Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Geppo: Film simpatico girato sulle Dolomiti che anticipa i cosidetti "cinepanettoni" dei fratelli Vanzina. Tutto sommato è un film carino e ingenuo. Tra i nomi noti del cast spicca una giovanissima Carmen Russo. La parte del belloccio questa volta è affidata a Paolo Giusti. Divertente la musica del Maestro Gianni Ferrio.
MEMORABILE: Bombolo: "Questo è un gioco d'azzardo... e qui nessuno s'azzarda a farse li cazzi sua!"
Pigro: Viaggio di un campione di rodeo e di una giornalista per liberare un cavallo da corsa che è stato drogato. Avventura e natura, buoni sentimenti e tenero sentimento in un bel film che i due protagonisti (in primis Redford) rendono apprezzabile. Anche se elementare e schematica, la storia è convincente, a partire dall'inizio in cui il cowboy è un ingranaggio del sistema pubblicitario in una chiassosa Las Vegas: è la sua simbolica caduta da cavallo, da cui dovrà riprendersi con il gesto catartico del salvataggio dell'equino.
Homesick: Tardo western italo-spagnolo, offre il curioso spunto della prodigiosa memoria visiva del protagonista che lo aiuta a risolvere il giallo – eliminare gli assassini del padre, alla cui morte ha assistito impotente – e si assesta su buoni livelli di ritmo e scelte narrative salvo precipitare in un finale stereotipato e rovinoso (la pistola gettata via e la scazzottata a due). L’infido Carlos Romero Marchent (efficacemente doppiato da G. Bellini) e l’integerrimo Mejuto ritraggono i personaggi più interessanti, essendo Lawrence contenuto oltre misura e la De Santis un pesciolino fuor d’acqua.
MEMORABILE: Le taglie da un dollaro offerte dal misterioso (ma non per lo spettatore) “Il Risorto”; la sparatoria.
Galbo: Durante la seconda guerra mondiale, Charlotte Gray donna scozzese innamorata di un pilota della RAF accetta, dopo la scomparsa dell'uomo dietro le linee nemiche, di arruolarsi nei servizi segreti inglesi in missione in Francia. Dal romazo La guerra di Charlotte, è stato tratto un film ingiustamente sottovalutato ed invece molto godibile per la riuscita combinazione tra azione e sentimento (sia amoroso che patriottico). Molto ben girato (specie nelle scene d'azione), il film è impreziosito da una bella interpretazione della Blanchett.
Il ferrini: Si sa che Lyne ha un'attrazione fatale per i triangoli, qui però non c'è nessuna proposta indecente ma il più classico dei tradimenti. Nonostante ciò Unfaithful funziona, soprattutto nella seconda parte, quando dal dramma si passa al thriller e Gere smette i panni del bravo marito per indossarne altri, molto meno rassicuranti. Ottima la sua prova, così come quella della Lane, ancora straordinariamente sensuale. La tensione crescente raggiunge il suo climax nel finale, volutamente ambiguo. Un buon film.
Galbo: Un film godibile se collocato nella sua giusta dimensione: non "disaster movie" (ma l'incipit è fenomenale e di grande mestiere, degno di un regista come Zemeckis), ma storia altamente drammatica di dipendenze e redenzione. Forse troppo retorico, specie nel finale, ma caratterizzato da una sceneggiatura "robusta" ed un'interpretazione davvero eccellente di tutto il cast.
Cotola: Buon thriller di ambientazione irlandese, la cui storia (pur non essendo particolarmente originale), riesce a coinvolgere
per tutta la sua durata. La sceneggiatura è abbastanza solida,
permette ai ritmi di mantenersi elevati, dispensa un paio di
discreti colpi di scena e presenta una chiusa abbastanza cattiva ed efficace. Quel che si dice un buon film di genere.
Stubby: Il film che ha fatto conoscere al mondo le potenzialità espressive di Jim Carrey. Qui è veramente impressionante come la sua faccia sia modellabile come la plastilina (per non parlare dei suoi capelli, che sembrano usciti da un manga giapponese). La storia è quanto di più assurdo possa esistere, scritta su misura per lui. Forse, al suo posto, ci sarebbe stato bene solo Jerry Lewis, a cui il grande Carrey si è indubbiamente ispirato. Da vedere.
Belfagor: Deliziosa commedia degli equivoci che sotto l'apparenza della pochade cela un caustico sberleffo ai miti paternalistici e ipocriti della società americana, rivelando al contempo la vera natura di quest'ultima: la fedeltà coniugale è solo un'illusione, l'adulterio è onnipresente, il successo non nasce dal merito. La durata diluisce il potere vitriolico della trama, ma in compenso il quartetto di protagonisti ha un'ottima sinergia. In particolare Martin è deliziosamente detestabile e la Novak è incantevole con il diamante all'ombelico.
Giùan: Paradigmatico, verrebbe da dire, della peculiare tendenza Almodovariana di farci percepire nell’immanenza della visione un fuoco e un'intensità che la distanza dalle immagini e della materia narrata non fatica ad annacquare e intiepidire. Così le citazioni cinefile, la fluida naturalezza de Gli abbracci spezzati sono nodi che si sciolgono inevitabilmente al pettine critico: restano figurine e scampoli di pellicola. E’ tuttavia la conferma di un cinema sensuale, paradossalmente “da consumare”. Penelope poi con Ulisse Pedro ritrova sempre la sua tela.
Piero68: Molti passi indietro per l'Affleck regista che confeziona l'ennesimo gangster-movie (ma ce n'era davvero bisogno?) senza anima né cuore. La sceneggiatura è di quelle viste e riviste in tanti altri prodotti similari e il cast francamente imbarazzante. Come lo stesso Affleck/attore o Remo Girone o quasi tutto il comparto femminile. Nemmeno per un attimo il film riesce a rivaleggiare con i tanti in circolazione, e il più delle volte cade persino nel ridicolo involontario. Sonoramente bocciato.
Giùan: Uno dei cast più impressionanti nella storia del cinema italiano per un film spiazzante, disturbante, difficile da metter a fuoco. Uno dei marchi di fabbrica di Bolognini è sempre stato ahimè un certo esangue decadentismo stilistico, fine a se stesso. In questo caso tuttavia l'atmosfera plumbea, fotografata da Nannuzzi e messa in scena da Donati, contribuisce a creare un climax claustrofobico, tarato, paranoico, decisamente patologico. Il resto lo fan la prestazione d'attrice della Winters e le caratterizzazioni transgender di Pozzetto, Von Sidow, Lionello.
Xamini: Pellicola di estetica e trasgressione, ma anche e soprattutto di amore per il cinema e carattere snob. Il '68 è sfondo, contraltare e infine spartiacque del gradevole nulla in primo piano. I tre ragazzi ben lo interpretano sino a diventare quasi insopportabili nel loro vagare di stanza in stanza, di vuoto in vuoto. E Bertolucci il suo mestiere lo sa fare, non manca di sottolinearlo e dà modo di comunicare per immagini in ben più di una scena (l'accendino, il senso "triangolare" sottolineato dalla telecamera).
Mco: Sono uno dei pochi a ritenere questo il migliore dei vari "Scary movie", tutto trovate, ritmo e parodia acuta di film di grido. La scena del pallone da basket che rimbalza a tempo di musica con i protagonisti che si alternano, la "autofellatio" del paraplegico, il monco cameriere sono solamente alcune tra le gag più divertenti di questo capolavoro dell'assurdo. Bravissima la Faris, simpatica la Spelling che si fa possedere da un fantasma sporcaccione. Insomma, uno stracult!!!
Buiomega71: Le vasche ricolme di cadaveri da sciogliere con l'acido, la bellezza angelica di Canter che stride con la sua anima deviata, l'amore per i corpi imbalsmati, da adorare come macabre Barbie, sdraiate, pallide sul talamo della morte. Paesaggi bucolici nord europei contrapposti a unghie strappate, cuori estirpati, morsi che lacerano carni, passioni e "possessioni" morbose e sottaciute (Iris, la governante, vera e propria mater della crudeltà e della follia). Lo zio Joe licenzia il capolavoro della necrofilia che tanfa di crisantemi putridi con fiochi e raccapriccianti barlumi di poesia.
MEMORABILE: Le poche uscite di Canter (in disco o sul suo furgoncino Fiat 850); La pazzia di Iris che esplode nel folle e apocalittico finale; La storta al piede.
Graf: Ghiotta e furba commedia farsesca di Steno. Concepita come una parodia al film di Wilder A qualcuno piace caldo, il film ambienta le sue irrisistibili gesta al tempo della seconda guerra mondiale. Steno, da par suo, si prende beffa di tutto e di tutti: i tedeschi, la resistenza, i borsari neri, lo spionaggio... fino ad Hitler, destinatario di una sonora pernacchia da parte dell'inconsapevole e fifone borsano nero Peppino De Filippo. Tognazzi vestito da donna, per sfuggire ai nazisti, è irresistibile. Vianello gli tiene abilmente testa. Film da vedere.