Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Daidae: Tipico soft-erotico molto simile a diversi prodotti che si faranno "largo" negli anni successivi. Il cast non è certo eccezionale, ma si è visto di peggio, mentre alcune scene sono davvero lunghe e inutili (gli allenamenti della Demy o l'orrenda sequenza con gli spogliarellisti maschili). Colonna sonora tipicamente da fine anni 80 con musichette da discoteca.
Panza: Tessari nella commedia non ci azzecca molto anche perché in questo caso la storia è abbastanza insipida, basata sulla storia d'amore tra la splendida Virna Lisi e McEnery. Buzzanca è ridotto praticamente a spalla in un ruolo che gli affibbia pure una sottospecie di tormentone, ovvero l'esclamazione "bedda madre". Qualche momento discreto nell'arrivo del protagonista in Sicilia, ma poi quando ci tocca sorbire la fase sentimentale che pone fine al film lo spettatore si arrende. Piccolo ruolo per Nino Terzo.
Galbo: Diretto da Daniele Lucchetti, uno dei registi maggiormente attenti alla realtà contemporanea, il film fotografa in maniera efficace la situazione del "sistema" dell'istruzione italiano, visto dalla parte dei professori in alcuni momenti "topici" della loro attività. Da una sceneggiatura molto curata (di Rulli e Petraglia da un libro di Starnone) deriva un film piacevole ma anche fonte di parecchie riflessioni sul mondo docente e sulla variegata popolazione degli alunni. Valido il cast, in particolare Orlando e Anna Galiena.
B. Legnani: Così così per due terzi, crolla nel brutto finale. Il tema del superdotato era stata toccato con mano felice da Vicario e Buzzanca, invece qui (e non certo solo per l'ambientazione proletaria) il tutto è volgarotto. Le buone interpretazioni (anche se Bucci ogni tanto viene fatto svaccare) non salvano il film. Nella mente restano la freschezza della Polito e la sorpresa nel notare che la moglie del personaggio di Caruso è Marina Lotar.
Gestarsh99: Tragico episodio storico raccontato da Fulci con macabro cipiglio aggressivo e spietata durezza, rileggendo la classica cronaca giudiziaria in costume attraverso un approccio orrorifico non dissimile da quello del Reeves de Il grande inquisitore. Non ci sono personaggi positivi, solo bassezze, cattiverie, brama di sangue, abusi di potere, pulsioni inconfessate, sadiche torture e morti atroci. Poca luce invece sul coinvolgimento popolare e l'ampio respiro emotivo della vicenda, ma sono peccati veniali in un'opera che ha in sè tutti gli stilemi più oscuri e crudeli del maestro romano.
MEMORABILE: Lo sguardo languido e lascivo dell'incantevole Adrienne Larussa; i particolari gore del chiodo nell'occhio e delle marchiature a fuoco (!)
Galbo: Nell'america degli anni '20 una promessa del baseball vede stroncata da un incidente la promettente carriera. Tenterà un riscatto rientrando anni dopo nel mondo dello sport. Film forse un po' ostico per chi non apprezza il baseball, Il migliore è in realtà una metafora che utilizza lo sport per parlare di valori quali la lealtà e l'amore, oltre alle capacità di redenzione degli spiriti puri come il protagonista. Film valido che forse eccede in retorica compensata dalle grandi prestazioni del cast in cui eccelle Robert Redford.
B. Legnani: Quasi fedele alle vere vicende di Jessie James, bandito che diventa tale in seguito alla Guerra di Secessione. Narrazione che parte da una disastrosa impresa della banda, e prosegue con una serie di flashback per chiudere con il “codardo”. Bella messa in scena, direzione e montaggio efficacicissimi. Gli attori fanno ciò che devono, con la compostezza del cinema di altri tempi, e comunicano ciò che devono comunicare. Scritto da Walter Newman e da Nunnally Johnson. Un bel film.
MEMORABILE: Lo scontro verbale fra i due fratelli.
Caesars: Pellicola che ha un posto di rilievo nella memoria cinematografica collettiva, probabilmente più per il fatto di essere interpretata da James Dean, attore che morirà dopo poco in un incidente stradale, che per effettivi meriti. Vista oggi risulta datata ed abbastanza pesante; probabilmente all'epoca della sua uscita l'impatto sul pubblico deve essere stato notevolmente diverso. È comunque un dramma robusto, diretto con mano sicura da Nicholas Ray e ben interpretato da tutti. Merita almeno di essere conosciuto.
Gestarsh99: Mafia-movie di discreta fattura contraddistinto da un'accesa stilizzazione cartolinesca e "partenopea": la confezione è da lussuosa sceneggiata televisiva eppure non mancano secche esternazioni da cinema duro e puro (omicidi cruenti, primi piani vulvari, pedofilia mercenaria). Damiani riesamina qui la propria percezione della figura del procuratore, profilando non più un personaggio dalla moralità poco cristallina bensì un martire votato all'immolazione più esemplare e categorica. Sgomentano le premonizioni lampo sulle stragi abbattutesi di lì a qualche anno sulla magistratura palermitana.
MEMORABILE: L'uomo freddato nella cabina di un porno-show a gettoni; Michele Placido che fa lo splendido vestito come Richard Gere in American Gigolò...
Faggi: Western riflessivo, specchio di dinamiche familiari, sociali e generazionali: inequivocabilmente figlio del suo tempo, esattamente a piombo su temi di ribellismo, legalità e illegalità, mutamenti comportamentali. Finale amaro, concettualmente necessario; ma, in attesa di riscontro, non prevedibile nella soluzione figurativa, che sarà violenta senza eccessi grafici, di sobria teatralità. Regia pulita e nitida, devotamente dedita a mettere a fuoco una storia; attori coscienti dei ruoli e quindi agiti da giuste mosse.
Pigro: Tre galeotti in fuga nel Mississippi degli anni 20. Divertente, acuto, fantasioso, il film gode di una sceneggiatura perfetta ispirata all'Odissea, senza che questo ingessi la storia in forzate trasposizioni. Il senso epico del mito è ricreato dall'ambientazione country e dalla fotografia vintage. E poi: attori superlativi, regia geniale... Insomma, un ottimo mix per raccontare l'Ulisse moderno ai tempi della depressione, quando tutto sembra essere negativo e quando astuzia e forza di volontà possono condizionare il destino.
Fauno: Un insieme di situazioni inquietanti, di stati d'animo negativi che non san tener botta o reagire a questa loro negatività; gli attori che le indossano sono al meglio, vanno bene, ma se un alcolizzato cronico con la moglie tubercolotica e un semi-pedofilo che manca l'occasione per dare un senso a una vita da sempre sofferta convincono appieno, non convince affatto e fa tracollare rovinosamente il film chi ammazza un'infame strozzina salvo poi passare mezz'ora come un povero ebete a chiedersene il motivo quando qualsiasi altro ebete lo capirebbe.
MEMORABILE: "Attenzione alla scala, è marcia come la casa!"; "Mi dispiace. Non so cosa dirle" "Buona occasione per non dire niente".
Rambo90: Mi è piaciuto quanto il precedente, ma per diversi motivi. La storia è aggiornata agli anni duemila, si ride di meno e si sorride di più, la storia d'amore è più ingombrante che nel precedente e quindi il ritmo è differente. Vaporidis si conferma un simpatico astro nascente della commedia italiana, al suo fianco Panariello sostituisce Faletti con un personaggio perfetto di padre inaffidabile ma divertente. La Crescentini è brava e bellissima; Faletti torna in un piccolo cameo.
Taxius: Enorme tamarrata dove gli zombi sono ormai solo una scusa per mettere in fila decine e decine di combattimenti uno più sanguinoso dell'altro. Tecnicamente il film è girato benissimo e gli stessi combattimenti sono davvero spettacolari. La trama è sempre più sciocca e superficiale ma questo non vuol essere un difetto (del resto in un film del genere l'ultima cosa che interessa allo spettatore è proprio la trama). Spegnete il cervello e il divertimento è assicurato.
Smoker85: Fiction incentrata su vita e gesta di Padre Pio da Pietralcina, con un cast più che dignitoso, guidato da un Castellitto in ottima forma e convincente anche grazie a un trucco che lo rende abbastanza somigliante al personaggio. Partendo dalla visita di un prelato "dissidente" proprio nel giorno della morte del frate, il tv movie ripercorre la fanciullezza del santo, i primi miracoli, le stimmate, la lotta contro il Demonio e quella contro quella parte di Chiesa riluttante nei suoi riguardi. Da segnalare le prove di Prochnow e Favino.
MEMORABILE: Padre Pio che rifiuta di dare ai suoi confratelli il denaro raccolto per la Casa Sollievo della Sofferenza.
Trivex: C'è lo squalo mutante, le cui teste pare litighino tra loro, divorando lattine ed esseri umani. Ma c'è di peggio, ovvero numerosi dialoghi e siparietti giovanilistici assurdi che fanno inesorabilmente parteggiare per il pescecane "alterato". Il film è assolutamente trash, ma la patina e il tentativo di apparire serio, soprattutto nella prima parte, neutralizzano il fascino del "cestino" rendendo la visione notevolmente noiosa. Lasciate agli squali la loro testa (unica) e fate in modo che i loro pasti avvengano senza queste eresie da competizione.
Pigro: Una coppia in crisi, un ospite che spezza le ipocrisie, e le confessioni di fronte a una videocamera. Buon esordio di Soderbergh, che infilza il coltello nella piaga della consunzione dei rapporti sentimentali e sessuali, ma soprattutto dell'incapacità a comunicare a livello personale e affettivo. Tema non nuovo, ma che qui è trattato con spigliatezza e acume, anche per l'inserimento della telecamera come grimaldello per far saltare le convenienze sociali e il quieto vivere. Interessante.
Nancy: Muccino torna a fare Muccino nell'ambiente spensierato-giovanile che forse più gli si confà e non sbaglia: il film scorre che è una meraviglia e uscita dalla sala lascia il buon umore, come ogni buona commedia dovrebbe fare. Ottime interpretazioni da parte del cast (anche il Pacitto di Braccialetti rossi a cui si davano poche speranze), anche merito di una sceneggiatura che non lascia nulla di incompiuto, che delinea personaggi a tutto tondo rendendo l'insieme più spesso e interessante. La colonna sonora di Jovanotti rimane nel cuore. Bravò, Gabriele!
Caesars: Uno dei film più celebrati di Stanley Kubrick che non mi ha mai convinto pienamente. Negli anni ho provato varie volte a rivederlo, ma non sono riuscito a cogliere la genialità che gli è sempre stata attribuita. Nello stesso anno è uscito un film, altamente drammatico e non virato in commedia come questo, girato da Sidney Lumet A prova d'errore che trattava gli stessi scottanti temi ma con risultati, a mio parere, decisamente superiori. Sicuramente è un mio limite, ma non mi pare un capolavoro.
Galbo: Buon thriller diretto da un regista generalmente versato nel genere action (Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo). L'elemento chiave del film è il contrasto tra gli spazi aperti marini e il "piccolo" e chiuso spazio di un'imbarcazione a bordo della quale si dipana tutto il film. Sceneggiatura tesa ed avvincente (anche se con qualche pausa narrativa, specie nella seconda parte), è interpretato da tre attori che da soli reggono bene la scena per tutto il film. Notevole in particolare Zane nei panni dello psicopatico.
Galbo: Una vicenda incredibile, che pare sia invece ispirata alla realtà, per un film che è un inno alla solitudine, alla incomprensione ma anche all'ostinazione dell'affermazione di sé stessi. La protagonista attira nello stesso tempo pena e simpatia verso la propria condizione di cantante negata per il canto. Il film rappresenta bene la società dell'epoca e tratta con benevolenza il personaggio principale, meno il perbenismo e l'ipocrisia dei suoi simili. La Frot è perfetta per il ruolo e la sua prova alza il pallinaggio di mezzo punto.
B. Legnani: Stereotipato. Callaghan dapprima diffida del poliziotto mezzo cinese che gli hanno affibbiato come spalla e di una giornalista bionda. Ovviamente finisce col far squadra col primo e sesso con la seconda. Non manca il funerale cui assistono i poliziotti, con gli occhiali scuri. D’altra parte siamo alla quinta pellicola e se non si ripete il canone si scontentano i fedelissimi. Film decente, la cui parte più debole è il finale. Il presunto plagiario si chiama Swan, come il vero plagiario de Il fantasma del palcoscenico.
Ronax: Girata da Bergonzelli con la mano sinistra, la pellicola non fa che ripetere stancamente tutte le topiche e tutti gli stereotipi della commedia sexy all’italiana anni ’70, compreso l’immancabile prete maneggione, interpretato dall'abitualmente mefitico Pupo De Luca qui alle prese con la battona ufficiale del paesello che è anche una sua lontana nipote. Recitato caninamente, il filmetto ha al suo attivo solo i pregevoli nudi di Karin Well e della più matura e decisamente più intrigante Greta Vaillant. Su tutto il resto è meglio sorvolare.
Piero68: Film di genere come tanti altri: sceneggiatura dozzinale e ritmi elevati. Anche se Statham è ormai il re di queste pellicole, questa volta sembra meno incisivo del solito e più appannato. Forse perché nel copione manca completamente l'aspetto ironico (il film infatti ha anche il difetto di prendersi troppo sul serio) che caratterizza Statham in altre pellicole. Apprezzabile invece Foster, che con il sue eterno sguardo allucinato dovrebbe andare ad ingrossare le file delle "star" e invece continua a essere abbastanza ignorato dal sistema.
MEMORABILE: Lo scontro tra Foster e il gigante in casa di quest'ultimo.
Undying: Divertente ed elegante commedia, vagamente erotica (la Cassini sprizza sensualità da ogni poro) coerentemente diretta dal bravo Sergio Martino. Si lascia guardare per la struttura ad episodi e per la buona riuscita delle interpretazioni (bravi Alberto Lionello ed Aldo Maccione). Il versante "estetico" è ben rappresentato da vari tipi di bellezza femminile: Ursula Andress, Barbara Bouchet e la già menzionata Cassini (il miglior "didietro" -a mandolino- dell'epoca). Raimondo Vianello firma (in parte) la sceneggiatura!
B. Legnani: Drammone basato sugli ingredienti classici. Amore e odio, denari e fallimenti, peccati e pentimenti. Nonostante la prevedibilità degli snodi, il film regge non male per quasi un'ora. Poi deve forzare la mano in vari situazioni, per cui procede accumulando cambi di rotta che lasciano insoddisfatti ed inficiano il risultato finale. Bei volti: Ciannelli con le sue rughe, l'altera Paolieri, la vecchia gloria Tamberlani, il bellimbusto Silva (padre di Mita Medici), la Vidor inverosimile ma graziosa e un Ettore Manni ancora molto legnoso.