Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Galbo: Film totalmente basato sull'incontro tra due personaggi capofila di un certo tipo di cinema popolare degli anni '70 e '80, Spencer e Milian. Il film strappa qualche risata ma avendo a disposizione questi due calibri (oltre ad un regista navigato come Corbucci) si poteva fare onestamente di più. La sceneggiatura è carente e il poco di buono che il film presenta deriva dalla bravura e simpatia dei due attori protagonisti, peraltro non affiancati da un cast all'altezza.
Il Gobbo: Divertente, corale, con qualche interpretazione di mestieraccio ma non piatta, e qualche battuta che va a segno. Magari ritmo non sempre sostenuto. Finale (a scelta) consolatorio, ma si sa che la filosofia della satira di pingitore & c. non è (e meno male) quella del plotone d'esecuzione dalla parte dei sedicenti migliori. Yespica notevole.
MEMORABILE: "Ormai questo non è un ginocchio, è un flipper"
Pigro: La tenera amicizia tra un ragazzino e un vampiro coetaneo sullo sfondo dei paesaggi transilvani, minacciati dai cacciatori di vampiri, supera la semplice simpatia del racconto per diventare anche l’occasione di un garbato modo di riflettere su due importanti questioni: la solidarietà tra diversi, che supera pregiudizi e stereotipi, e il rapporto sempre ambivalente con i genitori. Ma al di là di questi spunti, il film è davvero piacevole, divertente e soprattutto vivacissimo e pieno di intelligente brio. Lieve e gustoso.
Galbo: Forse il peggiore tra i film diretti ed interpretati dall'attore toscano. La storia dell'uomo semplice che si trova inaspettatamente a gestire un grande successo (editoriale) non funziona, complice una sceneggiatura che non esiste e che si limita ad una raccolta sterile di gag che falliscono l'obiettivo di far ridere. Anche l'attore Pieraccioni sembra in crisi, così come non convince il resto del cast, tranne forse Hendel.
Pigro: Passione erotica tra un poliziotto e una scrittrice sospettata di omicidio. Thriller ad alta tensione erotica oppure, a scelta, pataccata morbosamente erotica travestita da thriller. In effetti, il film ondeggia tra le due sue possibili identità: il livello generale della recitazione e della pretestuosa sceneggiatura fa propendere per la seconda ipotesi. A parte la gelida bellezza di Sharon Stone, giocata tutta in pose provocanti, c'è ben poco da ricordare.
Galbo: Divertente (ma non solo) black comedy, La guerra dei Roses non fa solo ridere ma anche riflettere sul perverso meccanismo del deterioramento dei rapporti amorosi. Ovviamente estremizzando il tutto, la nervosa (ed ottima) regia di De Vito (che si riserva anche un bel ruolo) ci mostra il competo repertorio di bassezze e meschinerie che solo chi si è molto amato può arrivare a compiere. Bravissimi Douglas e la Turner nei panni della (ex) coppia d'oro miseramente naufragata. Da vedere.
Galbo: Fedele alla “linea narrativa” del suo cinema, Olivier Marchal dirige un noir “grondante” cupezza è pessimismo nella caratterizzazione dei personaggi e degli eventi che li riguardano. Da un lato una trama non originale e non pochi luoghi comuni nella descrizione dei caratteri, dall’altro una non comune capacità di descrivere la dissoluzione morale ed umana del protagonista e del suo ambiente. Ottima la prova di Magimel, non fondamentale la presenza di Depardieu.
Mutaforme: Filmetto preadolescenziale francese che tenta di rivisitare in chiave moderna la nota commedia di Oscar Wilde. L'opera che ne deriva è mediocre, risultando piuttosto banale e scontata (famiglia che acquista una casa infestata dai fantasmi). Forse potrebbe essere apprezzato da un pubblico di bambini per la semplicità narrativa, ma non ne consiglio la visione.
Pigro: Due fratelli, un pistolero e uno sceriffo, nel Far West. Piacevole rivisitazione sia dei western sia degli spaghetti western in chiave ridanciana. Non è esattamente parodia: è vera adesione a un mondo, completamente ricreato con il gusto del divertimento puro, seguendo la lezione del grande cinema comico (negli ottimi Hill-Spencer riecheggia la coppia Laurel-Hardy). Non a caso il film inizia un sottogenere, crea personaggi che vivono di vita propria ed è capace di resistere al tempo. A suo modo geniale.
Galbo: Dopo l'ottimo esordio era quasi inevitabile che il personaggio di McClane si serializzasse. Ecco quindi puntuale questo secondo episodio che si sforza di mantenere gli stessi standard qualitativi del precedente riuscendoci solo in parte: si rivela azzeccata la scelta della location aeroportuale (abbastanza inedita per il cinema). Non paga però il cambio di regia (che è infatti uno dei punti deboli del film) e una sceneggiatura che preme un po' troppo il pedale del catastrofismo. Comunque un discreto prodotto.
Il Dandi: Amo questo Di Leo minore dal titolo idiota, mi ha conquistato col tempo. Per certi versi lo considero un po' il Tenebre di Fernando Di Leo: nel film di Argento tutto grida che sono iniziati gli anni '80 e non c'è scampo per i rimasugli (non solo cinematografici) del decennio precedente; Di Leo, sempre calligrafo, dimostra la stessa intuizione in anticipo su tutti. Ma se Argento saprà (più o meno) riadattarsi e sopravvivere, Di Leo faceva parte anche lui di quei rimasugli per cui non c'era scampo, e questo per me è il suo ultimo film.
MEMORABILE: La sgradevolezza delle scene erotiche, tra le meno patinate del cinema italiano.
Galbo: Non paga di averci propinato le banalità di Twilight, la regista Catherine Hardwicke si cimenta con la trasposizione di una celebre fiaba (filone molto in voga negli ultimi anni) personalizzandola a piacimento. Il risultato proprio alla saga "vampiresca" rimanda con il racconto di un amore post-adolescenziale, che poco c'entra con la celebre storia. La pellicola vorrebbe essere nobilitata dalla presenza di attori illustri, ma Oldman è imbarazzante così come la Christie. Da evitare.
Gestarsh99: Il lentigginoso bambolotto fulvocrinìto nato dal breviario vuduista di Don Mancini si robotizza asimovianamente, mettendosi al passo coi tempi del wi-fi e dell'intelligenza artificiale avanzata. In tutta franchezza, il nuovo piccoletto ha una personalità molto meno compatta e delineata di quella del vecchio fratellino meccanico, tentennante fra semplice emulazione comportamentale, captatio benevolentiae difensivo-aggressiva e proterva insurrezione omicida, ma la forte componente ironizzante e cinefila acclusa all'horror sanguigrondante fa da bevanda gassata perfetta alla spanciata di Pringles.
MEMORABILE: Il pacco regalo "artigianale" col viso scuoiato alla Leatherface-maniera...
Herrkinski: Accantonato l'espediente del POV, si torna sui binari di un possession-movie classico; la location della Louisiana viene stavolta sfruttata maggiormente, anche se tra le classiche riprese di Mardi Gras e il voodoo si scade nei più abusati luoghi comuni dei vari horror girati in loco. Sempre brava la Bell, ma la sceneggiatura non offre particolari colpi di scena e viaggia sui classici stilemi del genere, da Rosemary's baby al Presagio, rendendo il film un lavoro ben confezionato ma che lascia la sensazione dell'occasione sprecata, viste le premesse.
Gestarsh99: Fascinosissimo thriller martiniano, carico di una morbosità allucinatoria e di una enigmatica tensione erotica totalmente estranee ai più blasonati prodotti coevi di messer Argento. La Fenech soggiace languidamente alle molteplici profferte amorose dei suoi due alacri spasimanti, sprofondando con docilità in tutta la femminina arrendevolezza morganatica del suo personaggio su misura di vittima/preda/oggetto. Una sensuale giostra di ingenuità, visioni e perversioni di irripetibile suggestione vintage, con cui l'autore romano spiana la strada alle crudités del successivo Torso.
MEMORABILE: Il flashback onirico al ralenty che vede la Fenech e Rassimov congiungersi nel bosco sotto una pioggia scrosciante, accompagnati dalle note sensuali di Nora Orlandi.
Gestarsh99: Fonte di una surreale diatriba tra Fulci ed Argento (curatore della versione italiana di Zombi), questo film rappresenta la primissima incursione nell'horror del burbero regista romano. "Zombi 2" ha avuto il merito di riportare il mito dei morti viventi alle sue origini caraibico-haitiane (abbandonate rivoluzionariamente da Romero nel 1968), mantenendo però intatti sia il clima di assedio che la voracità antropofaga presenti negli illustri predecessori. Le note gravi e catacombali delle musiche di Frizzi creano un'atmosfera infernale ed apocalittica.
MEMORABILE: L'incredibile zuffa subacquea tra lo zombi ed un bell'esemplare di pescecane cloroformizzato a dovere...
Hackett: Thriller dal passo lento e frammentato (a volte troppo) da un montaggio che segue più strade temporali e qualche volta finisce per disorientale lo spettatore; rimane comunque un discreto film nel quale la mano del regista e il suo modo di girare fanno la differenza nei migliori momenti. Egoyan è un buon regista che poteva essere un ottimo regista, purtroppo dai film degli esordi (lo splendido Exotica) la sua filmografia ha ridotto un po' i propri orizzonti.
Herrkinski: Da vedere rigorosamente nella versione uncut, è uno zombie-movie girato nelle Filippine che trova nelle lussureggianti e spettrali location e nell'abbondante quantità di splatter le sue ragioni d'essere; Fragasso non risparmia atrocità assortite (materiate da buoni SPFX) e mette in scena morti viventi "esotici" che fanno il loro effetto, anche grazie a una fotografia atmosferica e suggestiva sia di giorno che in notturna. Qualche scivolone nel trash (l'incipit su tutti) e un finale un po' buttato lì; ottima invece la ost, per un b-movie sui generis onesto e piuttosto divertente.
MEMORABILE: L'incipit con lo stregone; Nicholson trasformato in diabolico zombi col mitra; Il tema della ost di Al Festa.
Gestarsh99: Giallo d'imitazione scotto e poco probabile, che sembra infischiarsene altamente di mimetizzare le proprie deferenze verso gli ovvi Bava, Martino, Lado e l'immancabile mastro Dario. Hilton è meno incisivo e affascinante del solito, la Fenech invece tira fuori più unghie che tette, non foss'altro per il numero imprecisato di aggressioni cui scampa per il rotto della cuffia. Come in tutti i sottoprodotti thrilling del periodo, la sequenza di misfatti va avanti per forza d'inerzia, i depistaggi durano quanto un cerino acceso ed il movente ultimo ha la sostanza del vapor acqueo.
MEMORABILE: Carla Brait che si esibisce nel suo spettacolo notturno da domatrice di uomini...
Giùan: Peripezie di un prete di campagna, impegnato a somministrar bastone e carota ai parrocchiani adulti, come a insegnar il rispetto e la "dottrina" ai più piccoli. Diretto da un gran professionista dei generi come Palermi, è un film al servizio del comico catanese Angelo Musco, che già a teatro nella commedia di Macrì aveva dato prova di sentirsi cucito addosso il ruolo. Uno dei primi esempi di cinema comico dialettale italiano e autentico one man show, ancor oggi godibile grazie alla verve poliedrica di Musco e al brio della regia. Bellissima Maria Denis.
MEMORABILE: Don Attanasio che canta la ninna nanna ad un pupo salmodiando.