Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Caesars: L'ultima opera di Pupi Avati delude un po'. Il regista emiliano ci ha abituato già da tempo a piccole storie con protagonisti sfortunati e perdenti che in qualche modo comunque hanno un loro riscatto: questa volta non riesce a colpire nel segno. Un po' di colpa probabilmente l'hanno le tre attrici che impersonano le figlie di Abatantuono ma il difetto maggiore sta proprio nella storia che non riesce a decollare; e anche il divertimento è abbastanza limitato. Peccato. Provaci ancora Pupi.
Daniela: I due poveri ma belli si sono finalmente sposati con le loro belle ma povere. Causa botte in testa, uno dei due burini si troverà però catapultato in tutt'altro ambiente sociale... Il terzo capitolo della piccola saga, in cui la scena è quasi interamente occupata da Salvatori mentre Arena si limita a fare da spalla, è una commediola degli equivoci basata sull'espediente della perdita di memoria, con alcune gags simpatiche e ed altre invece tirate troppo per le lunghe. Fra i personaggi di contorno, spicca Memmo Carotenuto, qui afono.
Dusso: Grande film di intrattenimento di Michele Lupo. Prima parte con la delicata rapina e la seconda da thriller con gustosissimo inizo su un set western. Grande il motivetto di De Masi e buoni i colpi di scena. Da rivalutare e riscoprire assolutamente. Per me, fin qui, il miglior film del regista siciliano.
Daniela: Quando la figlioletta entra in coma a seguito di un incidente, i genitori si rivolgono ad una dottoressa che sta sperimentando una nuova terapia di stimolazione sensoriale alla Cell...Fritto misto fra dramma familiare, paranormale, scienza alla kazzinger, sprazzi horror, interpretato con scarsa convinzione dal cast (Garcia catatonico più della bimbetta), sceneggiato in maniera pedestre, con personaggi e spunti affastellati senza costrutto che vanificano l'interesse potenziale del soggetto. A parte qualche sequenza (il salvataggio notturno), anche la confezione appare mediocre.
Rambo90: Un sottomarino va in collisione con una nave e sprofonda ad oltre 400 metri di profondità. Il salvataggio sarà lungo e pericoloso. Avvincente catastrofico pieno di tensione, portato avanti da una regia solida e da un ottimo cast con protagonista il sempre grande Charlton Heston. Anche David Carradine se la cava in coppia con Ned Beatty. Imperdibile per i fan del genere.
Rambo90: Molto divertente, costruito su un copione prettamente farsesco e un'unica idea, ma che permette ai due protagonisti in gran forma di dare il meglio, tra espressioni esilaranti e duetti davvero ben ritmati. La regia di Oz li asseconda con tempi veloci e il contorno di buoni caratteristi fa il resto. Anche l'ambientazione nella casa sul laghetto ha un suo perché. Riuscito.
Caesars: Pellicola nettamente divisa in due parti: nella prima (la migliore) vediamo i protagonisti impiegati in fabbrica e poi a casa, nella seconda si ritovano invece su una imbarcazione (Ollio deve respirare aria di mare per guarire da un esaurimento), sulla quale si è rifugiato anche un criminale, con tutte le conseguenze del caso. Stanlio e Ollio sono sempre simpatici e divertenti, ma la qualità delle gag è questa volta meno elevata del solito. Non certamente uno dei migliori film della celebre coppia comica.
Galbo: Il granitico Arnold del film originale sostituito da tale Jason Momoa più che a Conan fa pensare ad un allegro guascone in un mondo da incubi. Quando le idee latitano si ricorre ai vecchi eroi ma di un remake di questo genere non si sentiva certo il bisogno, e la causa principale del naufragio artistico è proprio il suo protagonista totalmente inadatto. Per il resto, un film con qualche momento godibile, efficace nell'ambientazione ma dal ritmo altalenante. Anche la prova del resto del cast non fa gridare al miracolo.
Giùan: Rentrèe in bello stile di Stone alla fiction di denuncia politico/civile con un film "concettualmente" classico (per il suo partito preso esplicitamente liberal) ma che prova stilisticamente con una certa tenace destrezza a tener il passo di fronte a una materia cinematograficamente duttile e indocile. La controversa vicenda Snowden viene così ovviamente appianata a fini "ideologici" ma la parabola del giovane patriota in buona fede (reso correttamente da Gordon-Levitt) è ben svolta. Complimenti alla sensualità della Woodley e al torvo Corbin/Ifans.
MEMORABILE: Il personaggio di Nic Cage: cervellone in ammollo pre-pensionato.
Gestarsh99: Dopo un serioso decennio di testamenti drammatici e drammi testamentari, Gibson dimentica finalmente tribolazioni e cupe sofferenze e rinfila la sua vecchia casacca autoironica da scavezzacollo "armato e letale", proiettandosi a tutta birra oltre i confini del Messico più corrotto, feccioso e graveolente, in un adventure carcerario copiosamente pulpizzato dal tortilla-style rodrigueziano (avvisaglie di Machete kills) e da un corollario di degrado e violenza squallidamente "favelistico" (City of God... Viaggio in Paradiso...). Tra refurtive nascoste, minori in pericolo e spassose bastardate il film fa sempre pieno centro.
MEMORABILE: Gibson che rapina un carcerato durante una tranquilla "seduta di gabinetto"...
Galbo: Sulla carta un racconto affascinante di un genere che potremmo definire di fantascienza con implicazioni sociali, nei fatti un film riuscito a metà. Bravo sceneggiatore e regista, Alexander Payne mette forse troppa carne al fuoco. Il film è più godibile nella prima parte, con le sue connotazioni umoristiche ma si appesantisce nella seconda laddove il discorso sull’ecologia e l’estinzione della razza umana viene introdotto ma non approfondito a sufficienza, nonostante l’impegno di un protagonista ben scelto come Matt Damon.
Pinhead80: Dal Medio Oriente arrivano storie di una semplicità disarmante in grado di far riflettere e commuovere allo stesso tempo. L'amore qui è un lusso che non tutti possono permettersi, soprattutto quando in ballo c'è un posto di lavoro e due etnie che mal si sopportano. Nella testardaggine del protagonista c'è la volontà di un popolo di lottare per le cose in cui crede e per ciò che più ama. L'amore è sempre più forte di ogni cosa.
Mco: La somma di due addendi di ottima qualità non porta sempre a un risultato analogo. Peccato che i due fattori siano due autorità in materia di commedia e tempi comici. Sebbene l'idea di partenza della clinica per obesi non sia male, si denota subito che difetta proprio l'olio giusto per far girare a pieno regime gli ingranaggi del plot. Anzi che ridere a crepapelle si sorride, ma anche no. Vi è però una carrellata di caratteristi mica da ridere, con Diogene e la Fabrizi e Yamanouchi su tutti...
MEMORABILE: La valigetta di Pozzetto, con i vari strati...
Rambo90: Commedia di routine sulla terza età, riscattata però dai tre protagonisti di lusso, affiatati tra loro e che regalano prove davvero maiuscole: Pacino, Walken e Arkin (più defilato) sono qui il principale motivo per vedere questo film. Grazie a loro quindi ogni tanto si sorride, ci si commuove verso il finale e acquista senso la sceneggiatura, che ogni tanto strizza l'occhio al loro grande passato cinematografico. Buono.
Urraghe: Documentario sulla vita e il declino di Diego Armando Maradona. Un racconto che inizia in una povera baracca in Argentina, passa all’apice del successo in una Napoli sventrata dalla camorra per ripiombare nell’abisso di un uomo distrutto dalla tossicodipendenza. Documentario estremamente interessante che non indugia sul calcio preferendo descrivere l’ambiente nel quale Maradona si è voluto calare. Un uomo solo, travolto dagli eventi. Montaggio eccellente per un bel documentario che rimane nella memoria e approfondisce molti aspetti. Assolutamente da vedere.
MEMORABILE: La partitella di un Maradona ingrassato in un campetto di calcio; L'intervista in studio per la televisione argentina.
Saintgifts: Un film senz'anima. Gli ingredienti ci sono tutti, non manca proprio nulla di tutto ciò che ci si aspetta in questo genere di lavoro. Ci sono pure attori di buon livello, costretti però in una sceneggiatura talmente anonima che non basta il loro impegno a impedire la noia totale. Se posso fare un paragone è come se avessero costruito un essere prendendo pezzi di corpo perfetti ma che non legano tra di loro. Una sorta di moderno Prometeo che però si muove a scatti e compie meccanicamente azioni imparate a memoria senza conoscerne il significato.
Capannelle: Cronaca dell'assassinio di Kennedy e dei giorni seguenti. Ci si attiene ai fatti e ai pseudo-fatti (il che evita eccessi retorici) rivelando qualche particolare interessante ma al contempo si limita sensibilmente il coinvolgimento. Attori e regia non girano male e questo permette di non scadere ai livelli di certi film tv, ma si ha anche la sensazione di un'occasione sprecata o, peggio, dell'ennesimo film sul tema di cui non si sentiva il bisogno.
Markus: Curiosa pellicola di genere tardo-poliziottesco, ma che attinge soprattutto agli stilemi del classico film sul furto ingegnoso, cioè il così detto “colpo grosso”. Convincente l’interpretazione (anche in maschera!) di Franco Nero, che qui ha a che fare anche con la seducente Dalila Di Lazzaro nei panni d'una sguattera a dire il vero con temperamento “mignottesco”; il che non guasta. Un giovane Bentivoglio interpreta un gay sedotto dal “bel tenebroso” dagli occhi azzurri (Nero) ed il suo profumo (il legnoso "Denim").
Galbo: Ex promessa della boxe e membro dell'IRA, imprigionato per motivi politici, un irlandese torna a Belfast nel suo quartiere d'origine dove farà i conti con il proprio passato. Questo film ripropone la collaborazione tra Day-Lewis e il regista Sheridan, già insieme per Il mio piede sinistro e Nel nome del padre in una storia efficace che ben tratteggia la situazione politica irlandese ma anche intimista nel descrivere il privato del personaggio ottimamente interpretato dall'attore britannico. Brava anche la Watson.
Daidae: Banalissimo film di avventura con sfumature gialle, diretto male dal non proprio eccellente regista sardo Batzella. A parte i bellissimi paesaggi turchi, ancora salvi dal caotico turismo odierno c'è davvero poco da salvare, il cast è buono (nella parte di uno dei cattivi anche lo stesso Batzella) ma la sceneggiatura è da buttare via, in alcuni momenti non si capisce un tubo. Mediocre e confusionario.
Lucius: Decadente, inquieto come il personaggio interpretato da Delon, provinciale e terribilmente fascinoso. Ritmo volutamente lento che contribuisce alla catarsi del protagonista (un insegnante che arriva alla cattedra in una provincia abitata da vitelloni, con uno stile di vita tutto loro) in una storia difficile e improbabile, ma che intende esplorare nei più reconditi meandri dell'inconscio. Grande cast ispirato; peccato per il poco spazio dato alla Valli. Ottimo e conturbante anche il tema della Vanoni. Intenso.
Piero68: Ascrivere questo film al genere commedia è riduttivo. Perché, seppur parta come tale, il film riserverà sorprese e sterzate in direzione della vera e propria satira sociale. Crisi economica, disoccupazione, rampantismo, arrivismo, pari opportunità calpestate alcuni dei temi toccati dalla grandissima sceneggiatura di Tonino Zera che ultimamente, abbandonate le "vanzinate", si sta dedicando a film molto più interessanti. Buona anche la prova della Farina, che in maniera asciutta dirige un buon cast su cui giganteggiano la Ramazzotti e De Rienzo. Buon cinema davvero.
MEMORABILE: I primi piani sulle scarpe della Ramazzotti; La pusher di medicine; La cena con famiglia di lei in cui De Rienzo prova a indovinare i nessi parentali.
Pesten: Fratelli divisi dai genitori e da loro stessi dai soliti fuorilegge, sullo sfondo del Nevada e gli allevatori che vanno verso ovest. Il protagonista adulto (Wayne) forma dei vigilantes (canterini) che difendono le carovane e al tempo stesso cerca suo fratello e chi ha distrutto la sua famiglia. La storia procede in maniera interessante, ma sembra che a un certo punto il regista si renda conto che il film dura solo 57 minuti scarsi e si trova costretto a risolvere il tutto in pochi minuti, spaccando e in qualche modo azzoppando il film.
MEMORABILE: Le stupende Alabama Hills di Lone Pine, California, dove vengono girate le scene più importanti del film.