Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: In orbita ventennale attorno alla Terra, gli ultracorpi riapprodano sugli schermi per la quarta volta. Ad ogni nuova discesa si perdon sempre più pezzi significativi dal masterpiece siegeliano e a sovreccedere restano aleatorie rettifiche e sofisticazioni abusive. La Kidman, eternamente incollata al suo santino di martire vessata da rebus oltreumani, campicchia in un remake dalla piega virologica, sbatacchiandosi tra vomici addenda e malmessi flash-forward concepiti ex post dal signor Wolf McTeigue, spedito sul set a tonificare il poco adrenergico operato di Hirschbiegel. Un flop rattoppato.
MEMORABILE: I camerieri del convegno scientifico che vomitano di nascosto nelle bevande la loro sostanza genetica contaminante...
Ultimo: Visto il buon successo della coppia Boldi-Mattioli in Un ciclone in famiglia, si è pensato bene di riproporre gli attori in altra veste. Il guaio è che qui i due attori non hanno alle spalle una sceneggiatura nemmeno lontanamente passabile e così, seppur con qualche momento non disprezzabile, ci si annoia e il prodotto risulta così insufficiente. Grossa delusione.
Gestarsh99: Prosecuzione tematica del diseguale Squadra antimafia, è anche l'unica pellicola della saga interamente girata negli Stati Uniti. Il debole fattore poliziesco scompare completamente sotto la grana grossa di una commedia action caciarona alla Colizzi/Barboni/Fondato, che oltre alla "scudisciante" performance canora di Asha Puthli vede la ricomparsa divertitamente appiccicosa della riccioluta Margherita Fumero alias Maria Sole, la pressantissima spasimante bruttina continuamente respinta dallo sgattaiolante Giraldi, le cui parentesi risultano questa volta più intonate al clima spiritoso generale.
MEMORABILE: L'esibizione "discopub-ica" di Asha Puthli; Milian che costringe lo sgherro reticente ad ingozzarsi di banane fino all'indigestione...
Cotola: Nuovo non lo è di sicuro. Situazioni e sviluppi sono abbastanza noti. Tuttavia la sapiente regia di Sheridan e una discreta sceneggiatura riescono a destare l'interesse dello spettatore e a coinvolgerlo riuscendo anche a raggiungere una buona intensità emotiva in alcune scene grazie anche all'apporto del cast la cui prova rappresenta il punto di forza della pellicola. Buono.
B. Legnani: Il vero protagonista della pellicola è Saro Urzì, che sforna una favolosa prestazione sul grottesco, con la quale cattura in modo magnetico lo sguardo e l'attenzione. Poi si ricorda Leopoldo Trieste, anch'egli maschera grottesca. Curiosamente passano in secondo piano i due giovani, per quanto decisamente bravi. Film forse meno graffiante rispetto all'ottimo Divorzio all'italiana, ma parimenti imperdibile.
Xamini: Fotografia eccellente in b/n per questa riduzione cinematografica in cui tutto fila liscio e prende una certa direzione sino al processo. Qui - e in modo particolare in una visione odierna - si percepisce una lentezza eccessiva che addormenta lo spettatore, oltre ai pargoli di Peck. Peccato perché tutto il resto del film procede con un buon ritmo, il buon Gregory fa il suo figurone e l'amalgama complessiva riesce a funzionare restituendo un buon sapore complessivo.
MEMORABILE: Assolutamente i titoli di testa, chiave di lettura del film
Galbo: Una convincente opera letteraria (di Scott Turow) dà vita ad un film altrettanto convincente frutto di un discreto adattamento letterario. La vicenda che a tratti appare macchinosa è tuttavia ben diretta, con sapiente alternanza di momenti di tensione e pause narrative fino al colpo di scena finale. Buona l'ambientazione e valido il cast: se Ford presenta una recitazione piuttosto nella norma, molto buone appaiono le prove dei comprimari, specie la Scacchi e Raul Julia.
Il Gobbo: Godibile, ritmo, trovate e belle facce del cinema avventuroso dei due mondi, fra Graves e Tamba. Il marchio di fabbrica argentiano sono le armi da taglio, affidate a un maneggiatore esperto come appunto Tetsuro Tamba. Il ghiotto nome del Dario ha preso la mano ad alcuni compilatori di filmografie, che addirittura gli attribuiscono la regia tout court, ma pare assodato che il film l'abbia girato Zingarelli. Da rivalutare.
Ronax: Dietro il titolo acchiappagonzi partorito dalla distribuzione italiana si nasconde un horrorino seriale girato con sbrigativa superficialità e lontano anni luce dalla gloriosa tradizione britannica in materia. Vedibile solo per la bella fotografia e i numerosi e pregevoli nudi delle due protagoniste, soprattutto di Ann Michelle, la storiella è il consueto frullato di sciocchezze pseudo-sataniche, con contorno di ridicoli sabba e di rituali erotici decisamente goffi.
MEMORABILE: Gli accappatoi indossati dal gran sacerdote e dalla sua assistente.
Giùan: Altro film maiuscolo del Gran Capitano Clint, capace ormai di trasformare in classico qualsiasi copione gli capiti tra le nodose mani. Impeccabile la ricostruzione d'epoca, perfetto nel ritmo e capace di amalgamare le eterogenee parti (si va dal milieu piccolo borghese al poliziesco al drama giudiziario, dalla denuncia della corruzione fino agli sconfinamenti horror con le scene nell'ospedale psichiatrico e nella fattoria del serial killer). Si comprende come la monocorde Jolie sia funzionale al personaggio, ma talvolta ci si stufa dei suoi labbroni.
MEMORABILE: Il ritorno a casa e la cognizione della scomparsa del bambino. La confessione del ragazzino "complice" e vittima del serial killer.
Herrkinski: Deciso passo indietro rispetto al discreto Profumo. Una storia d'amore tormentata che convince poco, tra tentazioni sadomaso, liti e tragedie; la parte erotica è pressoché inesistente, quella sentimentale non è sufficientemente interessante per mantenere l'interesse e lo script in generale è povero d'idee. Tra una ripetitiva ost (a cura di Ron), una fotografia sciapa e prove attoriali discutibili ci si trascina al finale drammatico con stanchezza, a concludere un lavoro di cui risulta difficile immaginare un eventuale bacino d'utenza.
Markus: Tra le gelide montagne del Tirolo e i severi pini innevati si consuma una favoletta moderna dal taglio decisamente femminile e romantico (regia e sceneggiatura della Carone). L’idea dell’incontro-scontro dei protagonisti è una formula logora, che qui evidenzia platealmente tutti i limiti del “già visto”; resta quindi la buona caratterizzazione dei personaggi, con la Mascino a proprio agio nel ruolo dolce e amaro di zitella e un De Sica (nome evidentemente di richiamo) meno convenzionale del solito ma convincente.
Il Dandi: Gradevole esempio di commedia vacanziera anni '50, tra pic-nic in Vespa e cha-cha-cha ballati al suono di un giradischi a valigetta. Non granché, si ricordano soprattutto le performance di Sordi e Cervi, sempre di rango anche se cosretti a macchiette di poco spessore: il primo diverte per la spavalderia con cui affronta un mondo che non gli appartiene (senza più la soggezione di quando si fingeva il Conte Max); il secondo è reso geloso e cornuto da una moglie troppo giovane, ma si preoccupa soprattutto che lei non appoggi i gomiti a tavola. **
MEMORABILE: Sordi che stravince a poker tira la partita fino all'alba: "Aho, io non c'ho sonno, se famo un cafféllatte?"
Galbo: Deliziosa commedia italiana diretta dal bravo Silvio Soldini, è un film che ha il pregio della leggerezza dei toni che non è sinonimo di disimpegno, anzi si concilia con una particolare cura della buona sceneggiatura a caratterizzare psicologicamente i personaggi. Rilevante la contrapposizione tra i due personaggi principali che costituiscono in fondo due anime che accantonano momentaneamente la solitudine per incontrarsi e condividere un comune percorso. Bravissimi Licia Maglietta e Bruno Ganz.
Pigro: Un pubblicitario senza idee buone si svena per una casa in campagna. Commedia gustosa e divertente, con un terzetto coi fiocchi come Cary Grant, Myrna Loy e il terzo incomodo Melvyn Douglas. Un bel ritmo, sequenze irresistibili e buoni dialoghi raccontano le ambizioni sociali della classe borghese nell'America liberal degli anni 40, svelando - con salace ironia - le mille fratture della vita quotidiana. Delizioso.