Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
B. Legnani: Film di medio livello (**) del bel tempo del cinema italiano che fu. Nulla di eccezionale, con una vicenda gialla conclusiva i cui barocchi e inverosimili movimenti ricordano addirittura quelli della complessa soluzione di Assassinio sul Nilo. Dorelli come sempre perfetto in questi ruoli, che sono un misto di astuzia e di candore. Dufilho inverosimile coma italo-americano. Carina la Villoresi, ma soccombe al grande fascino della Spina (oggi la si direbbe MILF...). Divertente Robutti. Qualche gag non è vecchia, ma addirittura stravecchia.
Giacomovie: Totò è Antonio Scorcelletti, un abile copista al quale viene commissionata una "Maya in camicia" per farla passare come autentica del Goya. Anche se non è il migliore tra i film di Totò, è tra i più simpatici, per una verve umoristica che non cala d'intensità (a cui contribuisce pure un pimpante Louis De Funès), tanti giochi di parole e per una sceneggiatura articolata, nonostante la sua semplicità.
Galbo: Film molto particolare questo diretto dal regista inglese (e la nazionalità è importante !) Christopher Smith. Il film si può considerare infatti un horror ma condito da abbondanti dosi di sarcasmo che si esprimono attraverso una critica piuttosto feroce alla società che mercanteggia armi (quella dei protagonisti) i cui dipendenti subiranno una sorta di crudele contrappasso. Il regista riesce a mantenere alta la tensione senza mai (o quasi) eccedere nel facile effetto splatter ma utilizzando spesso una tipica ironia britannica.
Belfagor: L'omicidio di una donna conosciuta durante un viaggio in treno spinge Miss Marple ad indagare su una serie di morti solo in apparenza accidentali. Sebbene l'adattamento sia molto libero (nel libro l'anziana detective non è nemmeno presenta), può dirsi riuscito. Il merito va al cast ben assortito, nel quale spicca la brava McKenzie protagonista. Buone anche le ambientazioni e la fotografia dalle tonalità fredde.
Graf: Grande Zinnermann! Uno dei rari esempi nel quale un film di origine letteraria non è inferiore al romanzo da cui è tratto. Il regista ha scelto la via della non spettacolarizzazione della vicenda–thrilling, una scelta stilistica che sembrava suicida ma che invece si è rilevata vincente. Niente ridondanza del linguaggio, anzi secchezza documentaristica, niente pedinamenti ma giochi di scacchi tra sicario e polizia, niente sparatorie assordanti ma silenzi tesi ed ansiosi, niente scoppi di violenza ma inganni freddi e razionali. Un film a sangue freddo.
Rufus68: Irrisolto e alquanto bislacco. Il rovesciamento di ruoli fra sani e matti all'interno del manicomio risale a Poe: Pabst aggiorna la versione con riferimenti letterari moderni (Viarisio appare in un quadro come Big Brother orwelliano), ma fallisce sia nella denuncia che nei toni (commedia brillante? commedia nera?). È indubbio, tuttavia, che un'accattivante arietta pazzerella aleggi durante il film, anche per merito di Nascimbene che musica beffardamente la filastrocca "Oh, che bel castello". Fabrizi in versione minore.
Galbo: Film dedicato (come altri due precedenti) alla mitica cavalleria americana. L'elemento di spicco è il rapporto tra l'anziano militare (splendidamente interpretato da un già maturo John Wayne) e il giovane ufficiale inesperto. Straordinari i paesaggi della Monument Valley, efficacemente fotografati (come già nell'ottimo Sentieri selvaggi). Alcune scene sono da storia del cinema.
Daniela: Scopo vendetta contro la conduttrice di una trasmissione radiofonica che gli ha mandato a monte il matrimonio, pompiere cerca di renderle pan per focaccia... Commedia sentimentale di produzione industriale, con ingredienti collaudati, compresa la morale "niente regole in amore", molto prevedibile nei suo sviluppi, inevitabili equivoci compresi. Quando la storia non offre sorprese, tutto ricade sulla confezione (corretta ma anonima) e sul cast, non del tutto centrato: Thurman distratta, Firth sprecato, il migliore è il "Comico" Dean Morgan
Bruce: Bellissima anche da rivedere oggigiorno, in tempi di crisi, questa divertente e intelligente commedia di impronta teatrale che vede Totò protagonista (al fianco di altri validissimi attori e caratteristi, tra i quali anche una giovane Sophia Loren). Tanti gli spunti e i momenti comici, mai volgari, che sono stati ripresi e copiati in seguito da altri. Quanto talento! Splendida la prima parte, forse un po' scontata e prevedibile la seconda.
Il Gobbo: Già amiamo poco i decamerotici in generale, se poi ci tocca accettare, come seduttore tanto infaticabile quanto irresistibile, Piero Focaccia la nostra pazienza viene sottoposta a una prova eccessiva: e chi si credeva, Mal? E con la Beneamata, poi? Vade retro. Decorosa fattura, come sempre bravo Garrone, inopinata presenza (in voce, doppia D'Orsi) di Nando Gazzolo, belle passerone, solita noia. Perdibile senza rimpianti, solo per ultras o archivisti del genere.
Gestarsh99: Difficilmente la "Besson Family" ne sgarra una quando ha a che fare col lancio promozionale di giovani eroine abilissime nel maneggiare armi da fuoco, strategie logistiche e funambolismi felini: la nero-ispanica Saldana, anguilliforme lupinessa del parkour, non fa rimpiangere neanche per un istante la capofila Nikita. Non è solamente un action steso con affinata competenza ma anche una storia di sentimenti feriti, di affetti perduti, di caccia senza quartiere alle allodole del dolore attraverso lo specchio identificativo orchidàceo, simbolo di passione, audacia e orgoglio inconcusso.
MEMORABILE: L'agguato omicida nella singolarissima piscina verandata ridotta a "squaloteca".
Gestarsh99: Ultimo bagliore del crepuscolo per Dirty Harry, giunto al terminal della sua marcia bonificante sul pantano delinquenziale di San Francisco. Pistolettate in pieno viso e micro-machines esplosive in questo epilogo autoironico e metacinematograficamente engagé: accattivante nell'appiccar fuochi polemici contro la mediatizzazione della violenza al cinema e in tv; godibilmente spregiudicato nell'arpionar mentecattaggini interattive di un doppelganger a vizi privati e pubbliche manie di divi e primedonne dell'horror-stardom. Impareggiabile il cabotinage di Carrey nel videoclippaccio rock.
MEMORABILE: L'esagitato inseguimento tra l'auto civetta di Callaghan e la mini-Corvette radiocomandata; Il videoclip "esorcistico-guns&rosian-alicecooperiano"...
Homesick: Sei storielle boccaccesche di mogli vogliose, mariti cornuti e frati dalla dubbia vocazione, nell'insieme allegre e sollazzevoli nonostante i finali quasi tronchi. Come d'abitudine, il fulcro è la giocosa esibizione di nudi femminili, disinvoltamente offerti dalle starlets di turno (Nell, Lehir, Damon, Beani, Vivaldi e Longo), mentre nel comparto maschile spiccano le simpatiche caratterizzazioni di Garrone e Musy. La volgarità si limita al normale turpiloquio, senza scadere in quel pessimo gusto scatologico riscontrabile nei peggiori esempi del genere.
MEMORABILE: La cornice con i rifugiati dalla peste; L'ingenuità di Garrone; La Beani nel confessionale; Le voglie notturne di Musy.
Capannelle: Gradevole commedia gestita con garbo ma anche senso del ritmo, con una regia e montaggio che giostrano bene le varie situazioni e si dimostrano in grado di sottolineare la verve dei protagonisti. Contribuisce alla riuscita lo script che, almeno per la prima ora, permette di viaggiare ad alti livelli senza inventarsi stranezze o scadimenti di gusto.
Gestarsh99: "It's all fun and games" fintantoché dal buio non fa capoccella il muso azzannatore d'uno squalo. Il cineapneista Roberts riporta tutti a 47 metri di profondità immergendo una quaterna di giovani studentesse dal rosso avvenire nelle anfrattuosità di una cava sotterranea sommersa. L'infilata di coups-de-théâtre che scudiscia frustrantemente gli ultimi minuti di apparente distensione finale è la ciliegina sull'aorta di uno shark-horror speleonautico che mostra parecchi punti di contatto con la Discesa nelle tenebre di Marshall. Claustrofobico? Beh, innegabile. Terrorizzante? Ehm, giusto un po'.
MEMORABILE: Le fauci dello squalo che cercano di penetrare gli stretti pertugi subacquei in cui si rifugiano le protagoniste; I ripetuti colpi di... pinna finali.
B. Legnani: Modesto film di Biagetti (che pure qui non gestisce il ritmo, mal distribuendo il tempo alle varie fasi), che si salva dall’ignominia solo grazie a un quarto racconto gradevole e ben recitato (quello con Pino Ferrara, Dori, la Santilli e la Ferronao ) e da trame non male, però sfruttate maluccio (terribile la recitazione richiesta a Bufi Landi nella novella d’ambiente romagnolo e inspiegabile la scelta di filmare molte scene in un vero budello). Girato in fretta (notare la comparsa che perde palesemente l’equilibrio mentre impalla Pino Ferrara!). Dal gineceo stavolta spicca la Nell.
Myvincent: Opera difficile quella di un film sul più grande, ultimo poeta italiano del '900, ne effigia non solo la personalità ma anche la biografia, la produzione artistica, il pensiero. Il lavoro di Ferrara è un tentativo, riuscito, di proporre un'idea, un'interpretazione attorno a un personaggio dalla intensità a volte anche eccessiva. Il risultato è se non altro lontano da logiche "televisive" o scandalistiche o pruriginose. Indiscutibilmente bravo Willem Dafoe.
Taxius: Action molto frizzante, zeppo di esplosioni, morti ammazzati e sangue che ha come protagonisti una coppia di fattoni che in seguito si riveleranno essere ben più di due semplici ragazzi annoiati. Il film non è male, è girato bene ed è coinvolgente, ma ha una sceneggiatura debole e banale che lascia un po l'amaro in bocca per quello che poteva essere senza problemi un buon film. Non manca la componente romantica, mentre è assente quella comedy e questo, a ben vedere, è un altro piccolo difetto. Nel complesso non male.
Pigro: Il reclutamento di due ragazzi nella malavita in una escalation di crimini sembra inquadrare il film nell’ormai prolifico filone di Roma criminale. Ma qui il lavoro, cinematograficamente raffinato, è più sottile: la casualità, la leggerezza (incoscienza), le crepe invisibili che si aprono sotto la scorza da bulli (perfino del personaggio del padre, un efficace Tortora) costituiscono una sottotraccia significativa che denuncia uno sguardo non approssimativo. Peccato per l’inintellegibilità di gran parte dei dialoghi in romanesco sbiascicato.
Piero68: Nonostante la citazione del titolo e la tagline del film l'11/9 non c'entra proprio nulla ed è solo uno specchietto per le allodole. In una New York assolutamente normale il racconto di cinque storie che non si sa dove vogliano andare a parare. Anche se un discreto montaggio rende tutto fluido, è la narrazione che proprio non convince e le varie storie alla fine non solo non si intrecceranno mai ma, come già detto, con gli attentati non c'entrano proprio nulla. Cast non eccellente ma con qualche buona prestazione (come quella del solito Shalhoub).
MEMORABILE: La Gyllenhaal licenzia un suo assistente gay e poi lo apostrofa: "Sei solo un cliché".
Lucius: Il regista con questo film omaggia solamente Hitchcock; la storia è avvincente e per tutta la durata del film la tensione aleggia perennemente. La sceneggiatura è ovviamente diversa da quella de La finestra sul cortile e Elisabeth McGovern ha dato molto con la sua interpretazione di esca in questo film. L'interesse non cala mai. Decisamente un buon thriller.
Puppigallo: Una buona regia e attori decisamente in parte fanno di questa pellicola un interessante spaccato di "vita" di sottoprodotti dell'evoluzione umana. E a fare da contrasto con questa feccia sballata, c'è una bambina malata, conseguenza proprio del degrado psicofisico di gente che finisce per danneggiare anche chi nulla può e nulla ha potuto decidere. Eppure, persino da chi sembra dare solo il peggio (i due protagonisti), può nascere qualcosa di buono. Film che merita la visione, nonostante arranchi nella parte centrale, finendo per girare su se stesso, come in effetti fanno i tossicodipendenti.
MEMORABILE: La "cocaina frizzantina..."; "Ciao, brutta!"; Impasticcati in strada.
Daniela: Avrebbe le carte giuste per funzionare questo film d'esordio di Isaac, già produttore: cast senza stelle ma con molti attori bravi e/o noti, trama di guardie e ladri intrigata e potenzialmente intrigante, fotografia livida di una Londra crepuscolare e notturna. Potrebbe, ma non funziona. Nonostante l'eleganza di alcune sequenze, non riesce mai ad appassionare, neppure nei momenti più drammatici, lasciando l'impressione di un esercizio di stile freddo e scolastico.
Panza: L'intreccio non è nemmeno così datato e statico visto che si tratta della vendetta di un fuorilegge a cui è stato ucciso il fratello. Purtroppo il film risente in alcune scene del peso degli anni (la scelta delle musiche, il finale con tragicomica Bibbia in sovrimpressione) risultando a tratti noioso, pur nella sua breve durata. Restano però una bella prova degli attori (valorizzata dal bel doppiaggio) e ambientazioni valorizzate da una fotografia abile. Il titolo affibbiato dagli italiani è abbastanza sviante rispetto a quello originale.
MEMORABILE: Il trattamento riservato alla salma del fratello: ricoperta di sputi, insozzata con torsoli di mela, il requiem viene coperto con musica da ballo.
Giacomovie: Campanile ha tratto il film da un suo romanzo, segno che ha creduto nell'idea di narrare la vita di Cristo da un'altra prospettiva. Il risultato gli ha dato ragione per la bontà di un progetto che ha saputo mescolare sacro e profano, umorismo e malinconia. A tal riguardo Montesano si trova a suo perfetto agio nel ruolo dell'umorista malinconico e la bella e sempre sexy Edwige Fenech trova spazio per mostrare non solo il corpo ma anche buone doti recitative. Adatto il contesto scenografico e ambientale, buone le musiche di Morricone.