Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Homesick: Intrigo spionistico internazionale con bische, scambi di persona, false identità, zuffe interminabili, spie, controspie e Clark che, seppur una tantum non nelle vesti di “Agente 077”, ricalca sempre look e comportamenti di James Bond. Comprimari interessanti come Nusciak, Vannucchi, Albertini, Hintermann e Infanti ritraggono inevitabilmente figure stereotipate del genere. Si riconoscono una certa scioltezza, il fascino cromatico sixties del Technicolor di Stelvio Massi (direttore della fotografia) e i caldi, eleganti clangori di Ortolani.
MEMORABILE: L'assassino che si ritrova davanti al filmato che lo inchioda.
Il ferrini: Commedia anni '80 adatta solo ai nostalgici dell'epoca. La recitazione è piuttosto atroce, compresa la Gerini all'epoca delle riprese sedicenne e la moda nonché il linguaggio paninaro non aiutano. Vasco si presta al gioco, sebbene non dica una parola, e lo si vede in varie occasioni, fino al gran finale col suo concerto (era il tour di "C'è chi dice no"); sul palco anche il compianto Massimo Riva. La sceneggiatura è un incrocio di storielle senza spessore fra adolescenti che dicono frasi tipo: intimo di squinzia, o la bella addormentata nel buscopan. Tenero.
B. Legnani: Amabile in maniera superiore all'effettivo suo valore. La simpatìa del protagonista (delizioso il suo ingresso nell'augusto istituto scolastico della Livorno-bene) ci porta a seguire la pellicola pure con una certa indulgenza. Ho trovato azzeccato il commento della voce fuori campo, sgradevole e ritrito il personaggio figlio-di-papà, uno degli elementi che impedisce, seppur di poco, all'opera di assurgere fino al rango di buon film. Discreto.
Daniela: Bel western classico dal respiro ford-fondiano, che ripercorre alcuni topoi del genere - a partire dall'ingaggio da parte dei "bravi" cittadini che vogliono essere protetti dal prepotente di turno, salvo poi accettarlo fra le loro fila quando questo diventa ricco ed influente. Venati di ironia, i laconici dialoghi fra Harris e Mortensen (grandi entrambi) disegnano con pudore un sodalizio virile destinato a spezzarsi di fronte ad un terzo incomodo in gonnella (Zellweger, insopportabile). Secchi gli scontri a fuoco, bellissimo il finale all'insegna del sacrificio e della rinuncia.
MEMORABILE: Virgil-Harris ogni tanto perde il filo e l'amico Everett-Mortensen gli viene in aiuto suggerendo la parola giusta
Galbo: Secondo e non particolarmente riuscito film del filone catastrofico di ambientazione aerea dopo il capostipite Airport, questo episodio tende a replicare lo schema del film del 1970, ma con minore efficacia. Il film che coniuga una serie di storie personali (intepretate da vecchie e nuove glorie cinematografiche hollywoodiane) ad effetti speciali tecnologicamente avanzati, risulta più artificioso del precedente (specie nel finale) e rimane nella memoria sopratutto per il riuscito personaggio intepretato dalla brava e bella Karen Black.
Faggi: Produzione RKO quindi essenzialità, mezzi usati al meglio, niente fronzoli, passioni forti, intrigo e mistero. Western solido e denso, con più piani narrativi che si fondono bene insieme; vicenda gialla e sentimentale, unita alle questioni d'onore, di potere, di prestigio, di vendetta e regolamento di conti tipiche del genere. Grandi attori (Wayne, Raines), curiosa sceneggiatura e regia che, se pur di mestiere e senza particolari impennate, non fa una piega. Un classico, in fondo.
MEMORABILE: "Sai cosa hanno in comune le donne e il whisky? Tutte e due ti prendono in giro ma non se ne può fare a meno" (il vecchietto "Gabby" a Wayne).
Galbo: Per il suo debutto da regista cinematografico, Dustin Hoffman sceglie una storia ambientata in una casa di riposo per musicisti. Nulla di eclatante, ma una vicenda semplice che da modo al regista di rappresentare con sincerità di ispirazione un mondo poco conosciuto, con personaggi ben carattterizzati dal punto di vista psicologico, una bella e suggestiva ricostruzione ambientale e soprattutto lasciare il giusto spazio ad un eccellente gruppo di attori.
Belfagor: Dopo gli Xenomorph, la Weaver deve affrontare un'altra minaccia in costante adattamento: un serial killer che copia il modus operandi dei colleghi passati alla storia. Coevo di Seven, ne è la controparte "femminile", nella quale gli omicidi sono presentati con un certo distacco per focalizzare l'attenzione sul rapporto tra la profiler e la detective, reso credibile dalla coppia Weaver-Hunter. Peccato per la durata resa inutilmente lunga dalle scene con Mulroney, che sembra messo lì per imitare Mulder di X-files.
Galbo: Riuscito action con l'immarcescibile Stallone impegnato in una cornice montana. Se si lasciano da parte alcune incongruenze di sceneggiatura ed eventi altamente improbabili (tipo immersione sotto i ghiacci e riemersione senza danni apparenti) si passano un paio d'ore all'insegna dell'evasione pura e nulla più. Stallone è meno inespressivo del solito, ma questa è una delle sue migliori interpretazioni dopo le saghe di Rocky e Rambo.
Gestarsh99: Hoblit, professionista in thriller dal potenziale metafisico, si sposta su un qualcosa di più terreno ma non per questo meno aperto alla speculazione mediologica. L'occhio che uccide-va in analogico per postume proiezioni casalinghe ora lo fa in digitale, trasmettendo in contemporanea su scala mondiale. Le sulfureità "scacchistiche" di Seven, Saw e Il silenzio degli innocenti si prostrano al j'accuse contro gli agguati del web e la sadica scopofilia che pulsa come un blob occulto dietro i monitor installati in ogni antro domiciliare. Anche in sala però, come in rete, le visualizzazioni premiano spesso la mediocrità.
MEMORABILE: L'agente dell'FBI sciolto nell'acido da batteria...
Gestarsh99: Conformemente all'ottica degli eighties, le scuole del futuro non sono templi di maturazione giovanile o luoghi sacri dell'insegnamento; tutt'altro, sono centri-sociali-okkupati al servizio di bandacce incontrastabili. E per rimetter in riga tutti quanti servono solo le cattive maniere: un "massacratore da Central College"! Lester ne ha tanta di buona volontà ma purtroppo non è Daalder: il mucchietto di personaggi che raffigura ha la spessezza della carta velina e il banalissimo plot imbastitogli attorno non osa alcun meta-discorso che travalichi lo srotolamento di angherìe e contro-angherìe.
MEMORABILE: Il capobanda scaraventato giù a penzoloni dal lucernario col cappio al collo proprio durante il saggio musicale dell'orchestra scolastica.
Skinner: Dall'autore di The opposite of sex un film che ne riprende ingredienti e formula, con meno peso al versante thrilling-noir e più a quello comedy-drama. Ecco dunque gay, lesbiche, famiglie disfunzionali e qualche intrigo, ma dal '98 di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e il film risulta nato vecchio e mai sorprendente né caustica. Un ritmo compassato e una lunghezza eccessiva non aiutano la scorrevolezza della visione. Restano alla mente giusto una Maggie Gillenhaal bella quanto brava e un Tom Arnold Sorprendente.
B. Legnani: Film non facile, con esiti così palesemente firmati che basterebbe vederne trenta secondi per capire che è Fellini. Molte cose ricordano l'ottimo La città delle Donne. Di particolare riguardo la notevole prestazione di Paolo Villaggio e la capacità del Maestro di far parere attori da grande schermo i moltissimi che invece provengono dal piccolo. Potrebbe sembrare cosa non così importante, ma se andiamo a fare dei confronti...
Rambo90: Un'occasione sprecata. Il lavoro sugli ambienti e sulla ricostruzione d'epoca era ottimo, così come il cast, in cui figurano facce note come la Burrows e Sands. Anche la trama è molto aderente al romanzo di origine; peccato proprio per il forzato inserimento di Miss Marple (nel libro non figura), che scioglie le tensioni di una storia molto coinvolgente proprio perché nessuno era al di sopra degli altri. La sua presenza smorza i rapporti fra alcuni personaggi e ne elimina uno interessante, rendendo anche il ritmo troppo blando. Mediocre.
Panza: Prendendo spunto da un testo di De Filippo viene messa in scena questa interessante riflessione sulla vita e la miseria. Lo sfondo è Napoli, palcoscenico perfetto e incolmabile per questo genere di film che hanno come protagonisti persone del popolo. Si accentua troppo il melodramma anche se il testo di partenza presenta alcuni pensieri molto profondi. Taranto recita molto bene e possiede davvero il phisique du role per il ruolo del ladruncolo di strada. Emozionante ma verboso il finale, ambientato in un fantascientifico paradiso.