Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
B. Legnani: Film bruttarello, per via di una sceneggiatura frettolosa e approssimativa (all'epoca non esisteva l'Ambasciata della DDR in Italia!) e che scade ulteriormente dopo la festa "africana". Lo si guarda fino in fondo, perché Gassman ha qualche guizzo e qua e là si impenna (l'arrivo della strepitosa Marisa Fabbri). Flebile la satira politica. Albertini, uomo dell'opposizione, viene non casualmente descritto con fazzoletto rosso al collo, ma mentre miete il grano chiude con qualcosa che pare "alalà"!
Galbo: Tra le migliori trasposizioni cinematografiche di un giallo di Agatha Christie. Ha come protagonista Miss Marple, innocua (all'apparenza) vecchietta inglese, detective dilettante. La interpreta con molta bravura Angela Lansbury; il film, ben diretto da un veterano come Guy Hamilton, vede oltre alla Lansbury un cast di primissima grandezza e si caratterizza per una riuscita ambientazione in stile puramente britannico.
B. Legnani: Commedia leggera leggera, piuttosto maschilista, con una fase centrale un po' stanca, ma aggraziata e servita da guizzi di sceneggiatura (Randall, ottimamente doppiato da Bellini, è spesso esilarante). Doris Day porta cappellini incredibili e spalanca gli occhi, mentre Hudson, bravissimo, è oggi imbarazzante quando, da playboy che si finge scienziato-eremita, finge di confessare il proprio timore di non essere sessualmente normale. C'è Flynn, futuro preside disneiano. Delbert Mann dirige con professionismo, ma sulla spiaggia c'è un incredibile errore di montaggio.
Caesars: Insipido remake del ben più riuscito Una strana coppia di suoceri. Qui, rispetto all'originale, si sposa di più il lato "action" ma non è questo il problema; il fatto è che tutto il divertimento che procurava la pellicola di Hiller qui sparisce completamente. Anche gli interpreti principali (tutto sommato comunque sufficienti) non reggono minimamente il confronto con Peter Falk e Alan Arkin e la regia risulta assai banale. Francamente mi aspettavo qualcosina di più, invece è un film che si può scordare un secondo dopo averlo visto.
B. Legnani: Imbarazzante. Per un’ora, nonostante la tremenda parentesi con Monica Scattini, Gassman tiene a galla il film, anche se ben si capisce che non è riuscito. Poi, però, il tutto diventa insostenibile e grottesco, finendo nel fastidioso. Cast eterogeneo: Dominique Sanda manco ci prova, Elliott Gould in un ruolo pazzesco, Eva Grimaldi cavolo a merenda.
Galbo: Un uomo e una donna si incontrano settimanalmente per consumare unicamente un rapporto sessuale, senza nessuna altra implicazione, fino a che l'uomo decide di trasgredire le regole. Un melodramma erotico ben realizzato diretto da Patrice Chereau nel quale il sesso viene fotografato senza alcuna "patinatura" stilistica. Gli attori offrono una buona prova calandosi appieno nei loro personaggi e la sceneggiatura è di buon livello tranne forse che nella parte finale nella quale la storia sembra più scontata.
Gestarsh99: Mai stato pesante il piombo a uno come Callahan, transustanziazione metropolitana del calluto bounty-killer leoniano, rictus sdegnoso e cinismo incarognito paternamente a capo di tutti i vigilanti monocratici insofferenti all'etichetta. Anche a centro-saga il tendinoso Harry va di piccamarra, infrangendo norme e principi come se non ci fosse un domani: via i filamenti thriller e dentro gli accenti maschilisti più mordaci e politicamente scorretti, ben pungolati dall'affiancata ausiliaria in gonnella. A rincorrerlo mentre sfarina i maramaldi, la pacata vigorìa di Fargo. E tanto basta.
MEMORABILE: L'inseguimento sui tetti a ritmo di jazz (scelta imprevedibilmente fuori dai canoni ma molto efficace).
Gestarsh99: Il trend produttivo del "fu così che tutto ebbe inizio" coinvolge immancabilmente anche la storica saga inaugurata da Schaffner nel '68. Ed è un racconto che prende e appassiona, sfilando con leggerezza e lineare prevedibilità dalla classica fanta-medicina umanitaria fuori controllo ad un inconsueto "monkey-in-prison" aderente ai più rodati canoni cine-carcerari, sino a sfociare nella pre-apocalissi alla Cameron/Romero. Un atto di ribellione ed autocoscienza ruffiano ma emozionante, convenzionale ma genuino, incline alla lacrima facile ma venato di una commozione istintiva ed immediata.
MEMORABILE: Le animazioni al computer dei primati; il "No" rabbiosamente orgoglioso urlato contro il suo aguzzino da Caesar (lo scimpanzè ribelle protagonista).
Daniela: Per quanto non brutto, appare troppo costruito a tavolino, ingessato nella ricostruzione d'epoca e poco convincente, come il protagonista Tom Hanks, la cui espressione da padre nobile troppo contrasta con il mestiere di killer. Anche Paul Newman sembra più un'icona che un gangster spietato. Meglio i personaggi di contorno, come Daniel Craig figlio livoroso e Jude Law, cui spetta il ruolo del killer che, dopo aver assassinato le sue vittime, scatta fotografie da vendere ai giornali. Alcune belle scene non salvano dall'impressione del déjà vu.
Markus: L’esordio alla regia di Aristide Massaccesi (si rivelerà un prolifico mestierante del cinema popolare) avviene con uno degli innumerevoli film boccacceschi/decamerotici usciti nelle annate comprese tra il 1971 e il 1973. Nulla di nuovo sotto il profilo delle novità, si assiste quindi alle solite novelle piccanti (si fa per dire...) di mille altri “decameroni”, tuttavia bisogna dar atto che una regia svelta e un discreto ritmo narrativo danno respiro alla pellicola (che si rivela dunque tra i migliori esempi nel genere).
Gestarsh99: Veramente piacevole e riuscita quest'opera seconda del nostro Crialese. Una pellicola singolare e fuori dai canoni che, con l'occhio ammirato di chi guarda al passato, ricerca in maniera garbata un giusto equilibrio tra il dramma realistico/esistenziale di Stromboli, terra di Dio di Rossellini e la limpida poesia surreale de L'atalante di Vigo. Una piccola storia di istintualità che si divincola da codici e ruoli, scombussolata dall'energica vitalità della Golino (autentica riedizione della Lollo "bersagliera"), nel suo lunatico personaggio pazzerello di silfide verace, selvatica e libera come il vento.
MEMORABILE: L'intenso omaggio subacqueo al travagliato capolavoro di Jean Vigo.
Homesick: La mdp si sofferma sui volti immobili degli attori, disposti in cerchio, accompagnata da una spettrale nenia liturgica dei fratelli De Angelis: incomincia così il decamerotico sui generis dell'inglese John Shadow, che tinge il primo episodio con lievi pennellate magico-fiabesche destinate inaspettatamente ad incupirsi nelle suggestioni orrorifiche della grottesca zooerastia del secondo e del macabro excipit del terzo; più regolare e trascurabile l'ultimo segmento, in linea con la tradizione farsesca delle pellicole consorelle. Fotografia ricercata, dai colori pieni e brillanti.
B. Legnani: Il filmetto tiene bene per quasi un'ora, basato sulla commedia dell'equivoco, specialmente grazie al trio Chiari - Riva - Billi, davvero in gran forma. Quando inizia l'assedio gastronomico, le idee cominciano a scarseggiare e si deve ricorrere pure alle torte in faccia, cosicché termina calando. Un po' trascurati i personaggi laterali, come Campanini. Copertissima, ma toracicamente esuberante, Franca Marzi. Guardabile (il film, non solo la Marzi).
MEMORABILE: La scritta iniziale, che si scusa in anticipo con i sardi, a scanso di offese per i costumi isolani descritti nella pellicola.
B. Legnani: Solido film del Maestro, liberamente tratto da uno scritto di Pavese, sulla solitudine (di tipologìa ben diversa l'una all'altra) di un gruppo di donne che si frequentano ma che, a ben guardare, non sono veramente amiche. Cast del cinema italiano come ora possiamo solo sognarcelo, all'interno del quale eccellono Ferzetti e la Cortese, davvero superbi. Notevole, nella sua omissiva semplicità, il finale.
B. Legnani: Anomalo, non inseribile in nessun genere. Burton gigioneggia adorabile. Fa colpo vederlo duettare con la Schubert (brava) e la Belli (assai meno): la cosa dà oggi al film un valore aggiunto. Ma il film è strano, con cose notevoli (la narrazione in flashback, le scenografie di un kitsch che ripugna ed attrae) e altre un po' stonate (Zimmer parla acutamente di "trappola del film a episodi che si degrada in una serie di numeri d'attrice"). Resta oggetto strano, che qua attrae e là tedia, che qua fa sorridere e là fa sbuffare. Adatto ai curiosi.
B. Legnani: La sua guardabilità non discende dalla qualità, ma solo dall'essere il sèguito di un film accettabile, che tale è solo perché plagia I grandi magazzini di Mario Camerini. Cosicché si è curiosi di vedere che succede ai personaggi del film precedente. Filmicamente è un disastro: Taranto-Matania, che contribuvano a reggere la prima puntata, qui hanno uno script tremendo e solo nel finale interagiscono con gli altri. Penosa la parte Bramieri-Del Frate. La vicenda principale (il triangolo amoroso) occupa meno di venti minuti ed ha risvolti risibili. Belle le canzoni della Caselli.