Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Herrkinski: Dignitoso dramma che affronta vari temi: l'italiano a New York in cerca di fama sulla scia dei suoi idoli, gli snuff-movie, la penosa realtà del cinema a luci rosse e via dicendo. La vicenda è tenuta insieme abbastanza bene e tutto sommato Gerardo Amato non se la cava male (peccato non abbia mai avuto modo di crescere artisticamente in seguito). Scattini dirige con passione nonostante una messinscena a basso costo e il film non risulta scandaloso o brutale quanto vorrebbe essere, finendo per essere "solo" un buon dramma metropolitano.
Markus: Una graziosa ragazza si trasferisce assieme ai suoi tre labrador in una località balneare. Lì, per un caso fortuito, ritroverà il suo ex fidanzato. Divisa tra sentimentale e commedia che strizza l'occhio al pubblico femminile, l'opera di Joe Menendez riesce a coniugare - senza alcuna introspezione psicologia - certe paturnie amorose, tipiche del gentil-sesso, al dog-movie stavolta concepito per un pubblico più adulto. Ci si trascina verso un finale prevedibile attraverso scenette da soap-opera. Un film mediocre che riesce però a intrattenere.
Stelio: Se non si sapesse in via ufficiale, sembrerebbe una scialba riproposizione de Il segreto del mio successo, visto che il film ripropone i temi scontati dell'affermazione personale e dell'amore, in chiave forse più buonista. Nonostante la mediocrità imperante e l'assoluta banalità della seconda parte del copione siamo su un livello meno mediocre rispetto alla pellicola di Herbert Ross. Azzeccati i personaggi secondari.
Matalo!: I film di Luhrmann, adattamenti di classici anche cinematografici preesistenti, stanno al cinema come le "grandi storie" stanno ai musical contemporanei: scintillio, baldanza, leva sui sentimenti più classici, stupore continuo, saturazione visiva e auditiva. Non è il pot pourri, anacronistico nelle musiche ("Back in Black"...) a lasciare interdetti o scandalizzati. Nessuno scandalo; solo che pare di stare a una serata a tema in qualche discoteca di lusso. Gatsby ha sempre avuto un cattivo servizio al cinema. Qui a tratti il film non è male, ma siamo nello "scherzo".
MEMORABILE: Di Caprio, sempre bravo, ma è un Gatsby troppo infantile.
Galbo: Commedia nera su un gioco di ruolo che non è quello che sembra. Riprendendo in chiave ironica una vecchia pellicola di David Fincher, gli autori si concentrano su una sceneggiatura ben scritta e sul ritmo delle riprese che da vita ad un film senza pause che riesce ad incuriosire lo spettatore sui possibili finali. Jason Bateman e Rachel Mcadams sono perfetti per la parte. Meno fondamentale l’apporto degli altri attori.
Herrkinski: Coppia borghese assume una babysitter che si rivela una bad-girl. Tutto già visto mille volte, da La mia peggiore amica ai vari Inserzione pericolosa e La mano sulla culla, passando per tutta la cinematografia di lolite e ragazze psycho rovina-famiglie che s'introducono nel focolare domestico; essendo un prodotto destinato alla Tv anche i particolari più pruriginosi e violenti vengono solo fatti immaginare, quindi ci si trova di fronte a una copia che nulla aggiunge a quanto fatto (meglio) in precedenza, nonostante una confezione accettabile.
Kinodrop: Una riflessione sul conflitto tra individuo e società, tra sensibilità intellettuale e necessità di azione, tra le urgenze del presente e il recupero del passato, che si agita nel protagonista ritornato in Algeria nel suo periodo più burrascoso. Amelio dirige un film tenendosi lontano dagli estremi e privilegiando l'immagine e l'introspezione, anche nel ritmo narrativo. Un'opera non solo esteticamente ineccepibile, ma che fa pensare. Musica un po' in disparte, forse poco attenta all'ambientazione.
Mco: Il comico antologico è (era) un nostro cavallo di battaglia nell'ambito della cinematografia di genere e qui si serve di tre esili storielle per mettere alla berlina le capacità di tre mostri sacri quali Banfi, Franco e Pozzetto. Si dica subito che siamo lontani dallo sbellicarsi dalle risate e spesso a prevaricare è l'elemento sexy dell'intero progetto (mercé le conturbanti grazie delle protagoniste femminili). Della triade strappa più di un sorriso la performance en travesti di un Pippo Franco a suo agio con tanto di parrucca...
Buiomega71: Meyer bissa di nuovo dopo Khan. Per certi aspetti questo è migliore, ma il terzo e il quinto rimangono imbattibili. Prigioni fetide intergalattiche con alienoni in maschera di gommapiuma, pianeti ghiacciati alla Impero colpisce ancora, complotti stellari e un pizzico di thriller. Non male, soprattutto per come tratteggia i klingon (vederli a cena con Kirk e co. è uno spasso). Il finale con il congedo di questo mitico equipaggio e Kirk che cita Peter Pan tocca il cuore e la lacrimuccia fa capolino. Un buon commiato che chiude degnamente la saga.
MEMORABILE: Il massacro dei klingon a colpi di pistola laser in assenza di gravità; L'alieno mutaforma stile Maya di Spazio 1999; Il doppio Kirk alla Ash.
Taxius: Un gruppo di amici viene maledetto e a turno un'entità malefica obbligherà ognuno di loro a scegliere tra obbligo o verità con conseguenze per loro catastrofiche. Diciamo subito che l'originalità non è l'arma migliore di questo film; impossibile infatti non notare somiglianze col bellissimo e quasi coevo It follows. Il film di Jeff Wadlow è uno slasher convenzionale, pieno di cliché e coi soliti insopportabili studenti. Nonostante tutto resta godibile e mai noioso e, pur essendo piuttosto mediocre, una guardata la può meritare.
Galbo: Nel 1992, all'inizio della guerra in Bosnia,una troupe della televisione inglese si reca a Sarajevo. Qui un giornalista raccoglie una bambina bosniaca e musulmana portandola a Londra. Film molto particolare in quanto mescola la realtà dell'informazione e dei reportage giornalistici (con immagini di repertorio) alla finzione della vicenda, Benvenuti a Sarajevo è tuttavia importante per la capacità di rimanere dentro una storia recente informando ed emozionando lo spettatore vicende recenti ma poco note.
Piero68: Nonostante il titolo pomposo e fuorviante resta il fatto che il prodotto è buono e che ancora una volta i francesi dimostrano di essere bravi nel confezionare noir polizieschi sporchi e cattivi. Anche se alcune scene non sono esplicite, come succede per il sesso il vedo/non vedo è anche più efficace nel trasmettere quel senso di orrore e violenza gratuita. Come l'uccisione del cagnolino o come il "pasto" dei cani di Rabou. Cast funzionale, anche se vedere Kad Merad (comico e mattatore di Giù al nord) nei panni di Zacchia è un pugno in pancia.
Enzus79: Uno degli ultimi film buoni a cui ha partecipato Stallone, anche se la storia non manca di difetti e lui è superato dall'interpretazione del "cattivo" Antonio Banderas. La seconda parte, esclusa l'attesa di Banderas nell'hotel, è stancante. Deludente il finale. Ininfluente la Moore. Alla sceneggiatura ci sono i fratelli Wachowski.
Taxius: La storia riguarda la storica annata vinicola del 1976 che rese famoso il vino californiano nel mondo. E' interessante perché racconta un evento che se non si è esperti di vino è difficile conoscere, purtroppo però il tutto è raccontato non in modo biografico ma sotto forma di commedia con storiella d'amore e crisi familiari incluse. Tutto sommato il film è piacevole ed è impreziosito dalla presenza di un simpaticissimo Alan Rickman.
Zender: La proiezione berlinese passa in tv (col 100% di share!) in un condominio di Amburgo: la moltiplicazione degli ambienti porta varietà e movimento; lo script, così agitato, stimola una stilizzazione che la regia realizza superando la sterile ansia di terrorizzare che assillava il numero uno. Lo splatter grossolano viene maggiormente trattenuto e lascia spazio a una gradevole raffinatezza nella messa in scena. L'abile Boswell sulle tracce di Simonetti e la solita truppa di attori doppiati come càpita fanno da anelli di congiunzione per il riaggancio ideale alla formula del capostipite.
MEMORABILE: Nancy Brilli vede il figlio sventrato da [f=1651]Alien[/f] e si trasforma in [f=1306]Karen Black[/f]. O è semplicemente [f=2159]Gremlins[/f]?
Gestarsh99: Con un occhio a Il giorno della civetta e l'altro a Il tagliagole, Fulci sfida le ire di benpensanti e clericali. Tra paesaggi aridi e superstizioni connaturate ai costumi locali, si sviluppa uno dei thrilling più scandalosi e scabri mai realizzati: personaggi sporchi, situazioni morbose, omicidi memorabili (quello della maciara omaggiato da Tarantino ne Le iene), una grandissima Bolkan. Per nulla argentiano, resta il capolavoro di Fulci.