Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Rambo90: Rilettura comica dei moschettieri, prodotto da Buffardi sulla falsariga dei 4 monaci. Rispetto a quest'ultimo il divertimento è minore, anche perchè dei quattro protagonisti l'unico spesso in scena è Fabrizi, mentre soprattutto Macario appare sacrificato in poche scene. Qua e là si ride comunque e il ritmo è svelto, inoltre Peppino nei panni del cardinale Richelieu è davvero spassoso. La regia dell'abile Bragaglia, al suo ultimo film, è corretta e funzionale. C'è anche una copia dell'intera sequenza di Stanlio e Ollio in prigione presa dai Diavoli volanti.
Homesick: Negli occhi dolcemente rassicuranti e insieme malinconici della Buccella si manifesta l'anima di questa commedia di Salce, che dalle allegre premesse si fa sempre più amara percorrendo un cammino incerto: pervio quando rintraccia le vicissitudini quotidiane dell'impacciato provinciale Morandi nella ricerca di lavoro e nel controverso rapporto con la compagna che lo mantiene; sdrucciolevole allorché devia su stonanti parentesi farsesche (l'invito dei vicini di casa, il colpo al monastero). Ovvio che la Buccella si faccia notare anche per le gambe e per la mise chic da prostituta metropolitana.
MEMORABILE: Il completo rosso che la Buccella regala a Morandi; l'appartamento-topaia di Moranti e la sua trasformazione dopo l'intervento della Buccella.
Rambo90: Ottimo western che ricompone la coppia Wayne-Martin (qui sono fratelli) gettandoli in una classica storia di vendetta (cercano l'assassino del padre). I personaggi sono ben delineati, la regia del veterano Hathaway è solida e veloce, il ritmo sostenuto e molti momenti sono da ricordare. Ottimo il cast di contorno (c'è pure Dennis Hopper giovanissimo).
Geppo: Il simpatico Lino Banfi è qui nei panni del commissario Bellachioma che, in un certo senso, anticipa già il glorioso commissario Lo Gatto di qualche anno dopo. Siamo nei primi passi della svolta di Banfi, che dopo gli anni della commedia sexy cambia direzione per interpretare le commedie brillanti. Il film è molto divertente, un poliziesco-comico diretto da un buon regista come Giorgio Capitani. La coppia Banfi/Belli funziona ottimamente. Ruolo coraggioso per la Belli. Si ride!
MEMORABILE: Banfi che cucina gli spaghetti: "Quando la pasta non è al dente... il cuoco è un deficiente!"
Il Dandi: Farsa pruriginosa con un canovaccio di quelli in cui si recita a soggetto: sulla scena stavolta abbiamo una Fenech insoddisfatta come da titolo, un Lovelock sposino impotente, una Baker suocera piacente e zio Montagnani solito galletto ruspante, mentre nelle seconde file mugugnano hippy francesi, erotomani siculi e ninfomani tedesche. Né il migliore né il peggiore esempio del genere ma il paradigma di un cinema né davvero comico né davvero erotico, che aveva una sua funzione (sia commerciale che sociale) solo prima dell’avvento del porno.
MEMORABILE: Il riferimento al chirurgo Barnard, autore del primo trapianto di cuore della storia: "Quello è un genio, magari trapianta anche i coglioni!"
Galbo: Holly una giovane donna felicemente sposata perde improvvisamente il marito a causa di una malattia. Subito dopo comincia a ricevere dall'uomo una serie di lettere che l'aiuteranno a continuare la propria vita. Film difficilmente catalogabile (commedia o drammatico?) P.S. I Love You affronta il tema della perdita e dell'elaborazione del dolore in modo decisamente originale e pur non essendo un capolavoro appare discretamente scritto (raramente cade nell'effetto lacrimevole) e ben interpretato da un cast all'altezza.
Capannelle: Tucker fu un vero self-made man che nel dopoguerra riuscì a inventare una macchina molto più avanzata di quelle prodotte da Ford, Chrysler e GM. Riuscì però a fabbricarne solo 50 prima di venir sopraffatto da debiti e cavilli legali. Ma 46 di quelle 50 girano ancora oggi. Racconto pieno di slancio e calore narrativo (grazie anche a Tavoularis sceneggiatore e Storaro alla fotografia), metafora delle lotte che anche i registi devono affrontare contro le major dominanti. Bridges offre una bella prova nel ruolo dell'indomabile sognatore.
Rambo90: All'altezza del prototipo eppure diverso. Qui il gruppo di sopravvissuti è decisamente meno incisivo (eccezion fatta per un buon Kurt Russell e i simpatici Dreyfuss e Dillon), ma l'azione ben girata e gli effetti speciali riusciti (Petersen aveva già girato La tempesta perfetta e altri action di buon livello) tengono insieme l'operazione, dove non manca comunque tensione o la lacrimuccia verso il finale. Un catastrofico ben confezionato, ottimo.
Pinhead80: Il film che ha fatto innamorare molte persone delle arti marziali. Chen cerca di rifarsi una vita e trova lavora presso una fabbrica di ghiaccio, ma troverà solo inganni e morte sulla sua strada... Rispetto ad altri film del grande Bruce Lee si cerca di privilegiare la storia ai combattimenti. Il risultato è buono, anche se si vedono le pecche di una produzione molto risicata. Forse la sua forza "furore" deriva proprio da questa semplicità.
MEMORABILE: Chen che si presenta per la resa dei conti dal proprietario della fabbrica di ghiaccio.
Gestarsh99: Spropositatamente strapazzato da critiche ufficiali spurie, travisanti e allarmistiche, il film di Morel è senza inutili malizie un buon action autoritario e ipermovimentato, che al di là di insussistenti onanismi politologici guarda ai propri contenuti con gli occhi umidi e rabbiosi della sovraeccitazione emozionale, radicalizzando nel puro entertainment l'empito istintivo di un padre per la propria figlia in pericolo. Il rubizzo Neeson non si da pace nemmeno per un dannato istante, indefessamente proteso sotto una grandinata di manritti, ginocchiate, piombo fischiante e scarrozzate extra codice fuori e dentro Parigi.
MEMORABILE: L'elettrocuzione somministrata attraverso i due grossi chiodi infilzati nelle ginocchia del criminale albanese...
Paulaster: Tre pensionati decidono di partire per l'estero per vivere meglio. Tema attuale per chi percepisce pensioni misere, quasi costretto a dover emigrare per un quotidiano poco dignitoso. Di Gregorio propone il suo approccio garbato con vista sulla terza età in un soggetto di scarso respiro. La fase preparatoria è la migliore anche perché verso la fine si capisce dove si voglia andare a parare. Anche piccole sottotrame restano solo accennate (la donna al bar, la figlia) e si potevano aumentare le prove per la partenza. Colangeli il migliore.
MEMORABILE: La rosa dei paesi candidati; La birra come modello di potere d'acquisto; I gratta e vinci.
Pumpkh75: Del Toro compone una storia fanciullesca che sa tanto del miglior Dante, la orna con reminiscenze della Hammer e riesce come sua firma ad infilarci un altro labirinto del fauno. Bellissime scenografie e ottima fotografia, buono anche il cast, in cui spicca la bravissima bambina. Ma l’autogol da metà campo è clamoroso: i mostriciattoli sono pessimi, realizzati con la solita vacua CGI e non mettono la minima paura. Andavano bene persino dei Troll alla Occhio del gatto.
Galbo: Primo film davvero noto e importante di Pedro Almodovar, è la storia di una ragazza che coltiva marijuana sul balcone e viene per questo sessualmente ricattata da un poliziotto. Tutto il mondo surreale, ironico e grottesto del regista iberico viene concentrato in un film spassoso e divertente che mette alla berlina la società spagnola contemporanea.
Modo: Documentario che narra in particolare i primi anni dei Pink Floyd, con diverse testimonianze legate ai primi anni londinesi della band. Assistiamo ad aneddoti divertenti come la frequentazione del locale undergrond UFO. Altri invece sono più tristi, come il deperimento fisico e mentale di Syd Barret. Forse si parla troppo del periodo lisergico mentre è un po' tirato via quello di maggior successo commerciale, costellato di capolavori assoluti. Nel complesso godibile, specialmente durante le immagini della Londra che fu!
B. Legnani: Tremendissimo pasticcio, per rafforzare il quale (rafforzare?) devono essere stati aggiunti dei dialoghi (il cavallo parlante sa di rimedio dell’ultimo momento), il che non alza certo il livello dell’infimo prodotto. Come segnalato da Davide Pulici su "Nocturno", il califfo è Piero Regnoli (n.c.): vederne il volto è, se si escludono le poppe della Marzano, la cosa più interessante del film...
Xamini: Pietà solo nello spillo di un istante, questo diciottesimo lavoro di Kim Ki-duk è amaro come la realtà che ritrae e sporco di alcune crude brutture dell'animo umano. Le cui sfaccettature sono riprese da una prospettiva madre-figlio, nella quale i pesi si vengono a spostare in un gioco di forze che si muove lungo binari inconsueti. Non sempre ben recitato, rimane comunque di un'intensità che colpisce, pur senza strappare una sola lacrima.
MEMORABILE: Alcune inquadrature, in particolare nelle scelte di luci/colori (la madre con la sottana rossa su sfondo bianco, tra quelle finali)
Cotola: Il secondo, commovente e intenso, film di Pasolini riprende molto da vicino temi e personaggi del suo capolavoro d’esordio Accattone. La mamma Roma del titolo (interpretata da una strepitosa Magnani), infatti, ricorda il personaggio della prostituta Maddalena, mentre il personaggio di Ettore è una filiazione di Accattone da cui comunque si distacca notevolmente sotto certi aspetti. Splendidi e funzionali alla trama, i richiami alla pittura rinascimentale fra cui resta nella memoria la citazione del capolavoro del Mantegna: il Cristo Morto.
Ultimo: Una ragazza si finge maschio per giocare nella squadra di calcio del college. Discreta commedia giovanile, con una tipica costruzione made in USA, senza nulla di esaltante ma comunque scorrevole, adatta a un pubblico di tutte le età. C'è anche qualche momento comico che non guasta. Finale artefatto, ma logico nell'ottica dell'evoluzione della vicenda. Da segnalare la presenza di un giovane Tatum.
Cotola: L'abbandono di un neonato in taxi è l'inizio di una vera e propria odissea tragica per il proprietario. Grandissimo film in cui lo spunto di partenza serve al regista per mettere in scena un viaggio all'interno del suo paese di cui ci viene fornito un ritratto a dir poco impietoso. Un paese che dietro le luci della "modernità" e del "progresso" nasconde tutta la sua arretratezza economica, culturale e soprattutto umana. Un paese in cui le parole speranza, giustizia ed altruismo sono mere utopie. Tematicamente profondo, stilisticamente maturo e narrativamente coinvolgente. Eccellente.
MEMORABILE: Gli ultimi dolorosissimi minuti all'orfanotrofio; Il carrello all'indietro a sottolineare il dramma della protagonista.
Pinhead80: Un film talmente pazzo che riesce persino difficile inquadrarlo in un genere. Ma forse è giusto che sia così, perché lo spirito di libertà che si respira è tale da distruggere ogni categoria di pensiero. L'amore folle rapisce il cuore e annienta ogni pensiero razionale, conducendo l'essere umano ad azioni che, viste dall'esterno, parrebbero assurde e totalmente prive di senso. Mikkelsen giganteggia nel ruolo dell'ex marito malavitoso e fuori di testa, pronto a tutto pur di non perdere la proprio ninfa.
Homesick: La verginità del titolo è quella dell'animo delle persone semplici ed integre, che rischiano di perderla cadendo tra gli artigli rapaci di sfruttatori senza scrupoli. Il quadretto delle lusinghe del mondo dello spettacolo e dei suoi squallidi retroscena nell'Italia postbellica resta solo a livello di abbozzo tracciato da una sceneggiatura didascalica, cui le interpretazioni della tormentata Rossi Drago, dello sgradevole Foà e della spaurita Genna pongono rimedio drammaturgico, svincolandosi dalla tremolante regia: decisamente, De Mitri non è il Lattuada di Senza pietà.
MEMORABILE: L'impegno e la disperazione della Rossi Drago; la falsità di Toso e Foà.
Guru: Divertente commedia che ci riporta indietro con gli anni ma che continua a far sorridere con il duo Billi & Riva. La solita storia di ladruncoli imprenditori che stavolta però arrivano a spuntarla.... anche con il commissario! Il bel canto primeggia insieme ad un'altra nota, ma stavolta di elogio particolare, per Alberto Sorrentino (nel film soprannominato "signorina"), che ha lasciato al cinema italiano il ricordo dei suoi numerosi personaggi (dallo stralunato allo straccione sempre affamato). Brava e bella Bice Valori.