Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Una delle vette di Peckinpah, può esser considerato paradigmatico della bipolare percezione cui il suo cinema ci "costringe". Una lunga elegia crepuscolare interrotta da una violenza capace di esser catartica senza mai diventare liberatoria. Unico erede diretto del Padre Ford (John), Sam continua a cantare l'amicizia e lo spirito di sacrificio del Maestro, in un contesto morale però in cui quei valori non hanno più nulla di "provvidenziale" e il nichilismo pare già una risposta coerente al marcio che avanza. Vera e propria Guernica del cinema western.
Faggi: Western riflessivo, specchio di dinamiche familiari, sociali e generazionali: inequivocabilmente figlio del suo tempo, esattamente a piombo su temi di ribellismo, legalità e illegalità, mutamenti comportamentali. Finale amaro, concettualmente necessario; ma, in attesa di riscontro, non prevedibile nella soluzione figurativa, che sarà violenta senza eccessi grafici, di sobria teatralità. Regia pulita e nitida, devotamente dedita a mettere a fuoco una storia; attori coscienti dei ruoli e quindi agiti da giuste mosse.
Caesars: Intensa interpretazione da parte di Jessica Lange, qui nel ruolo di un avvocato penalista che accetta di prendere le difese del padre, accusato di essere un ex ufficiale delle SS colpevole di aver torturato e ucciso nella Budapest occupata dai nazisti, convinta della sua completa innocenza. Costa Gavras confeziona un prodotto che tocca temi importanti riuscendo anche a fornire il giusto grado di spettacolatità. Consigliatissimo.
Cotola: La vita del direttore di un casinò verrà sconvolta dall'arrivo di una bimba dimenticata nella sua casa da gioco. Indovinate come finirà? Innocua e garbata commedia in cui l'elemento comico-divertente dovrebbe scaturire dalla presenza della bambina e dalle sue perle di, eccessiva, saggezza. Il bersaglio viene centrato solo in alcune occasioni, ma il film, pur senza troppe pretese, è piacevole e si lascia vedere senza grossi problemi magari per passare una serata con tutta la famiglia.
Trivex: Un film sicuramente dotato di mezzi, di attori, di regia. Gli scenari polverosi e l'abilità degli spadaccini concorrono a creare una buona atmosfera, sdrammatizzata ma passionale, supportata da una opulenta scelta di costumi sudamericani. Storia lunga, ma non annoia quasi mai, per il suo riscontro mitico (quello del costume tante volte indossato nei carnevali sereni da bambino). La mano italiana conferisce gusto e qualche particolare originale nei duelli, con le inevitabili ricadute verso la comicità, con l'impiastro sergente umiliato dalla zeta dell'eroe.
MEMORABILE: Il duello finale, lunghissimo, nel quale vengono utilizzate molte armi (notevole il conflitto sulla croce di legno sospesa).
B. Legnani: Uno dei film più deludenti di Stan Laurel e Oliver Hardy, nonostante la sua celebrità. Forse il non conoscere la pellicola parodiata crea qualche problema, ma resta il fatto che questa storia di evasi e di mascheramento da negri che lavorano in una piantagione non crea momenti di divertimento.
Galbo: John McClane conduce in porto la sua quarta avventura un po' appesantito nel fisico ma ancora in grado di dare sonore lezioni ai cattivi di turno. Die Hard 4 è un action adrenalinico girato con larghezza di mezzi, in sé per nulla originale (film così ne vengono e ne saranno prodotti a decine) ma nobilitato dalla presenza di un protagonista sufficientemente carismatico. I limiti sono il non avere curato come si doveva le parti (pochissime in verità) non di azione pura (fiacche) e di avere affiancato a Willis attori scialbi e poco simpatici.
Gestarsh99: Basta leggere il nome del regista per comprender sin da subito che per misericordia e condiscendenza non è affatto giornata. Tira brutta aria per quel canagliume in debito "iuris et sanguinis" verso una vedova disfigliata recisa dagli affetti nella maniera più infame. Sparatorie, esplosioni, scontri fisici, automedicazioni con graffette e chucknorrismi in quantità: tutto molto strong, molto sostenuto, molto ramboidale. Un revenge matrifocale da accademia oleografica, con l'imprendibile sgominatrice di gang a far da capo hooligan per la gioia e il tifo scalmanato dei tanti neesoniani da stadio.
MEMORABILE: Il sommario rattoppo della ferita tramite spillatrice; L'eliminazione del giudice corrotto.
Kinodrop: Una famiglia pakistana trapiantata in Norvegia porta con sé tutto il retaggio di valori inconciliabili con la cultura dell’occidente. A farne le spese è la giovane Nisha, ”colpevole” di desiderare una vita di libertà e di libere scelte. Storia molto didascalica e ultraprevedibile con diverse lungaggini distribuite tra Europa e Pakistan e un finale che vorrebbe salvare capre e cavoli. Nell’insieme non è sgradevole (salvo cenni di melò), con momenti di quasi incredulità e di rabbia; può insegnare qualcosa a spettatori di opinioni magari opposte.
Galbo: Una tra le più belle e riuscite commedia americane degli ultimi anni, questo apparentemente semplice film di Spielberg è un piccolo capolavoro: la storia (vera) di Frank Abbagnale racchiude in sè una delle possibili visioni del sogno americano ed è diretta dal grande regista con straordinaria leggerezza di toni e immenso senso del ritmo anche, grazie alla presenza di un grande cast sia nei ruoli principali che in quelli di contorno (bravissimi Martin Sheen e Christopher Walken).
Pinhead80: La sorpresa vera è stata quella di trovare nei titoli di testa Harlin come regista. Questo mi aveva illuso di poter trovare un buon film. Niente di più sbagliato. Le scopiazzature da altri film a carattere storico/mitologico sono evidentissime, tanto che se accorgerebbe chiunque mastichi un po' di cinema. Originalità a parte si tratta di un film brutto che non ha mordente e che scarseggia pure a livello di effetti speciali. Un'opera che si dimentica immediatamente dopo averla vista. Passare oltre.
Herrkinski: Dramma femminista a sfondo vigilantesco che si muove su coordinate più arty della media; rispetto a esempio al recente Peppermint qui non ci sono azione o spettacolarità e la maggior parte delle scene violente vengono solo fatte intuire, mentre più enfasi viene data al tratteggio psicologico e al tema degli abusi familiari. L'atmosfera fredda e cupa è ben resa tramite la fotografia e una ost perlopiù assente, salvo rari effetti ambient; eccellente la Wilde, ma nel complesso il film è troppo statico e la propaganda misandrica è a senso unico.
Belfagor: Riportare su pellicola l'enorme entità politica, giuridica e psicologica del processo di Norimberga è un'impresa enorme, ma questa fiction riesce a gestire bene il tempo e il materiale a disposizione. Ottime prove da parte del cast, specialmente Cox nella parte di Göring, carismatico e manipolatore fino alla fine. Buona idea anche quella di limitare le musiche per contribuire all'atmosfera realista. Un film equilibrato che evita i cliché del genere.
MEMORABILE: Höss che spiega come deplorasse la crudeltà gratuita ad Auschwitz; la lettura delle sentenze; la definizione del male come mancanza di empatia.
Disorder: Quasi un lungo hard dalla trama assolutamente pretestuosa e funzionale al fatto che la Parietti faccia vedere il più possibile. La fotografia con pretese artistiche indugia lungamente su pezzi di carne sanguinante o sulle carcasse di animali da macelleria: voltastomaco assicurato. Assai deludente la prova attorale della Parietti, che incespica sulle parole ed è monoespressiva. Discreti gli altri ma non serve a nulla. Terribile.
MEMORABILE: Nel primo incontro della Parietti col macellaio, si sente in sottofondo musicale "T'appartengo" di Ambra: più trash di così...
Faggi: Strana, grezza, simpatica, allucinazione porno; involontariamente esilarante (ha comunque l'aria di non prendersi troppo sul serio? Non si capisce). Il regista sembra fuori di cervello, gli attori idem; il giovane Stallone è imperdibile (si fa per dire). Notevole certa porno-psichedelia tra il geniale e il casareccio; notevole certo sperimentalismo ruspante (quanto casuale? Nemmeno questo si capisce). Impossibile decifrare il resto. Serie Y da non perdere.
B. Legnani: Ordinaria, non sgradevole produzione del periodo, con budget non elevato e con palesi richiami a Per un pugno di dollari. Padronanza registica e presenza di Milian (con relativo doppiaggio) fanno galleggiare un film che ha qualche crepa, come il comportamento autolesionista del personaggio di Piave e snodi un po' faciloni. Ma che gioia vedere amati volti in seconde (Pigozzi), terze (la Corrigan) e ultime linee (orgia di n.c.: Zanussi, la Canghiari, Bertocci...). Meno bella del solito la Benussi. Location romane già viste in mille film...
B. Legnani: Insomma... SEDOTTO E VIOLENTATO è una barzelletta scollacciata che richiama sin troppo il meccanismo di Imputato, alzatevi! ARRIVA LO SCEICCO sbraca da sùbito ed è, alla fine, pure prevedibile. LA VISITA DI CONTROLLO ha un paio di trovatine e nulla più (con Salce duetta Orchidea, da lui diretta nel bellissimo Colpo di stato). Il migliore è PRETE PER FORZA che, nonostante l'eccesso di buffoneria, qua e là ha qualche momento gustoso. Ma il tutto non arriva a **. Pertato *½
MEMORABILE: "I cuori fanno brutti scherzi..." " Ma non giochiamo a quadri?"
Pigro: Una rockstar è usata dal governo e poi dalla chiesa per condizionare i giovani. La regia lucida e graffiante di Watkins compone uno spietato affresco della civiltà contemporanea e delle sue ipocrisie. Protagonista è il cantante Paul Jones, che - ironia della sorte - in seguito passerà davvero dal pop alla chiesa! Scene potenti e impressionanti (i concerti con i fans impazziti) per un apologo satirico sulla politica, la religione, i media, la cultura giovanile "alternativa" creata a tavolino dai poteri forti. Quanto lungimirante e attuale...!