Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Pessoa: Una storia, quella di Arpino, che ha permesso a Gassman di vincere l'unico Leone d'Oro della carriera e frutterà a Pacino l'unico Oscar, oltre che una serie di altri premi prestigiosi per entrambi. Qui il Mattatore mena le danze con la solita, superba superioritá. Dino Risi forse era l'unico che poteva ricondurne l'esuberante energia creativa nei binari di una sceneggiatura tanto lineare. Piú che buono il cast di contorno. Un grande prodotto del cinema italiano che gli stranieri ancora imitavano. Merita senz'altro la visione.
Gestarsh99: Secondo capitolo del magistrale trittico germiano, ancora più perfido e cattivo del precedente. Germi si sbizzarrisce senza pietà, scatenando il suo carrozzone di maschere deformi alla Bosch e prendendo duramente di mira costumi e mentalità di quel meridione odiato/amato. A cosa può arrivare l'umana volontà pur di preservare un illogico senso dell'onore e della pubblica rispettabilità? Ce lo mostrerà il nodoso e manesco Saro Urzì, deus ex-machina di istrionica potenza, artefice di tutta una impalcatura destinata a crollargli addosso. Capolavoro.
Geppo: Questo musicarello fresco e colorato interpretato da Bobby Solo e diretto da Mariano Laurenti si lascia vedere con simpatia anche se la trama sembra un po' banale e già raccontata in numerose commedie musicali. Cast ricco di numerose presenze tra cui Loretta Goggi, Pippo Franco, Gigi Reder ed un giovanissimo Fabio Testi. Tutto sommato un buon film e poi Laurenti è un regista validissimo. Decisamente da vedere!
Galbo: Buon film che si ispira ad in caso di cronaca che coinvolse la star del cinema porno John Holmes. Il regista James Cox racconta la storia in modo molto efficace, avvalendosi di una buona ricostruzione ambientale e di un montaggio incisivo che assicura alla pellicola un ritmo elevato. Rimarchevole l'interpretazione del cast, con Val Kilmer nel ruolo del protagonista in una delle migliori prove della carriera.
Il Gobbo: Super-super culto, la rutilante, tamarrissima, bambinesca, ultra-pop serie tv che toglie a Batman ogni lato oscuro, lasciando la coloratissima superficie da fumetto tutta "POW!", "KNOCK!", "KA-BLAAM!", fra Roy Liechtenstein e il luna-park. I 2 eroi sono un po' bischeri (specie Robin con le sue esclamazioni ("Holy bill of rights!"... ) tradotte alla buona in italiano; il meglio sono i favolosi cattivi, coi loro lambiccatissimi piani, i loro astrusi congegni, i loro stupidissimi tirapiedi. Fantastico.
Anche un film per le sale.
Pigro: Durante la parata di Hitler a Roma, una casalinga e un omosessuale rimangono da soli nel loro caseggiato e si incontrano. Film di grande delicatezza e sensibilità nell’accarezzare prima, nel seguire e penetrare poi queste due figure di emarginati dal sistema fascista (ma potrebbe essere qualsiasi altro: complimenti per la contestualizzazione storica precisa ma anche simbolica). Mastroianni e Loren sono magistrali nel far emergere le psicologie dei personaggi. Bella la fotografia. Forse un po’ tirato in alcuni momenti, ma sempre di alto livello.
Reeves: Stranissimo peplum "ricco", con abbondanza di mezzi e soprattutto di registi (Brignone che muore a inizio film, Freda che fa le scene di battaglia, Antonioni che gira gli interni, Leone che scrive la sceneggiatura). Paradossalmente, forse è la migliore interpretazione per Anita Ekberg pre-Fellini, anche se immaginare che la mitica regina Zenobia potesse essere bionda... Cattivissimo Lulli, conturbante Alonso, eroico Palmara: e vedendo il film ci si tuffa in un'avventura senza tempo, affascinante proprio perché improbabile.
MEMORABILE: L'evangelizzazione proposta da Palmara; La battaglia finale, veramente sontuosa.
Pessoa: Peckinpah inizia con questo film la sua personale dissezione del western classico, all'epoca poco capita e stravolta dalla produzione, che temeva un fiasco. Buoni poco rassicuranti, cattivi che diventano degli eroi, tutti combattono tutti in una storia che è solo un pretesto per eviscerare le contraddizioni statunitensi fin dalla genesi della nazione, come una sorta di DNA malato. Heston e Harris sciorinano talento puro, ottima anche la prova dei comprimari e di livello la sceneggiatura, che cerca il bene e il male nelle pieghe delle cose. Fra i migliori esempi nel suo genere.
MEMORABILE: Le scene di massa; Il "dialogo" fra Harris e Heston nel finale interrotto da Adorf.
Xamini: Il comfort di una (bella) casa come altre, il calore degli amici, un contesto semplice, teatrale. Un Carnage italiano che lascia spazio al gigioneggiare di un cast in ottima forma (va detto che non è un film difficile da recitare), per un'amalgama che si crea in fretta e una regia snella, attenta agli sguardi e ai ritmi e fa funzionare tutto. Il "e se" che introduce la tensione è il vaso di Pandora dello smartphone che tanto ha a che fare con la nostra modernità, ma dopotutto esalta antichi vizi. Niente di complesso e nessuna riflessione sconvolgente, quanto piuttosto assai godibile.
Lupus73: Dopo l'inguardabile Twilight ecco Cappuccetto rosso e il lupo mannaro. Può ricordare In compagnia dei lupi ma in modo meramente formale; in effetti l'ambientazione fiabesca, innevata, avvolta dal folclore e dalla superstizione, è davvero suggestiva e ricercata; altri pregi: Oldman-inquisitore, la sceneggiatura che cela l'identità del lupo fino alla fine. Rovinano tutto i soliti fighetti pulitini (tipo boy band) che stonano nel contesto e la teen-love story con chiusura edulcorata. Poteva essere migliore rinunciando alle suggestioni adolescenziali.
MEMORABILE: Le feste folk serali (eccetto la OST non adatta) e le suggestive ambientazioni/fotografia di interni ed esterni dal sapore fiabesco e folk.
Galbo: La vicenda che ispirò uno dei capolavori della letteratura americana è una storia interessante che meritava di essere raccontata. Howard privilegia l'aspetto visivo e le scene in cui sono presenti i cetacei sono quelle di maggiore impatto. Il regista conferma comunque il talento nella scelta e nella direzione degli attori, con un cast che cura allo stesso modo protagonisti e caratteristi. Il film perde un po' di forza è nella sceneggiatura e nella cura non impeccabile nei dialoghi ma si tratta di peccati veniali di un opera ampiamente godibile.
Bruce: Thriller che parte bene e poi si complica un po' troppo, perdendo di credibilità. Molto riuscita è la fase iniziale, nella quale viene ben rappresentata la trappola emotiva escogitata dal "Maestro" che prima adula, poi ricatta psicologicamente e quindi minaccia la protagonista, grazie anche all'ottima ambientazione nella casa di campagna dove lei abita col figlio dodicenne. Demi Moore non è troppo espressiva; meglio Alec Baldwin nella sua ambigua parte. Vedibile.
Didda23: Ragazzo problematico con gravi problemi familiari alle spalle, troverà la propria strada nel canto grazie all'ausilio di un insegnante speciale. La trama non è particolarmente originale e nemmeno lo stile narrativo offre spunti di eccessivo interesse, ma nel complesso è un film di facile fruibilità con assenza di tempi morti. Il cast se la cava discretamente, giocando molto di mestiere (la Bates e Hoffman) mentre il giovane protagonista è credibile nella parte. Per chi è appassionato di cori formati da voci bianche è un'opera che qualche soddisfazione la può anche regalare.
MEMORABILE: l "furto dello spartito"; La preside che crede nel ragazzo; Il rapporto con il padre.
Giùan: M'è parso l'ennesimo paradigma d'un cinema italiano che vorrebbe ma non può, potrebbe ma non sa, questione ancor più aperta sul versante commedia, dove si fu maestri. Così Pif mescola con innegabile delicatezza le carte Allen, Moretti, Verdone, aggiornando il gusto delle strisce Peanuts a tematiche brucianti, che sarebbe stato arduo declinar con maggior gusto e misura. La patina ombelicale però risulta troppo preponderante (la "devastante" cornice della love story con la Capotondi) mentre, dopo Il divo, ogni tormentone andreottiano pare a dir poco svilito.
MEMORABILE: Il destrorso e sciovinista direttore omosex dell'emittente locale.
Gestarsh99: La chiave metodologica per decrittare sin dalle fasi iniziali il tracciato tortuoso ma appagante che andrà sviluppandosi nelle pliche thriller di questo appassionante fanta-horror è senza dubbio Hidden, dei fratelli Duffer: un buon punto di partenza, per quanti vi si approcceranno con diligente predisposizione all'attesa, sinapsi neuronali guizzanti e occhio clinico settato al moviolone. Progettato e costruito sull'ambivalente equivocità fra psicosi e realtà e sull'indiscernibile natura benigna/maligna delle figure in scena, un film opzionalmente leggibile anche a livello metaforico.
MEMORABILE: Il primo incontro fra la piccola protagonista "evasa" (la brava e credibile Lexy Kolker) e l'anziano conducente dell'ambiguo camioncino dei gelati.
Gordon: Terzo film dedicato all'ormai celebre vicenda del Bounty e dei suoi ammutinati che si concentra prevalentemente sulla parte storica di quanto accaduto e non sulle vicende amorose. Hopkins, interpretando il capitano Blight (uomo scorbutico e collerico ma non certo un despota) riesce a caratterizzarlo perfettamente dalla prima all'ultima scena. La regia di Donaldson è convincente come d'altro canto è buona l'interpretazione da parte di (un giovane) Mel Gibson e degli altri attori. Suggestivi i paesaggi.
MEMORABILE: Blight che si presenta nervosissimo alla corte marziale; Il dialogo tra Hopkins e Gibson la sera prima dell'ammutinamento.
Undying: Prima del pessimo Tutti possono arricchire tranne i poveri, Mauro Severino dirige una pellicola realizzata in co-produzione con la Spagna, nella quale l'odontotecnico Giangaleazzo (Montesano), succube di una moglie (meridionale) frigida e tirchia, di una suocera invadente e due figlie, perde la testa per la disponibile e piacente Corinna (Barbara Bouchet), moglie di un grezzo e geloso vigile settentrionale. Comicità di grana grossa, con bersaglio sulla mentalità "religioso-bigotta", tipica di certa cultura meridionale. Comunque vedibile e divertente.
B. Legnani: Divertenti 52' sull'enigma Alberto Malien, ipotetico autore delle grandi canzoni italiane degli Anni Settanta e Ottanta (e oltre, forse), mai firmate, fungendo da ghostwriter ("negro" si diceva una volta), con contratto... a vita. Racconto del tutto inventato, ovviamente un po' ispirato a sparizione vere (viene sempre in mente Majorana), molto divertente nelle finte interviste, nelle quali brillano per naturalezza Magalli, Silvestri e Golia, al punto che sembrano crederci. Perdonabile l'autopromozione finale per "Misofonia". Perché "Malien"? Anagramma di "Milena", la ragazza amata.
MEMORABILE: Silvestri racconta l'incontro sanremese con Malien.
Pigro: Grande esempio di cinema delle lacrime. La storia del bambino più grande, maltrattato dal genitore che non ne comprende i bisogni e responsabilizzato nei confronti del fratellino più piccolo, rimane scolpita nei ricordi di chi vede questo film e questa è la riprova della sua riuscita. Ottimo Comencini per un film di altissima qualità e sensibilità; bravi Anthony Quayle, padre incapace di affetto e Stefano Colagrande, il figlio dallo sguardo profondo e doloroso. Efficacemente petulante e insopportabile il piccolo Simone Giannozzi.
Il Dandi: Dramma borghese dall'estetica antonioniana (il corpo umano come oggetto tra altri oggetti) e dalla morale lenziana (anche se qui l'aspetto thriller è ancora marginale e gli epigoni spingeranno le potenzialità del meccanismo assai oltre). Delon e Ronet sembrano fare i conti con più maturità con il la loro ambigua amicizia in Delitto in pieno sole, ma la più inconica è Jane Birkin (la lolita inglese che interpreta praticamente sé stessa). Astenersi spettatori impazienti: del resto il male borghese per eccellenza è appunto la noia.
MEMORABILE: L'omicidio in piscina: lungo, difficile da portare a termine, incredibilmente realistico.
Reeves: Uno dei mitologici migliori del periodo, creato e diretto dal vecchio Campogalliani che aveva già fatto i Maciste ai tempi del muto. Se Ed Fury è un fusto senza troppe espressioni, Mario Scaccia è un cinico fantastico mercante di schiave e per una volta la trama consente anche una vera sorpresa finale. Soledad Miranda, in uno dei suoi primi film, è poi una gioia per gli occhi e un motivo di eccitazione per cinefili: non ha ancora il fascino della musa di Jess Franco, ma è già magnetica.
MEMORABILE: "Una cieca? Una nuova esperienza!": Mario Scaccia pronuncia una delle battute piu ciniche della storia del cinema.
Geppo: Ottimo film coraggioso che mescola azione, camorra e poliziesco. La pellicola racconta la storia di un giovane guappo che a me personalmente ricorda il successivo Al Pacino di Scarface. Il regista Pasquale Squitieri costruisce un film su misura per Fabio Testi. Ricco di ottimi attori come Enzo Cannavale (qui meritava un premio), Benito Artesi, la bellissima Germana Carnacina (sorella di Stella) e un giovane Leopoldo Mastelloni. Un film ancora attuale. Ottima la regia. Assolutamente da non perdere.
MEMORABILE: La scena girata al mattatoio. Il personaggio dello "Sciancato" interpretato da Enzo Cannavale. La scena iniziale.