Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Rufus68: Di Pirandello rimane poco. La casualità, il doppio, il grottesco qui non hanno campo. Pittoresco "La giara", un divertimento, mentre gli episodi con Totò (memorabile pur se caricaturale) e Fabrizi (bravo, ma "La marsina" risulta troppo diluito e di maniera) sono schiacciati dalla mole del carisma dei rispettivi protagonisti. Solo nel sottovalutato "Il ventaglio" risalta la poetica dell'illogico e del crudele tipica dell'Agrigentino. Mezza palla in più (arbitraria) in ricordo di Emilio Cigoli.
Markus: Tratto da un romanzo di Cinzia Gurrado, il film si può considerare un istant-movie giovanilistico di quel periodo storico in cui i Duran Duran facevano impazzire milioni di ragazzine. L'idea era simpatica, ma il minimo budget di produzione e la scarsa pubblicità ne decretarono il flop al botteghino. Si rifece ampiamente con le messe in onda televisive. Oggi lo possiamo considerare un piccolo cult, con lati anche sociologici in cui un adolescente di quel periodo si può anche ritrovare. Da istant-movie a nostalgico: il film ci ha guadagnato.
Mco: Avventura marocchina per il nostro 077, che agisce sotto copertura per proteggere uno scienziato dalle idee troppo temerarie. La pistola sempre pronta, l'anellino per controllare veleni nei liquidi e un parterre di belle donne sono il piatto forte di uno spy avventuroso che ripone su Harrison e la sua prestanza fisica le sue speranze. Il ritmo è gradevole, le location suggestive, l'umorismo non difetta ma nel complesso lo spettatore non si sente completamente coinvolto. Lato SM: Janine Reynaud colpisce a frustate la deliziosa Mitsouko.
Homesick: Nel vivo della stagione peplum non si può prescindere da storie d'amore contrastato, intrighi di corte e scene di lotta, ma Cerchio personalizza il rigido schema proponendo un finale non troppo convenzionale e affidando alle donne un ruolo determinante, soprattutto per quanto concerne la "dea ex machina" Liana Orfei, esperta con l'arco e innamorata non corrisposta. Price si guadagna la scena con il suo implacabile sacerdote e Nazzari con quello di faraone generoso e instabile; Purdom sotto tono, sufficiente la Crain. In linea con le tendenze del periodo la fotografia di Dallamano.
MEMORABILE: Le frecce e le sofferenze amorose di Liana Orfei.
Ruber: Commediola per famiglie con sceneggiatura dai buoni sentimenti ma molto esile. La classica figura paterna si trasforma in fantasmino dopo un incidente avendo cosi la possibilità in un periodo limitato di tempo di mettere alcune cose a posto nella sua famiglia. Il buon Bill nel suo periodo d'oro, nel bel mezzo dei Robinson, partecipa a questo filmetto: lui ci mette tutta la sua bravura e il massimo impegno, ma la sceneggiatura è da sitcom e anche il resto del cast è molto modesto. Qulache risatina qua e là e nulla più. Grossa scivolata di Poitier.
Geppo: Uno dei due western girati da Umberto Lenzi. Qui ci troviamo di fronte alla classica caccia all'oro compiuta da diverse bande (rivali compresi). È un buon road movie, anche se purtroppo nel secondo tempo si nota una certa mancanza di idee e la storia cade nella banalità. La prima parte è molto interessante soprattutto a livello di sceneggiatura, con diverse colpi di scena. Ben girato da Lenzi con attori che offrono una buona interpretazione. La trama non è del tutto convincente, ma vale comunque una visione, particolarmente per chi ama il cinema di Umberto Lenzi.
Galbo: Parodia di Paolo il caldo, tratto da un romanzo di Brancati, rappresenta la seconda ed ultima regia di Ciccio Ingrassia che dirige il partner Franco Franchi. Quest'ultimo dà un'intepretazione abbastanza misurata e quasi sempre lontano dagli eccessi delle prove in coppia. Ne poteva venire fuori qualcosa di meglio se si fosse curata di più la sceneggiatura che appare a dire poco lacunosa e piena di difetti.
Galbo: Discreto film di intrattenimento la cui vicenda prende le mosse dalle non chiare circostanze dell'affondamento di una nave nelle acque della Manica. Si sviluppa così una sorta di dramma processuale, ben realizzato da un regista di discreto mestiere (ha al suo attivo tra gli altri Il giro del mondo in 80 giorni) che dirige con una certa sicurezza le due star Gary Cooper (in uno dei suoi ultimi film) ed Heston. Non trascendentale, con qualche momento gradevole, merita la visione.
B. Legnani: Molto brutto, a lungo inguardabile. E dire che l'incipit, fino al congedo da parte di Crovetto, pare promettere qualcosa che poi non c'è. Il film prende infatti una piega a quadri, nessuno funzionante. Tremendo quello con Mimmo Baldi, Leontini e la Edel, ripetitivo quello con la Sini, Sportelli e Cleri, lento e sciocco quello con la Biagini, insopportabile quello al circo di Moira Orfei. Il maggior ruolo femminile è di Ileana Rìgano, già CSC, come nel parimenti brutto I figli di Zanna Bianca.
Galbo: Regista in grado spesso di evocare forti emozioni con le immagini, Jim Sheridan racconta una storia che si dipana attraverso un doppio arco temporale. Il segreto è un film realizzato con una grande cura per i dettagli, fotografia e ambientazione (irlandese) di grande suggestione. Può inoltre contare su un cast “forte”, con particolare riguardo alla figura della protagonista. Rimane tuttavia un film che emoziona poco, con una sceneggiatura che in alcuni passaggi è forzata e un finale troppo conciliante.
Galbo: Pur se meno originale rispetto al suo predecessore questa seconda parte delle avventure del "selvaggio" australiano trapiantato a New York è un prodotto gradevole. La sceneggiatura (con passaggi dagli States alla Colombia per poi tornare in Australia) consente al film un ritmo costante senza cali di tensione che possano in qualche modo allentare l'attenzione dello spettatore.
Deepred89: Operazione filologicamente incredibile, creata per recuperare i venti minuti di girato di Game of Death, l'inedito film di Bruce Lee. Si parte con immagini di repertorio da L'urlo di Chen (che poi si scopre essere un film nel film) e si passa poi ad un dialogo con un utilizzo pazzesco del campo-controcampo, in cui per i primi piani di Lee si sfruttano immagini di repertorio e addirittura ritagli fissi! Il resto alterna momenti simili ad altri di noia e gli attesissimi venti minuti "originali", situati nel finale, inevitabilmente deludono.
Fedeerra: È una di quelle storie dove è facile identificarsi, perché racconta un malessere esistenziale che proviene dalla provincia più arretrata e meschina. Film principalmente d'attori, con una Margot Robbie nel ruolo della vita (straordinaria la sua grottesca mimica facciale) e una Allison Janney che interpreta uno dei personaggi femminili più negativi e sfaccettati degli ultimi anni. Maniacale e assolutamente perfetta la ricostruzione degli anni 90. Si perdonano certe lungaggini da classico biopic hollywoodiano.
Caesars: Grande giallo girato a metà degli anni '90 da Bryan Singer. Il regista riesce a prendere ingredienti già noti e miscelarli insieme per sfornare un'opera che non si scorda facilmente. In questo è ovviamente aiutato da uno stulo di attori di prim'ordine, tra i quali primeggiano Gabriel Byrne e Kevin Spacey. Difficile trovare un solo aspetto non convincente in questo film; che dimostra come, anche se al cinema è già stato detto tutto, usando l'intelligenza si possono ancora riuscire a proporre ottimi spettacoli.
Pigro: A Bruges un dicembre rosso shocking, tra nani, bimbi morti e canali romantici, con due killer usciti dritti dritti da Pinter (Calapranzi) per approdare in un purgatorio dove espiare la colpa di un delitto sbagliato: trenta giorni nel deserto, nell’altrove, per la "rivelazione", che in greco è “apocalisse” e ricorda quella di Bosch che sta proprio nella città belga (splendidamente usata e valorizzata) e che dal suo secolo fotografa bene il disorientamento del nostro. Film complesso e profondo, ma capace anche di ironia e azione, con un grande Gleeson.
Giùan: Opera che si candida autorevolmente ad esser uno degli oggetti filmici più stranianti dell'ultima decade. Si resta con un amaro languore negli occhi di fronte alla visione di tale spoporzione fra presupposti teorici (grande cura formale, iperreale ricostruzione ambientale, andirivieni temporali) e anodinità di contenuto. Ne vien fuori un ampolloso elzeviro cinematografico senza nerbo, con Egoyan, ormai impegnato a decantar il proprio stile, ridotto a bruta copia di Lynch. Che il noir contemporaneo sia la tomba della verità lo sapevam gia dal Grande freddo.
Il Gobbo: Fragoroso tonfo e macchia nera in una carriera onorevole sia del regista (che non a caso si rifugia sotto il pietoso velo dello pseudonimo), sia degli sceneggiatori. Nelle intenzioni vorrebbe rinverdire i fasti del giallo sia cinematografico che televisivo, ma lo fa in modo abborracciato, goffo, con più di una punta di ridicolo. Degno insomma di epiteti fantozziani. Si salva solo la presenza scenica di Cassinelli.
Faggi: La prima mezz'ora è intrigante, misteriosa, morbosa al punto giusto; poi i nodi vengono al pettine e la molta carne al fuoco (personalità doppia, amore folle, eros e thanatos, desideri distorti, complesso di Elettra, incesto) rischia di finire tutta bruciata. Belle immagini e gusto visivo nella messa in scena salvano solo in parte il prodotto, che resta opaco e irrisolto, schematico, discutibile in certe scelte narrative, esageratamente criptico in alcuni passaggi chiave.
Nando: Un'intraprendente popolana (una fascinosa Ralli) col marito in galera inizia una relazione con una giovane guardia fino alla precipitazione degli eventi. Un discreto affresco melodrammatico firmato dal longevo Gallone, che mette in evidenza la verve della Ralli ed un certa forma di emancipazione femminile.