Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Panza: Film con episodi che hanno come lieve filo conduttore la vita militare. Il primo sfrutta l’allora celebre Tony Renis per cucirgli addosso una storia assai insipida (*). Il secondo è leggermente migliore del primo (con Noschese travestito da donna per una ipnosi): si salva solo l'istrionismo dell'attore, non il soggetto (*!). Il terzo racconta invece di un uomo (Chiari) che suo malgrado deve partecipare alla naja: interessante ma non convincente (*!). Il quarto (con Franco e Ciccio) è di qualità superiore agli altri (**). Facendo la media: *!
MEMORABILE: Con la mosca, peggio di Mondo Cane! (Franco)
Geppo: Uno dei due western girati da Umberto Lenzi. Qui ci troviamo di fronte alla classica caccia all'oro compiuta da diverse bande (rivali compresi). È un buon road movie, anche se purtroppo nel secondo tempo si nota una certa mancanza di idee e la storia cade nella banalità. La prima parte è molto interessante soprattutto a livello di sceneggiatura, con diverse colpi di scena. Ben girato da Lenzi con attori che offrono una buona interpretazione. La trama non è del tutto convincente, ma vale comunque una visione, particolarmente per chi ama il cinema di Umberto Lenzi.
Galbo: Discreto esampio di quel cinema di medio livello ma capace di fornire un buon intrattenimento per gli spettatori, nel quale gli americani sono maestri indiscussi. In questo Doc Hollywood viene preso in giro il rampantismo e il carrierismo degli yuppies americani (in questo caso medici) che trovano spunti di riabilitazione (e redenzione) in un tranquillo paese di provincia. Niente di nuovo sotto il sole, ma il film è ben girato (e vi recitano ottimi caratteristi) ed intrattiene piacevolmente.
Aal: Piacevole spaghetti western che diverte con leggerezza e ci regala un Anthony Steffen efficace nel ruolo del duro "Trash". Tutto ruoto intorno ad un tesoro e ai personaggi poco raccomandabili che tentano di raggiungerlo tra cui spicca Fernando Sancho nel ruolo del bandito Firmin Rojas. I frequenti sconfinamenti nel comico sono debitori di Lo chiamavano Trinità, film palesemente richiamato anche nel titolo italiano.
MEMORABILE: Steffen sta rigirandosi un sigaretta spenta tra le labbra, il suo compare gli chiede: "Vuoi accendere?". Risposta: "Non fumo."
Mco: Tre lampi: Carotenuto a letto che tenta di sedurre la bellissima Guida, Banfi che anela alla medesima cosa, Origene Soffrano alias Jimmy il fenomeno che fa il postino alquanto ottusetto. Ecco in estrema sintesi la pellicola, condita di erotismo raffinato, beandosi della grazia ed eleganza di una sensuale Gloria Guida e della vis comica di un "zio" Lino sempre in forma (non fisica!) perfetta. Da vedere assolutamente.
Herrkinski: Dopo un paio di film interlocutori, Clint decide di tornare all'action pura con questo poliziesco che ripropone i classici elementi "callaghaniani" (violenza, cattivi a tutto tondo, sparatorie ed inseguimenti esagerati, battute ironiche e via dicendo), con l'aggiunta della "spalla" Charlie Sheen; l'attore se la cava benino, anche se a primeggiare è sempre Eastwood con le sue battute inconfondibili. La trama non è granchè, ma per i fans del Clint "vecchio stile" il film è sicuramente imperdibile e ricco di sketch memorabili. Bello "tamarro".
MEMORABILE: Clint a Sheen: "Odio te e le tue ciambelline all'anice da froci con la mandorlina sopra!"
Daidae: Tra i film sul genere "insegnante sexy" della commedia all'italiana è uno dei migliori. Stupenda la Fenech con capigliatura rossiccia, divertentissimi Montagnani, D'angelo e Vitali. Si ride parecchio soprattutto nella prima parte. Sposito sordo ne La liceale nella classe dei ripetenti è qui cieco come una talpa, tanto da scambiare una vacca per una signora. Ottimo Dino Emmanueli nella parte di un severo prete-direttore.
Renato: Gradevolissima commedia con un trio di ottimi attori (ma sono 4, contando la deliziosa Christina Ricci qui al suo esordio) che parla di una madre single dal carattere decisamente frizzante che trasloca praticamente ogni anno -trascinandosi dietro le sue due figlie femmine- per sfuggire da ogni possibile complicazione, sentimentale e non. Ambientata a metà anni '60 in un puritano paesino del nord degli USA, è un film divertente, romantico, ben scritto e ottimamente musicato. Da vedere. Peccato che Richard Benjamin poi si sia perso in troppi filmetti.
Markus: Il tran tran di una bella coppia di coniugi con tre figli viene sconvolta quando lei si concede dieci giorni di vacanza da sola. Il marito/papà si trasformerà in… "mammo". Mero rifacimento (o copia-incolla che dir si voglia) di una commedia argentina. Questo fatto sminuisce l'opera del regista, ma non quella degli attori: in primis De Luigi, a perfetto agio con il ruolo affidatogli (che poi, nel suo caso, è quello della vita), dei figli viziati e la coppia di donne Lodovini/Del Bufalo. Un film per famiglie che riesce nell'intento di rallegrare.
Markus: Dopo la parentesi californiana del secondo capitolo la saga ritorna alle origini newyorchesi. Michael Winner confeziona di fatto un "war movie" da città che attinge agli stilemi dell'action allora in voga; cosicché la diatriba giustizialista del protagonista Charles Bronson diventa facile espediente per una divertita vicenda con morti e spari a profusione. Sorta di spaghetti western urbano in tempi moderni. Ci si diverte e la pellicola scorre come il vento, quindi inutile cercarne valori artistici dove non ci sono e nemmeno devono esserci. Va bene così!
Gestarsh99: Piccolo erede dei solenni gigantismi visivi di un De Mille, ad ogni sua nuova uscita il nostro Emmerich si ripresenta con la realizzazione del proprio I dieci comandamenti. La sua ultima fatica è un trionfo inconcepibile del "last minute", un susseguirsi impossibile di salvataggi in extremis e pirotecniche acrobazie al di fuori dell'umana comprensione. Reminiscenze bibliche iper-tecnologicizzate, quadretti affettivi scontatissimi, tradimenti e sacrifici per un'esaltazione apprezzabile ma sbracata dei legami famigliari e dell'eroismo più filantropico.
MEMORABILE: L'indenne e miracolosa fuga in auto di Cusack e famigliola, tra strade che sprofondano e grattacieli in rapida disintegrazione attraversati come nulla.
Galbo: Dopo la morte della moglie, un uomo vive riparando barche e mandando messaggi in bottiglie di vetro lasciate in mare. Una di queste viene ritrovata da una giornalista che inizia la ricerca dell'uomo. Inaspettato successo commerciale, Le parole che non ti ho detto parte da un pretesto (il messaggio in una bottiglia) piuttosto originale anche se lo sviluppo della storia seque un andamento convenzionale causa una sceneggiatura che batte troppo sullo sdolcinato e il lacrimevole. Kevin Costner è un po' imbolsito. Meglio la Wright Penn e Paul Newman.
Ira72: Si, lo so, il film è furbo e ammicca al sentimentalismo commerciale. Detto questo, a me è piaciuto moltissimo. Carpe diem, viene da pensare alla fine, in un misto di commozione e gioia. Freeman e Nicholson sono un connubio vincente che buca lo schermo e arriva dritto al cuore dello spettatore. Ricchi e poveri sono uguali di fronte alla morte incombente. Tema trattato con sensibile ironia, con profonda leggerezza, in punta di piedi quasi, strappando sorrisi senza riderci sopra. "Non è mai troppo tardi" solo per chi si ricorda di non essere eterno.
Daniela: Un infarto può essere anche "la migliore cosa che possa capitare", se è l'occasione per smettere di correre e godersi maggiormente la vita, ivi compresi i piaceri conviviali dell'amicizia... Il cinema francese eccelle in queste commedie corali dolci/amare, con personaggi che spesso si confrontano/scontrano attorno ad una tavola imbandita, ed anche questa, grazie ad un cast assai affiatato guidato da Wilson che migliora invecchiando, risulta scorrevole e ben ritmata. A comprometterla è però un epilogo troppo ruffiano per eccesso di spirito conciliante.
Deepred89: Affascinante Effetto notte (teatrale) nella Francia di Vichy, dove il consueto stile (equilibrato, senza sbavature) del regista riesce a non soffocare la carica emotiva, che scaturisce con efficacia tramite azioni sussurrate o semplicemente lasciate intendere. Il lato tecnico è impeccabile, i personaggi funzionano alla perfezione (così come rispettivi interpreti, tutti superlativi) e la storia scorre liscia come l'olio evitando soluzioni gratuite o plateali. Secondo il sottoscritto (non truffautiano) tra i migliori lavori del regista. Ottimo.
Daniela: Avventure, disgrazie ed amori del giovane Fabrizio Del Dongo, ex seminarista di scarsa vocazione e bell'aspetto, in una trasposizione sontuosa nella messa in scena che, se non riesce a rendere lo spirito del capolavoro di Stendhal, ne mette in scena piacevolmente l'intreccio (a parte l'epilogo smussato rispetto al testo). Christian-Jaque dirige con diligenza, Philipe è un perfetto eroe romantico, Casares una vibrante duchessa San Severina, Salou un gustoso principe di Parma vile e meschino. Completano il cast molti bravi caratteristi italiani, con Carminati, Silvani e Gora in prima fila.
Mco: Una formula capace di trasformare il metallo in esplosivo deve essere rintracciata prima che vada nella mani sbagliate. Bomba dirige un’avventura cupa e misteriosa, tra segreti e doppi giochi, spie, alcol e partite a dama. Tiziano Cortini le suona e viene suonato mentre Umberto Raho gli ruba spesso la scena, con le sue espressioni inconfondibili. I dialoghi sono terribili e le interpreti femminili non eccellono in simpatia ma l’originalità del plot, che spesso bordeggia il thriller, rende comunque la visione più che piacevole.
MEMORABILE: La fuga d'emergenza dall'aereo; Le lunghe gambe della Chanel.