Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Herrkinski: Commedia degli equivoci italo/tedesca che presenta un cast misto tra le due nazionalità, in cui si segnala la presenza di una Carrà quasi irriconoscibile. Buzzanca a suo agio nel ruolo del bigamo ma la vicenda stenta a decollare e sembra che il regista trovi riempitivi per fare minutaggio nella prima parte, lasciando la maggior parte delle gag nel finale, di discreta fattura. Il doppiaggio italiano cerca di rendere più brillante il film aggiungendo diversi accenti ai protagonisti ma il risultato è più che altro irritante, specialmente per il cast tedesco; guardabile ma un po' noioso.
Trivex: Apprezzabile in particolare l’ottima fotografia che ben rappresenta le affascinanti location ove si svolge l’azione. Lo stile del maestro c’è, si vede nelle riprese e in qualche tocco un po’ d’avanguardia per quei tempi. Donne in catene in abiti succinti, uccisioni molteplici e inseguimenti vari trainano in modo abbastanza piacevole la visione, anche senza sussulti particolari. Con la rissa al bar della darsena, il film assume un nuovo carattere da commedia, con un eccessivo umorismo fuori posto che, complice un finale non all'altezza, svilisce decisamente il valore dell’opera.
Piero68: Trovo questo film uno dei pochi realmente guardabili sul tema del'68 in Italia. Bellissimo affresco di una generazione e di un periodo veramente difficile. La sceneggiatura tutto sommato semplice è comunque abbastanza efficace e tiene alta l'attenzione fino alla fine. Scamarcio e Argentero danno una ottima prova e si calano nel personaggio in maniera davvero sorprendente. Certo i limiti ci sono e sono i soliti del nostro cinema: essere diventato una versione "lungometraggio" delle fiction. Ma in mezzo a tanto lerciume questo almeno si fa apprezzare.
Guru: L’avvento della modernità, il superamento dei vecchi mezzi di trasporto prepara al novecento. Nascono i pony express. La prateria sconfinata è il sogno di tutti, ma la rivolta Sioux è un pericolo costante. Film che occupa la mente ma che non dà emozioni, nonostante il noto regista. Location usuali e note a tutti i film western, inquadrature che non valorizzano i particolari.
Giùan: Vetero crepuscolare nel mood, spigoloso e allusivo nello script, tremendamente antieroico/antiretorico nella sostanza filmica, il western di Polonsky è un j'accuse implacabile contro il potere, la cui parossistica maturità rende talora poco digeribile la sua fruizione cinematografica. In effetti la irredimibile vocazione "adulta" del film rischia la pedanteria estetica, pur se è difficile dimenticare le "eccezionali" contraddizioni e la simmetrica impotenza dello sceriffo di Redford e dell'indiano di Blake. Scentrato invece il personaggio della Ross.
MEMORABILE: Susan Clark che si spoglia fremente e Redford che la lascia con un palmo di naso.
Rambo90: Uno dei migliori lunghi della coppia. Con l'introduzione dei gemelli danno vita a una girandola di equivoci da commedia classica davvero divertenti, con un ritmo veloce che nella seconda parte si fa scatenato e permette ai due di costruire gag a raffica, quasi tutte riuscite. Importante lo stuolo di caratteristi impiegato: dal classico ubriacone a un Finlayson in gran forma, da Toler (pre-Chan) a Hale. La sceneggiatura sa inventare anche alcuni simpatici tormentoni verbali e il finale è davvero un classico (ripreso nelle nuove comiche).
Graf: Film fondamentale di Hitchcock. Come coniugare la scrittura cinematografica con la sensibilità teatrale nella costruzione della spazio filmico. Hitchcock, in questo incalzante dramma morale con venature noir, conserva rigorosamente l’unita di luogo, tempo e azione come la messinscena teatrale richiede ma, con un sinuoso e morbido percorso della macchina da presa dentro la scena, cambia, con la tecnica del montaggio interno, continuamente campo visivo e punto di vista, come sintassi cinematografica pretende. Cinema e teatro, Cristianesimo contro Nietzsche.
MEMORABILE: Ottimo concerto coreografico degli attori attenti a fare i passi e i gesti giusti senza sbagliare (se no tutta la bobina della pellicola era da buttare)...
Jena: Si sfrutta il successo di 300 e si propone un rip-off parallelo con stile e struttura quasi identici. Non è malaccio. L'impianto scenografico dà ottime sorprese: il grandioso palazzo di Serse, le splendide battaglie navali ben coreografate con effetti speciali magniloquenti. Il punto debole casomai è il protagonista, tal Stapleton, tutto sguardi fieri e frasi eroiche che però non ha il carisma del Leonida di Butler. Molto meglio la generalessa crudele e bellissima di Eva Green e il Serse kitsch in costumino di Santoro.
Gestarsh99: Nolan torna a manipolare lo spazio (il palco) ed il tempo (fine '800) con un thriller sopraffino, elegante, magistrale, profuso di abbagliante fantascienza romantica; un edificio di astuzie e apparenze dalla struttura complessa, articolatissima, ma sempre rigorosamente inquadrabile e mai troppo ermetica. Non è solo un film sull'arte illusoria della magia e quindi del Cinema in generale ma anche un romanzo visivo sull'inganno del doppio, sull'incessante ribaltamento dei punti di vista e dei ruoli, su un maniacale antagonismo di ingegni, invidie e scorrettezze volti a un unico scopo. Il prestigio.
MEMORABILE: La macchina dei fulmini progettata da Nikola Tesla (interpretato nel film da David Bowie).
Didda23: Rifiutare di lasciare il nido familiare, con i tempi che corrono, sembra essere una costante crescente delle nuove generazioni: fortunatamente la tematica viene affrontata con ironia e comicità, abbandonando filosofiche congetture sociologiche che avrebbero appensantito il plot. La coppia protagonista viene offuscata dalla brillante prova dei comprimari (in particolar modo dalla bella Zooey e dalla eccellente Bates). Qualche lungaggine di troppo non pregiudica la bontà del progetto.
Galbo: Giovane americanco in vacanza con i genitori, scopre che il padre è una figura diversa da quello che credeva. Lo spunto poco originale del film, non viene purtroppo riscattato da uno svolgimento degno di nota. Il racconto ipercinetico, dà pochissimo spazio alla caratterizzazione dei personaggi che è quantomai banale e stereotipata. La figura della Weaver, più che ambigua come dovrebbe essere è ridicola e il personaggio potenzialmente più interessante ha pochissimo spazio. Resta qualche scena d'azione ben girata.Doppiaggio italiano scadente.
Anthonyvm: Il secondo remake televisivo de Il giglio nero di LeRoy, dopo la versione dell'85, segna il promettente esordio alla regia di Rob Lowe (anche protagonista), che dà alla vicenda un taglio più moderno e fosco, in linea coi recenti thriller sui bimbi terribili à la Orphan. Mckenna Grace interpreta credibilmente il ruolo della piccola psicopatica, ma da lei non traspare quell'innocenza mendace che costituiva la spiazzante forza del personaggio nei precedenti film. Si segnalano alcuni aggiornamenti azzeccati (la baby sitter in vece del giardiniere, la psicologa) e i delitti feroci. Buono.
MEMORABILE: La McCormack (Rhoda nel film del '56) afferma che Emma le ricorda se stessa da piccola; La baby sitter tra le fiamme; Le visioni cadaveriche di Lowe.
Schramm: "Fermate il tempo non voglio scendere!" è il sogno di tutti o comunque di tanti: per Albanese la sosta forzata nell'unità di luogo che si fa tempo è più il dispetto d'un beffardo Kruger che è in lui, una condanna a vita, a capire l'eterno presente e all'apparente infelicità di una differenza nella ripetizione. Un po' come in musica: il loop è la vera macchina del tempo che scaraventa Altrove. Per cine-traslazione, a Manfredonia riesce superbamente un gioco che a rari è dato vincere: ottimizzare una matrice con un remake. Lo deve a uno straripante Albanese che fa di ogni virtù una necessità.
Gestarsh99: Niente, altra occasione sprecata. Tutti lo attendevano al varco, chi a braccia conserte, chi con le lacrime in tasca, chi con mazze e coltelli, ma qui ci si trastulla indecisi col piede in due scarpe, tra remake hawksiano e prequel carpenteriano e, a parte due/tre colpi di scena ben guidati, il film rinuncia senza reclami autoriali a qualsiasi percorso innovativo o riconversione genialoide, accontendandosi di spiaggiarsi sull'entertainment spettacolare più futile e programmatico. I crostacei aracniformi e l'astronave sotto ghiaccio qualche spicciolo di copyright ad Alien dovrebbero sganciarlo...
MEMORABILE: L'inatteso "capovolgimento di ruoli" sull'elicottero dei fuggitivi...
Il ferrini: Divertentissimo poliziottesco con cast di prima grandezza, su tutti ovviamente Sam Jackson che rinuncia al distintivo pur di compiere giustizia e un già sorprendente Bale nei panni di una vera faccia da schiaffi; da citare anche Jeffrey Wright, bullo narcotrafficante (perfezionerà il ruolo in Boardwalk empire). I dialoghi sono sempre brillanti, il ritmo serrato, le scene d'azione ben realizzate... insomma, 100 minuti di puro intrattenimento che vale davvero la pena vedere.
MEMORABILE: Bale, con aria strafottente: "Ma tu lo sai chi è mio padre?" Jackson: "No, e tu?"
Pigro: Keanu Reeves in gran forma per un film sformato e inconcludente, nonostante le intriganti premesse narrative (un corriere di dati, attraverso un chip nel cervello, per conto di multinazionali). Quando a un certo punto della storia spunta il delfino si fa fatica a mantenere ancora la calma e a non urlare fantozzianamente a squarciagola “ma è una cagata pazzesca!”.
Homesick: Soppresso il momento di pathos – la lunga agonia e la morte di Amalia, di cui si mostrano solo i primi sintomi e il corteo funebre – e svaporate le inquietudini esistenziali di Emilio Bertani, del romanzo di Svevo Bolognini effettua una trascrizione superficiale e sterile; superficiali e sterili sono altresì le prove degli attori, se si eccettua la melanconica e derelitta Betsy Blair. Nei titoli di testa compare il nome di Romano Puppo, triestino come Svevo e l’ambientazione: lo si vede di scena a fianco della Cardinale negli ultimissimi minuti, naturalmente giusto per menar le mani...
MEMORABILE: Emilio ripudia Angiolina, insultandola con quella parola che nel libro era autocensurata ma chiaramente intuibile.
Galbo: Tratto da un piacevole romanzo di Alberto Ongaro (vincitore del premio Campiello), un altro esempio di trasposizione cinematografica da un opera letteraria non riuscita. Vanzina realizza un poco inventivo film di cappa e spada non riuscendo ad infondere sullo schermo il fascino della pagina letteraria. Colpa della sceneggiatura e di una scelta sbagliata del cast, fatto di nomi altisonanti ma poco adatti ai ruoli.
Galbo: L'idea di partenza (l'ossessione in questo caso per un numero e la trasposizione di una vita in quella di finzione di un altro) non era male. Il problema è che la realizzazione del film procede in maniera ovvia senza un'idea originale che sia una con una regia che vola molto basso e un Jim Carrey che qui è meno ispirato del solito (ha sempre la stessa espressione) e pare recitare per onore di firma.
Noodles: Lavoro potenzialmente molto interessante, con una bella fotografia, girato molto bene e che ricalca ottimamente le atmosfere di fine anni '70. Guardabile, anche se il film è eccessivamente infarcito di dialoghi che oscillano tra l'intellettuale e l'artefatto. Sono infatti dialoghi che a tratti hanno qualcosa di finto e rendono fasulla anche la recitazione dei pur bravi protagonisti, su tutti Flavio Bucci (Stefania Casini brava ma eccessiva, non male la meteora Paola Morra). Film che si inserisce bene nel filone del periodo. Con i suoi difetti, merita un'occhiata.
Pinhead80: Un uomo fortemente indebitato, prima cerca aiuto da una sua amica prostituta e poi si reca in Africa dal fratello mercenario pretendendo la sua parte di "eredità", in modo tale da fuggire all'estero per sempre. Interessante action-war movie capace di essere estremamente cinico e violento nelle scene d'azione. Non si riescono a contare le esplosioni ai danni delle capanne dei ribelli, così come le violenze perpetrate alla popolazione di colore. Il film inoltre ha il merito di presentare dopo pochi istanti il corpo di Karin Well in tutta la sua bellezza/nudità.
Disorder: Superata la diffidenza iniziale verso i due cloni di Spencer e Hill (ma c'è persino un quasi-sosia del mitico Riccardo Pizzuti!), è un film che si può anche vedere. Certo siamo lontani anni luce dagli originali e i momenti migliori si hanno quando il film sprofonda nell'assurdo totale (Smith che porta il cavallo sulle spalle, ad esempio) piuttosto che quando tentano di rifare Trinità (i vari battibecchi tra i protagonisti). Solo per completisti del genere...
Daniela: Si incontrano ed è quasi amore a prima vista: lei è una vedova con una bimba piccola, lui un uomo sposato ad una donna avida e calcolatrice che non l'ha mai amato ma ha saputo conquistare l'affetto dei ricchi suoceri, ben decisa a non concedere il divorzio. Ne consegue un tiramolla sentimentale, tedioso sulla carta ma reso romantico dalla classe e dal glamour degli interpreti: se Grant e Lombard splendono di luce propria, Francis è perfetta in un ruolo ingrato. Finale spudoratamente melò ma è impossibile non commuoversi vedendo il bellissimo volto di Carole solcato dalla lacrime.