Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Galbo: Sicuramente venato di sincerità questo omaggio a Roma da parte del grande Ettore Scola. Come se il regista si fosse lasciato andare liberamente all'ispirazione, si susseguono in modo affastellato immagini, scene e momenti documentaristici; il risultato finale non è e non potrebbe essere organico e forse per una volta l'opera vale più per l'artista che per il pubblico a cui è indirizzata. Nel cast spiccano Valerio Mastandrea e Arnoldo Foà. Difficilmente giudicabile ma un'occhiata la merita.
B. Legnani: Va a due velocità: con Totò e senza Totò. Nonostante la bravura e la simpatìa di Giovanna Ralli e di Giacomo Furia, quando il Principe non c’è (e càpita spesso) il film cala, anche per via di una trama complessa, per riprendere con l’arrivo di Totò, cui basta come sempre un bisenso, un errore, un equivoco per imbastirvi il nostro sorriso (qui si diletta pure di acronimi, come QDN=Questura di Napoli). Per il resto Fulci dirige in modo efficace, senza fronzoli. Non indispensabile, ma potabile. **
Disorder: Forse il punto più basso della fortunata carriera del cantante napoletano. Non si discosta in realtà dalla maggior parte dei suoi lavori precedenti o successivi, ma si segnala in negativo per l'assoluta mancanza di ritmo, trama e perfino musica (nonostante qui Nino interpreti proprio un aspirante cantante). Si sente anche la mancanza delle valide spalle comiche che spesso alleggerivano l'atmosfera di questi film. Il livello medio di recitazione lascia a desiderare come sempre. Pessimo.
Caesars: Non un grande film ma sicuramente si ride e anche tanto, quindi sicuramente l'obbiettivo dei fratelli Farrelly è raggiunto alla grande. Ben Stiller è buon protagonista e affianca una Cameron Diaz che si ammira per la sua bellezza. Non rientrerà mai tra i classici del cinema ma è indicatissimo per chi voglia passare due ore di allegra spensieratezza.
Galbo: Eccessivamente bistrattato dalla critica e clamoroso flop commerciale, Last action hero va preso per quello che è: un gigantesco giocattolo volutamente lontano da qualsiasi pretesa realistica ed esagerato in tutto e per tutto. La storia del ragazzino catapultato nel mondo della fantasia è tuttavia una parodia meno stupida di quello che può sembrare: il film è ricco di riferimenti e citazioni dove una non banale ironia (ed autoironia) fa capolino più volte rendendolo un gradevole divertimento.
Lythops: Sono le musiche di Piazzolla a condurre egregiamente, per quanto con un solo, splendido tema, un film ricco quanto anomalo, che regala interpretazioni sotto certi aspetti sorprendenti di Willis (che conferisce al suo personaggio una maschera splendidamente cupa e disperata) e di Pitt (grandissimo nella sua mente e progetti folli). Su tutto e tutti un destino già compiuto, impossibile da modificare nonostante gli estenuanti e sofferti viaggi nel tempo. 19 anni dopo, uscirà una ben strutturata serie in 13 puntate con attori e registi diversi.
Homesick: Davvero non si sentiva il bisogno di un seguito ufficiale del Django di Corbucci, peraltro in un contesto più d'avventura che da western e con un Franco Nero dal look piratesco. La storia ha in sé una certa coerenza e talune sequenze di morte ben riuscite, ma nel complesso si trascina con una serie di anacronistici luoghi comuni, che stonano assai in un film degli anni Ottanta. Il recupero della mitragliatrice richiama Preparati la bara.
Daniela: Di ritorno da una bevuta fra colleghi, un poliziotto urta con la macchina un ragazzino in bicicletta, si ferma e chiama i soccorsi, tacendo però il proprio coinvolgimento. Ma le bugie hanno le zampette corte, senza contare i pruriti della coscienza... Vorrebbe essere un thriller morale, ma sconta una sceneggiatura, scritta dallo stesso Edgerton, fiacca ed ambigua nei suoi risvolti giustificazionisti. Nel cast, solo Wilkinson riesce a dare un certo spessore al proprio personaggio, mentre gli altri due protagonisti risultano piuttosto monocordi.
Viccrowley: Bustillo e Maury sono coppia di registi con un gusto per l'inquadratura che va di pari passo con la ferocia e A l'intèrieur sta lì a testimoniarlo. Qui vengono promossi all'horror dal budget più consistente con l'ennesimo tassello della cosmologia hooperiana. Dopo una serie di pessimi remake/reboot ci si concentra sulle origini di Faccia di Pelle. Purtroppo il sovversivo si perde per strada a favore di un horror a prova di adolescente che non lascia mai in bocca quel saporaccio che aveva l'originale. Si salva l'ottimo livello di gore.
MEMORABILE: La fuga dal manicomio; Tutti gli omicidi (specialmente l'ultimo).
Pigro: Regista in stallo creativo, ma soprattutto in stallo esistenziale, sospeso tra i ricordi d'infanzia e gioventù e la disgregazione dei rapporti umani e amorosi. Film straordinario per la capacità di Fellini di risucchiarci nel suo mondo, così claustrofobicamente descritto fin dall'inizio, e nel contempo di parlare di un senso di disorientamento universale. Sono acute e folgoranti le descrizioni dei rapporti del protagonista, così lontano da tutti e tutto (e da sé stesso), con le donne e con gli interlocutori del suo lavoro; magnifico il finale.
Rambo90: Scott Adkins contro tutti. Una trama elementare di vendetta lo vede evadere dal carcere per trovare il fratello che ce lo ha fatto finire. Da qui una miriade di combattimenti, spargimenti di sangue e violenze piuttosto elevate, con un ritmo spedito che non permette di farsi troppe domande e la regia sempre più dinamica di Johnson. Funziona il raccontare tutto poco alla volta in flashback, perché così l'esile sceneggiatura diventa più accativante e coinvolgente. Per i fan dell'action una delle migliori uscite della serie B.
Galbo: Il debutto alla regia di Jodie Foster coincide curiosamente con una storia quasi autobiografica, quella di un bambino prodigio che eccelle in tutti i campi ma si sente solo. Già essa stessa bambina prodigio, la Foster sa affrontare il tema con intelligenza, pudore e partecipazione, dirigendo un film ben fatto a partire dalla sceneggiatura e dai dialoghi mai banali e mostrando molta oculatezza nella scelta degli attori, specie il piccolo protagonista ma anche il personaggio della psicologa interpretata da Dianne West.
Rambo90: L'idea di McClane in Russia è buona, un po' meno la scelta di Moore alla regia, regista troppo attento all'azione e poco ai personaggi. Comunque ci si diverte, soprattutto grazie all'inossidabile maschera di Bruce Willis, alla sua ironia e a qualche battuta ben servita dalla sceneggiatura. Buone le scene d'azione (però una scazzottata vecchio stile manca), lineare la trama. Spero in un sesto capitolo che faccia da gran finale.
Caveman: Simpatica pellicola che ci parla del valore dell'amicizia tra una piccola bimba e un animale, nel caso specifico il toro Ferdinand del titolo, ma che non lesina momenti tristi per gli spettatori più piccini. Buoni i disegni e atmosfera rilassante, a parte un paio di scene nel mattatoio e quella in piazza dove il nostro sembra impazzire; una serie di incomprensioni porteranno alla lontananza forzata, ma per fortuna il tutto rientrerà nei giusti binari per un finale che non si fa mancare delle sorprese.
Galbo: Tornato in patria, il regista olandese realizza uno dei film migliori della sua carriera. Black book è sia film bellico e noir (le sequenze della strage sulla zattera sono impeccabili e forti emotivamente) che thriller, con tanto di agghiacciante e spietato finale. Ottima la scelta di adoperare attori non conosciuti al grande pubblico internazionale, particolare che aumenta il coinvolgimento emotivo portato dal film. Ottima scenggiatura e bella regia. Tra i migliori film di genere degli ultimi anni.
Didda23: Interessante opera belga (terra natia di uno degli horror più riusciti degli ultimi tempi) che pur non inventandosi nulla nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi svolge al meglio il proprio compito: intrattiene senza pause, con una bella cattiveria (l'uccisione del cane e il camion che passa dove non dovrebbe passare...) e con un finale che convince senza se e senza ma. La regia non fa gridare al miracolo, ma è corretta; il cast è superiore alla media del genere. Di gran pregio la colonna sonora. Promosso senza riserve.
MEMORABILE: Il protagonista che spia il capo Scout in effusioni amorose; Le mortali trappole disseminate nel bosco.
B. Legnani: Fare un film "politico" credibile sulla politica recente è impresa più ardua che risanare le Ferrovie dello Stato. Sorrentino ha saggiamente scelto un'altra via, cosicché non fa un film "politico", ma un film che alterna con grande sagacia fatti certi, ricostruzioni attendibili, ipotesi non documentate (qui sta forse l'unico difetto: chi non ha memoria storica può confondere i vari piani). Il tutto condito dalle battute di Andreotti, molte delle quali francamente memorabili. Enorme Servillo, ma grandi pure la Bonaiuto e Buccirosso. Ottimo film.
MEMORABILE: Andreotti: "La vedi l'opposizione? Gli andreottiani sono ovunque, insospettabili (...). Io sono trasversale".