Homesick:
Un buon film, che con piglio deciso attraversa i vari percorsi del “bidone”, della commedia familiare a sfondo drammatico (il difficile rapporto tra il padre e la figlia ritrovata), dello squilibrio psichico, del noir e della riconciliazione dopo la duplice batosta finale. Il montaggio frenetico è veicolo acconcio per le nevrosi di Cage – in una delle sue prove migliori insieme a quella, simile, di
Stress da vampiro – che forma un’effervescente coppia con la Lohmann, bravissima nel calarsi nei panni e negli atteggiamenti di una quattordicenne pur non essendolo affatto (è nata nel '79).
MEMORABILE: «Un, dos, tres…»; i tic di Cage e le sue forsennate pulizie domestiche.