Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Deepred89: Puplum avvincente e ben realizzato ma tutto sommato piuttosto convenzionale, coi suoi personaggi dai caratteri limpidamente delineati (ma in maniera efficace, senza dubbio), i suoi classici scenari, le sue scene madri (notevoli), il suo cast di ultralusso. Un po' lunghetto e con scene sentimentali molto da Hollywood classica (quindi piuttosto datate, specialmente nei dialoghi), ma nel complesso decisamente riuscito, anche se per il Kubrick registicamente rivoluzionario abbiamo ancora qualche anno da attendere.
Gestarsh99: C'è differenza tra un'anima reincarnata e un'unghia reincarnita? Parrebbe di no, stando a quanto sermoneggiato in regia dal vanaglorioso Glazer che, spacciandosi per il Bergman dello psico-thriller d'autore, slarga sesquipedalmente una storia para-sovrannaturale malferma quanto un etilista alla terza bottiglia di whisky, tutta rannicchiata sotto l'egida boriosa di una calligrafica catatonicità. Durerebbe appena una ventina di minuti se non fosse per gli interminabili ritornelli di sospensione meditativa che neanche Celentano a Fantastico 8. La Kidman si spegne laconicamente nella sua schizzinosa ipnosi depressiva.
MEMORABILE: Il baby-marito in vasca assieme alla Kidman...
Il Gobbo: Nuovo Ercole di Francisci, introdotto dalla divertente colluttazione con Primo Carnera, e che vive pressochè solo per la bellezza figurativa che Bava regala alla parte centrale del film, nel misterioso regno della bella e sfortunata Sylvia Lopez, seppellita al cimitero di Montparnasse. C'è però qualche battuta a vuoto, anche se il gayissimo cattivo impersonato da Fantoni innalza positivamente il tasso di kitsch. Il peplum era ormai una realtà.
ALLE ORE 13:05 su *altro (specificare)
Nota bene: Ogni giorno alle 13:05 e alle 20:00 su SuperSix: http://www.supersixtv.net/
B. Legnani: La serie che consacrò il futuro James Bond agli adulti italici. Personaggio creato dalla penna di Leslie Charteris, sornionamente interpretato dal nostro, che agisce talore pure in Italia (ma, per non farci ridere, visto che Gorizia non è vicina a Roma, come la puntata diceva, si battezzò "Villa Gorizia" la prima location, benché la cartellonistica non riportasse mai la parola "Villa"...).
Homesick: Il regista americano non inganni: si tratta infatti di una coproduzione con la Spagna, quindi indirettamente imparentata con il w.a.i. Da una frase sibillina in punto di morte tipo Rosebud si dipana un’indagine poliziesca tra violenza e humour in cui trova posto persino un hallucinating trip: tutto è alquanto bizzarro, ma il ritmo troppo discontinuo. Van Cleef, all’occasione nordista mezzosangue con parrucchino e senza baffi, canta anche le canzoni della colonna sonora; Whitman è un elusivo antagonista e la Baker importa un po’ di eleganza tra i rozzi caratteristi spagnoli. **/**!
MEMORABILE: Le laconiche risposte di Van Cleef durante la cena romantica con la Baker; Van Cleef costretto a mettersi in mutande davanti agli indiani.
Galbo: Secondo episodio di una quadrilogia dedicata all'uomo d'acciaio interpretato dal compianto Christopher Reeve, il film diretto da Richard Lester (ma ne esiste anche una versione rimontata dal regista originale, Richard Donner) è ambizioso e spettacolare quanto il primo ma vede un certo cambiamento del registro narrativo che diventa più umoristico e sentimentale a discapito della componente fantasy pur presente. Ottimo cast.
Rambo90: Non mi è dispiaciuto: fatta eccezione per la ridicola sequenza che accompagna i titoli, è una buona pellicola di genere, con molta più ironia del solito e il simpatico innesto di Richard Pryor (che spesso ruba la scena a Superman). Reeve ha anche l'occasione per interpretare un Superman cattivo, dando prova di bravura; la Kidder invece è ingiustamente relegata in un ruolo marginale a favore di un'insipida O'Toole. Comunque il divertimento non manca.
Homesick: Nel suo genere non delude affatto. Tra lentezze, inverosimiglianze e baracconate varie, il quarto western di Brescia si fa onore per l’aria scanzonata – a dispetto di talune crudezze: vedasi l’impiccagione di Maran all’albero della cuccagna – e per il progressivo rivelarsi della multidimensionalità di Saxson e soprattutto del “Mulo” (così chiamato per i micidiali calci che tira) plasmato da un Mitchell cadaverico e ghignante. Scritto con sottolineature gialle da Aldo Lado e Augusto Finocchi; musiche di seconda mano fornite da Lallo Gori.
MEMORABILE: L'entrata in scena di Mitchell nel saloon; l'impiccagione; la resa dei conti contro Baldini e Pazzafini.
Cotola: Insolito film ambientato in un ospedale psichiatrico per soldati traumatizzati. La bizzarra ambientazione è una delle frecce all'arco di una pellicola il cui merito principale è sicuramente quello di trattare le patologie mentali all'interno dell'ambito militaresco. Per l'epoca non doveva essere affatto cosa scontata. Per il resto il film paga una lunghezza eccessiva - poco più di due ore - e l'incapacità della sceneggiatura di dar vita a situazioni che restino nella memoria. In più i personaggi sono troppo anonimi per poter empatizzare con loro. Prove del cast non memorabili.
Paulaster: Belushi epicentro di una commedia sentimentale ricca di buoni sentimenti: ambientalista, anti-corruzione, matrimonio e baci al vento. Si aspetta sempre il guizzo, la battuta brillante o la mimica dell’attore; il resto resta fiacco (anche per un uso limitato delle musiche a supporto). Buone immagini montane in contrapposizione alla dura metropoli e regìa che fa il suo dovere; ma resta in superficie, quasi come un tributo.
Dusso: Secondo il mio modesto parere è un buon film della coppia sicula, meglio di diversi altri. Dotato di un ritmo davvero molto buono è lineare, abbastanza divertente (ma certo non si esagera), modesto in qualche momento ma nel complesso simpatico e riuscito. C'è Max Turilli 40 kg fa...
ALLE ORE 17:30 su *altro (specificare)
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Mco: La sigla italiana fa parte della storia della tv per ragazzi (che ora hanno i capelli bianchi o quasi), con le note che danno brio ed abbrivio a una vicenda a metà tra il terribile scontro Bene-Male e la verve comica. Haran Banjo combatte contro i Meganoidi e si barcamena tra due bellezze, la splendida Beauty e la sensuale Reika. Il suo robot è fortissimo e spazza via ogni minaccia. D'altronde... "per noi tu sei davvero grande... Evviva Daitarn 3"!
Lythops: Le telecamere (il film è girato in digitale) tornano nella Mole visitata dallo stesso regista anni prima per Tutti giù per terra con una commedia che, purtroppo, non ha la stessa freschezza. Girato in economia, con una vena surreale e quasi fiabesca, è un film ben raccontato che però non riesce a decollare e soprattutto a convincere fino in fondo nonostante i personaggi, particolari e a volte interessanti. Si vede a volte poffando, ma senza noia.
Deepred89: Lineare e simpatico ma anche datato in molte situazioni. Diverse le gag riuscite, ma molte appaiono scontate. La regia è di livello quasi elementare (una serie di piani fissi con pochissimi movimenti di macchina) ma vista l'età del film è scontato. Laurel e Hardy comunque sono in ottima forma. Non un capolavoro ma si può vedere.
ALLE ORE 20:00 su *altro (specificare)
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Daniela: Troppo flemmatico e raffinato per il ruolo di 007 (ed in infatti i film da lui interpretati sposteranno l'attenzione dal personaggio agli effetti speciali), Moore calza invece perfettamente i panni di Simon Templar, elegante avventuriero che agisce al limite della legge da un capo all'altro del mondo, spesso per soccorrere belle donne nei guai a causa di intrighi complicati, sempre disinvolto e a suo agio in ogni situazione per quanto bizzarra. Episodi leggeri, movimentati e divertenti, che si rivedono con piacere ad ogni riproposta tv.
Galbo: Dopo il celebrato Guida per riconoscere i tuoi santi, il regista Dito Montiel torna alla regia con una storia ambientata sulle strade di una grande città, dove l’affermazione personale passa attraverso il duro combattimento senza regole. Lo spunto non è certo originale e sebbene al regista non manchino le doti (come si desume dalle inquadrature e dalla direzione degli attori), lo svolgimento è troppo convenzionale e prevedibile, compresa l' immancabile love story del protagonista.
Markus: Sorta di western in chiave poliziottesca Anni '70 di discreta fattura, il cui solo elemento d'interesse è la presenza di un Milian in piena forma che ci regala anche qualche buona battuta (il monologo del "buco" è fantastico!). Buona dose di action e solita moraletta - di facile presa - del bene contro il male. Il film è destinato a un pubblico di poche pretese che tuttavia non è mortificato dal trash ma trova una pellicola ben diretta e articolata, seppur dozzinale. D'ambientazione periferica milanese.
Pigro: Una fiaba triste e poetica, quella della creatura dai sentimenti fragili e dalle mani taglienti: contrasto potente come tutto ciò che accade nel microcosmo del villaggio "perfetto" su cui incombe un maniero di frankensteiniana memoria. Straordinaria la capacità di raccontare con leggerezza e semplicità una storia che contiene molti temi in modo originale e consueto al tempo stesso: il diverso, l'adolescenza, la famiglia, la società, l'amore. Struggente l'interpretazione di Depp dagli occhi smarriti e l'incedere incerto. Incantevole.
Hackett: McGregor sceglie per il suo debutto dietro alla macchina da presa un nuovo classico della letteratura americana. Film ad ampio respiro che riesce a essere però intimo grazie a una regia attenta e discreta nello sbirciare le vite dei suoi protagonisti. Il celebre attore se la cava dignitosamente, senza strafare e riesce a confezionare un'opera prima compatta che non si abbandona al pietismo e alla lacrima facile.
Giùan: E finalmente riecco Quentin: dopo il pur salace A prova di morte (da annoverare però nella categoria "il bel gioco dura poco") e il prosopopeico Bastardi, che quasi ci aveva fatto disperare sulle magnifiche sorti e progressive del nostro, Tarantino torna a farsi possedere dal demone Cinema in un film le cui stesse falle sono sublimate da una ritrovata gioiosa visionarietà, da un impetuoso piacere di scrittura, dalla messa in scena caleidoscopica. Se Foxx è "schiavizzato" dal ruolo, a esser "scatenati" e infondere inesausta linfa vitale sono Waltz, DiCaprio e Jackson.
Piero68: Finalmente uno spaccato vero, sentito e senza falsa retorica, sull'attuale periodo di recessione. Con un'angolazione particolare però, quella dei "licenziati di lusso". Segno evidente che la crisi ha colpito proprio tutti. La sceneggiatura è semplice ma lineare e la regia è a buon livello. Persino Affleck (attore che proprio non gradisco) riesce a dare una buona prova. Lee Jones come al solito a suo agio in qualsiasi ruolo e Costner, relegato a quasi comparsa, bravo a dare la misura seppur in pochi minuti. Da vedere sicuramente per riflettere.
Pumpkh75: Sanguinoso e sussultante, settantottino e moderno, prostrato verso l’originale e quasi originale nel ricalcarne in estasi più parti, con il solo finale a lasciarci abbastanza indifferenti. C’è un malinconico però grande quasi tutta la saga: Michael è (era?) ormai un'icona adimensionale, atemporale, immagine riflessa del male più oscuro e vederlo ridotto a sessantenne incanutito e ciancicato è un ceffone al cuore e a quel che è di lì a venire. Carpenter scruta dall’alto ma sotto non ne fanno tesoro. Il peggio, comunque, è alle spalle.
Fauno: Niente male, solo che pretende di simboleggiare entro uno scenario troppo reale, finendo per risultare un film di parte. Attacchiamo un ordine che non permette manco la sepoltura dei ribelli in quanto tali? Dimostriamo che non c'è forza che possa schiacciare gli ideali di base di una società civile? Ironizziamo un regime mascherato da democrazia come secondo molti era l'Italia di allora? Se è così, cara regista, mi potresti girare il seguito del film sul guazzabuglio dei giorni nostri? Sarei proprio curioso...
MEMORABILE: Fantastica la canzone di Dania, scritta da Gino Paoli.
Caesars: L'interpretazione di Depp rappresenta il pezzo forte del film, anche se il suo non è il personaggio più riuscito; è infatti il suo aiutante Jock a suscitare il maggiore interesse. In ogni caso la pellicola non riesce mai a decollare davvero, in quanto alcune idee simpatiche naufragano in un mare di sciocchezze. La trama è solo un pretesto per generare avventure che solo in qualche frangente riescono a suscitare il sorriso. Bettany non male, il resto del cast (Depp escluso) decorativo e nulla più. Vedibile ma anche tranquillamente dimenticabile.
Gestarsh99: Intrepida ricapitolazione dell'ascesa al potere del boss camorrista Raffaele Cutolo, svoltasi negli '80 sullo sfondo di un terremoto "divino" e di correità e scambi di favore tra politica, servizi segreti, malavita e Brigate Rosse. Al suo primo film Tornatore non si fa intimorire e procede a passi lunghi e ben distesi: non insiste sugli stereotipi che rifocillano i camorra-movie più qualunquisti e acquiescenti ma focalizza nel fenomenale Gazzara il familismo "onorato e religioso" de Il Padrino e il carrierismo vorace e arrampicatore dello Scarface di De Palma. Melodrammaticamente coppoliano.
MEMORABILE: Il grandissimo "pezzo da 90" interpretato da Ben Gazzara, dalla nomea di benefattore proletario ma dall'opportunismo megalomane, cieco e incontrollabile.
Galbo: Opera paradossale (difficilmente inquadrabile come genere) diretta dall'attore Ben Stiller; il film inizia come una commedia brillante per diventare velocemente una storia di ossessione paranoica del cosidetto cable guy (che è poi il titolo originale da preferire al brutto titolo italiano), con tanto di drammatico finale. La pellicola, la cui sceneggiatura presenta un andamento qualitativamente altalenante, con momenti pregevoli alternati a parti più "fiacche" è impreziosito dalle prove dei due bravi protagonisti.
Caesars: La trama risulta abbastanza confusa e non in grado di appassionare il pubblico. Peccato, perché il nome del regista e il cast impiegato facevano sperare in un risultato ben migliore. La professionalità tecnica non viene mai a mancare, ma tutto rientra nella norma per un prodotto di questo genere. Le vicende narrate sono ispirate a quelle del reale Eddie Chapman, opportunamente romanzate (com'è ovvio che sia), ma Young non riesce mai a creare il pathos che sarebbe necessario per la riuscita della pellicola.
Daniela: Quando si pensa ad una trama da classico feuilletton, questo è uno dei primi titoli che vengono in mente, condito com'è da fanciulle innocenti in pericolo, nobili cavalieri e mascalzoni destinati a pagare il fio, antiche colpe ed agnizioni salvifiche, improbabili guarigioni di ragazze cieche. Molto classico ed anche molto ingenuo, il film di Gentiluomo non ne costituisce certo la trasposizione più brillante ma possiede una propria dignità. Nel cast, da segnalare l'esordio cinematografico di un giovane esile dall'aspetto gentile: Paolo Poli.
Nando: Ispirato ad una tragica vicenda italiana, il film, pseudo kolossal italo-sovietico, narra le vicende del compianto Umberto Nobile con tutti i suoi drammi umani e personali. Valido il cast e la narrazione cronachistica, tuttavia il quid si perde, lievemente, nell'analisi psicologica degli interpreti.