tra un egoismo infantile e un’affettività capricciosa, e troppo vecchia quella di lei che si illude di un rapporto sbilanciato. Il film si destreggia in questi meccanismi, con levità (manca un vero scavo psicologico) e con improvvisi affondi dolorosi, supportato da un buon cast e da una buona ricostruzione d’epoca. Piacevole.
Galbo: Film ispirato alla vera storia dei fratelli Bielski, ebrei bielorussi che durante l'invasione nazista del loro paese protessero per alcuni anni nella foresta un gruppo di loro compatrioti salvandoli dalla deportazione.Una storia estremamente drammatica che il regista Zwick racconta rifuggendo il più possibile dagli stereotipi hollywoodiani e cercando di comprendere le motivazioni profonde dei personaggi. Molto efficaci l'ambientazione e la ricostruzione storica. Buono il cast.
Galbo: Rampollo ricco e viziato trova occasione di redenzione occupandosi di un giovane malato. Pellicola tedesca che parla di una grave patologia, ma ha il pregio di non eccedere nei toni melodrammatici. Il merito è in parte dicuna sceneggiatura che bilancia la parte drammatica con quella brillante, e in parte legata alla scelta di due protagonisti poco noti (almeno da noi) e credibili. Nel complesso un buon film, anche se poco originale.
Kinodrop: Un grave sintomo del sopraggiungere dell’Alzheimer riunisce la famiglia attorno alla madre. Mentre i figli son convinti che la donna vada assistita in un centro specializzato, il burbero e cocciuto padre (un grande Forster) si rifiuta di prendere atto della situazione. Ne seguirà una resa dei conti familiare in cui affiorano pregressi conflitti e asperità caratteriali. Se nel tratto iniziale prevale la solidità della sceneggiatura nel disegnare le ragioni di ognuno, si assiste poi a uno sbracamento sentimentalistico con epilogo dolciastro.
MEMORABILE: L'uscita di notte tra la neve; L'inutile personaggio della nipote; Bridget e il cambio delle serrature.
Gestarsh99: Impressionante come il vecchio Eastwood non ne stia sbagliando più una, in questi ultimi 10 anni. La sua cifra stilistica improntata al classicismo più scorrevole e sobrio, le figure e gli argomenti trattati riescono a mettere lo spettatore sempre a suo agio. Di nuovo un personaggio razzista, solitario, scontroso, misantropo, insoddisfatto del modello odierno di famiglia e poco fiducioso nella validità delle soluzioni prospettate dalla chiesa; nuovamente i temi dell'adolescenza difficile, del riscatto da un rimorso oscuro e mai elaborato, della scelta volontaria della propria morte; di nuovo un film dolorosamente anti-moderno.
MEMORABILE: Le continue smorfie di disprezzo di Eastwood.
Geppo: Film inizialmente, a quanto pare, scritto per Enrico Montesano (che infatti è l'autore del soggetto), è poi misteriosamente passato a Gigi e Andrea; per modo di dire, perché in effetti in questa pellicola troviamo soltanto parzialmente la celebre coppia: Roncato è il protagonista in assoluto mentre Sammarchi passa un po' in secondo piano. Un film in cui i due si trovano circondati da molte attrici (il 90% del cast è femminile). Ambientato interamente in una nave. Gigi e Andrea ci offrono qualche simpatica gag. Film piacevole che strappa qualche sorriso.
Paulaster: Giovane disegnatore cerca il suo equilibrio tra il lavoro che cerca e la scomparsa di un'amica. Sorta di commedia generazionale che ha il suo punto di forza nelle riflessioni non banali. Sceneggiatura che mescola flashback al reale con gli interventi da grillo parlante dell'armadillo in questione, che risultano abbastanza inutili. Protagonista in parte, non bene Castellitto jr. che quando recita non sempre si fa intendere.
MEMORABILE: Panatta che dice di andare a casa; La ripetizione al ragazzo che deve scaricare [f=3306]L'odio[/f] di Kassovitz.
Pigro: Il prof ha la moglie americana e l’amante italiana che ha sposato il fratello gay della prima. Sorvoliamo sull’ottovolante della trama del romanzo di Soldati (padre), diretta da Soldati (figlio). Ciò che risalta di più (a parte la scarsa qualità attorale, a cominciare dal protagonista, lo svedese Berggren, improbabile mediterraneo!) è la narrazione frettolosa, condotta per rapide illustrazioni di snodi del plot. Una sorta di riassuntino per frammenti, che mantiene tutto in superficie, senza un minimo di motivazione e emozione. Scialbo.
Xamini: Ciò che oggi è bamboccione allora era vitellone. Neologismi a confronto per un medesimo tema di fondo: la paura di crescere o, meglio, la voglia di rimanere in una fase intermedia. Che, nel film, è associata a una provincia fatta soprattutto di ore notturne in cui, ironicamente, è un ragazzino a muoversi verso il duro lavoro. Il suo incontro con il melanconico Interlenghi è un po' chiave di volta: farà maturare quell'insoddisfazione che è un po' un treno che si allontana quasi con disprezzo, quando non con delusione dal gruppo di irriducibili vitelloni.
MEMORABILE: La domanda del ragazzino, alla stazione
Il Dandi: Dramma resistenziale epico e corale, in cui tra l'ombroso Salvatori e il pavido Trieste (loro due i migliori del mazzo) è compreso un ventaglio di caratteri appena accennati (la gentilezza di Castelnuovo e il cinismo di Milian) ma funzionali, in cui ogni personaggio resterebbe incompiuto se non fosse salvato (cinematograficamente parlando) dagli altri. Corretto, mai esasperato, con buoni momenti di tensione (Trieste che sta per confessare al commissariato, il giovane milite che chiede un passaggio) drammatica oltre che civile.
MEMORABILE: Milian, sottotono, domina la scena del posto di blocco fascista.
Graf: Un interessante film di ambientazione paesana di Marino Girolami. Siamo nei primi anni sessanta e vari fatti si intrecciano nel ridente paese di Soriano nel Cimino che risente, alla lontana, dell'incipiente boom economico con i relativi primi timidi tentativi di speculazioni edilizie (qui la costruzione di una piscina). Tra amori contrastati, conflitti sociali, parroci paciosi che fanno da pacieri, sapidi ritratti di velleitari vitelloni di paese, tra chiacchiere da bar e da barberia, avvenenti ballerine e feste di Carnevale, il film si lascia vedere.