Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Onesta opera, tratta da pièce teatrale dello stesso Racioppi, nonostante vari alti e bassi, che ha qualche trovata graziosa. Giannini e la Merlini bravi come sempre, mentre Capolicchio non lo si accetta sùbito, per via di quel baffo posticcio, ma poi lo si può trovare funzionale. Gradevole partecipazione di Moschin, prelato che ha come amante Minnie Minoprio! Molto meglio del terribile Il maschio ruspante, del medesimo regista. Da ricordare che la breccia di Porta Pia fu rievocata pure nel 1905!
Geppo: Dopo il periodo d'oro della commedia sexy scoppia in Italia la moda dei film di barzellette. Questo, in particolare, esce un po' fuori dagli schemi perchè prende spunti dalle commedie surreali americane (tipo L'areeo più pazzo del mondo). Il film è un vero e proprio esperimento; Laurenti tenta di farne uno "all'italiana", ma il risultato non è proprio il massimo... Secondo me è un genere di commedia che solo gli americani sanno fare. Qui abbiamo Bombolo e Cannavale che sfoderano tutte le gag del loro repertorio. Strappa qualche risatina.
MEMORABILE: Bombolo che consegna le cartoline; La gag di Cannavale e Bombolo col boomerang.
Kinodrop: In attesa non ci sono solo le protagoniste, ma anche lo spettatore, che non scorge soluzioni quantomeno condivisibili. Messina fotografa e muove il cast in una Sicilia manierata e tetra, tra location meravigliose e un tantino sinistre, dove tutto "accade" in modo silente e sussurrato, quasi una lunga sequenza di corti (magari ben diretti), ma senza un'unità drammatica. La trama ha una struttura letteraria assai datata e di stampo psicoanalitico, che regge l'attenzione grazie alle due attrici (mentre Colangeli è sprecato). Esteticamente valido, ma soporifero.
MEMORABILE: L'inutile incontro coi due ragazzi; La Binoche cuciniera; L'escamotage del telefonino.
Homesick: Dietro titolo, sparatorie e maestranze da western italo-spagnolo, ecco rivelarsi un avventuroso dall'ambientazione contemporanea tra abiti sgargianti, jeep, elicotteri, giradischi, registratori, scarpe da ginnastica e saloon dove si balla a tempo di beat. Buon ritmo, violenza pressoché nulla e molto umorismo alimentato dalle figure di Richardson, astuto "straniero" radiotecnico-elettricista, e da Sancho, nel suo ruolo prediletto di capo rivoluzionario immedagliato e chiassoso. Suadenti bellezze esotiche della Milland e della Marandi.
MEMORABILE: Induni fatto ubriacare a morte; Richardson che adopera voci e rumori registrati per ingannare i nemici.
Derekkk: Esotismo che fa rima con erotismo in questo piccolo film vecchio stile, penalizzato da una pessima distribuzione cinematografica. Se non fosse per il clima sensuale che si respira per buona parte della pellicola, sembrerebbe un film degli anni d'oro di Hollywood. Durante il periodo coloniale, nelle Indie Orientali, un ufficiale inglese conosce una bellissima indigena, incaricata di compiacerlo e di insegnargli la lingua. Nascerà un amore intenso e contrastato. Stupenda Jessica Alba, sensualissima e ottima la prova di tutto il cast.
MEMORABILE: Tutte le scene di seduzione tra Hugh Dancy e la bellissima indigena Jessica Alba; I nudi son controfigurati ma nessuno se ne accorgerà.
B. Legnani: Troppi centoventi minuti per una storia semplice semplice come questa. Il delitto, poi, avviene oltre metà vicenda… Ci si ripara gustando le interpretazioni, spesso deliziose, di un cast che si vede benissimo che si è divertito un mondo nel girare il film. Il sommo sacerdote lo fa Peter Ustinov, che, rispetto ad Assassinio sul Nilo (che è ben superiore a questo film), acuisce i tocchi personali dati a Hercule Poirot: è però impossibile non perdonarlo anche degli eccessi.
Rambo90: Da un buon romanzo della Christie, una trasposizione fedele ma non troppo coinvolgente. I due protagonisti sono molto bravi a tratteggiare i loro personaggi e sono riusciti gli innesti comici, ma la vicenda non sempre coinvolge e è proprio l'intreccio misterioso a soffrirne. Comunque si arriva alla fine senza fatica e come passatempo può bastare.
Reeves: Misconosciuto film western con sfondo terzomondista che esalta il bravo Robert Hundar, attore che in vita non ha mai ottenuto il riconoscimento sperato. I rivoluzionari sono simpatici, i cattivi rancheros egoisti e violentatori, il killer yankee prende coscienza e si schiera con i ribelli. Tutto avviene con un buon ritmo e colpi di scena non banali. Poi, quando il sottoproletariato ha il volto di Fernando Sancho, non ci si può che divertire. Andrebbe sempre citato tra i western rivoluzionari di Corbucci, Sollima, Leone...
Rickblaine: Bud Spencer affascina in questa storia di un commissario napoletano che parte per il Sudafrica alla ricerca dei loschi affari che si intrecciano tra droga e diamanti. Simpatica la partecipazione del piccolo Bodo. Utile alle scene rilassanti, in cui la trama potrebbe far perdere interesse. Un buon lavoro, ma niente di che.
Daniela: Brosnan passa dall'altra parte della barricata con questo thriller spionistico che, pur attualizzato ai tempi del terrorismo post-11 settembre, richiama molto nello spunto iniziale i 3 giorni del Condor di 40 anni fa: ancora una volta eroina in un film d'azione, Milla per salvare la pelle deve sfuggire ai nemici e diffidare degli amici. McTeigue dirige con diligenza, senza esagerare con i fuochi d'artificio ma anche senza troppa inventiva, per cui la pellicola, pur dignitosa, scorre via senza lasciare traccia, a parte il killer gelido e spietato interpretato dall'ex 007.
Herrkinski: Invecchiato male, questo giallo del grande Fulci; le terrificanti musiche di Emerson, interminabili balletti, scenografie povere, una fotografia spenta e un clima dimesso, danno proprio una sensazione di "vecchiume" che non si riscontra normalmente nel cinema del regista. A parte una tipica misoginia di fondo tutta fulciana, la trama è così così, con uno svolgimento abbastanza ripetitivo e una soluzione finale francamente forzata ed improbabile. Tutto sommato un prodotto professionale, ma superfluo e un po' scialbo; alquanto trascurabile. **
Magnetti: Filmino costruito su misura attorno alla corpulenta e esplosiva Queen Latifah, già cantante rap di successo. Lei scopre di avere un male incurabile e decide di vivere al massimo in un albergo di lusso (con cucina di alto livello, la sua passione) in una non identificata (da me) località europea. Prevedibile nell'epilogo e troppo leggerino per raggiungere la sufficienza. Le parti migliori sono quelle con il cuoco interpretato da quel cinghialone (in senso culinario) Depardieu. Innocuo ma altrettanto evitabile.
Digital: Storia dell’ascesa e declino di John Gotti, temibile mafioso italo-americano. Partiamo dalle note liete: Travolta è convincente nel ruolo del criminale ed è impressionante come riesca a interpretarlo nelle varie età (merito anche dell’ottimo make-up), ma sostanzialmente i pregi finiscono. Già, perché il film non è niente di trascendentale, avanza fiaccamente e senza colpi di ali, con un ritmo lento cui i molteplici andirivieni temporali contribuiscono a spezzarne ancor di più la fluidità. Non indecoroso, ma del tutto trascurabile.
Galbo: In un carcere di massima sicurezza americanno collocato nel deserto del Mojave sono contemporaneamente reclusi due pugili che si sfideranno in un combattimento. Vagamente ispirato alla vicenda di Mike Tyson (uno dei due pugili è incriminato per molestie sessuali), il film diretto dal grande Walter Hill, riprende alcuni elementi del cinema del regista americano, mettendo al centro della rappresentazione la lotta per il rispetto individuale filtrata attraverso gli ideali sportivi. Buono il cast.
Galbo: Godzilla ha il torto di essere arrivato dopo Jurassic Park, così che anche gli effetti speciali che avrebbero dovuto essere il pezzo forte del film risultano già visti; la sceneggiatura è debole, la trama molto esile e gli interpreti sono poco convinti e non riescono a dare un minimo di credibilità al film. Nonostante il dispiegamento di mezzi si tratta del film meno riuscito di Emmerich. Alla fine l'impressione è di noia generale.
Daniela: Brusati esordisce con un adattamento abbastanza fedele del romanzo di Panzini incentrato sulla storia di due famiglie di diversa classe sociale nella primi decenni del Novecento. La prima parte, relativa all'infanzia del narratore, è nostalgica e dolce, sia pur punteggiata da qualche notazione ironica, ma via via i toni si incupiscono, irrompe il dramma della guerra e la chiusura è nel segno del pessimismo: una volta diventati padroni, i servi non si comportano diversamente da questi. Film non del tutto convincente ma delicato, ben ambientato e ben recitato, in particolare da Pagnani.
MEMORABILE: "Ho scritto un'ode sulla sua virginale bellezza..."; "Ma che virginale, sono sposata e ho 4 figli!"; "Ma per i poeti le donne sono tutte virginali".
B. Legnani: La rivista a fumetti MAD, nella parodia di AIRPORT, ebbe un'idea geniale: prima del decollo, un'hostess fa l'appello dei passeggeri per esser certa che tutti gli stereotipi siano presenti (esempio:"Vecchietta simpatica e lestofante?" "Ragazzo troppo giovane per morire?"). La stessa cosa, forse, la fece per questo film, che stupisce per gli ottimi effetti speciali, si degusta facilmente e, tranne un paio di scene davvero drammatiche, si dimentica senza troppe difficoltà. C'è pure Leslie Nielsen.
Homesick: Ennesima variazione moderna sul vampirismo, sebbene qui non ci siano i lunghi canini di Dracula ma le siringhe di una medicina degenerata, volta ad assalire la gioventù per ridare bellezza e vigore a chi più giovanissimo non è. Premessa interessante, ma il clima vacanziero e solare, rallegrato altresì da musiche brasiliane solo idealmente appropriate, vanificano ogni minimo accenno di tensione claustrofobica. Delon e Girardot sprecati in mezzo ad un cast di volti insignificanti.
Pinhead80: Un altro film sulle conseguenze dell'amour fou. Il protagonista per fuggire dal proprio passato si giocherà la carta della legione straniera, ma qualcosa lo porterà indietro nel tempo. Un film sottovalutato dalla critica, ma che invece merita di essere recuperato per la bellissima Lollobrigida (qui nella doppia veste di donna senza scrupoli e di donna innamorata) e per i particolari che mettono in evidenza gli stati d'animo dei protagonisti. Lo spettatore rimane sempre nell'incertezza degli eventi e questa è una gran cosa.