Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Markus: Firenze, una coppia: lui (Musante) affascinante professore universitario di mezza età, lei (Muti) una giovane e graziosa insegnante inspiegabilmente inquieta nell’animo, ed è
quest’apprensione a turbare il loro rapporto. Salerno indaga sull’amore avvalendosi di dialoghi neo-sofisticati, incantevoli scenografie (nella seconda parte del film ci spostiamo in Sardegna) e uno splendido commento musicale del Maestro Patucchi. Un sentimentale ricercato che attinge al lacrimevole. Per me una manna!
Noodles: Poco funziona in questo peplum in cui spicca la bellissima fotografia di Massimo Dallamano. Erode, il cattivo di turno, non convince (perfetto invece l'Antipatro di Corrado Pani). La recitazione è spesso sopra le righe ed eccessivamente teatrale, specie quella di Sylvia Lopez. I dialoghi non hanno mezze misure: o sono estremamente banali o appesantiscono non poco la pellicola. Vi sono inoltre dei difetti di montaggio. Non male il finale, ma si può perdere.
Il Gobbo: Marco Valerio, console romano, è prigioniero della regina Zenobia, ma escogita uno stratagemma per salvare la sua vita e le sorti di Roma... Sontuoso peplum iniziato dal vetusto Brignone, che poi cadde malato per cui a girarlo furono Riccardo Freda (accreditato per le "scene di battaglia") e Michelangelo Antonioni (!) a corto di quattrini. Aggiungiamo Sergio Leone sceneggiatore, e gran cast con Anitona (improbabilissima regina siriana) grazie a questo film lanciata in Italia e notata da Fellini, e si capisce che siamo dinanzi a un fondamentale.
MEMORABILE: La danza della stragnocca Chelo Alonso; Mimmo Palmara trucidissimo paleocristiano che prova a spiegare il Vangelo in pillole a Jacques Sernas.
B. Legnani: Mediocre Totò & Peppino, che ha la cosa migliore all’inizio, quando si parodia Vincitori e Vinti, con Totò al posto di Burt Lancaster (divertente il meccanismo processuale, con le traduzioni). Poi il film si impantana in situazioni prolisse, coi due che passano da prigionieri americani a prigionieri sovietici, solo occasionalmente rischiarate da trovatine, come i furtarelli di Totò ai danni di Peppino. Tranquillamente evitabile.
B. Legnani: Incredibile film, fatto di barzellette infilate una dietro l'altra, con qualche pesante volgarità, ma che ha dalla sua, almeno, un tono surreale (Mereghetti), il coraggio del suono in presa diretta e, in mezzo a situazioni non troppo funzionanti, alcune trovate irresistibili (la bici da donna, l'eco...). La Del Santo non sa granché recitare, ma ha volto e corpo perfetti per il ruolo, mentre Bombolo qui è grandissimo. Apparizioni dei francociccieschi Enzo Andronico e Alfredo Adami. Fra i non accreditati, ruoli vistosissimi per Lina Franchi e per tre Luciano: Foti, Zanussi e Bonanni!
Galbo: Dopo una storia futuribile, John Hillcoat torna al passato con una vicenda ambientata negli anni del proibizionismo americano. Lawless e' un film ben fatto e curato, a partire dall' ambientazione fino alla prova di parte del cast (ma Shia LaBeouf non convince); rimane tuttavia l'impressione di un che di irrisolto (qualche indecisione della sceneggiatura) e una freddezza generale che lo tengono lontano dall'ottimo western australiano La proposta, diretto dallo stesso regista. Buona la colonna sonora di Cave (autore anche della sceneggiatura).
Caesars: Non male anche se infarcito di luoghi comuni tipici del cinema hollywoodiano e cucito addosso alla star Tom Cruise. Superiore a quella del protagonista è sicuramente l'interpretazione dell'ottimo Ken Watanabe, nei panni dell'ultimo samurai. Comunque il prodotto è piacevole, anche se penalizzato da una lunghezza davvero eccessiva, ed è diretto con mestiere da Edward Zwick. Buone la fotografia, anche se un po' troppo da cartolina in alcune fasi, e la musica.
Gestarsh99: Anderson abbandona la coralità ma di certo non il suo respiro antropologico ed affresca un'angariante epopea terrigna sull'avidità e la mania di grandezza, metaforizzandole nella simbiotica convivenza forzata tra i due pilastri ideologici che hanno sorretto sino ad oggi gli Stati Uniti d'America: l'ortodossia evangelica e il Capitalismo selvaggio. Daniel Day Lewis è l'incarnazione possente, sulfurea e catramosa di un individualismo prometeico e (auto) annientante, che sottrae umori vitali alla terra (il petrolio) e agli individui (il "sangue") per cibarsene bulimicamente sino a scoppiare.
MEMORABILE: Il reverendo Ely Sunday costretto a ripetere ossessivamente: "Io sono un falso profeta, Dio è una superstizione".
Rambo90: Action thriller robusto, che parte senza preamboli dal classico tema della vendetta e sa ben declinarlo, dando a ogni personaggio la giusta sfumatura e la sua ragion d'essere. Scaltra la sceneggiatura che agisce a più livelli: quello politico intricato e misterioso guidato dall'ottimo Brosnan, quello più immediato e coinvolgente con protagonista un compassato e sorprendente Chan. I due interagiscono bene in un paio di momenti e da soli fanno faville. Bene la regia di Campbell che dirige bene le scene action e non fa scemare il ritmo. Notevole.
B. Legnani: Buona partenza, netto calo a partire dalla mezzora e poi giù, sempre più giù, fino al rovinoso finale. Gere è chiaramente bellissimo, ma non è che abbia molte espressioni (quando Helizondo è in scena, Gere scompare). Film di bellissima patina, sotto la quale, esclusa la divertente descrizione professionale nel primo quarto di film, si trova pochissimo. Il Maestro, che a tutt’oggi non l’ha visto, può tranquillamente astenersi.
Caesars: De Palma è il grandissimo regista che tutti conosciamo: se in un suo film recitano attori del calibro di De Niro (era dai primi Anni Settanta che non lavoravano insieme) e Sean Connery, quale risultato ne poteva venire fuori? Un ottimo film, ovviamente. La storia del manipolo di eroi che consegnarono alla giustizia Al Capone è raccontata con la giusta enfasi; la maestria tecnica del regista rasenta qui la perfezione, De Palma si prende addirittura il lusso di citare La corazzata Potemkin. Non il capolavoro di De Palma, ma un film da non mancare assolutamente.
Gestarsh99: La nebbia a pelo d'acqua su Antonio Bay risale, ma in mano a Wainwright ciurla e boccheggia il plot. A nulla è servita la fiduciosa malleveria del buon Carpenter, co-firmatario esecutivo di un remake cedevole e smidollato, fallimentarmente riscritto quasi come un capitolo serio di Scary Movie. Invece di creare suspense e perfezionare i dispositivi paurosi, il film si parcellizza su romanticumi e glucidiche lungaggini, calcinando tutto il resto di effettucoli digitali per nulla consoni al tetro folclore di questa malnata leggenda nera. Appetibile quanto una birra calda, sgasata e analcolica.
MEMORABILE: L'orrenda e inguardabile computer grafica, a partire dalla scena con l'anziana donna scheletrificata in cucina...
Pigro: Giovane operaio di un quartiere malfamato di Detroit, con problemi famigliari e sentimentali, sogna di sfondare nel rap. La storia richiama quella dello stesso Eminem, genio del rap che anche come attore è tutt'altro che mediocre (così come Kim Basinger, niente male). Il film stesso, pur in un'inevitabile cornice commerciale e con uno schema narrativo del tutto prevedibile e schematico, riserva positive sorprese, soprattutto nella descrizione dell'ambiente metropolitano e nella bella fotografia.
Cotola: Piacevole e godibile film brassiano, a meta tra western e fumetto pop, quando Brass
non girava solo pellicole erotiche più o meno tutte uguali (o quasi) tra loro. Non siamo certo dinanzi a qualcosa di particolarmente originale o memorabile, ma il coinvolgimento non manca e la storia si lascia seguire pur nella sua prevedibilità.
Bella la prova di Celi gran cattivone, mentre Leroy risulta piuttosto scialbo. Non male e comunque utile per riscoprire un regista in una fase ben diversa da quella per cui è diventato celebre.
Josephtura: Bel film, ben fatto e teso. Solo un po' confuso coi personaggi e con la trama, alla fine, poco chiara. Molto bene nella parte gli attori e molto ben reso il fatto che anche la malavita ha una ferrea organizzazione del lavoro. Nello stesso tempo risulta un po' artificioso proprio per la trama che riesce a congiungere il gangster movie, un certo noir e l'heist. Con maggiore semplicità avrebbe potuto diventare un gran film, peccato.
MEMORABILE: La scena con Sienna Miller in albergo e Craig che simula 007.
Galbo: Film ad episodi dedicato all'epopea della frontiera, La conquista del west ha il "respiro" dei classici del cinema, grazie alla regia di due maestri del genere come Ford e Hathaway. Cast decisamente superlativo per un opera che affronta grandi temi quali la costruzione delle ferrovie e la corsa all'oro e lo fa con stile magnoloquente e una ricostruzione dei fatti decisamente spettacolare con il limite di utilizzare un po' troppo gli stereotipi con personaggi non sempre ben caratterizzati.
Giùan: Ciò che più dispiace nel film è un anodinità di fondo che non mi sarei aspettato dal buon Ruggero, regista ruspante quanto si vuole ma abituato a dare una personale impronta anche ai prodotti più succedanei. Questo Ragazzi del boschetto invece, nonostante il brullo paesaggio abruzzese ben si adatti al taglio cinematografico del lucano Deodato, non regala un momento di tensione pura. Girato sì professionalmente ma manicheo e inutile. La Farmer ha sempre la sua aura, Hess è l'imbolsito specchio deformante di sè stesso. La Brilli si mostra... senza stoffa.
MEMORABILE: Gli omicidi di una Nancy ben in forma e dell'antipatico cicciotello Lederer.
Panza: Questo cappa e spada non ha proprio retto il passare del tempo e sembra essere girato minimo 10 anni prima. L'ambientazione asiatica è ben curata nelle scenografie, lo ammetto, ma la prolissità che ha sempre contraddistinto Cerchio riduce la storia a una serie di noiosissime scene di guerra e parentesi amorose prese dai più pesanti Harmony (aggiungiamo pure che i cinque minuti sarebbero stati esagerati pure in un poema epico greco). Nel cast pure la Vukotic e Ornella Vanoni (?!). Tratto da una novella di Sienkiewicz.