Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Rambo90: Per potersi sposare, un povero medico indiano e una ricca nullafacente sono costretti a superare una prova: entrambi dovranno provare a vivere come l'altro. Stupida commediola dal ritmo molto soporifero e che suscita lo sbadiglio facile. La Loren è stupenda e bellissima, ma Sellers non è al suo meglio e appare svogliato. La parte migliore è il cameo di Vittorio De Sica, un uomo che una volta diventato ricco preferisce tornare alla povertà di prima perché era più divertente.
Gestarsh99: Secondo capitolo del magistrale trittico germiano, ancora più perfido e cattivo del precedente. Germi si sbizzarrisce senza pietà, scatenando il suo carrozzone di maschere deformi alla Bosch e prendendo duramente di mira costumi e mentalità di quel meridione odiato/amato. A cosa può arrivare l'umana volontà pur di preservare un illogico senso dell'onore e della pubblica rispettabilità? Ce lo mostrerà il nodoso e manesco Saro Urzì, deus ex-machina di istrionica potenza, artefice di tutta una impalcatura destinata a crollargli addosso. Capolavoro.
Lucius: Profondo, emozionante, commovente, b/n da brividi per una storia che tocca nell'anima. Ricostruzione molto fedele della vita disperata di Anna Frank e delle vicissitudini che la portarono prima a nascondersi dai nazisti, poi a sopravvivere e infine, dopo la cattura, a morire di stenti in un campo di concentramento. Diretto con mestiere, vincitore di un Premio Oscar per la fotografia, il film incanta e commuove. Shelly Winters brava come mai.
Ciavazzaro: Film che incomincia con la storia d'amore osteggiata tra la figlia del governatore di un'isola polineasiana e un nativo; a metà pellicola si trasforma in film catastrofico con un ciclone che spazza via l'isola. Molto fiacco, qualche buon attore, regia statica di Jan Troell, effetti speciali parzialmente riusciti. Noioso, si trascina stancamente fino al momento che tutti aspettano: quello della tempesta. Bocciato.
Daniela: Dovrebbe essere un giorno di festa perché si sposa il figlio dell'uomo più ricco del paese ma l'arrivo in stazione di due viaggiatori misteriosi suscita preoccupazione in alcuni, rimorsi in altri... Metafora delle ingiustizie del passato pronte a replicarsi sotto il nuovo regime in quanto avidità, arroganza, opportunismo, ignavia continuano a permeare una comunità asfittica: messaggio trasparente, veicolato attraverso una messa in scena nitida di grande pregio formale ed una scrittura che assume le cadenze intriganti di un thriller. Film bello e significativo, da vedere.
MEMORABILE: L'arrivo in stazione; In due a piedi dietro il carro con le casse; In chiesa, il tentativo dell'ubriacone di confessarsi.
Manfrin: Una delle più convincenti interpretazioni di Pozzetto, qui soldato della Grande Guerra un po' cabarettista e un po' anarchico. Non mancano i buoni sentimenti e i corretti riferimenti alla drammaticità del periodo, anche se la guerra di trincea viene raffigurata un tantino all'acqua di rose. Si fa valere anche l'istrionico Maccione, un po' meno la Antonelli. Nel complesso un film riuscito e assai godibile.
Gestarsh99: In orbita ventennale attorno alla Terra, gli ultracorpi riapprodano sugli schermi per la quarta volta. Ad ogni nuova discesa si perdon sempre più pezzi significativi dal masterpiece siegeliano e a sovreccedere restano aleatorie rettifiche e sofisticazioni abusive. La Kidman, eternamente incollata al suo santino di martire vessata da rebus oltreumani, campicchia in un remake dalla piega virologica, sbatacchiandosi tra vomici addenda e malmessi flash-forward concepiti ex post dal signor Wolf McTeigue, spedito sul set a tonificare il poco adrenergico operato di Hirschbiegel. Un flop rattoppato.
MEMORABILE: I camerieri del convegno scientifico che vomitano di nascosto nelle bevande la loro sostanza genetica contaminante...
Modo: Film d'animazione straordinario per effetti ottici (veramente ben disegnato al computer), ma la storia non è sempre lineare. Se nella prima parte del lungometraggio la vicenda è narrata in modo omogeneo, dalla metà in poi diventa un po' caotica e filosofeggia un po' troppo. Capitan Harlock di poche parole ma magnetico. Gradevole.
Galbo: Una favola moderna raccontata dal già trasgressivo regista di Trainspoting e 28 giorni dopo che con questo film dall'ambientazione indiana cambia assolutamente registro narrativo rimanendo tuttavia fedele al suo stile. L'interesse "antropologico" del regista rimane intatto e le riprese effettuate tra i bambini dei ghetti di Mumbai sono molto efficaci e riescono a fare dimenticare allo spettatore le inevitabili ingenuità della trama. Ottimi la colonna sonora e l'interpretazione del cast.
Giùan: A non convincer appieno è la durata o meglio il ritmo legato alla durata con soprattutto la parte centrale (Morelli intento a eliminar "target") piuttosto lasca e infeconda ai fini della trama. Per il resto il sincero tributo al genere "sceneggiata", ibridato con l'affettuosa ironia transgender dei Manetti, dona divertimento quasi ininterrotto. Se la soundtrack si sperava fosse più incisiva, il comparto attori è di formidabile empatia: Buccirosso perfetto, Gerini che cresce alla distanza e un Raiz di grande personalità. Rossi versione Grier/Coffy, mmmmmh...
MEMORABILE: La citazione di [f=129]Viale del tramonto[/f] con Buccirosso che canta dalla bara; Le macchinine della Gerini/Donna Maria; Ma nun è Napoli.
Myvincent: Il lungo e complesso interrogatorio prima della condanna a morte del boia di Hitler aggiunge un'altra pagina dolorosa alla storia dello sterminio ebreo. Purtroppo la retorica prende il sopravvento e il racconto non procede mai "come se", ma con l'intento cronachistico e didascalico dei film a tema a cui siamo fin troppo abituati, senza guizzi inventivi. Resta la cupa, fredda, verosimile faccia di Kretschmann.
MEMORABILE: Le bugie di Eichmann, soprattutto quelle a se stesso.
Piero68: Ennesima rilettura del romanzo di Shelley con tante variabili ma poca sostanza. Eppure l'inizio lasciava ben sperare, grazie anche a una fotografia e un montaggio che rendevano fluida l'azione e ben resa l'aria gotica. Ma nonostante una discreta prova di McAvoy, ben inserito nel personaggio, un prosieguo disarmante e un Igor/Radcliffe al limite del ridicolo involontario rendono pesante la prosecuzione della visione fino alla conclusione. Uno dei peggiori su film su Frank anche per la rappresentazione del mostro, troppo semplicistica per essere reale.
MEMORABILE: L'intervento salvifico sulla trapezista.
Ronax: Massaccesi lo gira come un soft patinato, ma la trama sembra presa di peso da uno dei suoi tanti hard degli anni precedenti. In comune con questi ultimi ha il risicatissimo budget, tanto che i maggiori investimenti si direbbe siano consistiti nel copioso acquisto di lingerie per le tre disinibitissime signore - Tamburi, Carati e Gemser - che illuminano il film. Le quali, oltre a deliziarci con le loro variegate performance, ci permettono di sorvolare agevolmente sulla risibilità dei dialoghi e sull'alto tasso di improbabilità delle situazioni.
Xamini: Pur non essendo ancora riuscito a separare lo sguardo di Maguire da Peter Parker, l'ho apprezzato nel ruolo di questo orfano che cerca il proprio posto nel mondo, in un Maine seducente e generoso di sensazioni anche attraverso i suoi colori. Questo buon racconto di formazione si avvale anche di una sentita interpretazione da parte di Caine e di un nudo da tergo della Theron che non metterei in secondo piano.
Pigro: Storia vera di un pianista ebreo che riesce a sopravvivere al ghetto di Varsavia: film bellissimo, di grande precisione e emozione al tempo stesso. Emerge potente la figura solitaria e sola del protagonista (ottimo Brody) in mezzo a un'umanità coinvolta, ma quasi remota, di piccole comparse nella giostra della vita di ciascuno. Colpisce la quantità e varietà di ambienti chiusi (case, stanze, officine), diversi, nessuno claustrofobico ma tutti aperti a fughe prospettiche che danno l'illusione di una fuga e di un movimento in realtà impossibili.
Galbo: Uno sguardo d'autore alle vicende della ndrangheta calabrese, prendendo spunto da una storia familiare di brutale quotidianità. Nei rapporti tra i fratelli l'esemplificazione della doppia anima di questa criminalità, sospesa tra modernità (il fratello avvocato e quello importatore di droga) e legami alle tradizioni bucoliche (il fratello pastore). Un lavoro che più che alla trama guarda alla precisa caratterizzazione di ambienti e personaggi, con una cura estrema per la fotografia e la prova degli attori, tutti molto bravi. Da vedere.
Pinhead80: Per certi versi assomiglia (e non poco) a Immagini di un convento, sia per tematica che per lo svolgimento di alcune sue parti. Qui vi è una denuncia molto più marcata nei confronti dell'intero sistema Chiesa, che coinvolge non solo le suore ma anche preti e alte cariche clericali. Un buon nunsploitation che approfitta della buona vena della Grimaldi e di una solida regia di Massaccesi. A tratti forse la storia diventa un po' troppo prevedibile, ma nel suo complesso il film è gustoso.
Caesars: Un noir italico non propriamente riuscito ma che può vantare una buona interpretazione da parte di Bisio. Uno dei problemi della pellicola però, a mio avviso, risiede proprio nella scelta del protagonista, perché l'attore viene oramai troppo associato a Zelig e quindi il pubblico è portato a pensare di trovarsi davanti a una commedia. Non siamo di fronte a niente di nuovo e anche l'idea dello "sdoppiamento" del gorilla non viene sfruttata in modo del tutto convincente, però qualche momento riuscito c'è e quindi una visione si può concedergliela
Galbo: Una storia apparentemente ordinaria, che parla di perdita del lavoro e di disagio sociale. Girato in modo realistico, è sicuramente un documento interessante che rifugge da ogni forma di spettacolarità a favore di una naturalezza estrema che colpisce anche in considerazione del fatto che gran parte degli interpreti sono non professionisti. L'unico che lo è, Vincent Lindon si conferma grande interprete fornendo una prova intensa e misurata.
Giùan: Non tra i miei favoriti del più balzachiano regista d'oltralpe. L'eccelso e amatissimo Claude indugia eccessivamente sul versante commedia umana, lasciandosi prendere la mano dallo script talora esasperantemente grottesco del fido Gegauff e dalle gigionerie di un Belmondo in fregola. Gli va attribuita comunque la causticità tipica del maestro, così come un aplomb molto spinto per situazioni e linguaggio; il tutto però è detonato e reso straniante dai maldosati scarti di registro (il viraggio "giallo" appare forzato). Fulgida Laura, bruttina stagionata Mia.
MEMORABILE: Le scene tra Belmondo allettato e la calda infermiera interpretata da Marlene Appelt.
Il Gobbo: Divertente, piuttosto sixties anche se senza grandi mezzi, spunto un po' frusto ma Courtenay se la cava, ritmo altalenante ma passabile, qualche battuta indovinata. Un po' sprecata Romy Schneider, ma vederla è sempre un piacere. C'è anche la mamma di Emma Thompson, somigliante in modo spaventoso. Forse senza lode, certamente senza infamia.
Disorder: Deludente. Inizia niente male, con la presentazione dei simpatici scavezzacolo protagonisti del film (il solito manipolo di soldati, indisciplinati e anticonvenzionali, chiamati alla classica missione impossibile dietro le linee nemiche); peccato che poi tocchi assistere a una sequela di banalità ed errori che perfino un non-esperto in materia bellica come me coglie facilmente. Ma l'apoteosi è il finale, dove i "poveri" soldati tedeschi cadono come mosche al minimo scoppio, con salti e piroette degne dei migliori remake turchi. Bocciato.