Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Daniela: Per vendicare un amico viene torturato a morte, un nobile veneziano incita alla rivolta contro lo spietato doge... Nonostante i colori sia sgargianti, il film è proprio incolore: un mix cappaspadesco di ambientazione cinquecentesca di pura routine, prevedibile in ogni suo snodo, epilogo compreso. Va però dato atto a Mercanti di un artigianato modesto ma anche onesto che, banalità a parte, evita gli sbraghi vistosi e anche la prestazione del cast è nel complesso dignitosa.
Undying: Ambientato in un provinciale paesotto toscano (una Montecatini ben poco credibile per la ricostruzione psicologica dei personaggi) narra la solita storia dell'arrivo, in sostituzione del medico condotto, d'una dottoressa decisamente "in forma" al punto da portare un sussulto d'energia (di che tipo è facile immaginare) tra la popolazione locale. Nonostante la protagonista principale sia Stella Carnacina (L'ossessa di Gariazzo), va da sè che la Lassander le ruba la scena, allorché viaggia per le vie del paese a "chiappe al vento" senza essersene accorta. La povertà di mezzi e dialoghi si nota...
Giùan: Dopo Il ferroviere, un altro straordinario saggio di epica piccolo borghese per Germi, capace ancora una volta di rivestire d'autentico afflato emotivo e nitidezza di racconto cinematografico una rischiosa tranche de vie "operaia", tra Quando la moglie è in vacanza e Breve incontro. Germi non aggira gli ostacoli "retorici" del soggetto ma come suo carattere e costume letteralmente vi cozza contro con un'irruenza che non fa sconti alla meschina pavidità del protagonista. Non a caso si stagliano con inedita robustezza le figure femminili di Bettoja e Della Noce.
MEMORABILE: La visita di Andrea a casa di Rita Fabiani; Il finale: "nulla sarà più lo stesso".
Daidae: Massacrato dalla critica e presentato come operetta ridicola, questo strano impasto di avventura, western, mitologico risulta magari - chiudendo un occhio - pure passabile. Gli attori sono quello che sono, ma non recitano così male e il film è leggero ma divertente; diciamo che lo si può vedere senza troppo imbarazzo. Originale.
Caesars: Agli inizi degli anni '70 le parodie dei gangster movie ebbero un discreto successo, nel nostro paese. Questa pellicola diretta da Caltabiano (che compare anche come attore, con lo pseudonimo Alf Thunder, nel ruolo del reverendo) s'inserisce nel filone senza offrire grandi novità; anzi, sono le solite scazzottate a tener banco per numerosissimi, interminabili minuti durante tutta la pellicola. Colizzi è interprete poco degno di nota e la Muti è poco più che un grazioso decoro. Non ignobile ma comunque piuttosto brutto.
ALLE ORE 13:05 su *altro (specificare)
Nota bene: Ogni giorno alle 13:05 e alle 20:00 su SuperSix: http://www.supersixtv.net/
124c: Le avventure di Simon Templar, detto "Il Santo", nell'incarnazione televisiva anni 60 di un Roger Moore trentenne e convincente. A differenza dei film di James Bond, in cui l'attore inglese doveva sostituire Sean Connery (per troppi spettatori l'unico vero agente 007), Simon Templar non si può pensare se non con la faccia di Roger Moore, anche se l'inglese non fu il primo a portarlo alla ribalta in tv e al cinema. Gli episodi sono divertenti, tutti all'insegna dello humor inglese. Bei tempi!
MEMORABILE: I prologhi iniziali, quando una bella donna esclama la frase "Lei è il famoso Simon Templar!" e a Roger Moore spunta un'aureola in testa.
Il Gobbo: L'astuto Baldi confeziona in quattro e quattr'otto un sequel apocrifo di Django ("Viva Django!" è il titolo alternativo), sfruttando il Girotti "scoperto" sul set di Little Rita nel West che, travestito da Franco Nero, inizia una fortunatissima carriera western. Film solidissimo, dominato dall'egregio Horst Frank; la ripresa di Django dopo un pestaggio omerico si colloca ai primissimi posti del Gran Premio "sospensione dell'incredulità"... Un brano della colonna sonora è la base del mega-hit discografico del 2006, "Crazy" degli Gnarls Barkley.
Cotola: Film biografico sull’etologa Diane Fosse che ha fatto dello studio dei gorilla e della loro difesa dai bracconieri l’unica ragione della sua esistenza tanto da sacrificare ogni tipo di rapporto umano e la stessa vita. Apted è bravo nel non pontificare e nel mostrare anche gli aspetti meno gradevoli della personalità della donna. I gorilla sono uno spettacolo e la Weaver fornisce un’ottima prova.
Caesars: Nuti all'ennesima potenza. Forse chi prova particolare simpatia per l'attore toscano (qui in trasferta genovese) potrà anche trovare di che divertirsi; personalmente l'ho trovato un film presuntuoso e pesante. Non totalmente da buttare ma da consigliare solo ai "nutiani" più accesi. Il Nuti degli esordi poteva suscitare una certa simpatia, questo risulta quasi insopportabile (ovviamente a mio giudizio).
B. Legnani: Curiosa opera. Film da una piecè teatrale che parla di teatro e che spesso vi è ambientata. Ovviamente Gassman è perfetto nell'interpretazione dell'attore scespiriano che gigioneggia, ma il film ha in questo il suo limite. Quando manca l'istrionismo del protagonista, non si vede l'ora che il tutto acceleri per riportare Gassman in primissima linea. Non convincentissime la Ferrero e la Rossi Drago. La cantante è - non accreditata! - una magnetica Valentina Cortese. C'è il grande Cesco Baseggio.
Giùan: Tenentino fresco di West Point sperimenta in un forte al confine messicano la distanza tra precetti dogmatici e pratica militare. A 77 anni (!!) Walsh firma il suo addio al cinema con un western che lascia il segno per disillusa lungimiranza. Non è più tempo di eroi per il grande Raoul (come testimonia la scelta di Donahue protagonista): la guerra da combattere è contro burocrazia e mancanza di senso etico e per combatterla ufficialetti politically correct non bastano. Faticoso, con poca azione, quasi concettuale: a distant trumpet squilli per un maestro.
ALLE ORE 17:30 su *altro (specificare)
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Lucius: Serie anime cult venata da un filo d'erotismo presente in molti episodi e ovviamente esplicata dai disegni pruriginosi; presente molta ironia e inventiva, incuriosisce ed appassiona per le avventure e i combattimanti eclatanti. I personaggi sono simpatici e il robot è decisamente imponente.
Geppo: Uno dei due western girati da Umberto Lenzi. Qui ci troviamo di fronte alla classica caccia all'oro compiuta da diverse bande (rivali compresi). È un buon road movie, anche se purtroppo nel secondo tempo si nota una certa mancanza di idee e la storia cade nella banalità. La prima parte è molto interessante soprattutto a livello di sceneggiatura, con diverse colpi di scena. Ben girato da Lenzi con attori che offrono una buona interpretazione. La trama non è del tutto convincente, ma vale comunque una visione, particolarmente per chi ama il cinema di Umberto Lenzi.
ALLE ORE 20:00 su *altro (specificare)
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B. Legnani: La serie che consacrò il futuro James Bond agli adulti italici. Personaggio creato dalla penna di Leslie Charteris, sornionamente interpretato dal nostro, che agisce talore pure in Italia (ma, per non farci ridere, visto che Gorizia non è vicina a Roma, come la puntata diceva, si battezzò "Villa Gorizia" la prima location, benché la cartellonistica non riportasse mai la parola "Villa"...).
Rambo90: Un classico fra i lungometraggi della coppia. Diviso praticamente in due parti: prima vediamo Stanlio e Ollio in trincea durante la prima guerra mondiale, poi alla ricerca del nonno della bambina di un loro commilitone morto. Sono molti i momenti divertenti (l'interruzione del matrimonio, l'immondizia consegnata al generale...) e, pur se con qualche sdolcinatezza di troppo, si arriva alla fine più che soddisfatti. Notevole.
Galbo: La bizzarra convivenza tra uno scrittore e un'anziana signora che vive in un furgone sul viale di casa dell'uomo. Tratto da una storia vera, è un film imperniato sui dialoghi ironici tra i due protagonisti che sviluppano un particolare legame personale. La sceneggiatura è anche un piccolo saggio sociologico. Brillante l'interpretazione di Maggie Smith che interpreta un'anziana senzatetto con grande efficacia. Molto curata l'ambientazione. Buono il doppiaggio italiano. Un buon film.
Pumpkh75: Sul fatto che Scorsese dipinga (quasi) sempre dei grandi affreschi non ci piove e anche stavolta la pellicola è rilevante nel suo strabordante e fracassone incedere. Qualche difetto, però, c’è: la durata è eccessiva, non tanto intrinsecamente quanto perché disseminata di passaggi deboli (vedi il naufragio) e alla lunga la sovraesposizione di pasticche, seni e candele sodomite tende a stancare. Perfetto il cast, specie quello di contorno e molto bravo Di Caprio, sebbene sia ora, a quarant’anni, di cambiargli il tono del doppiaggio. Valido.
MEMORABILE: 10000 dollari per uno scalpo; Jonah Hill onanista e stordito alla festa di compleanno.
Stefania: Commedia verdognola (lui brama la green-card, lei agogna la green-house), che non si discosta dall'arcaico e sempreverde (!) cliché "lui e lei innamorati prima per finta, poi sul serio", ma che ha il pregio di basarsi su due caratteri memorabili e realmente idiosincratici. All'antagonismo interno alla coppia si assomma l'antagonismo della coppia nei confronti dell'esterno (la burocrazia): non ci si annoia. E dispiace quel finale dispettosamente incerto: ora che la serra di Bronte sembrava un eden, e la musica di Georges era nuovamente ispirata!
Pinhead80: Film debitore e a metà strada tra Una notte da leoni e Funeral party. Le cose migliori si vedono nella parte centrale, quando gli amici dello sposo cominciano a combinarne di tutti i colori. Sono proprio loro che trainano una pellicola che vede nei due sposi gli anelli deboli della catena. Si ride a intermittenza soprattutto grazie a battutacce alquanto volgari. Passabile.
Pigro: Non è un film ma un'elegia: una dolente riflessione sulla vita e la morte e al contempo una sconvolgente opera poetica che usa il linguaggio del più prosaico cinema bellico. Incredibile come Malick riesca a dare un'impronta originale e stupefacente al solito film di guerra: è un'esperienza corale di riflessione introspettiva attraverso le voci interiori dei soldati, gli sguardi intrisi di paura e smarrimento, le urla straziate di dolore profondo. Struggente il pendio verde della prima battaglia e la natura che accompagna misteriosa l'ecatombe.
Caesars: Diretto da Rodriguez è sicuramente un film tarantiniano al 100%, con tutti i pregi e i difetti che ciò comporta. Sono infatti innumerevoli le citazioni che attraversano la pellicola e lo spettatore può divertirsi a cercare di identificarne il maggior numero possibile. Assistiamo praticamente a due film al prezzo di uno: la prima parte (a mio avviso la più riuscita) è infatti un gangster movie, mentre la seconda vira (in modo del tutto inaspettato) verso l'horror puro. Buona l'idea, non esaltante il risultato finale; communque da vedere.
Dusso: Non convince molto il mix dei due generi affrontati, rispetto ad altri film che procedono nella stessa direzione. La parte action, davvero molto violenta e a volte splatter, fa da contrapposizione a una parte comica affidata, più che a Mila Kunis, alla divertente ed esilarante Kate McKinnon. Purtroppo però non sempre le due componenti si amalgano bene come era lecito sperare.
Zender: I Vanzina modellano la materia che più conoscono senza strafare ma nel solco della miglior tradizione del loro cinema. Restando leggeri e brillanti, sfruttando le doti di un cast in palla e azzeccando una sceneggiatura più curata rispetto a quelle delle loro ultime commedie. Qualche inciampo e passo falso, ma Proietti e Salemme danno bella luce ai loro personaggi, Brignano fa il tenero come da copione e questo ennesimo ritratto di romanità a tutto tondo risulta gradevole e adatto a trascorrere una serata senza troppi pensieri.
MEMORABILE: La particolare richiesta di un padre disperato (Proietti) al figlio ogni qualvolta questi combina una fesseria...
Galbo: Relazione extraconiugale ambientata in Toscana negli anni del fascismo. La storia è tratta da un libro di Cassola. Il regista Mazzacurati ne trae un film che ha una discreta eleganza formale con gli elementi tecnici come scenografia e ricostruzione ambientale, estremamente curati. Purtroppo la sceneggiatura non è all’altezza e “serve” male i due bravi attori protagonisti, che sembrano a tratti palesemente a disagio alle prese con dialoghi poco realistici e un’eccessiva freddezza narrativa.
L'inizio non è dei più promettenti, col solito modellino in 3D di un aereo che proprio non si riesce a immaginare come reale. A pilotarlo il maggiore Masters, che atterra in strada fermando la sua corsa a 30cm da un'autocisterna con in evidenza la scritta "infiammabile". Per la missione successiva il nostro, alle prese con un'inchiesta in attesa di concludersi, dovrà accontentarsi di scortare la figlia (Davis) di uno dei maggiori fornitori dell'esercito (Dobson) a bordo di un 747 per accompagnarla insieme al suo gruppo di amici in Australia a festeggiare il compleanno. Dovrà insomma fare il...Leggi tutto baby-sitter, come fa notare lui stesso a chi gli assegna lo sgradevole compito; quello che non sa è che un gruppo di criminali ha l'obiettivo di sequestrare la ricca pollastrella e ha ucciso brutalmente nei giorni precedenti le quattro hostess designate per il volo per sostituirsi a loro e salire a bordo. Dopo qualche ora di bagordi tra alcol e champagne, quindi, l'allegro gruppetto finisce preda dei dirottatori, che naturalmente trovano nel capitano Masters un osso più duro del previsto. Tra violenti scontri a fuoco un colpo di pistola fora la fusoliera facendo fuoriuscire buona parte del carburante e costringendo il 747 a ragionare su un atterraggio d'emergenza. Dove però, se le Hawaii sono ancora troppo lontane e di tornare indietro non se ne parla? Più vicino c'è solo un piccolo atollo, dov'è di stanza il capitano Williams (Paré) con i suoi uomini... Si mescolano così il tema del sequestro in volo con il più tipico dramma dell'aereo in avaria ovviando in questo modo al rischio di ripetersi troppo per mancanza d'idee (che, si vede subito, non abbondano di certo). Jim Wynorski, che dirige con l'abituale pseudonimo di Jay Andrews, sa fortunatamente come tenere salda la cinepresa e garantisce una certa professionalità, la stessa che purtroppo visivamente viene a mancare sia per lo squallore degli effetti speciali che per una fotografia del tutto priva di profondità che avvicina immediatamente il film ad ambiti televisivi. Ci pensa per fortuna il cast a dare un minimo di consistenza al tutto, con Antonio Sabato jr. unico vero protagonista: sguardo da duro che non disdegna l'ironia senza perdere l'aplomb, regge bene la parte pur affiancato da una Brianne Davis che non brilla più degli altri ragazzotti ai quali s'accompagna e che ha con lui un rapporto di conflittualità (odia tutti i gorilla che abitualmente papà le piazza alle calcagna) destinato ad evolvere prevedibilmente in meglio. Quanto al bravo Paré, che nel genere ha spesso modo di svettare, conferma l'attitudine pur relegato a un ruolo nettamente di secondo piano, che comincia a "sentirsi" solo nella seconda parte. I dirottatori sono invece nel complesso anonimi obiettivi da annientare, utili solo a vivacizzare la parte action con un nascondino letale da giocarsi tra i diversi scomparti del grande aereo. Eppure qualcosa di meglio dei tanti prodotti analoghi CRASH LANDING lo offre. Non si sgancia dagli schemi del genere ma li rispetta con pratica efficacia, azzardando qua e là qualche non disprezzabile tocco ironico (comunicazione tra Masters e il padre della ragazza, che preoccupato in sala comandi segue l'avventura: "Consumo più carburante del previsto e non abbiamo margine di errore, se raggiungiamo l'atollo...". "Cosa vuol dire 'se'?" "Mi sembra chiaro, signore") e mascherando così, per quanto possibile, l'estrema povertà del tutto. Il finale ne è la dimostrazione e non si può dire chiuda in bellezza...Chiudi
Ronax: Non è il solito bellico poveristico, ma una sconosciuta bizzarria che anticipa (uscì nel 1975, ma venne girato nel 1969) le atmosfere torbide e decadenti stile Portiere di notte, Salò et similia. Fra un gruppo di militari alleati, rimasti intrappolati in un lussuoso bunker sotterraneo dove sono nascosti i tesori di Goering, esplodono tensioni e pulsioni di ogni genere, comprese quelle omosessuali di due soldati nei confronti di un ragazzino tedesco prigioniero. Pretese autoriali e dialoghi cerebrali con copioso turpiloquio. Ma Colasanti chi è?
MEMORABILE: Il folle ghigno del soldato psicopatico ricorda quello di Malcolm Mc Dowell in [f=904]Arancia meccanica[/f] o [f=7568]Caligola[/f].
Markus: Film che parte col botto grazie a un inizio entusiasmante che ci mostra l'inedita coppia comica Mazzamauro-Montesano passare da poveri a ricchi tramite una vincita al Totocalcio ma poi, una volta sciolto l'asse portante della pellicola, si cade nel tedio più assoluto e la mancanza d'idee si fa drammaticamente sentire. Gli attori sono mal gestiti e la sensazione dell'occasione mancata è francamente evidente; peccato perché l'argomento era sulla carta stuzzicante.
Graf: Una squadra di calcio di provincia si gioca la permanenza in seria A in una partita in trasferta con il grande Milan del Gre-No-Li: tutto ciò che ruota intorno all'attesa diventa il cardine narrativo per raccontare con sottigliezza e spontaneità i problemi, le speranze e i sogni di giocatori e tifosi al seguito. Il sale dei drammi umani e il pepe di una comicità scaltra dà gusto a consistenza a un film leggero e gentile dal ritmo spigliato e dai toni emotivi caldi e accorati. Trama prevedibile ma la regia di Mario Camerini è brillante e vivace.
MEMORABILE: La ricostruzione coreografica della partita è perfetta: per un milanista doc come il sottoscritto è un'emozione veder "giocare" il Milan del 1952-'53.