Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Nando: Secondo momento melodrammatico di Matarazzo, in cui la drammaticità degli eventi è resa notevole dalla narrazione. Solite vicende concatenate in cui la cattiveria delle persone cerca di impedire il coronamento di un amore. La Sanson è protagonista credibile così come Nazzari. Crudele la Lattanzi.
Galbo: Una storia alla Frank Capra; è infatti un remake di un classico del famoso regista la storia di un gentile pizzaiolo che eredita un'immensa fortuna economica. Purtroppo una storia degli anni trenta trasposta nel 2002 ha perso molto della sua forza narrativa e la sceneggiatura di Mr. Deeds non è sicuramente all'altezza di quella del film originale. In più gli attori sono palesemente inadeguati; da Sandler che fa (quasi) sempre lo stesso personaggio a Turturro e Buscemi che si impegnano per motivi presumibilmente "alimentari".
Giùan: Il film che (mentendo sapendo di mentire) i più segnalano come l'Araba fenice di Ozpetek è in realtà un'operetta senza spessore, unidimensionale, che tratteggia un'Italia ferma neanche ai tempi del Vizietto quanto a quelli di La moglie in bianco l'amante al pepe. I rituali del buon Ferzen ci son tutti: belle musiche, ricco cast (in cui spiccano Lunetta Savino madre accidiosa e l'ottima prova comica della Ricci), i salti di registro... ma la verve dei tempi migliori sembra persa e forse sarebbe necessario fermarsi a riflettere su che pesci pigliare.
Alex1988: Opera d'esordio di Daniele Luchetti, supportato in produzione da Nanni Moretti che qui si ritaglia una piccola ma divertente parte. Storia in costume ambientata agli albori della nascita dello Statuto Albertino e dei relativi moti di Milano del 1848, dai toni picareschi, ma priva di una sceneggiatura che lasci apprezzare appieno l'operazione. Opera interessante, ma nulla di memorabile.
Galbo: Con l'arrivo in cabina di regia del talentuoso Guillermo Del Toro, la saga di Blade acquisisce elementi fantascientifici che si mescolano alla componente horror-avventurosa del primo capitolo. Il risultato è un action non sgradevole con alcuni buoni momenti dovuti principalmente ad una regia attenta e un buon coinvolgimento del cast. Intrattenimento gradevole.
Pigro: Killer si serve di un taxista per compiere 5 delitti in una notte. Colpiscono anzitutto la splendida qualità visiva delle immagini, la notevole orchestrazione delle scene d'azione (bellissima quella in discoteca) e il sapiente avvicendamento del ritmo che ci porta dalle frenetiche sequenze dei delitti allo "scontro" fra i primi piani dei due protagonisti ben interpretati (anche se qui i dialoghi non brillano). Il tutto calato in una metropoli notturna quasi straniata, luogo di alienazione, di collegamenti insidiosi e di incontri stupefacenti.
Gestarsh99: Morto un Myers di solito se ne fa sempre un altro... ma un'eccezione alla regola doveva pur scappare. Questo terzo Halloween infatti fa storia a sè e insabbia temporaneamente i misfatti ecatombali dell'imperituro boogeyman inespressivo per inalvearsi nella più sinistra fantascienza complottistica. Partendo dalla citazione del Samhain gaelico presente nel secondo capitolo ci si aggancia qui alle antiche credenze magico-pagane di tradizione celtica (Stonehenge), confezionando un plot insospettabilmente ansiogeno e metaforicamente distopico. A suo modo "politico" e in anticipo sui tempi.
MEMORABILE: La testa staccata a mani nude; Lo squadrone di automi pre-matrixiani; Il finale fanta-mediatico (della serie "una reclame ci seppellirà"...)
Giùan: Piace (o bisognerebbe dire atterrisce) e convince per l'abilità di sostenere una tesi piuttosto linearmente, insinuando però subliminalmente nello spettatore (soprattutto maschile) la sensazione che potrebbe esserci un'alternativa di qualche sorta, finendo poi con lo sprofondarlo senza fiato né bronco nell'evidenza d'un ossessione irredimibile di possesso. Secco e senza orpelli (superficialmente) psicologici, il film di Legrand, come quelli di Garenq, ha la forza (e il limite) della consequenzialità etica e narrativa. Ottima direzione del cast con il tremante piccolo Gloria in testa.
MEMORABILE: La tensione tra Menochet e i suoi genitori; La telefonata "salvifica" della vecchietta vicina di casa alla polizia.
Herrkinski: La Shaye assurge a protagonista assoluta per questo quarto capitolo che s'inserisce abbastanza pretestuosamente nella saga (come già il terzo, d'altronde). La parte più interessante è senza dubbio quella che mostra dettagli del passato e dell'infanzia della protagonista, mentre la parte puramente horror/paranormale ricalca quanto già visto nei precedenti, con l'ennesimo viaggio nell'altra dimensione, i demoni e via dicendo; la parentesi "captive" è un pagliativo di dubbio interesse. Si poteva ampiamente evitare, ma formalmente guardabile.
Markus: Un po' farsa di costume e un po' giovanilistico (con un pizzico di “sano” erotismo), l'idea di base (un'intricata storia d'amore nata e cresciuta nel nulla) non è male e comunque in linea con il cinema di quel tempo; in realtà il ruolo affibbiato a Mann gli calza solo fisicamente, perché sotto il profilo dell'espressività difetta parecchio. Sesani dirige il film senza saper gestire il ritmo, cosa che già dopo pochi minuti si avverte come noia e infanga una sceneggiatura non malvagia. Presenza cult dell'allora bella quarantenne Adriana Asti.
Gestarsh99: Primo film ispirato alle tragiche vicende fiorentine, che riuscì ad imporsi tempisticamente sugli altri due di Ferrario e Frajoli. Mentre il successivo Il mostro di Firenze tentava una fanta-inchiesta supportata da basi oggettive, la pellicola di Teti vira invece in direzione del thrilling a forti tinte splatter... in maniera disastrosa! La recitazione, oltretutto già pesantemente inficiata da uno scadente audio in presa diretta, è ad un livello talmente basso da riuscire a strappare in più punti un vero moto di riso, i dialoghi sono puerili ed imbarazzanti, il montaggio trasandato ed impreciso, la regia anonima e impersonale.
MEMORABILE: La disgustosissima scena che vede il maniaco asportare una sezione di pube ad una delle sue vittime (!!!)