Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Homesick: A parte la stupidissima resa dei conti, purtroppo comune a moltissime pellicole di quel filone e ai western (il buono che, trovandosi in vantaggio, potrebbe uccidere il nemico, lo affronta invece ad armi pari finendo col farsi menare di nuovo e rischiare di morire lui), si tratta di un onesto film d'avventura piratesco, semplice nella sceneggiatura quanto spedito nella messa in scena. Gli interpreti si dimenticano facilmente per i loro ruoli ordinari; se ne differenzia quello di Pasquale Basile per la sua forte vena umoristica.
MEMORABILE: L'attacco degli squali; il duello comico di Basile.
Homesick: Più che una parodia del genere spionistico, bisogna prenderlo come una burla in cui il regista-attore Vincenzo Cascino e colleghi si divertono in una caccia al tesoro sulla base di una sceneggiatura appena imbastita, che sembra improvvisata di minuto in minuto, ma che in compenso evita le lungaggini e i fittissimi intrighi degli esempi "seri". Allegramente scombinato, con zuffe e le sette donne eponime a vivacizzare il tutto.
MEMORABILE: I "colpi di pipa" dell'armeno; i due arcobaleni (le sette donne con i capelli tinti e quello vero); la scazzottata sul bordo della piscina.
Tim Harrison (Curry), acuto funzionario della NASA finito in disgrazia per aver previsto l'impatto di un asteroide sulla Terra e aver diffuso la notizia generando il panico nel mondo intero prima che i metoriti si disintegrassero poi invece senza conseguenze, si ritrova a causa di ciò senza lavoro e senza famiglia. Quando otto anni dopo, passato a insegnare astronomia all'università, la sua bella assistente (Carver) gli annuncia di aver studiato a fondo la traiettoria di un asteroide scoprendo che colliderà col nostro pianeta, non fatica a immaginarsi nei panni di Pierino...Leggi tutto che grida al lupo... “Sei sicura? Hai ricontrollato bene? I calcoli tornano tutti?”. Parrebbe proprio di sì, anche perché Julie ha un QI superiore alla media. E il vecchio sodale di Tim, l'ormai anziano Herbert (Berenger), altra eminenza grigia del campo, le dà ragione, per quanto trovi qualcosa di strano nel fatto di saperla così attraente (“cervello e bellezza sono una rara combinazione”). Che fare? Tim ormai conta meno di zero e presso il governo ha la credibilità di un clown, Herbert non ha i soldi per investire in un'operazione di monitoraggio completa e insomma... si va avanti così verso il disastro, visto che alla NASA nessuno pare essersi accorto nemmeno di striscio dell'asteroide, nonostante stia a poche ore dalla Terra... Ci prova Julie allora, che carica sui social un video presto virale in cui avverte del pericolo. Le credono tutti e quindi nuove scene di panico, sommosse, fughe di massa... ma stavolta non è uno scherzo e i meteoroidi cominciano a cadere davvero dando il via all'effetto speciale più abusato del cinema catastrofico degli ultimi anni (subito dopo l'asfalto che sgretolandosi apre fosse di fuoco sulle strade): bolidi incendiari che sibilano nei cieli delle città colpendole ma concentrandosi – tanto per cambiare – sulla statale dove i nostri poveri eroi stanno cercando di raggiungere in gran fretta la casa di campagna di Herbert, dotata di lussuosissimo rifugio antiatomico: un bombardamento di fuoco che fa sobbalzare l'auto nella quale l'ex moglie (Langton) e Julie stavano cominciando a beccarsi per il cuore di Tim. E se la storia è ovviamente quanto di più trito si possa ideare per un film del genere, va detto che invece sceneggiatura e interpretazioni sono sopra la media: dialoghi (relativamente) curati, attori non straordinari ma che nel ruolo si calano bene. Curry è l'eroe tutto d'un pezzo che ama ancora l'ex moglie e soprattutto suo figlio, per quanto non possa oggettivamente ritrarsi di fronte alla dolcezza dell'assistente sexy e in gambissima, Brooke Langton sa come non rendersi odiosa in una parte (l'ex moglie, per l'appunto) che solitamente non lascia scampo, in film così, e persino la giovane Caitlin Carter funziona, a suo modo, come dolce ricercatrice, con un Tom Berenger che aggiunge un tocco s'ironia dall'alto di una classe - com'è evidente - superiore. Naturalmente l'ambito è quello della serie B con qualche mezzo in più della Zeta (gli effetti si limitano alle solite meteorate in testa ma almeno sono realizzati decentemente), però la regia regge con dignità la baracca e almeno nella prima parte non ci si annoia. Poi purtroppo si rientra negli standard del prodotto di routine e tra la lunga parentesi nel bosco (compresa di inutili violenze) e il finale col fiato sospeso (si fa per dire...) tocca sorbirsi la fase finale, durante la quale Berenger e soci, dalla loro postazione futuristica costruita all'interno del rifugio antiatomico (!) folta di radar e monitor che neanche alla NASA, escogitano il sistema per deviare l'asteroide mentre il governo (che in questi film si distingue sempre per grande creatività) si prepara a lanciare le immancabili atomiche, unica soluzione che gli USA sembrano in grado di architettare in casi come questi. Con qualche innesto da survivor-movie (i cattivoni che insidiano i piani dell'allegra famigliola allargata), timidi accenti rosa e una confezione dignitosa, si consuma un impact-movie modesto ma meno peggio di quanto si possa credere.Chiudi
Homesick: Alla sua nascita, il western europeo guarda ai padri americani, all'epos della Frontiera, alla famiglia, ai pellerossa; al contempo, si protende già al futuro prossimo (la ferocia del personaggio di Baldassare e lo humour di quello di Sancho) e chiude con un finale a sorpresa, tanto brusco e amaro quanto realistico. Piaget aveva reso meglio ne Il vendicatore di Kansas City, così a guadagnarsi il ruolo dell'eroe è Hundar, con la sua brama di vendetta che vacilla dinanzi all'amicizia e al senso etico. Valevoli anche la sofferente Milland e il civile Puente.
MEMORABILE: L'assalto degli Apaches al forte; la traversata del deserto e la lotta per l'acqua.
Ronax: La solita solfa: alla vigilia dello sbarco in Normandia un commando alleato, composto da incallite canaglie capitanate da un duro e sbrigativo Jack Palance, viene spedito dietro le linee nemiche per far saltare un super cannone tedesco. Ovviamente si trasformeranno in eroi. Come si può ben intuire è tutto millimetricamente prevedibile, ma Lenzi gira con la consueta proprietà di linguaggio riuscendo a rendere scorrevole la più trita e convenzionale delle storie. Merito, forse, anche dell'apporto di un giovane Dario Argento alla sceneggiatura.
Il Gobbo: Gli ingredienti per il cultone ci sarebbero tutti: un cast pauroso con tutto il who's who dei musicarelli quand'anche per una posa sola, la follia di partenza (Mario Tessuto fisico nucleare e docente di missilistica - sic!), gli elementi "contestatari". Eppure qualcosa non funziona, forse perchè Tessuto non va bene in nessuna variante (anche come cantante è di stile vetero-celentaniano), le gag sono desolanti e sprecano il talento dei caratteristi (ottima però Bice Valori). Comunque curioso, e la Dionisio sempre bellissima...
Il Dandi: Quando uno si crede Gesù Cristo c'è poco da dire: per girare il contraltare dei suoi album da predicatore ("I mali del secolo" o "La pubblica ottusità", cui l'accomuna anche la produzione synth-pop di Miki Del Prete) Celentano spende miliardi in scenografie pirotecniche che un Bava qualsiasi avrebbe realizzato con due lire, dando corpo a visioni narci-mistiche (con sporadiche coreografie di massa degne di Bollywood) spudoratamente personali ma del tutto anti-cinematografiche: infatti è in tv che il suo sogno messianico/mediatico si concretizzerà.
MEMORABILE: Lo "Spegni va" diretto in camera, che segue il rivoluzionario silenzio anti-televisivo (e profetizza quello reale).
Minitina80: Un discreto thriller impregnato di esoterismo in cui Washington tiene banco grazie a un’interpretazione indiavolata. Lo scontro è più psicologico, in realtà, perché la componente horror è molto contenuta. Non ci sono, infatti, particolari simbolismi né immagini in grado di sconvolgere l’occhio o lo stomaco. Gli manca, forse, quella dose di cattiveria, almeno intenzionale, che gli avrebbe concesso una maggiore personalità, in quanto così risulta eccessivamente ammorbidito. Comunque piacevole da vedere e da riconsiderare nel tempo.
Fauno: Rischia a più riprese di cadere nella lunga serie dei sequel-rottame: l'ostinazione della macchina a spalla per creare paranoie a chi ormai è abituato a scene (anche reali) ben più terrificanti; l'utilizzo di droni o altre diavolerie tecnologiche che anziché snellire appesantiscono il film; perfino le ferite contaminate da parassiti familiari all'ambiente farebbero più ridere che altro, ma gli ultimi 20 minuti con l'esplorazione della casa a largo respiro risollevano lo spettatore soprattutto nella mente, poiché capisce di non aver lavorato a vuoto.
MEMORABILE: Le discrepanze spazio-temporali; Le effigi nei rami; Il cunicolo e il suo incredibile sbocco.
Taxius: Stallone più Kurt Russell uguale azione e divertimento allo stato puro. Il film è molto divertente e deve essere preso per quello che è, cioè un'americanata tutta muscoli, esplosioni e morti ammazzati. I due divi dell'action insieme funzionano molto bene e il film non annoia; la trama è praticamente assente ma poco importa; visto il genere di film, la cosa non disturba. Consigliato a chi vuole passare novanta minuti in leggerezza.
Gestarsh99: Un buon decollo iniziale quello di Bay, che tenta il compromesso aritmetico tra Matrix, The Truman Show e la science-fiction kafkiana anni '70. Purtroppo anche qui il "Dr. Stranamore dell'action" non resiste più di mezz'ora alla sua incontinenza pirotecnica e all'istinto da bombardiere astinente: non ce la fa a vertebrare in profondità il prospetto distopico accennato in principio e taglia corto con improntitudine eiaculando ai quattro venti frastuono balistico, fuggi-fuggi dissenterico, stupido umorismo da bettola e manicheismo a tonnellate, sino a un pietoso cafarnao di redenzioni new-age.
MEMORABILE: I riferimenti abusivi a [f=3774]Matrix[/f] e [f=1560]Coma profondo[/f]: le pile di cloni umani incubati e l'enorme struttura di degenza per i corpi in stato vegetativo...
Caesars: Questa volta proprio non ci siamo: Ridley Scott, ottimo regista che ci ha regalato veri e propri capolavori, confeziona una commediola scialba dove tutto è scontato e già visto. Gli attori, pur dignitosi, non è che si sprechino per sollevare il tono della pellicola e le uniche cose che si salvano sono la bella fotografia e la buona interpretazione di Albert Finney. Speravo che anche questa volta Scott riuscisse a regalare qualche emozione ma purtroppo così non è stato. Evitabile anche se non proprio pessimo.
Tarabas: Piccolo classico del legal-thriller, il film racconta con grande efficacia una storia (piuttosto simile a quella de Il Verdetto) più interessante della media del genere, valendosi di un cast importante e ben sfruttato, con Damon in parte e DeVito in grande spolvero come paralegal sempre a un passo dalla sospirata abilitazione. La storia sentimentale del protagonista è un po'forzata. Jon Voight è uno squalo perfetto. Cinema d'intrattenimento di gran classe. Regia lineare, del resto il film non ha ambizioni autoriali.
MEMORABILE: "Passano gli anni e dopo un po' sei solo un'altra barzelletta sugli avvocati".
Gestarsh99: Intascati i proventi del suo buon contrabbando marittimo, l'islandese Kormakur trasferisce lestamente armi e bagagli nell'arido entroterra al confine fra Messico e Texas, giusto in tempo per inaugurare la fiera campionaria degli stereotipi di serie A: il cinema poliziesco degli infiltrati sotto copertura, le odissee degli uomini ligi incastrati dai potenti, gli intricati racconti pulp sulle forze dell'ordine corrotte e le intelligence federali deviate. Washington e Wahlberg, da par loro, metton a frutto un duo di ameni bisticcioni marchianamente segnati da codici tarantiniani più che ventennali.
MEMORABILE: Il tiro al piccione sulle povere galline interrate...
Tarabas: I mille guai della produzione non levano fascino a questa opera prima di Peckinpah, che probabilmente sarebbe stata più radicale, ma anche così mostra già i segni caratteristici del regista, che ben prima della new wave western capovolge i ruoli di eroi e cattivi, crea una stranissima coppia come conseguenza dell'uccisione (involontaria) del figlio di lei da parte di lui, usa come coprotagonista uno svanito reduce sudista che vuole rifondare la Confederazione. Notevoli contributi anche dai ruoli minori (il dottore, il predicatore). Notevole.
MEMORABILE: La "cravatta" del baro fatta con gli assi di troppo del suo mazzo.
Cotola: Chandor conferma di avere i numeri e di essere un regista promettente e da tenere d'occhio. Qui in fondo racconta una storia come ce ne potrebbero essere tante, ma lo fa attraverso gli occhi di un personaggio molto interessante le cui azioni e la cui integrità nonostante tutto, spingono lo spettatore a porsi delle domande anche scomode. Ciò non capita spesso andando al cinema e quindi il merito è duplice. E la parte finale, molto bella, getta una luce ambigua e sinistra che, forse, rimescola tutte le carte giocate sin lì. Male il doppiaggio; insulso e inadeguato il titolo italiano.
MEMORABILE: Il fazzoletto per tappare la piccola falla nella cisterna.
Giùan: La dismisura della sua potenza iconografica è data non tanto dalle citazioni che spaziano dal luogo comune a quelli dell'immaginario collettivo, quanto dal geniale omaggio/remake fattone sequenza per sequenza da Gus Van Sant. Allo stesso modo, quello che sconvolge ancor oggi nella ennesima revisione, è quell'attesa spasmodica, destinata a restar per tanti versi delusa nello spettatore oggi fin troppo sgamato, eppure ancor tanto primigenia perché (film come) Psyco ci ha "smaliziato" ed educati all'ambiguità, all'incongruenza, al piacere della pura visione, alla (dis)attesa, al cinema.
MEMORABILE: Gli occhiali del poliziotto che ferma la Leigh; La stanza di Norman; L'assassinio del detective; L'urlo della Miles; La sedia; Norman Bates.
Enzus79: Tematiche socio-politiche vengono trattate in questo bel film da un Jean-Luc Godard (con Gorin) in gran spolvero. I registi sembrano consigliare alla classe operaia francese di osare di più, di essere più attiva e combattente per far rispettare i propri diritti. Bravissima la Fonda. Simpatico Caprioli.