Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: In qualche modo giro di vite della filmografia dell'amato Gianni, è un film diretto e complesso, popolare e ambizioso, umile e ostile, livido e appassionato, il cui stesso insuccesso è significativo. Permeato senza sosta da un insostenibile tenerezza e, quasi suo malgrado, da uno sconcertante horror vacui, ha nelle sue incongruenti ellissi, nei suoi evidenti vuoti e buchi, le ragioni stesse della propria forza "romanzesca" e di una verità esemplare e "filosofica". Lo Verso feticcio insostituibile, Giuffrida probabilmente troppo necessariamente debole.
MEMORABILE: La famiglia foggiana che cerca un incomprensibile indirizzo; L'educatore Gifuni al battesimo; Il finale.
Daniela: Un medico si imbarca sul veliero del famigerato Barbanera con lo scopo di trovare le prove della sua collusione con l'ex corsaro Morgan, ma i due sono in realtà nemici... Film d'avventure con tutti gli ingredienti del genere, compreso un tesoro conteso ed un matto sull'isola deserta, diretto con mano sicura da Walsh, divertente con i suoi continui cambi di fronte. Darnell e Andes sono belli da vedere ma la parte del leone la fa Newton che, con gli occhi allucinati, la barba annodata e la voce possente, regala un altro personaggio memorabile dopo il magnifico Long John Silver di due anni prima.
Rambo90: Simpatico film a episodi uniti dal commissariato gestito dal grandissimo Nino Taranto, che in più d'una occasione strappa risate. Gli episodi migliori sono quello con Billi e Riva e quello finale con un Sordi davvero in palla, costantemente sopra le righe e per questo spassosso. Un po' lento all'inizio, comunque è un film che vale la pena vedere, per il meraviglioso cast a disposizione.
Myvincent: Sulla scia dei film sul Vietnam, Margheriti si cimenta, coi pochi mezzi a disposizione, realizzando un prodotto artigianale non privo di veridicità. Peccato per il protagonista, David Werbeck, attore tanto prestante quanto totalmente fuori dal personaggio. Tra la vegetazione lussureggiante, pantani e soprattutto insidie di tutti i tipi, si muove un racconto avventuroso, crivellato dalle centinaia di proiettili che stenderanno vittime a non finire. Palatabile.
Herrkinski: Robinson Crusoe secondo Villaggio, nonchè una critica divertita alla società cosiddetta "civile", con le sue finte necessità e manie. L'attore genovese interpreta un personaggio non tanto dissimile dal suo standard fantozziano, pur senza esagerare; varie gag sono però proprio le stesse della più nota serie comica. La splendida location fa da cornice a una commedia che non manca di strappare più di una risata, almeno nel primo tempo; in seguito c'è qualche momento di stanca e qualche sprazzo riflessivo, tuttavia nel complesso è un buon lavoro.
MEMORABILE: Zin-zin; mugugnini; le prove di forza; l'impatto traumatico con la natura dell'isola.
Daniela: La cortigiana Maria si destreggia fra il leale centurione Gaio Marcello e l'infido Anan, membro del Sinedrio in combutta con il bandito Barabba, fino a quando Gesù le fa il miracolo di resuscitare il fratello Lazzaro.. Non diversamente da quello che accadeva nei tanti biblici nel periodo, Bragaglia attinge liberamente dai testi sacri per confezionare un melodrammone edificante, in barba a qualsiasi scrupolo filologico. Il risultato non è del tutto privo di attrattive grazie alla fotografia sgargiante e alla bellezza di De Carlo, ma risulta comunque pesante, trionfo di retorica: un mattone.
Myvincent: I tre grandi sono Roosvelt, Churchill e Stalin, attesi a Casablanca per decidere le sorti di una guerra infinita, mentre gli attentatori sono cinque uomini capitanati da un ufficiale disposto a tutto pur di raggiungere la meta. Scenari esotici, travestimenti vari e trappole inaspettate rendono forsennato il ritmo di questo film girato con navigata esperienza e in cui si inserisce in qualche modo anche l'elemento thriller. Ken Clark inaspettamente serio e risoluto e, fra gli altri, spiccano Horst Frank, Carlo Hintermann e Gianni Rizzo. Sabbia, sudore e granate.
Undying: Intriso di comicità surreale (la macchinetta automatica, distributrice delle "penne all'arrabbiata"), si regge sull'estro -inatteso- di un Vitali scatenato, duplicato (causa doppio ruolo) e ben sorretto dall'indimenticabile Mario Carotenuto e da un variegato cast: Bobby Rhodes (quello di Dèmoni) nel ruolo di Mandingo; Franca Valeri nella parte della contessa spietata (e sopra le righe); Tiberio Murgia a capo delle "Brigate pecorine"; Alfonso Tomas nei panni dell'arbitro. Il fascino (volgarotto) è garantito da Carmen Russo e da Moana Pozzi.
Pinhead80: Un ragazzo sfrutta le visioni che lo tormentano da quando era piccolo per aiutare la giustizia a catturare i colpevoli di atroci delitti o per prevenire omicidi di massa. Bella l'idea di adattare cinematograficamente il romanzo di Koontz, nonostante le evidenti difficoltà incontrate dal regista nel riuscire a ricreare le stesse emozioni vissute su carta stampata. I Bodachs sono ben rappresentati e inquietano a sufficienza. Dafoe invece sembra completamente spaesato.
Galbo: David Fincher si "impossessa" in modo molto personale dell'ottimo materiale letterario di Larsson, per dirigere un thriller cupo e gelido come le belle immagini iniziali. Sceneggiatura che condensa al meglio il torrenziale romanzo di partenza (anche se qualcosa è inevitabilmente perduto) e incisiva prova degli attori, specie Rooney Mara, efficacissima Lisbeth Salander la cui presenza scenica cresce progressivamente. Bellissima la fotografia ed adeguato il commento sonoro.
Caesars: Allen dimostra di saper invecchiare bene e di poter quindi raccontare ancora storie che ci tengano incollati allo schermo. In questa occasione più di un aiuto gli viene fornito dalla splendida fotografia a colori del maestro Storaro e dall'interpretazione, davvero intensissima, di Kate Winslet, affiancata da un comunque efficace Jim Belushi. La trama non è che sia particolarmente ricca di novità, ma indubbiamente il regista newyorkese riesce a modellare la materia con sapienza e a farcela gustare con leggiadria. Bravo Woody.
Claudius: Innocua commediola per tutta la famiglia (anche se in alcune scene si scorge un velato riferimento alle famiglie di adesso). Niente di trascendentale ma il regista riesce a piazzare qualche scena divertente e qualche spunto di riflessione. Affiatati i due protagonisti e simpatici i due ragazzini. Per una serata rilassante sul divano è l'ideale, se non si hanno troppe pretese.
Gugly: Diana come Rebecca, scompare ma incombe... il film è ottimo nel mostrare la dicotomia tra innovazione (rectius adattamento ai nuovi media) e tradizione, incarnata da una sovrana che ha avuto dieci primi ministri tra cui Churchill; Blair è un curioso impasto tra realtà storica e Mister Bean, la royal family fa intuire le freddezze di un'educazione votata al sacrificio dell'individuo a vantaggio dell'istituzione; e comunque Elisabetta ha seppellito Diana, non viceversa. Consigliato.
MEMORABILE: La similitudine con il cervo braccato; I sentimenti antimonarchici di Cherie Blair.
Magnetti: Questo remake è completamente diverso dall'originale. Un colpo all'italiana era un film simpatico nella sua ingenuita e originale. A suo modo un must. Qui, invece, siamo nell'"ordinario" blockbuster, insomma bello ma banalotto con un cast stellare e gran dispiego di (auto)mezzi. Formalmente ineccepibile, garantisce un buon intrattenimento grazie anche alle prove degli attori, fatta eccezione per Norton impegnato nel personaggio meno riuscito della sua carriera.
Mco: Cosa non si farebbe per una donna... Ecco che il nostro Sandler si arma di pazienza ed arguzia per portare a termine la missione più difficile: far innamorare per più di un giorno la smemorella Barrymore. Le idee sono poche, la perseveranza invece gioca a favore della bravura dell'interprete nel saper dosare i tempi comici con quelli più seriosi. Ne viene fuori un filmetto che, sebbene pecoreccio in alcuni frangenti, si presta però ad una spudorata serenitas mentis.
MEMORABILE: Il tricheco che risponde alle domande della Barrymore dietro suggerimento (celato) di Sandler: un vero spasso.
Capannelle: Verdone ritorna alla commedia ben fatta, con un casting azzeccato e tempi comici di prim'ordine. Le gag e le tematiche non saranno del tutto originali ma sono graffianti e portano avanti anche un minimo di satira sociale (vedi la simpatia delle assistenti sociali). Come personaggi, devastanti "loro" (il fratello sniffatore e l'avida sorella), bravina "lei" (la Chiatti che si avvicina alla Gerini) e convincente Verdone in un ruolo ben cucito. ***
Pessoa: Film diseguale di Sordi che satireggia sulla libertà di costumi che cominciava a dilagare. Il primo episodio (**!) è datato e a tratti ripetitivo, si salva grazie alla splendida prova di Albertone. Il secondo (**) paga un protagonista inadeguato (Ponzoni) e uno script poco curato. Il terzio (***) vanta una coppia di protagonisti ben affiatati che rende più efficace la satira sociale. Il quarto (****) è dominato da un grande Noiret che divide la palma del migliore del cast col suo doppiatore Carlo Giuffré. Un buon film, dove si riflette sorridendo senza falsi moralismi.
MEMORABILE: "Il primo che mi parla di valore artistico l'accir 'e mazzat!" (Produttore Costanzo/Philippe Noiret).
Nando: L'esistenza di un illustre professore di letteratura, di religione ebraica, contrassegnata da un doloroso quanto opprimente segreto, che viene criticato dal college ove insegna perché ingiustamente accusato di razzismo. Narrazione tra flashback che punta alla critica del perbenismo americano e all'alchimia passionale che può sorgere tra un attempato professore ed una scapestrata giovane pulitrice.
Galbo: Dopo una prova non convincente come Malena, il regista siciliano torna con uno dei suoi film migliori riuscito in tutto, dall'ambientazione triestina alla storia di cupa disperazione su uno sfondo credibile (una moderna tratta delle bianche) ad ottimi interpreti (bravissima la Rappoport, ma anche Placido mefistotelico, la Gerini, Haber e gli altri) sottolineata dalle bellissime musiche di Morricone presenti in tutto il film ma mai invadenti. Uno dei migliori prodotti italiani degli ultimi anni.
Pessoa: Commedia non irresistibile di Monicelli, che probabilmente paga un soggetto ultradatato già cucinato in molte salse. La sceneggiatura alterna momenti godibili a fasi di stanca, con un ritmo altalenante tenuto vivo dalla bravura del cast, dove emerge la Merlini che conferma di vivere un periodo d'oro. Confezione rigorosa di Monicelli che rinuncia ai toni agrodolci privilegiando una comicità più immediata, che morde molto poco. Un film che gli appassionati del genere potrebbero apprezzare, ma siamo piuttosto lontani dai capolavori del regista.
MEMORABILE: Carlo Taranto che fa Scarrafone, in un difficile rapporto con De Sica.
Gugly: Film simpatico che ha il punto di forza in alcuni episodi, mentre altri onestamente non sono granchè: da ricordare rimangono l'Ultima Diva, Ornella, che possiede un certo coté malinconico (pur di non rimanere solo il ragioniere piemontese rimarrà con l'omosessuale) e soprattutto l'ultimo che da il titolo al film, così smaccatamente datato (bellissime le musiche) da venire citato qualche anno fa anche in una pubblicità.
Belfagor: La ridicolaggine di Cinquanta sfumature era materiale di prima scelta per una parodia, ma Tiddes si limita a un compitino svogliato, pur avendo a disposizione la coppia Wayans/Hawk che ben si presta a deridere i due protagonisti originali. Più che una serie di gag vere e proprie, c'è una banale volgarizzazione del materiale di partenza che fa ricadere il tutto nel già visto. Ogni tanto scappa qualche risatina per un colpo andato a segno, ma nel complesso ci si diverte poco.
MEMORABILE: "Questo è per quella povera ragazza di [f=35250]Cinquanta sfumature di grigio[/f]!" (segue scudisciata).
Lovejoy: Mediocre musicarello interpretato dal cantante in voga in quel momento e in questo caso tocca a Gianni Nazzaro che, come gli altri che lo hanno preceduto, è più bravo nel suo lavoro che nella recitazione. Laurenti se la cava con il mestiere e lo stesso dicasi per il cast, in particolare il solito corollario di caratteristi nostrani. Gigi Reder lascia il segno, così come Franchi e Ingrassia, sempre grandi in questi piccoli ruoli.
Matalo!: Col passare degli anni i limiti di De Palma si sono definiti nettamente, ridimensionando il suo posto nel cinema. Filologico, hitchcockiano, creatore di immagini patinate per necessità di linguaggio più che per vezzo, da un po' di tempo sforna film formalmente corretti ma un po' idioti. Come questo, che dalla sua ha la folgorante annichilente bellezza di una stupenda Rebecca Romijn.