Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Daidae: Unica regia di Remigio Del Grosso. Chi si aspetta un peplum con Ursus protagonista centrale rimarrà deluso: il protagonista principale è un principe polacco e il film è ascrivibile al genere storico-avventura. Fotografia ottima, un valido cast nel quale si mette in mostra Tom Felleghy e Ettore Manni giovane nel ruolo del principe-soldato. Non male anche il resto del cast, comprendente anche due nomi internazionali. Un film ben fatto, che nonostante sia del 1961 ha più ritmo e di decine di pellicole prodotte successivamente.
Belfagor: Un cantante lirico sbruffone sposa la figlia di un ricco macellaio per mantenersi la carriera. I pregi fondamentali del film, velleitario quanto le aspirazioni del protagonista, sono due: far ridere sull'opera senza scadere nella volgarità e sfruttare al meglio il conflitto fra i personaggi di Sordi e Fabrizi, che regalano svariati scambi di battute. All'istrionismo del protagonista non resiste neppure la Traviata, che verrà sconvolta all'ultimo minuto nel divertente finale.
Galbo: Intrigo spionistico che ha per protagonista un giornalista americano. Presenta tutti gli ingredienti del genere, mescolati però con pochissima fantasia e diretti dal regista in modo piuttosto anonimo. Anche il protagonista non è nulla di che; meglio la prova del cast di supporto.
Anthonyvm: Nei trapped movie la logica non è sempre una necessità: è il caso di questo piccolo ma interessante thriller che sfrutta la location claustrofobica per eccellenza (la cabina bloccata di un ascensore) per imbastire un racconto coinvolgente (per quanto inverosimile) sul solito tema "homo homini lupus", soffermandosi sull'incomunicabilità che affligge la società moderna (fra le generazioni, fra le caste, fra i sessi). Una caricatura pessimista, punteggiata da momenti di ottima suspense e scene realisticamente dolorose. Buono il finale maligno.
MEMORABILE: La conturbante Soutendijk; I tentativi di aprire le porte in equilibrio precario; Il racconto del tizio bloccato in un furgone frigorifero; Il finale.
Geppo: È sicuramente il film più comico e divertente di Tomas Milian. Questa volta Tomas esce dai suoi personaggi più noti (Giraldi e Monnezza) ed interpreta l'ex calciatore e truffatore Bruno Marangoni. La coppia Milian e Mazzarella è davvero splendida e funziona alla grande, anche se sono due mondi diversi. Sulla trama posso confermare che scorre molto piacevole... Milian passa da una truffa all'altra con però alcuni flashback che aiutano a ricostruire la sua sfortunata carriera calcistica. Divertente la colonna sonora e buona la regia di Corbucci.
Pigro: Mi chiedo come si possa odiare a tal punto il balletto dello Schiaccianoci da realizzare un tale pretenzioso pasticcio: tolti i balletti, convertite le musiche in stupide canzoncine e trasformata la storia in un’allegoria politica ambientata negli anni 20/30, con tanto di personaggi come Freud e Einstein (!), scenografie klimtiane e soprattutto topi simil-nazisti. Al netto di queste improvvide modifiche (e dei virtuosismi attorali dei ratti Turturro e de la Tour), il film è comunque pasticciato e fastidioso per troppe ambizioni mal direzionate.
Reeves: Ingenuo western in cui gli inglesi sono pessimi, i francesi buoni e il confine tra Canada e Stati Uniti consiste in un ponticello di legno su un fiumicciattolo. Molte ingenuità, ma anche belle scene d'azione guastate da tre presenze femminile stereotipate e antipatiche. George Marin ci crede, Franco Fantasia tira molto bene di spada (è la sua specialità), De Ossorio farà meglio con gli horror.
MEMORABILE: Il trapper ucciso dagli inglesi nella sparatoria: ripreso da quattro angolature divere, ma c'è solo lui....
Jurgen77: Convenzionale film di guerra, tipico degli anni Settanta, che sfrutta la presenza di un Richard Burton ancora in buona forma per narrare la consueta avventura di un gruppo di commandos inglesi nel teatro di guerra africano durante l'ultimo conflitto mondiale. Attori "spalla" di seconda fascia e ritmo non eccelso. Il film si lascia tuttavia guardare e le ambientazioni desertiche non sono male. Qualche scena di carri armati è sicuramente riciclata da altre pellicole. Nel complesso sufficiente, ma nulla di più...
Ciavazzaro: Di questo film di chiara impronta televisiva salvo poche cose. Sabrina Ferilli innanzitutto, che in questo film recita sicuramente meglio che in molte altre occasioni e che mostra un'ottima presenza fisica. Il resto del cast al contrario non sembra proprio in palla. La storia poi non convince e ci offre un finale buonista assolutamente orrido e inaccettabile.
Gestarsh99: Esauriti i pendolarismi Italia-USA-Italia, le maresciallate di Nico er Pirata piantano per sempre le radici in terra autoctona, segnando anche l'ideale giro di boa del popolare ciclo endecafilmico. Di turno stavolta un giallo alla romanaccia, malamente innescato da spinterogeni letterari antidiluviani ("10 Piccoli indiani"; il blackout "mortifero") e poi costretto verso circuiti tortuosi impercorribili da un tassista della commedia come Corbucci (le ricostruzioni relativistiche in stile Rashomon). A magazzino trivialità maccheroniche, manate sui glutei e l'inevitabile compilation di sberle onomatopeiche.
MEMORABILE: Massimo Vanni e l'ossigenato John P. Dulaney che pomiciano in auto simulando una coppietta infrascata...
ALLE ORE 19:35 su *altro (specificare)
Nota bene: su SuperSix: https://www.supersixtv.net/
Il Dandi: Avventure apocrife abbastanza godibili: la produzione infatti non possiede i diritti sul "canone" di Doyle (l'unico episodio ispirato a un racconto originale è La fascia maculata) e vengono riproposte alcune storie di una serie degli anni '50 inedita in Italia, sempre prodotta da Sheldon Leonard. Pesa un po' il format ridotto (episodi di appena 25 minuti), ma le interpretazioni e le ambientazioni (girato a Varsavia) sono abbastanza riuscite. Stravista sulle più anonime tv private italiane, dove fu un costante tappabuchi degli anni '80.
Galbo: Nell’ostile terra britannica si svolgono le vicende di un giovane romano che vuole vendicare l’onore del padre. Il film di Kevin Macdonald (ha al suo attivo il bel L’ultimo re di Scozia) non è un capolavoro ed è limitato da un protagonista (Channing Tatum) poco credibile come romano (meglio il coprotagonista Jamie Bell). Tuttavia assolve più che dignitosamente il compito di intrattenere lo spettatore grazie ad una riuscita caratterizzazione ambientale e alla capacità del regista di imprimere alla vicenda un buon ritmo.
Pinhead80: Passato e presente s'incontrano in una favola d'amore senza tempo in cui due persone si sfiorano, s'incrociano e si amano più forti di ogni intrusione esterna. Quando l'amore è quello giusto nulla può permettere che questo non si concretizzi. I sentimenti prevalgono sugli eventi e anche quando questi sembrano prendere il sopravvento in maniera ineluttabile l'unione dei due spaventa tutto ciò che si frappone tra di loro. Una favola che tutti si augurano che diventi realtà.
Galbo: Film dalle discrete ed originali premesse narrative: il protagonista muore più volte ed ogni volta rinasce in un diverso contesto. La regia è affidata a Dario Piana (già direttore di spot pubblicitari e del non memorabile Sotto il vestito niente 2) che mostra un discreto talento televisivo. Il vero grosso limite del film è una sceneggiatura che piuttosto presto diventa inconcludente e ripetitiva e non sa sfruttare adeguatamente la buona idea di base.
Xamini: La principessa di Svezia ha un fondoschiena invitante e Vaughn ce lo dice attraverso uno spy action fatto di personaggi stupidelli e del tutto privi di carisma nel loro essere caricaturali. A parte la succitata, quindi, nessuna battuta memorabile, così come nessun personaggio da non dimenticare, per una rincorsa alla comicità che prende gli strumenti messi a disposizione dagli action contemporanei (nei modi e nei tempi), ma soprattutto dai classici (007 sopra a tutti) perculandoli abbondantemente. Solo che le risate non sono così sguaiate da giustificare del tutto l'operazione.
MEMORABILE: Le principesse non sono più quelle di una volta... Per fortuna
Hackett: Rivisitazione del celebre e bellissimo The wicker man, questo nuovo thriller ha decisamente una caratura diversa. Parte male con la scelta dell'interprete, un Cage espressivo quanto gli scogli antistanti l'isola. Il film perde quell'aura malata dell'originale che, complice anche la presenza di Christopher Lee, aveva un'atmosfera più inquietante e sospesa. La tensione si affaccia in alcune sequenze ben girate ma la virata femminista della trama convince poco e nel finale, a differenza del primo film, la cerimonia in maschera sfiora il ridicolo.
Didda23: La mancanza di caratteristi all'altezza fortunatamente è compensata dallo strapotere recitativo di una coppia assortita perfettamente: La Hudson nei panni della acidella che la fa penare è geniale e McConaughey recita molto sul pezzo senza sbagliare un'espressione. Nonostante lo script sia la fiera della banalità, la buona colonna sonora nella quale spicca la meravigliosa "Feels like home" della Kreviazuk e il buon ritmo mettono lo spettatore a proprio agio accompagnandolo senza sforzo fino alla fine. Piacevole.
Schramm: Col nome che si ritrova, Van Sant doveva prima o poi vedersela con l’assonante elemento che tanto dà di che speculare e sfruttare le povere genti che ancora vivono a ridosso di una radicata contemporaneità contadina. Ma nell’illustrare il braccio di ferro tra quest’ultima e gli interessi di una corporazione che vende fumo danneggiando ogni arrosto, Gus secerne cinema di gran classe, prendendo esempio dal vigoroso respiro narrativo dalle migliori serie tv, tenendo sottobanco l’apologo ecologista. A reggergli le signorili vesti un Matt Damon di tutto rispetto, un redivivo Holbrook che dà il meglio della sua carriera e una Dewitt la cui intensità fa rilucere tutto il film.
Viccrowley: Il film va visto necessariamente in lingua originale: il doppiaggio, oltre a essere mediocre, disintegra letteralmente buona parte delle gag e dei giochi di parole su cui si basa la comicità. Per il resto l'operazione è di grana grossa, con ricorso continuo a una volgarità che molte volte non strappa nemmeno il sorriso, complice un cast non sempre in parte nonostante uno straripante Rogen. Non tutto è da buttare, ma mi aspettavo di più.
MEMORABILE: La festa a tema De Niro; Rogen e la Byrne alle prese con la "mungitura".
Galbo: Forse impensabile nella prima parte della carriera di Schwarzenegger un film intimista come Aftermath. Sebbene presumibilmente penalizzato da un budget limitato, il film descrive abbastanza bene da un lato la difficile elaborazione di un lutto, dall'altra i sensi di colpa legati allo stesso evento. L'attore austro americano è evidentemente il nome forte del cast e se la cava bene, ma non va sottovalutata la prova intensa del coprotagonista, il bravo Scott McNairy. Peccato che i dialoghi siano molto spesso banali. Non male nel complesso.
Piero68: Dallo sceneggiatore premio Oscar di The departed, un altro noir pessimistico, anche questo ottimamente sceneggiato, che però purtroppo vive di alti e basi. Tra le strade di Londra un ex delinquente cerca la redenzione, ma il passato è più forte di lui. Se Farrel finalmente convince in un ruolo, la Knightley è soltanto un sacco vuoto e inutile. Winstone insuperabile e cast ben assortito. A una prima parte lenta e noiosa si alterna una seconda di altissimo livello, con un finale davvero convincente. Ottimi colonna sonora e montaggio.
Lucius: Il capolavoro erotico di John Derek ambientato in un'isola disabitata (al centro della quale si ritrovano, prive di ogni inibizione, due coppie di amici desiderose di lasciarsi alle spalle la routine quotidiana), si preannuncia come un film liberatorio. Il contatto assoluto con la natura spingerà le due coppie alla totale libertà, ispirandole a sperimentare nuove esperienze sessuali. Nudità a profusione e una natura suggestiva per un erotico d'autore.
Pinhead80: Un film senza tempo in uno spazio non definito e in un luogo dove Dio sembra essersi dimenticato dell'esistenza di chi vi abita. Sia nella strada che ne cuori degli uomini solo macerie di una vita in frantumi che cerca disperatamente di attaccarsi a quel poco che ancora è visibile. Non è un film di facile assimilazione ma è sicuramente un'opera conturbante per come si spinge all'estremo senza dover mostrare a tutti i costi.
MEMORABILE: La danza di Ben Mendelsohn durante il gioco perverso della conchiglia di vetro.
Pigro: La rivincita di una morale civile e dell'orgoglio italiano nel piccolo truffatore "diventato" generale badogliano per far la spia per i tedeschi. Una storia intensa che Rossellini racconta con rigore e durezza, aiutato da un De Sica di grande intensità, capace di giocare col suo personaggio sul filo delle sfumature. Bella la scansione del film in due parti: la guerra fuori che genera trucchi per la sopravvivenza, e poi la guerra dentro (dentro il carcere e dentro la persona) che non permette più trucchi e impone scelte di vita. Importante.
Galbo: Alla fine degli anni 20 a Edimburgo il celebre illusionista Houdini viene contattato da una presunta sensitiva Mary McGarvie, che sostiene di potergli riferire le ultime parole pronunciate da sua madre sul letto di morte. Tra fantasia e realtà (è celebre l’avversione di Houdini per i sensitivi che considerava dei ciarlatani), la regista Armstrong dirige un film che ha il pregio dell’accurata ricostruzione ambientale e della buona prova del cast. Il limite è invece dato da una sceneggiatura che si perde troppo dietro il romanzetto amoroso.
Mco: Per i primi venti minuti sembra un film tratto dai romanzi di Stephen King, con quei ragazzotti che si giurano etrena fedeltà. Il tempo scorre inesorabile e irrompe una nuova realtà in cui uno dei giovani, diventato poliziotto, si trova alle calcagna di un boss della droga. Il cast rende bene il disagio di un'esistenza desolante e annichilita dal contesto sociale, soprattutto per merito degli ottimi ed espressivi Vannoli e Leo. La durata non esigua contribuisce a caratterizzare al meglio situazioni e personaggi. Finale toccante.
MEMORABILE: La danza della pioggia; Le farneticazioni di Vannoli sotto l'effetto della cocaina.
Markus: Film in sei episodi che vengono raccontati al tribunale durante alcuni strampalati processi. Franco e Ciccio fanno da collante alle storie e sono i protagonisti di due dei segmenti, ma non riescono quasi mai a strappare un sorriso nonostante l'innata verve. Molto deludente anche Vianello (al cinema non ha mai funzionato). Salva un po' la baracca Chiari, ma le vicende in cui lui è inserito hanno il fiato corto e non si va mai oltre il ghigno. Qualche buona gag (qui malamente adoperata) sarà in futuro riciclata in altre pellicole.
Markus: Lui, lei e una camera d'albergo. Un rapporto d'amore, odio, un tormentato sentimento elargito allo spettatore attraverso un film dal taglio fortemente teatrale/drammatico. Francesco Maselli è in vena di film d'autore senza qui mostrare le capacità per realizzarlo: il rapporto rappresentato appare artefatto, eccessivamente pregno di paturnie ed eccessi che non riescono mai a entusiasmare. Resta quindi il tentativo, non molto riuscito, per la coppia Kinski/Dapporto, di rendersi credibili in quei panni. L'idea poteva essere buona, ma la resa non convince.
Giùan: Tra i vertici della filmografia di Comencini e del suo peculiare connubio stilistico tra delicatezza del tocco e uno spirito corrosivo che non abbisogna di alcuna corrività. Così il romanzo di formazione del piccolo (poi giovane) Giacomo non cade in nessun facile prodromo pruriginoso, riflettendo piuttosto la decadenza morale di una Serenissima nella quale deboscia e denaro han sostituito ogni valore religioso o d’intrapresa, rendendo il sesso strumento di potere e sopravvivenza. Splendido script di Suso e magnifica orchestrazione del poliedrico cast.
MEMORABILE: I bigliettini d’amore nell’urna della questua; Il Don Gozzi di Grassilli; Il Malipiero di Brumbell; La nonna di Clara Colosimo; La Zanetta della Buccella.