Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Graf: Giorgio Bianchi è un regista che si libra alto rispetto a quelli (escludendo Fulci) che, normalmente, dirigevano la coppia siciliana. E questo comicissimo film ne è la conferma più lampante. Sorretto da una sceneggiatura finalmente quasi di ferro, il regista gira uno tra i più travolgenti e spassosi film di Franco e Ciccio e, contemporaneamente, uno dei più intelligenti ed ingegnosi. Il bozzetto dei due siciliani innamorati, sciocchi ma integerrimi, irresponsabili ma pieni di buona volontà, riesce perfettamente ed esalta la loro "antica" vis comica.
Belfagor: Premessa interessante, risultato discreto: sembra un ibrido improvvisato fra Quo vadis e Il conte Max. Sordi fa da mattatore restando quasi sempre sopra le righe, mentre De Sica diverte nei panni di un Seneca specializzato in retorica dell'aria fritta. Invece la Swanson, in un ruolo più serio, pare richiamare i vecchi peplum per dare un po' di consistenza alla storia. Una giovane Brigitte Bardot completa il poker di celebrità in questa commedia divertente ma leggerina, che procede liscia senza impennate comiche.
MEMORABILE: Seneca che riesce a scampare alla condanna a morte grazie ai suoi giri di parole.
Mdmaster: Sinceramente l'ho trovato di una noia mortale: una pellicola che trova gli unici momenti rilevanti nella breve apparizione di Richard Pryor, il famigerato numero musicale e davvero poco altro. Sarà che la cultura non ci appartiene, sarà che vederlo in originale è un'impresa... però no, non lo considero film essenziale né una curiosità particolare. A meno che non moriate dalla voglia di vedere un giovane Bill Duke e George Carlin, ovviamente.
Giùan: Sostanzialmente contemporaneo all'inetto biopic di Risi, il film di Kusturica riesce a raccontare Maradona rapportandosi al fuoriclasse argentino nell'unico modo possibile per un peronaggio così carismatico e contradditorio: affrontandolo cioè di petto, lasciandolo parlare senza prender le distanze da un ragazzo sensibile per nascita e reso fragilissimo dalla vita. Di suo il cineasta slavo ci mette un estro da gregario di lusso che solo un sincero ammiratore può produrre. D'altra parte che i compagni di squadra adorassero Diego non è un mistero.
Galbo: Il grande mestiere di attori e registi americani spesso supplisce a qualche carenza nella fattura complessiva delle loro pellicole. In questa commedia diretta da Reiner, la professionalità del regista e la grande bravura e simpatia umana di Bette Midler e Dennis Farina rendono gradevole una storia non molto originale e dalla scrittura non eccelsa. I momenti che vedono in scena i due attori sono ovviamente i migliori. Più deboli gli altri personaggi. Doppiaggio discreto.
Reeves: Trama tutt'altro che scontata, con Steffen che forse propone la sua migliore interpretazione. L'ambientazione circense consente un grande utilizzo dei tanti acrobati presenti. Giovanni Cianfriglia, promosso in un ruolo importante, supera a pieni voti la prova soprattutto nella scena finale. Per i suoi fans Nello Pazzafini è un vero spettacolo, visto che è dalla parte dei buoni ed è vestito con un completo fantasia veramente da sballo.
MEMORABILE: Il vestito di Nello Pazzafini, versione optical della tenuta da direttore di circo.
Nando: La deportazione degli ebrei e la storia vera di un ragazzino che riesce a fuggire e vagherà tra freddo e situazioni impervie sino all'agognata salvezza. Una narrazione lucida ed emotivamente trascinante che si avvale di interpreti (a parte Zamacohwski) personalmente sconosciuti ma ben appropriati in cui prevale il giovane protagonista. L'argomento è sicuramente preposto a suscitare commozione, ma lo sviluppo narrativo è egregio.
Rambo90: John Wick in salsa western, che echeggia un po' Leone e un po' Tarantino, con toni grotteschi riusciti e uno stile tutto sommato nuovo per il genere. La trama è minimale, ma ambientazioni e caratterizzazioni funzionano, così come l'abbondante dose di violenza verso la fine. Hawke perfetto per la parte, Travolta funzionale e personaggi di contorno ben scelti. Un po' prevedibile l'evolversi della situazione, ma regia e cast regalano un paio d'ore di buon intrattenimento.
Galbo: Bel film diretto da Paul Haggis (il suo terzo da regista dopo le convincenti prove di Crash e Nella valle di Elah). Benchè la componente action sia importante e ben realizzata, il tema principale del film è il quanto un uomo sia disposto e determinato a compiere un impresa apparentemente al di sopra delle sue possibilità. Il regista risponde pur con qualche forzatura, attraverso un film dalla sceneggiatura solida e tecnicamente ben realizzato, che si avvale dell'ottima interpretazione di Crowe, uomo qualunque alle prese con un eventi straordinari.
Tarabas: Il procuratore tedesco Bauer ottiene la cattura di Adolf Eichmann, ma è costretto a rivolgersi al Mossad rischiando l'accusa di tradimento, dato che molti suoi colleghi sono ex nazisti. Film interessante e quasi non distribuito in Italia, è girato con sobria efficacia e si avvale di un cast di attori di livello, su cui spicca il protagonista. La vicenda è narrata con buon ritmo, anche se l'ambientazione storica e lo studio dei personaggi, specie quello principale, sono il vero oggetto del film. Debolissima invece la sottotrama del magistrato gay.
Deepred89: Questi biopic stelle e strisce sugli artisti si assomigliano un po' tutti: ascesa, crollo con droghe annesse, rinascita in nome dei veri affetti, finale che piomba senza avvincere più di tanto, alto budget che garantisce professionalità di cast e confezione. Questo gode di una parte iniziale particolarmente riuscita, di un ritmo elevato e di qualche azzeccato affondo visionario, ma per il resto - purtroppo tale è la vita reale - niente di nuovo sotto il sole. Madden, pettinato in questo modo, ricorda Luc Merenda.
MEMORABILE: I due amici che parlano, parlano e parlano, col pomeriggio che diventa sera, che diventa notte, fino all'alba, fuori dalla metropolitana.
Jandileida: Survivor movie come se ne sono visti tanti nobilitato dalla presenza del sempre intenso Mikkelsen il quale, è proprio il caso di dirlo, in completa solitudine tiene in piedi la baracca. Come si addice al genere e all'ambientazione, è soprattutto il silenzio a dominare la pellicola, il che risulta anche in un ritmo per forza di cose abbastanza dilatato. La presenza "stesa" della Smáradóttir allunga il brodo di una mezz'ora ma inserisce anche una deriva sentimentale di cui francamente non si sentiva il bisogno. Finale pilotato.
Galbo: Un buon ritorno per Ethan Hunt, in quello che è uno degli episodi migliori (insieme al secondo) della serie Mission Impossible. Vincente l'idea di affidare la regia a Brad Bird, che assicura il ritmo giusto e garantisce una pellicola ad alto tasso di spettacolarità, che non dimentica (soprattutto grazie al bravo Simon Pegg) l'aspetto ironico ed in genere tutto quello che ci si aspetta da un film del genere. Positiva anche la scelta del "cattivo" Michael Nyqvist in un film che non deluderà gli appassionati della serie.
Caesars: Buon film che ricostruisce una pagina non molto nota della storia tedesca. Il regista, Vincent Perez, sceglie un giusto approccio freddo e distaccato per mostrarci la tenacia dei due protagonisti nel cercare di frenare la macchina propagandistica nazista. Ottima la resa interpretativa di Gleeson e della Thompson, ben coadiuvati dal resto del cast. Molto interessante la scelta di non mostrarci i due coniugi come una coppia di eroi, ma come persone che decidono di fare l'unica cosa che ritengono giusta per arginare un orrore che si diffonde.
MEMORABILE: Anna in prigione chiede una carezza a un vicino andato a confortarla "Chiuderò gli occhi e penserò che sia Otto a farmela".
Schramm: Parte molto bene, tra fragorose impennate di ferocia da far impallidire Rosenthal e coraggiosi tentativi di ribaltare o anagrammare gli hashtag del carcerario, tra rapporti padre-figlio e psico-pedagogismi in zona Cantet; e anche se man mano che avanza sembra smarrire il suo centro di gravità permanente e tutto quanto sembra evolvere in promettenti sviluppi si accartoccia, arranca, si inceppa e singhiozza tirando poco e non bene tutte le fila, un’ottima occasione di rinfrescare un genere munto e scompaginarne i più abusati logaritmi stilistici, tematici e narrativi non è perduta come sembra.
Galbo: Film di stampo classico non originale ma tutto sommato gradevole, Cuori ribelli propone la coppia Kidman-Cruise alle prese con una storia di amore e avventura che il regista Howard dirige con piglio sicuro anche sfruttando il feeling dei suoi protagonisti (coppia allora anche nella vita). Buona la ricostruzione degli Stati Uniti di fine '800. Il film è girato con buon ritmo e si avvale di una fotografia efficace e scenografica.
Rambo90: Un ottimo film in costume che sa mescolare ricostruzione storica, dramma e un po' di commedia all'italiana. La sceneggiatura di Magni dà ad ogni ruolo (dal più largo ben interpretato da Manfredi fino al piccolo intervento di Franco) una sua dignitosa e acuta caratterizzazione. La regia è attenta, con una bella fotografia a colori e un certo rigore che l'avvicina ad alcuni colossi americani. Si ride con Sordi, ci si indigna con Tognazzi, si rimane male nel finale. Da vedere.
Fosco: Storia della scienziata russa Ida Nudel che, stanca del rigido regime sovietico, richiede il visto per poter espatriare. Le viene negato in quanto potrebbe essere a conscenza di argomenti "scottanti" sulla chimica e sulla scienza. Si ribella, dopo di che.... Una grandissima Liv Ullmann, in un film curato per metà. Bella musica di Morricone.
Giùan: Ha il laico dono e l’irredimibile difetto dell’ingenuità l’ennesima prova filmica di Avati, il quale, volendo di prender di petto l’italietta quotidiana e la sua irreversibile degenerazione di costumi, sceglie la chiave della semplicità, scadendo talora inevitabilmente in deleteria elementarietà. Se i manicheismi rappresentativi (buoni/cattivi) e i bozzetti moralistici alla Capra non sempre son salvati da sveltezza narrativa e destrezza registica, l’opera conferma però un suo fascino naif. Nel cast tutto a fuoco il più credibile è Candide Nocella.
MEMORABILE: Laura Morante chansonniere intillimana.
Myvincent: Semplificazione senza precedenti di un tragico capitolo delle conquiste romane in territorio germano, quando Arminio decide di attaccare con scaltrezza il console Varo, complice l'intricata vegetazione della foresta di Teotoburgo. Ai troppi arredi di cartapesta e armi di plastica ben si coniugano i dialoghi "perentori" da saga scadente, dove s'inseriscono anche elementi sentimentali, per aumentarne l'appeal. Il risultato è disastroso su tutti i punti di vista. Guardatelo come divertissment senza pretese.
MEMORABILE: Alcuni sguardi in tralice tra la bionda Beba Loncar e la mora Antonella Lualdi.
Pigro: Altman racconta l'ultima puntata di un programma radiofonico country di successo, e ancora una volta firma un grande film. La coralità di personaggi tutti ben stagliati dal coro stesso (e ben interpretati) è compressa nello spazio chiuso del teatro dove si registra, che è contemporaneamente sineddoche degli Usa e tomba di una socialità spazzata via dai venti nuovi di una cieca modernità. Il canto del cigno dei divi country non è però nostalgico, ma rabbiosamente e politicamente schiaffato di fronte al mondo. Onore al Maestro per il suo addio.